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Risultati da 1 a 10 di 10
  1. #1
    PaleoLibertario Cattolico
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    Predefinito Pacifisti, coraggio, diteci qualcosa di pacifista

    Pacifisti, coraggio, diteci qualcosa di pacifista

    La retorica pacifista dei nostri giorni l'abbiamo più volte denunciata dalle nostre pagine, ma l'indignazione cresce in questi giorni di grande mobilitazione per contrastare l'arrivo in Italia di Bush, uno dei "più grandi uomini della guerra", quando sistematicamente si ignorano le più grosse violenze, torture e nefandezze perpetrate ai danni di popolazioni innocenti e inermi sparse nel mondo. I segni della pace, contro i segni dell'orrore si traducono nella realtà dei fatti in un pacifismo a senso unico, di facciata, carico di retorica e luoghi comuni. Presuntuosi che vorrebbero insegnarci il significato della parola pace, anche se continuano ad usare i simboli che hanno rappresentato e continuano a simboleggiare sangue e morte, se ne fregano degli orrori e delle mostruosità che in parti lontane del mondo ancora oggi avvengono. Così nessuno si è indignato nell'apprendere che lo scorso 21 maggio è stata accolta con 9 voti a favore, 8 contrari e 2 astensioni la richiesta di sospensione dello status consultivo del Partito Radicale Transnazionale al Consiglio Economico e Sociale dell'ONU, su richiesta presentata dalla delegazione vietnamita al Comitato Onu sulle Organizzazioni non governative, per aver accreditato alla Commissione diritti umani di Ginevra Kok Ksor, Presidente della Montagnard Foundation e membro del Consiglio Generale del PRT, da loro ritenuto un terrorista*.
    Chi sono i Montagnard? Una minoranza etnica soggetta al massacro da parte di un regime comunista, che per proseguire indisturbato i suoi crimini, ha trovato valide alleanze nell'Onu per spegnere l'unica voce che fa luce su queste nefandezze: hanno votato a favore della richiesta vietnamita la Cina, la Federazione russa (che già nel 2000 aveva avanzato la stessa richiesta dopo che il partito aveva accreditato un legittimo rappresentante del Parlamento ceceno, mentre con metodi da Kgb veniva assassinato l'indimenticato inviato di Radio Radicale, Antonio Russo, impegnato a denunciare gli orrori dell'occupazione militare russa in Cecenia), Cuba, Iran, Sudan, Zimbabwe, Pakistan, Costa D'Avorio e India, che hanno vanificato il sostegno di Germania, Francia, USA, Camerun, Cile, Perù, Romania e Turchia.
    Ad aggravare la condizione della comunità Montagnard in Vietnam, l'atteggiamento ostruzionista del governo cambogiano che, nonostante la denuncia da parte dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, continua ad impedire, in violazione della Convenzione Onu sui Rifugiati, l'entrata nel paese.
    Su tutto questo non è stata proferita una sola parola dal popolo della pace, uno slogan, uno striscione, un palloncino, un fischietto... niente di niente.
    Il comunismo è morto, i suoi figli ancora no.
    Paolo Carotenuto, Napoli

    *La raccomandazione del Comitato, composto da 19 paesi distribuiti su base geografica, sarà sottoposta a luglio ai 54 paesi che compongono il Consiglio Economico e Sociale.



    Ode del pacifista moderno
    Oh pacifista, alti e puri sono i tuoi principi
    Che sia la Pace tra gli uomini di buona volontà,
    che i soprusi e gli abusi siano spazzati via.
    Oh pacifista, un appunto devi consentirci
    Come fai ad avere a cuore le sorti degli oppressi
    che siano solo guidati da infami e sanguinari dittatori,
    perché trasformi in eroi i suoi comandanti?
    Oh pacifista, perché privi dei tuoi colori chi è costretto al silenzio
    Non lo sai questi che han bisogno della tua voce, del tuo aiuto?
    Oh pacifista, lo sai che le tue bandiere sono macchiate dal sangue
    da Che Guevara a Fidel Castro, da Arafat a Ocalan,
    Oh Pacifista, mi sovviene un dubbio
    Che tu sia solo un vile e sporco propagandista?

    www.legnostorto.com
    Anarcho-capitalist

  2. #2
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    “Ma noi siamo talmente toccati
    da chi sta soffrendo
    ci fa orrore la fame, la guerra
    le ingiustizie del mondo.
    Com’è bello occuparsi dei dolori
    di tanta, tanta gente
    dal momento che in fondo
    non ce ne frega niente”
    G. Gaber “Il tutto è falso”

