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  1. #1
    PaleoLibertario Cattolico
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    Predefinito Riunificazione Liberale e Libertaria

    Riunificazione liberale e libertaria

    In questi giorni su internet guardavo i simboli delle varie liste che parteciperanno alle prossime competizioni elettorali europee ed amministrative in tutta italia, e nelle varie province. Mi sono reso conto che ci sono davero tante liste di ispirazione liberale e libertaria che purtroppo si fanno la guerra tra loro. Ma a che scopo mi chiedo? Se poi si racimolano percentuali come l'1% (quando va bene l'1, 5%, quando vale lo 0,qualcosa%). So che può sembrare utopistico e oggettivamente molto difficile, ma che ne pensate dell'idea di lavorare ad una riunificazione di tutta l'area liberale e libertaria (sia dal punto di vista culturale organizzativo che da quello più strettamente politico) in vista dei prossimi appuntamenti elettorali? (penso le regionali dell'anno prossimo e le politiche del 2006)
    Proviamo a fare un elenco dei movimenti e delle formazioni di ispirazione liberale e libertaria a livello nazionale e locale:

    Partito Liberale (di Stefano De Luca)
    Radicali Italiani-Lista Bonino
    Partito Repubblicano Italiano (di G. La Malfa)
    Lista Liberal-Sgarbi
    Nuovo Pli
    Liberalismo Popolare (Case del cittadino di Raffaele Costa e Alfredo Biondi)
    Patto Segni-Scognamiglio I liberaldemocratici
    Federazione dei Liberali (di R. Morelli)
    Agorà Liberale (associazione culturale on-line)
    Riformatori Liberali (Veneto)
    Liberali per l'Italia (Lombardia)
    Forza Liberaldemocratica (Marche)
    Cittadini liberali e di centro (associazione culturale)
    Veneto Liberale (Veneto)
    Lombardia Nazione (Lega Padana Lombarda)
    Destra Liberale Italiana
    Liga Fronte Veneto
    Comitati per le libertà (associazione culturale)
    Forces Italia (associazione culturale)
    Aduc (associazione culturale dei consumatori)

    Come si può vedere tra realtà nazionali e realtà locali sono abbastanza, e si potrebbe coinvolgere un buon numero di persone in attività innanzitutto culturali e poi politiche.
    Ad esempio credo che l'iniziativa degli "Stati Generali Liberali" promossa da Liberali.net possa essere la base da cui partire per la così tanto auspicata unificazione delle forze liberali e libertarie presenti su tutto il territorio.
    Io ho lanciato l'appello, spero qualcuno si unisca a me, perchè credo che già dopo questa elezioni si debba iniziare a lavorare a questo progetto.
    Saluti
    Anarcho-capitalist

  2. #2
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    Predefinito

    Come MRE siamo collocati nel centrosinitra, e di conseguenza il progetto che proponi non credo possa interessarci.

    La risposta alla tua domanda sta nella lunghezza stessa del tuo elenco. Per esperienza personale, posso dire che la maggior parte dei movimenti che citi hanno una consistenza numerica scarsissima, e un ancor più scarso desiderio di dar vita ad un'aggregazione unitaria che permette di superare la frammentazione. Il motivo sta nel fatto che la gran parte di questi gruppuscoli è guidata da "leader" gelosissimi del proprio ruolo, e alquanto restii ad unirsi ad altri.

    Qualche esempio? I radicali sono, in realtà, un gruppo di dirigenti che si perpetua per cooptazione. Hanno sistematicamente rifiutato, nei fatti, qualsiasi tentativo di aggregazione con altre forze. Non è possibile, per chi ne è al di fuori, aggregarsi. Io ho bazzicato i radicali per due o tre anni, ed è assolutamente impossibile avere voce in capitolo, considerato anche che, di fatto, neanche con l'iscrizione si ha un effettivo potere, per quanto limitato, di influire sulla scelta dei leader e sulle politiche del movimento.

