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Risultati da 1 a 8 di 8
  1. #1
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    Predefinito Anche gli israeliani cominciano a capire.


    Per Rafah un ministro israeliano accusa: «Atti disumani»

    di Umberto De Giovannangeli

    Ai suoi colleghi di governo racconta di essere rimasto scioccato vedendo in Tv le immagini di una donna anziana di Rafah che frugava fra le macerie della sua casa distrutta alla ricerca di medicinali. «Mi ha ricordato mia nonna», spiega Yosef Lapid, ministro della Giustizia israeliano e leader del partito laico di centro Shinui.. La nonna di Lapid, morta nel campo di concentramento di Auschwitz, venne cacciata da casa dai nazisti. Il vice premier non ha dubbi: «Le demolizioni di case a Rafah devono cessare. È disumano, non è ebraico, e ci crea danni gravi nel mondo», rimarca in una intervista televisiva. E tornando sulla immagine dell’anziana donna palestinese tra le rovine della sua casa, Lapid afferma: «Non c’è perdono per chi tratta una donna anziana in questo modo».

    La fonte

  2. #2
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    Predefinito

    cazzate !!!!
    ora che non ci sono più case da distruggere nella zona cercano di mostrarsi buoni....
    figuriamoci se prima o poi non ricominciano.....o non adottano un'altra tecnica peggiore.
    Poveri palestinesi .. uccisi e schiAvizzati con il consenso del cosiddetto occidente democratico e civilizzato...
    Poi fanno le giornate della memoria....IPOCRITI ASSASSINI
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    se l'europa non cambia sistema conviene andarsene...altrimenti ci ridurrà come e peggio della grecia.

  3. #3
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    Predefinito cominciano a capire?troppo tardi

    prima si fanno i c.zzi loro(tabula rasa) e poi vorrebbero anche la possibilita' di pentirsi?
    israele ne ha combinate di troppo brutte..per aver diritto alla comprensione.

  4. #4
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    Predefinito

    Con tutte le porcate che hanno fatto ora il pentimento viene dal video di una donna che vaga tra le macerie di una casa? che cosa succederebbe se vedessero le cataste di bambini trucidati a freddo dai missili degli apache? che cosa si credevano che facessero i lloro soldati, festini con concerto?
    ..Perchè i giudici invece di applicare la legge la interpretano

  5. #5
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    Predefinito Intervista a: Yael Dayan (scrittrice)

    "Crimini indegni, dobbiamo lasciare la Striscia"

    «Vorrei poter abbracciare i genitori della piccola Rawan e dir loro che in Israele ci sono tantissime madri e padri che piangono la morte della bambina palestinese. Vorrei dir loro che esiste un'altra Israele che crede in una pace giusta e che si batte per un ritiro immediato dalla Striscia di Gaza. La lotta al terrorismo non giustifica in alcun modo eccessi come come quelli compiuti a Rafah. La demolizioni di centinaia di abitazioni, la pratica delle punizioni collettive sono indegne di un Paese democratico qual è Israele». A parlare è Yael Dayan, scrittrice, ex deputata laburista, figlia del generale Moshe Dayan, l'eroe della guerra dei Sei giorni.

