La Nuova evangelizzazione anche in rete? Per Totus Tuus network si può!

ROMA, venerdì, 28 maggio 2004 (ZENIT.org).- Utilizzare i moderni strumenti di comunicazione, in particolare la rete di internet per diffondere la nuova evangelizzazione, questo lo scopo di Totus Tuus network .

Il network ha organizzato il 29 e 30 maggio a Bologna un “ritiro delle comunità virtuali cattoliche italiane”. “Due giornate di formazione per supportare il lavoro di quanti evangelizzano in rete, affidandolo alla Madonna, cum Petro et sub Petro” si legge nell’invito.

Per capire meglio di che cosa si tratta ZENIT ha intervistato David Botti, presidente di Totus Tuus network.

Internet è uno strumento straordinario per comunicare in tempo reale e estensivamente con tutto il mondo. Ma quali sono i contenuti di qualità che pensate di dare per far emergere il volto di Cristo?

David Botti: Parlando alla Congregazione per la Dottrina della Fede ad inizio anno, il Santo Padre ha detto che "la recezione di un documento [magisteriale], più che un fatto mediatico, deve essere visto soprattutto come un evento ecclesiale di accoglienza del magistero nella comunione".

Questo è "il Problema" delle Chiese d'Occidente, oggi, e quindi lo è anche per chi vuole ev@ngelizzare internet: si fatica a capire che per arrivare al "volto di Cristo" bisogna passare per il "volto di Pietro".

Nella misura in cui gli insegnamenti del Magistero riusciranno a trovare eco in internet potremo dire di esser riusciti a dare contenuti di vera qualità.

Consideri che tra i siti del nostro network c'è, ad es. http://www.ratzinger.it, curato da una giovane mamma milanese: è l'unico sito al mondo che raccolga tutti i documenti emanati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede da quando ne è Prefetto il Card. Ratzinger. Posti questi contenuti, possiamo dire che "emergerà il volto di Cristo" in internet?

Certamente no. Siamo consapevoli che l'evangelizzazione non è solo questioni di contenuti: il volto di Cristo non emergerà se chi opera in rete non sarà animato da spirito di preghiera e di penitenza. E' per questo che facciamo un ritiro e non un convegno.

In un mondo dove domina il “politically correct” sembra difficile parlare di apologia, voi invece dedicate buona parte del ritiro delle comunità virtuali cattoliche italiane all’apologetica. Da dove nasce la vostra fiducia e quali sono gli argomenti che intendete toccare?

David Botti: Sia in internet che nella vita reale, ogni cattolico è interpellato - forse sarebbe meglio dire aggredito - perchè la sua presenza costituisce "scandalo e stoltezza" per le mentalità e per gli stili di vita contemporanei.

L'apologetica consiste sostanzialmente nel formarsi per riuscire a "dare ragione della propria fede". In questo momento, in Italia, esiste una rivista in forte espansione - qualitativa e quantitativa - che aiuta chi desidera formarsi a quello scopo: è il mensile "il Timone" .

In essa scrivono i migliori apologeti cattolici: da Rino Cammilleri a Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria; da Mons. Maggiolini, vescovo di Como a Vittorio Messori.

Abbiamo lasciato il primo di questi due giorni di ritiro proprio a "il Timone", invitando attraverso manifesti tutte le parrocchie della Diocesi di Bologna perchè, con il trionfo del "pensiero debole" - di cui ha parlato recentemente l'Arcivescovo di Bologna, Mons. Caffarra -, riteniamo l'apologetica un elemento imprescindibile della formazione del cattolico contemporaneo.

I temi che abbiamo chiesto di trattare a Rino Cammilleri, Giampaolo Barra - il direttore de "il Timone" - e Marco Invernizzi di Radio Maria, spaziano dalla storia al rapporto tra fede e scienza, dal "Qual'è la vera Chiesa?" a "La globalizzazione auspicabile", con - ancora una volta - un'attenzione tutta particolare a quella che il Papa ha chiamato "la mancata recezione dei documenti magisteriali".

In rete tutto sta crescendo velocemente. In Italia in particolare stanno crescendo i portali, le pagine e i “news group” cattolici. Quante persone frequentano quotidianamente il vostro portale? Quali sono gli altri portali cattolici italiani di uguale rilevanza? Quali i gruppi di discussione di maggiore qualità e diffusione?