    Alla Federazione dei Liberali sono stato iscritto per due anni. Al tempo, fu convocato un congresso in due fasi (roba da non credere; stiamo parlando, credo, del 2000). Venni a sapere che alla prima "sessione", che non si concluse neanche con l'elezione degli organi dirigenti, prese parte una trentina di persone. Della seconda si persero le tracce. Correvano voci di abboccamenti con la Margherita (!), confermate da documenti apparsi nel nuovo sito, dopo che il vecchio sparì nel nulla. Tali abboccamenti (com'era naturale) pare non abbiano portato a nulla; del resto, la stessa scelta di base mi risultava (e mi risulta) incomprensibile. Ovviamente, dopo un po' non rinnovai l'iscrizione.

    Quanto agli altri, in molti casi non mi pare affatto che ci sia la seria intenzione di dar vita ad una forza liberale autonoma dai due schieramenti principali. A suo tempo presi contatti con il Forum Liberaldemocratico delle Marche, ma ne trassi l'impressione che, di fatto, quel movimento pendesse più a destra che verso una posizione autonoma; stesso discorso per i suoi omologhi sparsi per l'Italia. Il fatto stesso che nel solo Veneto figurino ben due movimenti ricompresi nel tuo elenco è indicativo delle condizioni penose nelle quali versa la galassia "liberale" italiana. tutti i tentativi che sono stati fatti in passato di dare vita ad un'aggregazione tra i vari movimenti d'ispirazione liberale non hanno portato a nulla (io ricordo anche l'Unione di Centro che faceva capo a Costa e Biondi).

    Un'ulteriore elemento di debolezza è dato dalle continue oscillazioni di questi movimenti, che, a seconda dei momenti, guardano ora a destra, ora al centro, ora a sinistra, ora non si sa neanche in quale direzione (un esempio è il PRI, che appare diviso tra una maggioranza opportunisticamente a destra e una minoranza che coltiva velleità terzaforziste che è essa stessa incapace di perseguire in maniera coerente). Il risultato è una maonese impazzita, in cui coesistono gruppi che non riescono a darsi un'organizzazione unitaria neanche quando la loro collocazione (a destra, a sinistra o in una posizione indipendente dai due schieramente principali) è omogenea.

    Gli unici veramente seri mi sembrano essere quelli di Bergamo Liberale di Vivona; tuttavia, temo che i loro sforzi, per quanto lodevoli, porteranno a ben poco, così come a ben poco hanno portato finora, visot che, a distanza di tre-quattro anni, ancora si parla di Stati Generali Liberali. A loro un sincero "in bocca al lupo".

    Per il resto, tra i piedi ci sono sempre le solite vecchie ciabatte: i Morelli, i Costa, i De Luca, i Segni, gli Scognamiglio-Pasini. Gente che, nella migliore delle ipotesi, ha cambiato casacca almeno tre volte negli ultimi dieci anni (questo non vale per Costa), o che dice una cosa e ne fa un'altra (De Luca). Piccolo consiglio: sbarazzatevene. Gente come Segni, Morelli o Scognamiglio-Pasini (per non parlare di Giorgio La Malfa), ormai, è completamente screditata; costoro hanno fatto talmente tante piroette che sembrano pugili suonati. E' surreale che politici che hanno desertificato i loro stessi movimenti credano sul serio che, nell'Italia di oggi, ci sia qualche gonzo che pensa ancora di votarli. Prima si fanno da parte, meglio è per voi.

    Decidete cosa volete fare. Volete stare con la destra? Stateci, ma almeno siate uniti. Non volete stare né con la destra, né con la sinistra? Allora unitevi tra voi, ma almeno non abbiate il cattivo gusto di presentarvi alle amministrative con la destra (come fate quasi sempre, a dire il vero).

    Certo che, se ognuno pretende che l'unificazione avvenga sotto il suo cappello, penso proprio che non andrete da nessuna parte. E, secondo me, l'aria che tira è proprio questa. L'impressione è che ognuno si svegli la mattina e fondi il suo movimento. Di raccordi non se ne cercano. Dopo quattro anni, vedo ancora lo stesso proliferare di sigle. Solo a Milano, sul sito www.liberali.net se ne contano tre; in Emilia, una a Piacenza e una a Parma; e poi le Marche, la Campania, la Sicilia, la provincia del Verbano-Cusio-Ossola, Firenze. Cribbio, ma cosa ci vuole a convocare un congresso nazionale e a fonderle tutte?

    Per quanto riguarda me, sono felicemente iscritto all'MRE, la cui collocazione attuale (nel centrosinistra) è quella che, a mio parere, più si addice, tanto all'MRE, quanto a me.

