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  1. #1
    Giacobino 1799
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    Predefinito Anche Cannes vota contro Bush: Palma d'Oro a Michael Moore

    A Cannes trionfa il film sulle bugie del presidente Usa
    Migliori attori gli asiatici Maggie Chung e Yagira Yuya
    Palma d'Oro 2004 anti Bush
    vince "Fahrenheit 9/11" di Moore
    Il regista: "Che avete fatto? Sono stupefatto!"
    E dedica il premio "ai ragazzi in America e in Iraq"


    Michael Moore
    con Charlize Theron

    CANNES - Al 57esimo Festival del cinema di Cannes ha prevalso l'attualità. La Palma d'oro è andata a "Fahrenheit 9/11" dello statunitense Michael Moore, il film che con minuzia giornalistica racconta le bugie dell'amministrazione Bush e denuncia l'errore dell'intervento in Iraq. Era dal 1956, anno in cui fu premiato "Le monde du silence" di Jacques-Yves Cousteau e Louis Malle, che la Palma d'Oro non veniva assegnata a un documentario. Per il suo film precedente, "Bowling for Columbine" - indagine sulla diffusione e l'uso delle armi negli Usa - Moore aveva vinto un Oscar l'anno scorso.

    "Che cosa avete fatto? Sono stupefatto", ha detto il regista, visibilmente emozionato mentre riceveva il premio. Poi ha dedicato la Palma d'oro a sua figlia, "ai ragazzi in America e in Iraq, a tutti coloro che soffrono per gli errori" degli Stati Uniti.

    Dopo che si erano rincorse le voci di una vittoria tutta asiatica, il premio maggiore è andato dunque al film che più aveva impressionato alla prima proiezione. Il gusto per il cinema forte del presidente della giuria, Quentin Tarantino, si è fatto comunque sentire nell'assegnazione del Gran premio della Giuria al violento "Old Boy", del regista Sud-coreano Park Chan-wook.

    In Asia anche il Premio per la migliore interpretazione femminile, andato alla cinese Maggie Cheung per il film "Clean" firmato dal suo ex marito Olivier Assayas, e quello per la migliore interpretazione maschile, assegnato al quattordicenne giapponese Yagira Yuya per il film "Nobody knows'". A ritirare il premio al posto dell'attore è stato il regista Kore-Eda Hirokazu: Yagira Yuya è infatti rientrato in Giappone per gli esami.
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    Il premio per la migliore regia è stato assegnato al regista Tony Gatlif per il film "Exil", mentre per la migliore sceneggiatura sono stati premiati Agnes Jaoui e Jean-Pierre Bacri (collaboratori e marito e moglie) che hanno firmato la storia di "Comme une image".

    Il cortometraggio "Trafic", del romeno Catalin Mitulescu ha ricevuto la Palma d'oro per il miglior corto. Mentre ritirava il premio, il regista aveva pronosticato: "'Non ho visto molti film in concorso ma spero che vinca Michael Moore per dare una spallata al governo di Bush''.

    Il Premio della giuria per la migliore attrice è stato assegnato all'afroamericana Irma P. Hall per il film "Ladykillers" che aveva come protagonista maschile il mostro sacro Tom Hanks. La Hall non ha potuto ritirare il riconoscimento perché è al momento ricoverata in ospedale in America in seguito a un incidente.

    "Tropical Malady" del thailandese Apichatpong Weerasethakul, a lungo indicato tra i favoriti per la Palma d'Oro, ha ricevuto il Gran premio della giuria e lo stesso riconoscimento nella categoria cortometraggi è andato a "Flatlife" del belga Jonas Geirnaert. Infine il premio Caméra d'or è stato assegnato a "Or" ("Mon trésor"), dell'israeliana americana Keren Yedaya.

    E' toccato all'italiana Laura Morante, "maestra di cerimonia", dichiarare aperta la premiazione. La giuria al gran completo è arrivata alle 19 in punto, davanti a tutti il presidente Quentin Tarantino, che teneva per mano l'attrice Tilda Swinton.


