A Cannes trionfa il film sulle bugie del presidente Usa
Migliori attori gli asiatici Maggie Chung e Yagira Yuya
Palma d'Oro 2004 anti Bush
vince "Fahrenheit 9/11" di Moore
Il regista: "Che avete fatto? Sono stupefatto!"
E dedica il premio "ai ragazzi in America e in Iraq"
Michael Moore
con Charlize Theron
CANNES - Al 57esimo Festival del cinema di Cannes ha prevalso l'attualità. La Palma d'oro è andata a "Fahrenheit 9/11" dello statunitense Michael Moore, il film che con minuzia giornalistica racconta le bugie dell'amministrazione Bush e denuncia l'errore dell'intervento in Iraq. Era dal 1956, anno in cui fu premiato "Le monde du silence" di Jacques-Yves Cousteau e Louis Malle, che la Palma d'Oro non veniva assegnata a un documentario. Per il suo film precedente, "Bowling for Columbine" - indagine sulla diffusione e l'uso delle armi negli Usa - Moore aveva vinto un Oscar l'anno scorso.
"Che cosa avete fatto? Sono stupefatto", ha detto il regista, visibilmente emozionato mentre riceveva il premio. Poi ha dedicato la Palma d'oro a sua figlia, "ai ragazzi in America e in Iraq, a tutti coloro che soffrono per gli errori" degli Stati Uniti.
Dopo che si erano rincorse le voci di una vittoria tutta asiatica, il premio maggiore è andato dunque al film che più aveva impressionato alla prima proiezione. Il gusto per il cinema forte del presidente della giuria, Quentin Tarantino, si è fatto comunque sentire nell'assegnazione del Gran premio della Giuria al violento "Old Boy", del regista Sud-coreano Park Chan-wook.
In Asia anche il Premio per la migliore interpretazione femminile, andato alla cinese Maggie Cheung per il film "Clean" firmato dal suo ex marito Olivier Assayas, e quello per la migliore interpretazione maschile, assegnato al quattordicenne giapponese Yagira Yuya per il film "Nobody knows'". A ritirare il premio al posto dell'attore è stato il regista Kore-Eda Hirokazu: Yagira Yuya è infatti rientrato in Giappone per gli esami.
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Il premio per la migliore regia è stato assegnato al regista Tony Gatlif per il film "Exil", mentre per la migliore sceneggiatura sono stati premiati Agnes Jaoui e Jean-Pierre Bacri (collaboratori e marito e moglie) che hanno firmato la storia di "Comme une image".
Il cortometraggio "Trafic", del romeno Catalin Mitulescu ha ricevuto la Palma d'oro per il miglior corto. Mentre ritirava il premio, il regista aveva pronosticato: "'Non ho visto molti film in concorso ma spero che vinca Michael Moore per dare una spallata al governo di Bush''.
Il Premio della giuria per la migliore attrice è stato assegnato all'afroamericana Irma P. Hall per il film "Ladykillers" che aveva come protagonista maschile il mostro sacro Tom Hanks. La Hall non ha potuto ritirare il riconoscimento perché è al momento ricoverata in ospedale in America in seguito a un incidente.
"Tropical Malady" del thailandese Apichatpong Weerasethakul, a lungo indicato tra i favoriti per la Palma d'Oro, ha ricevuto il Gran premio della giuria e lo stesso riconoscimento nella categoria cortometraggi è andato a "Flatlife" del belga Jonas Geirnaert. Infine il premio Caméra d'or è stato assegnato a "Or" ("Mon trésor"), dell'israeliana americana Keren Yedaya.
E' toccato all'italiana Laura Morante, "maestra di cerimonia", dichiarare aperta la premiazione. La giuria al gran completo è arrivata alle 19 in punto, davanti a tutti il presidente Quentin Tarantino, che teneva per mano l'attrice Tilda Swinton.
(22 maggio 2004)
In primo pianoMichael Moore: Vive la France!
Michael Moore e Charlize Theron che ha premiato il regista
Sul palco del 'Palais des festivals', accanto a Charlize Theron (che gli ha consegnato la Palma d'Oro per il documentario anti-Bush 'Fahrenheit 9/11) era commosso.