  3. #3
    PaleoLibertario Cattolico
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    Per quanto riguarda i radicali, anche io ne ho fatto parte per 3-4 anni, sono stato membro prima del Comitato Nazionale e poi della Direzione Nazionale (fui eletto nel 2000 on-line al Comitato Nazionale, nelle prime elezioni on-line alle quali parteciparono anche personaggi importanti, vedi Sgarbi, Taradash, Tiziana Parenti, ci fu la prima elezione di Luca Coscioni, ecc ecc) e purtroppo lì le cose che dici sono in buona parte vere, perchè se non sei "radicale storico" cioè legato e organico al gruppo di torre argentina, allora anche in Direzione Nazionale sei messo fuori...Inoltre già durante le elezioni on-line ebbi dei forti scontri con lo stesso Pannella, in quanto nelle liste avevano calato dall'alto questi nomi importanti che ovviamente ci avrebbero pregiudicato ogni tentativo di nostra elezione (io fui il fondatore con l'amico Marco Faraci della lista "Radicali per le Libertà"), e avemmo non pochi problemi, ma alla fine riuscimmo a vincere quella battaglia interna grazie alla nostra fermezza, e all'aiuto di gruppi esterni che ci sonostenevano alle elezioni, come "Il Foglio" di Giuliano Ferrara, "Pololaico" di Giovanni Negri, l'Unione dei Liberali di Costa.

    Per quanto riguarda proprio i Liberali dell'Unione di Centro di Costa (che pure ho frequentato per circa un anno) lì si venne a creare ad un certo momento una situazione di contrasto tra la base e i veritici del movimento, perchè una parte della base rifiutava le candidature di alcuni dei leader nelle liste di Forza Italia. Il movimento ebbe una fase di stallo di un paio di anni, ed ora per fortuna ha ripreso la sua attività con "Liberalismo Popolare" con leader Costa e Biondi (ci sono parecchie Case del Cittadino in tutta Italia; in particolar modo in Piemonte, e ha ripreso la pubblicazione da un anno anche "Il Duemila" che è l'organo ufficiale del movimento).

    Quanto agli altri (Segni, Scognamiglio, De Luca, e lo stesso Pri) non ti so dire molto perchè ho frequentato solo raramente i loro movimenti.
    Comunque credo che valga la pena fare uno sforzo di creare una casa comune per tutte le forze di ispirazione liberale, da parte mia c'è tutto l'impegno e la buona volontà...ora il compito è convincere gli altri ad abbandonare i loro eccessivi personalismi e il loro micro-orticello (sempre più piccolo)...io ci provo

    Saluti
    Anarcho-capitalist

  4. #4
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    Originally posted by Libertarian
    Per quanto riguarda i radicali, anche io ne ho fatto parte per 3-4 anni, sono stato membro prima del Comitato Nazionale e poi della Direzione Nazionale (fui eletto nel 2000 on-line al Comitato Nazionale, nelle prime elezioni on-line alle quali parteciparono anche personaggi importanti, vedi Sgarbi, Taradash, Tiziana Parenti, ci fu la prima elezione di Luca Coscioni, ecc ecc) e purtroppo lì le cose che dici sono in buona parte vere, perchè se non sei "radicale storico" cioè legato e organico al gruppo di torre argentina, allora anche in Direzione Nazionale sei messo fuori...Inoltre già durante le elezioni on-line ebbi dei forti scontri con lo stesso Pannella, in quanto nelle liste avevano calato dall'alto questi nomi importanti che ovviamente ci avrebbero pregiudicato ogni tentativo di nostra elezione (io fui il fondatore con l'amico Marco Faraci della lista "Radicali per le Libertà"), e avemmo non pochi problemi, ma alla fine riuscimmo a vincere quella battaglia interna grazie alla nostra fermezza, e all'aiuto di gruppi esterni che ci sonostenevano alle elezioni, come "Il Foglio" di Giuliano Ferrara, "Pololaico" di Giovanni Negri, l'Unione dei Liberali di Costa.

