dalla GAZZETTA DI PARMA
Nassiriya, carri armati per i bersaglieri
Il contingente si sta rafforzando. Aumentate le misure di sicurezza
ROMA - A Nassiriya si prevedono tempeste. Dopo la «battaglia dei ponti» del mese scorso (e quella successiva, in cui morì il caporale dei Lagunari Matteo Vanzan), le forze armate italiane si aspettano nuovi attacchi. E per questo lo stato maggiore del nostro esercito ha deciso di inviare i carri armati Dardo e Ariete e gli elicotteri da combattimento Mangusta.
Nel 1968, chi c'era se lo ricorderà, i carri armati arrivarono in Cecoslovacchia, in soccorso della "democrazia" che traballava sotto i colpi della "Primavera di Praga". Gli alleati del Patto di Varsavia accorsero in "aiuto amichevole" per "ristabilire l'ordine" minacciato dai facinorosi giovani praghesi.
Ancora nel 1989, in Piazza Tien An Men, i carri armati dovettero intervenire per riportare "ordine pubblico" in una piazza piena di studenti girotondisti e teppisti, se non terroristi.
Oggi li mandiamo a Nassirya in missione umanitaria, per portare la democrazia e garantire l'ordine pubblico.
Non so voi, ma a me, ora come allora, quando vedo spuntare i carri armati nelle città, in mezzo alla gente, mi viene sempre qualche dubbio su chi siano i "buoni" e i "cattivi".