Ha dedicato il premio alla figlia, Nathalie Rose, ai ragazzi in America e in Iraq e a tutti quelli che soffrono per le azioni degli Stati Uniti.
In conferenza stampa, asciugate le lacrime, Michael Moore è andato a ruota libera, parlando a lungo del film e delle convinzioni che lo hanno fatto nascere. E, subito, si è sentito in dovere di difendere la Francia che lo ha premiato: il regista non vuole che si parli di una Palma condizionata dal presunto anti-americanismo degli europei e dei francesi in particolare.
"Questa giuria è composta da nove membri - ha detto - di cui uno solo è francese mentre quattro su nove, quindi la metà, sono di origine americana. Spero che i giornalisti americani riportino questo, perché non è un premio solo francese. Il pubblico durante la prima proiezione era piena di spettatori americani".
''NOI AMERICANI DOBBIAMO ESSERE GRATI ALLA FRANCIA''
"Sono stanco e annoiato da persone che criticano i francesi e propagano un atteggiamento bigotto - ha aggiunto - i francesi sono nostri amici, senza di loro non esisterebbero neppure gli Stati Uniti, ci hanno aiutato nella nostra rivoluzione e ci hanno regalato la Statua della Libertà come dono per celebrare la ritrovata indipendenza".
"Lo scorso anno - ha precisato Moore - i francesi, ma anche i canadesi, gli irlandesi, i tedeschi, si sono comportati da veri amici, dicendoci in faccia la verità: che avevamo imboccato una pessima direzione. Ma noi americani non li abbiamo ascoltati".
'PRESIDENTE, ATTENTO AL SALATINO!'
Quindi una domanda su Bush: cosa avrà pensato del suo premio?
"Ma se non sa neanche cos'è la Palma d'Oro! Che ore sono ora a Washington? Le tre del pomeriggio... Cosa fa al sabato? Probabilmente è a Camp David e si sta ciucciando un salatino - ha scherzato il regista, riferendosi al famoso episodio del 'pretzel' che due anni fa andò di traverso al presidente e rischiò di soffocarlo - Spero che nessuno gli dica che ho vinto questo premio mentre ha un salatino in bocca!"
I DUBBI DI MICHAEL MOORE
Ma come è nata l'idea di 'Fahrenheit 9/11'?
"Ho iniziato il documentario - ha spiegato Moore - con una domanda: perché otto settimane dopo l'11 settembre la Casa Bianca ha autorizzato alcuni voli per la famiglia di Bin Laden? Era un paragrafo che avevo letto sul 'New Yorker', l'ho trovato molto strano e ho voluto indagare".
Quindi l'affondo del cinesta militante: "Quando abbiamo lasciato Bush rubare le elezioni, prendere qualcosa che non gli spettava, la sua squadra ha pensato che potevano fare qualunque cosa. Alla domanda 'Cosa possiamo fare dell'Iraq?', qualcuno ha risposto: 'ma l'Iraq non ha niente a che fare con l'11 settembre'. 'Beh, bombardiamolo lo stesso'. Noi americani siamo tutti responsabili per averglielo lasciato fare".
UNA PALMA INASPETTATA
E' la prima volta che Cannes premia un documentario. Se l'aspettava il riconoscimento supremo?
"No, non avrei mai immaginato di vincere la Palma d'Oro - ha concluso Moore - semplicemente perché avevamo fatto un documentario e lo presentavamo ad un festival che per tradizione premia i film di fiction. Siamo arrivati senza aspettative. Siamo stati onorati due anni fa di essere invitati con 'Bowling a columbine', il primo documentario in concorso in 40 anni di festival. Siamo stati molto felici di essere invitati nuovamente quest' anno.
''QUENTIN MI HA DETTO: 'LA POLITICA NON C'ENTRA'''
Poi rivela un retroscena: "Quando è venuto sul palco, Quentin Tarantino mi ha sussurato all'orecchio: vogliamo che tu sappia che gli elementi politici del tuo film non hanno nulla a che vedere con il premio. In questa giuria abbiamo diverse opinioni politiche ma tu hai ricevuto il premio perché hai fatto un grande film. Vogliamo che tu lo sappia... da regista a regista"
E se gliel'ha detto il presidente Quentin...
22-05-2004
Adesso i nostri pollisti diranno che Bertinotti ha condizionato Cannes...