    Per quanto riguarda proprio i Liberali dell'Unione di Centro di Costa (che pure ho frequentato per circa un anno) lì si venne a creare ad un certo momento una situazione di contrasto tra la base e i veritici del movimento, perchè una parte della base rifiutava le candidature di alcuni dei leader nelle liste di Forza Italia. Il movimento ebbe una fase di stallo di un paio di anni, ed ora per fortuna ha ripreso la sua attività con "Liberalismo Popolare" con leader Costa e Biondi (ci sono parecchie Case del Cittadino in tutta Italia; in particolar modo in Piemonte, e ha ripreso la pubblicazione da un anno anche "Il Duemila" che è l'organo ufficiale del movimento).

    Quanto agli altri (Segni, Scognamiglio, De Luca, e lo stesso Pri) non ti so dire molto perchè ho frequentato solo raramente i loro movimenti.
    Comunque credo che valga la pena fare uno sforzo di creare una casa comune per tutte le forze di ispirazione liberale, da parte mia c'è tutto l'impegno e la buona volontà...ora il compito è convincere gli altri ad abbandonare i loro eccessivi personalismi e il loro micro-orticello (sempre più piccolo)...io ci provo

    Saluti
    Ecco qua: Jan Hus ha ragione, anche tu hai ragione (mi sa che sto invecchiando ). Per quel che mi riguarda, io credo che i laci in genere debbano fare un ultimo tentativo di unirsi in terzo polo, e dunque ben venga la coraggiosa battaglia di Vivona e (l'involuto) tentativo di Segni (sulla cui sincerità nutro però forti dubbi).
    Dopo di che se, per il 2006, il terzo polo non è ancora nato, si canti in coro il de profundis e ognuno di noi si seppellisca in questo bipolarismo melmoso e truffaldino.
    Ciao.

  5. #5
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    Vivona è una persona seria, alla quale auguro successo.

    Segni no.

  6. #6
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    Originally posted by Jan Hus
    Vivona è una persona seria, alla quale auguro successo.

    Segni no.
    l'operazione "Stati Generali Liberali" è portata avanti in primis dall'avvocato Vivona, perchè non aderire allora a questo affascinante e ambizioso progetto?

    Saluti
    Anarcho-capitalist

  7. #7
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    Non è Vivona o Bergamo Liberale il problema.

    E' chi gli sta intorno.

  8. #8
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    Originally posted by Jan Hus
    Non è Vivona o Bergamo Liberale il problema.

    E' chi gli sta intorno.
    E chi gli sta intorno? Io conosco alcune persone, ma quelle che conosco io sono altrettanto serie.

    Saluti
    Anarcho-capitalist

  9. #9
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    Due parole sul terzismo liberale.

    Pensare di poter dare vita oggi ad un terzo polo (liberale, democristiano, moderato o altro) è una prospettiva suicida e senza futuro.
    Se non capiamo prima qual'è la vera natura del nostro bipolarismo non saremo mai in grado di combatterlo senza uscirne con le ossa rotte. E la sostanza del nostro sistema si chiama, volenti o nolenti, fattore B.
    Finché una figura discussa e discutibile come Silvio Berlusconi continuerà a dividere in due la politica italiana (non tanto per sua volontà, ma per il suo semplice esistere), il nostro Paese sarà sempre chiamato a schierarsi prioritariamente con lui o contro di lui.
    Questa è la realtà, anche se può non piacere. E questa realtà supera anche le volontà politiche dei singoli. Nel senso che anche un Berlusconi proporzionalista non sposterebbe di una virgola il problema.
    Dunque, il multipolarismo che darebbe spazio ad un polo laico e liberaldemocratico, passa per un percorso più lungo e complicato della scorciatoia terzista.
    Il primo obiettivo non è abbattere il bipolarismo. Il primo obiettivo è abbattere Berlusconi. Solo quando la politica potrà fare a meno di quest'uomo le condizioni per aprire scenari diversi appariranno più concrete.
    D'altronde si tratta di un obiettivo che oramai sembra alla portata e anzi, vicino alla realizzazione. Un indizio? Il bunker che si sta costruendo in Sardegna. Sembra una sciocchezza, ma l'impressione è che il premier si stia preparando e garantendo il paradiso dopo la morte politica. Una villa blindata e accessoriata da dove la magistratura comunista non potrà prelevarlo, una residenza dove godere lunghi periodi di agio e riposo. Diciamo, una sorta di Hammamet nostrana.