    Caro Libertarian, il ragionare per categorie e luoghi comuni è esercizio assai semplice, ma forse poco onesto intellettualmente e non proprio della cultura liberale.
    Devi sapere che fra quelli che tu chiami “sporchi propagandisti” vi è ad esempio la mia amica Chiara (23 anni), che, senza contare i suoi 6 mesi in Bosnia, ha passato il suo ultimo anno di vita in Afganistan per cercare di dare una mano alle donne di quel martoriato paese; vi è un medico (55 anni), zio di mia moglie, che ha trascorso parecchi mesi in Bosnia all’epoca della guerra a riattaccare gambe e braccia; conosco poi anche altre persone, cattoliche o di sinistra, anzi alcune proprio comuniste fino al midollo, che sono andate chi in Ruanda, chi in India, chi in altre zone incognite del mondo per cercare di dare un po’ di sollievo agli altri.
    Di tutti questi che ho elencato non uno che, a differenza di centinaia di migliaia di altri italiani (e vuoi vedere che fra questi c’è anche qualcuno che non vota per Bertinotti?), sia andato una volta a fare sesso o drogarsi a Cuba.
    E tu, nella tua sediolina, davanti al tuo computerino, con magari i popcorn da un lato e una bibita dall’altro, distribuisci la patente di buon pacifista.......
    Ti stanno davvero a cuore i Montagnard? Non perdere tempo ad usare i tuoi Montagnard per insultare i pacifisti, per prendertela con Cuba, Iran, Sudan, Zimbabwe, Pakistan (non credi che sia un esercizio un po’ troppo semplice e non particolarmente coraggioso?) ma muoviti, datti da fare, organizza manifestazioni o prendi un aereo e vai in Vietnam a fare quel che puoi: se ti dovessero servire informazioni ti consiglio di rivolgerti a qualche missionario o a qualche sporco comuista.

  3. #3
    PaleoLibertario Cattolico
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    Predefinito

    In origine postato da Lindbergh
    “Ma noi siamo talmente toccati
    da chi sta soffrendo
    ci fa orrore la fame, la guerra
    le ingiustizie del mondo.
    Com’è bello occuparsi dei dolori
    di tanta, tanta gente
    dal momento che in fondo
    non ce ne frega niente”
    G. Gaber “Il tutto è falso”

    Caro Libertarian, il ragionare per categorie e luoghi comuni è esercizio assai semplice, ma forse poco onesto intellettualmente e non proprio della cultura liberale.
    Devi sapere che fra quelli che tu chiami “sporchi propagandisti” vi è ad esempio la mia amica Chiara (23 anni), che, senza contare i suoi 6 mesi in Bosnia, ha passato il suo ultimo anno di vita in Afganistan per cercare di dare una mano alle donne di quel martoriato paese; vi è un medico (55 anni), zio di mia moglie, che ha trascorso parecchi mesi in Bosnia all’epoca della guerra a riattaccare gambe e braccia; conosco poi anche altre persone, cattoliche o di sinistra, anzi alcune proprio comuniste fino al midollo, che sono andate chi in Ruanda, chi in India, chi in altre zone incognite del mondo per cercare di dare un po’ di sollievo agli altri.
    Di tutti questi che ho elencato non uno che, a differenza di centinaia di migliaia di altri italiani (e vuoi vedere che fra questi c’è anche qualcuno che non vota per Bertinotti?), sia andato una volta a fare sesso o drogarsi a Cuba.
    E tu, nella tua sediolina, davanti al tuo computerino, con magari i popcorn da un lato e una bibita dall’altro, distribuisci la patente di buon pacifista.......
    Ti stanno davvero a cuore i Montagnard? Non perdere tempo ad usare i tuoi Montagnard per insultare i pacifisti, per prendertela con Cuba, Iran, Sudan, Zimbabwe, Pakistan (non credi che sia un esercizio un po’ troppo semplice e non particolarmente coraggioso?) ma muoviti, datti da fare, organizza manifestazioni o prendi un aereo e vai in Vietnam a fare quel che puoi: se ti dovessero servire informazioni ti consiglio di rivolgerti a qualche missionario o a qualche sporco comuista.
    Scusa ma trovo alquanto ridicolo e demagogico ciò che tu dici. Nessuno ragiona per categorie comuni, nè tantomeno metto in dubbio che ci siano persone mosse da profonda e sincera sensibilità da voler dare il proprio contributo in queste terre martoriate da guerre e povertà. Tuttavia la questione che io ho posto è di ordine politico (e per politico intendiamo dei governi che distruggono le loro popolazioni) e per quanto nobilissimo e apprezzabilissimo come gesto quello dell'aiuto che si porta personalmente a questi popoli, purtroppo la situazione non cambia e non cambierà fino a quando non ci sarà una vera svolta a livello dei governi...Io ho denunciato una situazione gravissima che sta avvenendo al Consiglio Economico e Sociale dell'Onu da parte di alcuni paesi dittatoriali e teppistici (vedi Cuba, Iran, Suda e gli altri che ho già menzionato) nei riguardi non solo della popolazione dei Montagnard, ma anche di chi la difende, il Partito Radicale Transnazionale....io trovo scandaloso e gravissimo il fatto che i "pacifisti" italiani non abbiano levato una parola, non una parola capisci, contro ciò che accaduto in questi giorni al Consiglio Economico e Sociale dell'Onu, e questo denota niente altro che faziosità, sporca faziosità e piccoli interessi di bottega. Purtroppo anche le persone che sono animate da buoni proprositi (come quelle che tu hai citato) sono inconsapevolemente strumentalizzate da un gruppo di pseudopacifisti, che in realtà ha appoggiato e continua ad appoggiare governi dittatotoriali per faziosità e anche per interessi personali, e questa è la cosa peggiore...(a parte il tuo demagogico "slancio di cuore") Io non distribuisco patenti a nessuno, ho solo l'onestà intellettuale (con la mia coscienza) di denunciare una situazione gravissima della quale anche tu inconsapevolmente sei strumento passivo...Organizzare manifestazioni, tipo quelle dei girotondini o dei pacifisti? No, grazie, io sono un uomo libero da strumentalizzazioni e condizionamenti di ogni genere, e non ho bisogno di prendere lezioni di pace da chi ha sempre predicato li terrore e da chi con la sua politica "terzomondista socialista" ha affossato ancora di più il terzo mondo.