    (22 maggio 2004)


    In primo pianoMichael Moore: Vive la France!

    Michael Moore e Charlize Theron che ha premiato il regista
    Sul palco del 'Palais des festivals', accanto a Charlize Theron (che gli ha consegnato la Palma d'Oro per il documentario anti-Bush 'Fahrenheit 9/11) era commosso.
    Ha dedicato il premio alla figlia, Nathalie Rose, ai ragazzi in America e in Iraq e a tutti quelli che soffrono per le azioni degli Stati Uniti.

    In conferenza stampa, asciugate le lacrime, Michael Moore è andato a ruota libera, parlando a lungo del film e delle convinzioni che lo hanno fatto nascere. E, subito, si è sentito in dovere di difendere la Francia che lo ha premiato: il regista non vuole che si parli di una Palma condizionata dal presunto anti-americanismo degli europei e dei francesi in particolare.

    "Questa giuria è composta da nove membri - ha detto - di cui uno solo è francese mentre quattro su nove, quindi la metà, sono di origine americana. Spero che i giornalisti americani riportino questo, perché non è un premio solo francese. Il pubblico durante la prima proiezione era piena di spettatori americani".

    ''NOI AMERICANI DOBBIAMO ESSERE GRATI ALLA FRANCIA''
    "Sono stanco e annoiato da persone che criticano i francesi e propagano un atteggiamento bigotto - ha aggiunto - i francesi sono nostri amici, senza di loro non esisterebbero neppure gli Stati Uniti, ci hanno aiutato nella nostra rivoluzione e ci hanno regalato la Statua della Libertà come dono per celebrare la ritrovata indipendenza".

    "Lo scorso anno - ha precisato Moore - i francesi, ma anche i canadesi, gli irlandesi, i tedeschi, si sono comportati da veri amici, dicendoci in faccia la verità: che avevamo imboccato una pessima direzione. Ma noi americani non li abbiamo ascoltati".

    'PRESIDENTE, ATTENTO AL SALATINO!'
    Quindi una domanda su Bush: cosa avrà pensato del suo premio?

    "Ma se non sa neanche cos'è la Palma d'Oro! Che ore sono ora a Washington? Le tre del pomeriggio... Cosa fa al sabato? Probabilmente è a Camp David e si sta ciucciando un salatino - ha scherzato il regista, riferendosi al famoso episodio del 'pretzel' che due anni fa andò di traverso al presidente e rischiò di soffocarlo - Spero che nessuno gli dica che ho vinto questo premio mentre ha un salatino in bocca!"

    I DUBBI DI MICHAEL MOORE
    Ma come è nata l'idea di 'Fahrenheit 9/11'?

    "Ho iniziato il documentario - ha spiegato Moore - con una domanda: perché otto settimane dopo l'11 settembre la Casa Bianca ha autorizzato alcuni voli per la famiglia di Bin Laden? Era un paragrafo che avevo letto sul 'New Yorker', l'ho trovato molto strano e ho voluto indagare".

    Quindi l'affondo del cinesta militante: "Quando abbiamo lasciato Bush rubare le elezioni, prendere qualcosa che non gli spettava, la sua squadra ha pensato che potevano fare qualunque cosa. Alla domanda 'Cosa possiamo fare dell'Iraq?', qualcuno ha risposto: 'ma l'Iraq non ha niente a che fare con l'11 settembre'. 'Beh, bombardiamolo lo stesso'. Noi americani siamo tutti responsabili per averglielo lasciato fare".

    UNA PALMA INASPETTATA
    E' la prima volta che Cannes premia un documentario. Se l'aspettava il riconoscimento supremo?

    "No, non avrei mai immaginato di vincere la Palma d'Oro - ha concluso Moore - semplicemente perché avevamo fatto un documentario e lo presentavamo ad un festival che per tradizione premia i film di fiction. Siamo arrivati senza aspettative. Siamo stati onorati due anni fa di essere invitati con 'Bowling a columbine', il primo documentario in concorso in 40 anni di festival. Siamo stati molto felici di essere invitati nuovamente quest' anno.

