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Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
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    Predefinito Continua la lotta di popolo...

    Baghdad, autobomba contro un viceministro: cinque morti
    di Toni Fontana

    Un’altra giornata di morte e guerra a Baghdad. A poco più di un mese dal (presunto) passaggio di poteri la regia del terrore non solo attacca nuovamente e direttamente la nuova classe dirigente, ma bombarda la capitale seminando panico e incertezza tra la popolazione schiacciata tra l’occupazione e l’attivismo dei kamikaze. A pochi giorni dall’attentato costato la vita al capo del governo, Ezzedine Salim, i gruppi armati hanno tentato di assassinare Abdel Jabar al-Shikli, vice responsabile del dicastero dell’Interno ed esponente del partito sciita moderato Al Dawa. Cinque le persone uccise, quattro sono agenti delle forze di sicurezza, il quinto corpo appartiene ad una donna, una vicina di casa.

    L’esplosione è stata fortissima e, per molte ore, i soccorritori hanno raccolto brandelli di carne e hanno dovuto ricomporre i cadaveri. Sul fatto che alla guida dell’auto vi fosse un attentatore suicida non vi sono certezze, forse il mezzo era stato parcheggiato e gli attentatori si erano poi allontanati. Decine le auto incediate e distrutte dalla carica esplosiva. Poche le notizie fornite dal comando Usa e dal governo locale sulla sorte del vice-ministro che è rimasto ferito ed è stato ricoverato in un ospedale della capitale. Pare che non sia grave. L’attentato è avvenuto nei pressi della villa nella quale vive l’esponente del governo e a circa mezzo chilometro da una piccola caserma, chiamata Iron Horse, occupata dai soldati statunitensi.

    Poche ore dopo, ancora una volta con un messaggio inviato e quindi diffuso da un sito islamico, una sigla della rete di al Qaeda, ha rivendicato l’attacco terroristico. Il gruppo, secondo gli americani, nasconderebbe la regia dal giordano al-Zarqawi, fiduciario di Bin Laden in Iraq. Nel messaggio i terroristi definiscono un «infido apostata» l’esponente sciita bersaglio dell’attacco.

    Sempre ieri la guerriglia ha attaccato ancora una volta la «zona verde» nella quale sono concentrati gli uffici della Coalizione. Almeno sette colpi sono caduti nei pressi delle protezioni che cingono la zona, due marines ed un civile iracheno sono rimasti feriti. I fatti della giornata dimostrano una volta di più che la guerriglia e le organizzazioni armate dispongono di un gran numero di armi ed esplosivi. Nel tentativo di ridurre i rischi per le loro truppe i generali americani, come ha ammesso ieri anche portavoce Mark Kimmit, hanno deciso di aprire i cordoni della borsa versando ben 1,3 milioni di dollari a notabili di Sadr City per ottenere in cambio migliaia di kalashnikov, mortai e mitragliatrici. Di questo passo però Bush dovrà spendere miliardi di dollari dal momento che gli agguati si susseguono e ieri la lista dei caduti si è allungata. Un soldato è stato infatti ucciso ad una trentina di chilometri a sud di Baghdad.

    Non cala intanto la tensione nelle città sante dove i combattimenti si alternano a misteriose quanto improduttive trattative. Da alcuni giorni è chiaro che i capi moderati sciiti hanno moltiplicato le pressioni sul leader estremista al Sadr per indurlo ad abbandonare i luoghi santi. Ciò nasconde il braccio di ferro in corso tra le due anime della comunità sciita e l’aspirazione dei grandi ayatollah di tornata a svolgere un ruolo centrale, molto appannato negli ultimi mesi, dall’attivismo di al Sadr. Ieri il capo ribelle ha fatto dire ai suoi portavoce che i miliziani avevano abbandonato il centro di Karbala.

    Tra le righe si era compreso che era stato avviato un negoziato con gli americani per evitare altri combattimenti nei centri dove hanno sede di luoghi santi dell’islam sciita. Le battaglie in corso provocano infatti non poca irritazione tra i leader moderati che appaiono esautorati da al Sadr e incapaci di riprendere a guidare la maggioranza sciita.

    Le dichiarazioni dei portavoce di Al Sadr hanno messo in imbarazzo i generali americani che si sono affrettati a smentire che fosse stata patteggiata una tregua con il leader ribelle. Il generale Kimmit, portavoce del comando Usa, ha spiegato che i marines non si erano affatto ritirati da Karbala, ma ha dovuto riconoscere che vi era stato un «riposizionamento». In tal modo l’ufficiale americano ha ammesso indirettamente, che vi era stata una trattativa con al Sadr anche se, ufficialmente, i vertici americani negano ogni contatto.