David Botti: Il network che anima Totus Tuus è costituito non solo da circa 30 siti, ma anche da una decina di comunità virtuali e newsletter.

Considerando tutti i siti, abbiamo una media circa di 10.000 pagine lette al giorno. Ma il nostro network nasce dalle comunità virtuali, un fenomeno poco studiato anche a livello accademico: in queste siamo in dialogo con oltre un migliaio di cattolici, con qualche non cattolico e persino qualche "uomo di buona volontà" in ricerca.

Tutte queste persone, oltre a dialogare, possono sciogliere eventuali dubbi grazie alle migliaia di pagine che compongono i siti del network. Di più: con periodicità settimanale il network si arricchisce di circa 15 nuove pagine, che vengono segnalate a circa 12.000 indirizzi e-mail che ne hanno fatto richiesta.

Sempre nell'ottica della presenza cattolica italiana in rete, va segnalata l'ultima "community" nata: http://www.fattisentire.net/ , che raccoglie già 350 persone e vari altri siti e comunità virtuali, tutte impegnate in un'attività di sensibilizzazione del mondo politico e istituzionale (una sorta di "lobbying etico"): per fare delle cifre - ma non va trascurato l'effetto formativo sugli stessi cattolici - nello scorso mese di novembre gli europarlamentari italiani hanno ricevuto quasi 9.000 e-mail che chiedevano il riconoscimento della "Radici cristiane" nella futura Costituzione d'Europa.

Vi sono forse siti italiani più frequentati di Totus tuus, come forse vi sono comunità con adesioni più numerose, ma l'unica realtà che ci pare assimilabile al network cui abbiamo aderito è in Messico: ci riferiamo a http://es.catholic.net/, sito a cui siamo gemellati per la sua incondizionata adesione al Magistero Pontificio anche ordinario e per la varietà delle sue forme di presenza.

Commentando un libro che faceva il punto sul tradizionalismo cattolico, il professor Roberto Morozzo della Rocca, commentava che a differenza del tradizionalismo "lefebvriano" e di altri paesi, il tradizionalismo italiano non è antiromano, è fedele al Papa e all’ossequio del Magistero. Su Totus Tuus si affronta spesso la tematica di dove si indirizza il tradizionalismo cattolico. Qual è la vostra opinione in merito?

David Botti: Premesso che rifiutiamo l'equazione "tradizionalista = lefebvriano", occorre osservare che le comunità facenti capo a Mons. Lefebvre o da esso derivate, sono un fenomeno minoritario e che quelle in buona fede - grazie a questo straordinario Pontificato autenticamente ecumenico - sono già rientrate nell'ovile.

Abbiamo comunque messo a disposizione di questi fratelli separati un volume scaricabile gratuitamente, nel quale si spiega dal punto di vista della teologia dogmatica come il Papa abbia il potere di "ritoccare" la liturgia.

A nostro modo di vedere, la nascita del lefebrvismo ha altre cause, la principale delle quali è la stanchezza spirituale di noi cattolici europei, che porta i frutti velenosi dell'insicurezza circa la nostra identità e la mancanza di zelo missionario.

Ci sembra importante da questo punto di vista l’appello del Cardinal Ruini quando chiama le parrocchie alla missione. La "nuova evangelizzazione" - cui ci chiama il Papa - è anche questo: è un'opera di evangelizzazione fatta in paesi di antica civiltà cristiana fatta con rinnovato slancio spirituale.

Se fossimo davvero degli apostoli della "Nuova Evangelizzazione", il problema del lefebvrismo non si porrebbe nemmeno. Uno degli interventi del ritiro ha questo titolo: "Come trasformare il lavoro in internet in preghiera".

Questo è il "segreto" perchè il nostro povero lavoro porti frutto, non solo verso i lefebvriani: impareremo che prima di cliccare sul mouse è bene portare la mente alla Regina dei Cieli; prima di scrivere a un fratello che chiede, è opportuno domandare a Maria che ci ottenga di non scrivere stupidaggini; spento il monitor, è molto importante chiedere alla Vergine di intercedere per ottenerci il perdono della nostra insipienza e svogliatezza.