    ''QUENTIN MI HA DETTO: 'LA POLITICA NON C'ENTRA'''
    Poi rivela un retroscena: "Quando è venuto sul palco, Quentin Tarantino mi ha sussurato all'orecchio: vogliamo che tu sappia che gli elementi politici del tuo film non hanno nulla a che vedere con il premio. In questa giuria abbiamo diverse opinioni politiche ma tu hai ricevuto il premio perché hai fatto un grande film. Vogliamo che tu lo sappia... da regista a regista"

    E se gliel'ha detto il presidente Quentin...



    22-05-2004

    Adesso i nostri pollisti diranno che Bertinotti ha condizionato Cannes...

  2. #2
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    Tutto bene. Solo che adesso mi aspetto da una democrazia compiuta come quella americana, un segnale che spieghi chi dei due dice bugie. Chiunque abbia letto gli ultimi due libri di Moore, specie l'ultimo (guarda come hai ridotto il Paese " Dude wher's my country), non puo' che trarne le seguenti osservazioni. Moore dice cose gravissime, in pratica accusa bush d' aver favorito l'espatrio della famiglia laden dopo 24 ore dai tragici eventi dell'11 settembre, e di essere stato in affari con la stessa famiglia. Lo accusa inoltre d'incapacita', di voluta negligenza, di frode, di connessioni truffaldine con i suoi amici dell 'Enron. C'e' ne abbastanza per mandare tutti e due sotto processo. Ora in qualsiasi democrazia che si rispetti chi accusa deve portare le prove, e l'accusato, specie nel caso di un presidente, deve fare in modo che certe accuse vengano smentite, mandando magari l'accusatore in galera. Nulla di tutto questo. bush fa finta di niente cosi' il congresso degli Stati Uniti. Cose da non crederci.

  3. #3
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    In Origine Postato da un uomo libero
    Tutto bene. Solo che adesso mi aspetto da una democrazia compiuta come quella americana, un segnale che spieghi chi dei due dice bugie. Chiunque abbia letto gli ultimi due libri di Moore, specie l'ultimo (guarda come hai ridotto il Paese " Dude wher's my country), non puo' che trarne le seguenti osservazioni. Moore dice cose gravissime, in pratica accusa bush d' aver favorito l'espatrio della famiglia laden dopo 24 ore dai tragici eventi dell'11 settembre, e di essere stato in affari con la stessa famiglia. Lo accusa inoltre d'incapacita', di voluta negligenza, di frode, di connessioni truffaldine con i suoi amici dell 'Enron. C'e' ne abbastanza per mandare tutti e due sotto processo. Ora in qualsiasi democrazia che si rispetti chi accusa deve portare le prove, e l'accusato, specie nel caso di un presidente, deve fare in modo che certe accuse vengano smentite, mandando magari l'accusatore in galera. Nulla di tutto questo. bush fa finta di niente cosi' il congresso degli Stati Uniti. Cose da non crederci.
    non pensi che Bush non smentisca e faccia finta di niente perchè si tratta di accuse fondate?in caso contrario,qualora si fosse trattato di menzogne, ci sarebbero stati tutti gli estremi per denunciare Moore.......Che Bush fosse in affari con la famiglia Bin Laden si sapeva così come altre verità raccontate da Moore nel suo ultimo libro.Io credo che l'interesse principale del regista-scrittore sia quello di risvegliare la coscienza civile degli americani rendendogli noti questi fatti,poi non è certo compito suo,nè sua intenzione mettere sotto processo Bush...