    La tensione nelle città sante non accenna tuttavia a diminuire. Una violenta sparatoria è avvenuta ieri pomeriggio a Najaf ancora una volta nei pressi del cimitero sciita. Miliziani ed americani si sono sparati per almeno trenta minuti. Secondo un approssimativo bilancio fornito da fonti irachene sei civili sono rimasti feriti.

    Gli interrogatori degli iracheni: bastonati fino alla morte

  2. #2
    Tremendo
    Ospite

    Predefinito Re: Continua la lotta di popolo...

    In Origine Postato da alfonso
    Baghdad, autobomba contro un viceministro: cinque morti
    di Toni Fontana

    Un’altra giornata di morte e guerra a Baghdad. A poco più di un mese dal (presunto) passaggio di poteri la regia del terrore non solo attacca nuovamente e direttamente la nuova classe dirigente, ma bombarda la capitale seminando panico e incertezza tra la popolazione schiacciata tra l’occupazione e l’attivismo dei kamikaze. A pochi giorni dall’attentato costato la vita al capo del governo, Ezzedine Salim, i gruppi armati hanno tentato di assassinare Abdel Jabar al-Shikli, vice responsabile del dicastero dell’Interno ed esponente del partito sciita moderato Al Dawa. Cinque le persone uccise, quattro sono agenti delle forze di sicurezza, il quinto corpo appartiene ad una donna, una vicina di casa.

    L’esplosione è stata fortissima e, per molte ore, i soccorritori hanno raccolto brandelli di carne e hanno dovuto ricomporre i cadaveri. Sul fatto che alla guida dell’auto vi fosse un attentatore suicida non vi sono certezze, forse il mezzo era stato parcheggiato e gli attentatori si erano poi allontanati. Decine le auto incediate e distrutte dalla carica esplosiva. Poche le notizie fornite dal comando Usa e dal governo locale sulla sorte del vice-ministro che è rimasto ferito ed è stato ricoverato in un ospedale della capitale. Pare che non sia grave. L’attentato è avvenuto nei pressi della villa nella quale vive l’esponente del governo e a circa mezzo chilometro da una piccola caserma, chiamata Iron Horse, occupata dai soldati statunitensi.

    Poche ore dopo, ancora una volta con un messaggio inviato e quindi diffuso da un sito islamico, una sigla della rete di al Qaeda, ha rivendicato l’attacco terroristico. Il gruppo, secondo gli americani, nasconderebbe la regia dal giordano al-Zarqawi, fiduciario di Bin Laden in Iraq. Nel messaggio i terroristi definiscono un «infido apostata» l’esponente sciita bersaglio dell’attacco.

    Sempre ieri la guerriglia ha attaccato ancora una volta la «zona verde» nella quale sono concentrati gli uffici della Coalizione. Almeno sette colpi sono caduti nei pressi delle protezioni che cingono la zona, due marines ed un civile iracheno sono rimasti feriti. I fatti della giornata dimostrano una volta di più che la guerriglia e le organizzazioni armate dispongono di un gran numero di armi ed esplosivi. Nel tentativo di ridurre i rischi per le loro truppe i generali americani, come ha ammesso ieri anche portavoce Mark Kimmit, hanno deciso di aprire i cordoni della borsa versando ben 1,3 milioni di dollari a notabili di Sadr City per ottenere in cambio migliaia di kalashnikov, mortai e mitragliatrici. Di questo passo però Bush dovrà spendere miliardi di dollari dal momento che gli agguati si susseguono e ieri la lista dei caduti si è allungata. Un soldato è stato infatti ucciso ad una trentina di chilometri a sud di Baghdad.

    Non cala intanto la tensione nelle città sante dove i combattimenti si alternano a misteriose quanto improduttive trattative. Da alcuni giorni è chiaro che i capi moderati sciiti hanno moltiplicato le pressioni sul leader estremista al Sadr per indurlo ad abbandonare i luoghi santi. Ciò nasconde il braccio di ferro in corso tra le due anime della comunità sciita e l’aspirazione dei grandi ayatollah di tornata a svolgere un ruolo centrale, molto appannato negli ultimi mesi, dall’attivismo di al Sadr. Ieri il capo ribelle ha fatto dire ai suoi portavoce che i miliziani avevano abbandonato il centro di Karbala.

