Fu sbianchettata l’edizione italiana del dossier Mitrokhin
di Giovanna Albertini
Interpolazioni e correzioni. Cioè purghe. Magari non staliniane, ma di certo assai politically correct .Oltre che opportunisticamente necessarie all’ex governo D’Alema per non avere noie con uno dei suoi più cari alleati dell’epoca: Armando Cossutta. Secondo la commissione Mitrokhin, il cui presidente Paolo Guzzanti nei giorni scorsi ha sottoposto a tutti i propri commissari una bozza di relazione , l’edizione italiana del best seller dello storico inglese Christopher Andrew sarebbe stata debitamente espunta di tutti i riferimenti ad Armando Cossutta, talvolta con effetti tragicomici.
Il nome di Armando Cossutta infatti in inglese nel capitolo sull'eurocomunismo, compare sette volte mentre non si legge affatto alla pagina corrispondente del libro pubblicato in Italia, dove viene usata una perifrasi al posto del nome. Non solo: a pagina 788 del dattiloscritto inglese, Cossutta è presente due volte, mentre nella corrispondente pagina della versione italiana è assente e si parla genericamente di un “informatore del Kgb nella Direzione del Partito comunista italiano”.
Quanto a Giorgio Conforto, l’agente sovietico ‘Dario’ che probabilmente ebbe un ruolo nell’arresto dei due capi della colonna romana delle Br, Valerio Morucci e Adriana Faranda, beccati nel maggio '79 a casa della figlia di Conforto, Giuliana, risulta mancante un intero periodo su di lui nella versione italiana. Indovinate quale? Quello in cui si parla di un suo possibile rapporto con le Br nella gestione del dopo sequestro Moro. E’ prevedibile che queste indiscrezioni riportate ieri dall’Adnkronos sulla bozza di relazione di mid-term della Mitrokhin provocheranno nuove polemiche. D’altronde in Italia funziona così: quando il dito indica la luna molti imbecilli guardano il dito.
Giovanna Albertini