  4. #4
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    Moore: "Bush è contro i nostri soldati, li ha messi in pericolo solo per riempire le tasche dei suoi amici"




    Quello di Moore è un film-inchiesta scrupoloso sulla scandalosa politica estera del governo statunitense. Mescolando immagini rare e testimonianze di esperti, questo regista perennemente proteso alla ricerca della verità arriva a lanciare accuse sanguinarie: l'equipe di Bush, ci dice Moore nel suo film sapeva già cosa sarebbe accaduto l'11 settembre 2001 alle Twin Towers e non ha fatto nulla per evitarlo.
    Infiltrando una troupe clandestina al fronte, Moore ha mostrato come il morale dei soldati in Iraq fosse molto meno alto di quanto la propaganda del presidente volesse far intendere. E ci descrive nel film la metamorfosi di una donna conservatrice, dapprima manifestamente antipacifista che cambia radicalmente la propria opinione allorché uno dei suoi figli muore, fino a farla spingere verso la Casa Bianca, per chiedere conto a Bush.
    E attraverso queste immagini si delinea il punto di vista di Moore: l'Iraq è uno dei Paesi del mondo che offre maggiori possibilità economiche, grazie al progetto di ricostruzione cui partecipano multinazionali, alcune delle quali fanno capo alla famiglia Bush e ai suoi ministri. "Bush è un gran bugiardo e deve rimettere il suo mandato. Non c'è peggior bugia di mandare i ragazzini a combattere in Iraq per gli interessi del petrolio e della famiglia Bush, dicendo che è per tutt'altro motivo". "Il presidente Bush - ha detto Moore appena sbarcato al festival di Cannes - è contro i nostri soldati, li ha messi in pericolo solo per riempire le tasche dei suoi amici".

    Il mio Paese, cantava Bruce Springsteen (Born in the Usa), mi ha mandato in un paese straniero per andare ad uccidere l'uomo giallo, e mentre lo combattevo ho scoperto di avere un fratello.
    C’è una parte dell’America che non teme l’impopolarità, le censure e le discriminazioni del governo, delle major discografiche o degli studios cinematografici.

    Molti hanno pagato salato per aver espresso la propria opinione. Attori come Susan Sarandon (Thelma & Louise), Tim Robbins (Le ali della libertà) sono stati duramente criticati per essersi schierati contro la guerra e molti eventi cui dovevano essere ospiti sono stati annullati.
    Alla serata degli Oscar, le star di Hollywood, non volendo prendere posizione per paura di eventuali ripercussioni, rimasero impassibili durante il discorso di Michael Moore, fortemente critico nei confronti di Bush.

    La palma d’oro a Michael Moore è quindi anche una rivincita per i principi di libertà di espressione di quella parte del popolo americano che in questi anni, già dal primo conflitto del Golfo si è schierato apertamente e coraggiosamente contro la guerra. E non dimentichiamo chi, anche in Italia, fra artisti e personaggi dello spettacolo e dell’informazione è stato troppo spesso privato del sacrosanto diritto di esprimere il dissenso alla guerra.
    E’ un segnale importante di come il giudizio sulla assurdità e sull’atrocità della guerra si sta allargando a macchia d’olio. Lo pensa lo stesso Moore al termine della premiazione dedicando la Palma d’oro “a tutti i ragazzi che sono in Iraq e soffrono”. “Con questo premio – ha affermato Moore - ho il dubbio che è come se aveste detto agli americani: andate a vederlo. Credo che le cose nel mio paese comincino a cambiare: ci sono milioni di persone che la pensano ormai come me".

  5. #5
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    In Origine Postato da blob21
    non pensi che Bush non smentisca e faccia finta di niente perchè si tratta di accuse fondate?in caso contrario,qualora si fosse trattato di menzogne, ci sarebbero stati tutti gli estremi per denunciare Moore.......Che Bush fosse in affari con la famiglia Bin Laden si sapeva così come altre verità raccontate da Moore nel suo ultimo libro.Io credo che l'interesse principale del regista-scrittore sia quello di risvegliare la coscienza civile degli americani rendendogli noti questi fatti,poi non è certo compito suo,nè sua intenzione mettere sotto processo Bush...
    Quella di Moore e' una denunzia dettagliata sugli affari poco puliti del presidente. E siccome a quest'ultimo conviene fare orecchie da mercante, cosa aspetta l'opinione pubblica americana a muoversi e soprattutto la corte suprema ad intervenire? Che genere di democrazia e' quella americana?

 

 

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