    A Rafah si continua a combattere e a morire. E tra i morti vi sono bambini.
    «È l'aspetto più sconvolgente di questo interminabile conflitto. I bambini, israeliani e palestinesi, sono le vittime innocenti di un odio implacabile a cui va posto un argine».
    In che modo?
    «A Gaza, ritirando il nostro esercito. Quelle colonie non hanno alcun valore strategico per la sicurezza di Israele. Per la loro difesa sono già morti tanti, troppi, ragazzi in divisa. Per la loro difesa stiamo commettendo crimini indegni di Israele. La grande maggioranza degli israeliani è per il ritiro e lo smantellamento di quelle colonie…».
    Tra questi israeliani c'è anche il primo ministro Ariel Sharon.
    «A parole sembra così, ma in politica, soprattutto se si hanno responsabilità di governo, contano i fatti. E i fatti dicono che Sharon è un premier dimezzato, ostaggio di un partito dominato dagli estremisti a loro volta legati a doppio filo al movimento oltranzista dei coloni».
    Sharon sembra intenzionato a riproporre nella sostanza il piano di disimpegno unilaterale da Gaza.
    «Bene, allora si decida. Perché nel frattempo a Gaza si muore e a morire sono anche bambini innocenti».
    I collaboratori del premier sostengono che tutto nasce dalla mancata volontà della leadership palestinese di combattere il terrorismo e negoziare un compromesso con Israele.
    «Anche se ciò fosse vero, questo non giustificherebbe l'avventurismo militarista dell'attuale governo. Non è perché la tua controparte sbaglia, ciò può giustificare ogni risposta, anche la più efferata. Non sarò certo io a disconoscere o a minimizzare gli errori di Arafat, ma non per questo posso esimermi dal denunciare gli abusi perpetrati da Sharon e dai falchi oggi al governo. Costoro sono andati ben oltre un eccesso di legittima difesa. Il pugno di ferro, peraltro, ha finito per rafforzare la presa dei gruppi estremisti sulla società palestinese. Certo, abbiamo eliminato alcuni capi, ma non abbiamo certo estirpato le radici della violenza che affondano anche nella frustrazione e nell'assenza di speranza della gente palestinese».
    Tra questi eccessi c'è anche la «barriera difensiva» in costruzione in Cisgiordania?
    «Per quanto mi riguarda, sono per una barriera di difesa ma contro il "muro dell'annessione". Il punto non è il diritto di Israele a "barricare" il proprio territorio. Il punto è non trasformare questo diritto di difesa in atti unilaterali che prefigurano nuovi confini e inglobano territori palestinesi occupati. Ciò che contesto, in altri termini, è il tracciato del muro, le cui ragioni nulla o poco hanno a che vedere con la sicurezza di Israele e molto, troppo, con il disegno del Grande Israele perseguito dalla destra ultranazionalista».
    L’esercito denuncia l’uso dei bambini e dei civili palestinesi come scudi umani fatto dai gruppi armati dell’Intifada.
    «È una pratica barbara di chi ha in totale spregio la vita umana. Ma una democrazia non può scendere al livello dei nemici che la minacciano. Ciò, purtroppo, rischia di accadere e questo segna di per sé la vittoria dei terroristi».
    Da cosa ripartire per raggiungere una intesa di pace?
    «I contenuti già esistono, e vanno ricercati nei negoziati di Taba, nella Road Map e negli "Accordi di Ginevra". Ma alla base di tutto deve esserci la convinzione di noi israeliani che la pace, fondata sul principio di due Stati, non è una resa ai terroristi e neanche una concessione ai palestinesi. Una pace giusta è un "regalo" che facciamo a noi stessi, un obbligo se vogliamo davvero preservare i due beni più preziosi: la sicurezza e i principi di democrazia lasciateci in eredità dai padri della patria».
    Ciò significa che in linea di principio non è contraria alla separazione tra i due popoli?
    «La separazione è un passaggio doloroso ma inevitabile. Ma separarsi significa anche riconoscere i diritti dell'altro popolo a vivere in uno Stato indipendente. Separarsi non significa rifiuto di negoziare o delegittimazione della controparte. Ed è per questo che la mia idea di separazione non ha nulla a che vedere con l'unilateralismo forzato di Ariel Sharon».

  6. #6
    Super Troll
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    ma chi è che la pensa cosi??
    sharon prende sempre maggioranze plebisicitarie..
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    se l'europa non cambia sistema conviene andarsene...altrimenti ci ridurrà come e peggio della grecia.

  7. #7
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    Tutto il sangue dei bambini Palestinesi ricada sui sionisti come maledizione.

  8. #8
    Hanno assassinato Calipari
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    In Origine Postato da frontista
    Tutto il sangue dei bambini Palestinesi ricada sui sionisti come maledizione.


    e aglio, olio, prezzemolo e finocchio dove l'hai messo?

 

 

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