    Insomma, pensare di fare un terzo polo senza aver creato le condizioni perché possa sopravvivere e crescere, è una miopia fatale. Fatale perché naufragando, rischia di diventare un deterrente per gli altri e di sortire l'effetto contrario di rafforzare il bipolarismo, e perché se anche dovesse vivacchiare, non potrebbe farlo senza coagulare non solo i liberali e i senza patria, ma anche tutta la paccottiglia democristiana che da tempo si agita su questo terreno.
    E' un risultato che ci può interessare? A me, personalmente, fa solo ribrezzo.

  10. #10
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    Originally posted by Paolo Arsena
    Due parole sul terzismo liberale.

    Pensare di poter dare vita oggi ad un terzo polo (liberale, democristiano, moderato o altro) è una prospettiva suicida e senza futuro.
    Se non capiamo prima qual'è la vera natura del nostro bipolarismo non saremo mai in grado di combatterlo senza uscirne con le ossa rotte. E la sostanza del nostro sistema si chiama, volenti o nolenti, fattore B.
    Finché una figura discussa e discutibile come Silvio Berlusconi continuerà a dividere in due la politica italiana (non tanto per sua volontà, ma per il suo semplice esistere), il nostro Paese sarà sempre chiamato a schierarsi prioritariamente con lui o contro di lui.
    Questa è la realtà, anche se può non piacere. E questa realtà supera anche le volontà politiche dei singoli. Nel senso che anche un Berlusconi proporzionalista non sposterebbe di una virgola il problema.
    Dunque, il multipolarismo che darebbe spazio ad un polo laico e liberaldemocratico, passa per un percorso più lungo e complicato della scorciatoia terzista.
    Il primo obiettivo non è abbattere il bipolarismo. Il primo obiettivo è abbattere Berlusconi. Solo quando la politica potrà fare a meno di quest'uomo le condizioni per aprire scenari diversi appariranno più concrete.
    D'altronde si tratta di un obiettivo che oramai sembra alla portata e anzi, vicino alla realizzazione. Un indizio? Il bunker che si sta costruendo in Sardegna. Sembra una sciocchezza, ma l'impressione è che il premier si stia preparando e garantendo il paradiso dopo la morte politica. Una villa blindata e accessoriata da dove la magistratura comunista non potrà prelevarlo, una residenza dove godere lunghi periodi di agio e riposo. Diciamo, una sorta di Hammamet nostrana.

    Insomma, pensare di fare un terzo polo senza aver creato le condizioni perché possa sopravvivere e crescere, è una miopia fatale. Fatale perché naufragando, rischia di diventare un deterrente per gli altri e di sortire l'effetto contrario di rafforzare il bipolarismo, e perché se anche dovesse vivacchiare, non potrebbe farlo senza coagulare non solo i liberali e i senza patria, ma anche tutta la paccottiglia democristiana che da tempo si agita su questo terreno.
    E' un risultato che ci può interessare? A me, personalmente, fa solo ribrezzo.
    Devo dire che in buona parte non sono d'accordo con te. Il motivo principale è che Berlusconi è maggioritario all'interno del suo stesso partito, ma non credo potrà facilmente ripetere lo stesso bottino elettorale del 2001. Tra l'altro pensa che in forza italia l'anima liberale è totalmente schiacciata allo stato attuale da quella ex e post democristiana, e molti iscritti e simpatizzanti (ma anche elettori o persone che occupano incarichi di rilievo all'interno della stessa forza italia) se ne sono accorti. Per questo credo che il primo passo consista nell'abbandono di forza italia da parte dell'anima liberale (vedi i vari Costa, Biondi, Martino, ecc) come in un certo senso ha già fatto Sgarbi e nell'offrire agli stessi elettori liberali di forza italia (che sono la maggioranza) un vero schieramento liberale alternativo, un terzo polo o partito (tra i sistemi elettorali, io preferisco quello anglosassone maggioritario a turno unico)...E in tutta sincerità non credo al tracollo di un terzo polo (o partito che sia) di ispirazione liberale, anche perchè le istanze liberali hanno oggi la maggioranza nel paese tra gli elettori....tutto sta nel lavorare con cognizione di causa a questo progetto servendosi di adeguati mezzi di comunicazione per far passare chiaro e tondo questo messaggio che è poi maggioritario tra gli elettori italiani.

    Saluti
    Anarcho-capitalist

 

 
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