    Tra le righe si era compreso che era stato avviato un negoziato con gli americani per evitare altri combattimenti nei centri dove hanno sede di luoghi santi dell’islam sciita. Le battaglie in corso provocano infatti non poca irritazione tra i leader moderati che appaiono esautorati da al Sadr e incapaci di riprendere a guidare la maggioranza sciita.

    Le dichiarazioni dei portavoce di Al Sadr hanno messo in imbarazzo i generali americani che si sono affrettati a smentire che fosse stata patteggiata una tregua con il leader ribelle. Il generale Kimmit, portavoce del comando Usa, ha spiegato che i marines non si erano affatto ritirati da Karbala, ma ha dovuto riconoscere che vi era stato un «riposizionamento». In tal modo l’ufficiale americano ha ammesso indirettamente, che vi era stata una trattativa con al Sadr anche se, ufficialmente, i vertici americani negano ogni contatto.

    La tensione nelle città sante non accenna tuttavia a diminuire. Una violenta sparatoria è avvenuta ieri pomeriggio a Najaf ancora una volta nei pressi del cimitero sciita. Miliziani ed americani si sono sparati per almeno trenta minuti. Secondo un approssimativo bilancio fornito da fonti irachene sei civili sono rimasti feriti.

    Gli interrogatori degli iracheni: bastonati fino alla morte


    Se rileggi il tuo copia-incolla non è una lotta di popolo, ma di terroristi, non vedi la differenza?

  3. #3
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    Predefinito Re: Re: Continua la lotta di popolo...

    In Origine Postato da Tremendo
    Se rileggi il tuo copia-incolla non è una lotta di popolo, ma di terroristi, non vedi la differenza?
    scusami non me ne ero accorto...
    grazie

  4. #4
    Totila
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    Predefinito Re: Re: Continua la lotta di popolo...

    In Origine Postato da Tremendo
    Se rileggi il tuo copia-incolla non è una lotta di popolo, ma di terroristi, non vedi la differenza?
    ma questa dei terroristi è un'ossessione...
    Guarda meno Ferrara, chè ti fa male alla salute e al cervello.

  5. #5
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    Predefinito Re: Re: Re: Continua la lotta di popolo...

    In Origine Postato da Totila
    ma questa dei terroristi è un'ossessione...
    Guarda meno Ferrara, chè ti fa male alla salute e al cervello.
    non gli può fare male.....

  6. #6
    Tremendo
    Ospite

    Predefinito Re: Continua la lotta di popolo...

    In Origine Postato da alfonso
    Baghdad, autobomba contro un viceministro: cinque morti
    di Toni Fontana

    Un’altra giornata di morte e guerra a Baghdad. A poco più di un mese dal (presunto) passaggio di poteri la regia del terrore non solo attacca nuovamente e direttamente la nuova classe dirigente, ma bombarda la capitale seminando panico e incertezza tra la popolazione schiacciata tra l’occupazione e l’attivismo dei kamikaze. A pochi giorni dall’attentato costato la vita al capo del governo, Ezzedine Salim, i gruppi armati hanno tentato di assassinare Abdel Jabar al-Shikli, vice responsabile del dicastero dell’Interno ed esponente del partito sciita moderato Al Dawa. Cinque le persone uccise, quattro sono agenti delle forze di sicurezza, il quinto corpo appartiene ad una donna, una vicina di casa.

    L’esplosione è stata fortissima e, per molte ore, i soccorritori hanno raccolto brandelli di carne e hanno dovuto ricomporre i cadaveri. Sul fatto che alla guida dell’auto vi fosse un attentatore suicida non vi sono certezze, forse il mezzo era stato parcheggiato e gli attentatori si erano poi allontanati. Decine le auto incediate e distrutte dalla carica esplosiva. Poche le notizie fornite dal comando Usa e dal governo locale sulla sorte del vice-ministro che è rimasto ferito ed è stato ricoverato in un ospedale della capitale. Pare che non sia grave. L’attentato è avvenuto nei pressi della villa nella quale vive l’esponente del governo e a circa mezzo chilometro da una piccola caserma, chiamata Iron Horse, occupata dai soldati statunitensi.

    Poche ore dopo, ancora una volta con un messaggio inviato e quindi diffuso da un sito islamico, una sigla della rete di al Qaeda, ha rivendicato l’attacco terroristico. Il gruppo, secondo gli americani, nasconderebbe la regia dal giordano al-Zarqawi, fiduciario di Bin Laden in Iraq. Nel messaggio i terroristi definiscono un «infido apostata» l’esponente sciita bersaglio dell’attacco.

    Sempre ieri la guerriglia ha attaccato ancora una volta la «zona verde» nella quale sono concentrati gli uffici della Coalizione. Almeno sette colpi sono caduti nei pressi delle protezioni che cingono la zona, due marines ed un civile iracheno sono rimasti feriti. I fatti della giornata dimostrano una volta di più che la guerriglia e le organizzazioni armate dispongono di un gran numero di armi ed esplosivi. Nel tentativo di ridurre i rischi per le loro truppe i generali americani, come ha ammesso ieri anche portavoce Mark Kimmit, hanno deciso di aprire i cordoni della borsa versando ben 1,3 milioni di dollari a notabili di Sadr City per ottenere in cambio migliaia di kalashnikov, mortai e mitragliatrici. Di questo passo però Bush dovrà spendere miliardi di dollari dal momento che gli agguati si susseguono e ieri la lista dei caduti si è allungata. Un soldato è stato infatti ucciso ad una trentina di chilometri a sud di Baghdad.

    Non cala intanto la tensione nelle città sante dove i combattimenti si alternano a misteriose quanto improduttive trattative. Da alcuni giorni è chiaro che i capi moderati sciiti hanno moltiplicato le pressioni sul leader estremista al Sadr per indurlo ad abbandonare i luoghi santi. Ciò nasconde il braccio di ferro in corso tra le due anime della comunità sciita e l’aspirazione dei grandi ayatollah di tornata a svolgere un ruolo centrale, molto appannato negli ultimi mesi, dall’attivismo di al Sadr. Ieri il capo ribelle ha fatto dire ai suoi portavoce che i miliziani avevano abbandonato il centro di Karbala.

    Tra le righe si era compreso che era stato avviato un negoziato con gli americani per evitare altri combattimenti nei centri dove hanno sede di luoghi santi dell’islam sciita. Le battaglie in corso provocano infatti non poca irritazione tra i leader moderati che appaiono esautorati da al Sadr e incapaci di riprendere a guidare la maggioranza sciita.

    Le dichiarazioni dei portavoce di Al Sadr hanno messo in imbarazzo i generali americani che si sono affrettati a smentire che fosse stata patteggiata una tregua con il leader ribelle. Il generale Kimmit, portavoce del comando Usa, ha spiegato che i marines non si erano affatto ritirati da Karbala, ma ha dovuto riconoscere che vi era stato un «riposizionamento». In tal modo l’ufficiale americano ha ammesso indirettamente, che vi era stata una trattativa con al Sadr anche se, ufficialmente, i vertici americani negano ogni contatto.

    La tensione nelle città sante non accenna tuttavia a diminuire. Una violenta sparatoria è avvenuta ieri pomeriggio a Najaf ancora una volta nei pressi del cimitero sciita. Miliziani ed americani si sono sparati per almeno trenta minuti. Secondo un approssimativo bilancio fornito da fonti irachene sei civili sono rimasti feriti.

    Gli interrogatori degli iracheni: bastonati fino alla morte
    Dunque, il post dicembarda la capitale seminando panico e incertezza tra la popolazione schiacciata tra l’occupazione e l’attivismo dei kamikaze.

    Poi dicembarda la capitale seminando panico e incertezza tra la popolazione schiacciata tra l’occupazione e l’attivismo dei kamikaze.

    e ancora: Miliziani ed americani si sono sparati per almeno trenta minuti. Secondo un approssimativo bilancio fornito da fonti irachene sei civili sono rimasti feriti.

    Come vedi caro totila, io il post l'ho letto, non vedo terroristi dappertutto.

    Sò che alla sx farebbe piacere, ma non è così.

    ciao ciao

  7. #7
    Tremendo
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    cmq anche gli americani si difendono bene,


    Iraq: sono 32 i miliziani uccisi a Kufa
    (ANSA) - BAGHDAD, 23 MAG -Trentadue miliziani sciiti sono stati uccisi nel corso di scontri tra le forze Usa e sostenitori del leader radicale Moqtada Sadr a Kufa. Lo ha reso noto oggi l'esercito americano fornendo cosi' un nuovo bilancio. In precedenza, un portavoce della coalizione aveva confermato l'uccisione a Kufa, nel centro dell'Iraq, di una ventina di miliziani di Sadr in scontri avvenuti la notte scorsa.
    2004-05-23 - 1600

 

 

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