    Saluti
    Anarcho-capitalist

  4. #4
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    In origine postato da Libertarian
    Io ho denunciato una situazione gravissima che sta avvenendo al Consiglio Economico e Sociale dell'Onu da parte di alcuni paesi dittatoriali e teppistici (vedi Cuba, Iran, Suda e gli altri che ho già menzionato) nei riguardi non solo della popolazione dei Montagnard, ma anche di chi la difende, il Partito Radicale Transnazionale....io trovo scandaloso e gravissimo il fatto che i "pacifisti" italiani non abbiano levato una parola, non una parola capisci, contro ciò che accaduto in questi giorni al Consiglio Economico e Sociale dell'Onu.
    Io non distribuisco patenti a nessuno, ho solo l'onestà intellettuale (con la mia coscienza) di denunciare una situazione gravissima della quale anche tu inconsapevolmente sei strumento passivo....
    io sono un uomo libero da strumentalizzazioni e condizionamenti di ogni genere, e non ho bisogno di prendere lezioni di pace da chi ha sempre predicato li terrore e da chi con la sua politica "terzomondista socialista" ha affossato ancora di più il terzo mondo.
    1) non mi è mai interessato quel che dicevano i pacifisti quando avevo 18 anni, figuriamoci ora che ne ho quasi il doppio;
    2) c’è una cosa però che mi interessa ancor meno di quello che dicono i pacifisti, e cioè quello che essi non dicono;
    3) viviamo (ancora) in un paese libero: ritieni che i pacifisti abbiano peccato di omissioni? Datti da fare per rimediare.
    4) non io, non Chiara siamo strumentalizzabili da nessuno.
    5) chi sarebbero quelli che hanno praticato il terrore e affossato il terzo mondo con “la politica terzomondista”? I nostri pacifisti? Ma fammi il piacere........ la loro maggioranza non sa fare altro che scandire slogan, attività che io trovo decisamente stupida ma incotestabilmente innocua.

  5. #5
    PaleoLibertario Cattolico
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    Predefinito

    In origine postato da Lindbergh
    1) non mi è mai interessato quel che dicevano i pacifisti quando avevo 18 anni, figuriamoci ora che ne ho quasi il doppio;
    2) c’è una cosa però che mi interessa ancor meno di quello che dicono i pacifisti, e cioè quello che essi non dicono;
    3) viviamo (ancora) in un paese libero: ritieni che i pacifisti abbiano peccato di omissioni? Datti da fare per rimediare.
    4) non io, non Chiara siamo strumentalizzabili da nessuno.
    5) chi sarebbero quelli che hanno praticato il terrore e affossato il terzo mondo con “la politica terzomondista”? I nostri pacifisti? Ma fammi il piacere........ la loro maggioranza non sa fare altro che scandire slogan, attività che io trovo decisamente stupida ma incotestabilmente innocua.
    1) doveva interessarti per capire che razza di gente sono questi falsi palcifisti italiani
    2) i pacifisti non dicono quello che non è comodo per loro dire, molto spesso la verità.
    3) viviamo in un paese libero, perciò ho fatto la mia denuncia contro il falso pacifismo e le sue strumentalizzazioni
    4) me l'auguro per voi
    5) Buona parte dei pacifisti sono coloro che predicano contro le multinazionali (le uniche a portare un pò di sviluppo nei paesi del terzo mondo), coloro che sfasciano le vetrine di negozi e uffici, coloro che fanno i girotondi. Sono d'accordo con te sul fatto che scandiscono slogan inopportuni anche (e dietro questi slogan molte persone in buona fede sono strumentalizzate!!!) Tuttavia praticare il terrore non è solo commettere atti di violenza (che pure ci sono) ma parliamo anche del clima culturale che creano (senza dimenticarci che molti di loro sono amici, o lo sono stati, dei terroristi islamici, come di altre forme di terrorismo): il clima culturale che loro alimentano è fatto di terrore, e in tutto ciò danno una mano a far tornare indietro i paesi sviluppati occidentali, ma ancor di più quelli sottosviluppati vittime di guerre e fame. (vedi le loro aberranti e retoriche campagne contro le multinazionali, o anche la difesa ad oltranza dell'Onu che a mio avviso è da riformare interamente perchè ha per dirne una la Cina, uno stato autoritario, tra i membri permanenti del consiglio di sicurezza con potere di veto!!) Questo è un'aspetto della faccenda che conta, e non poco.

    Saluti
    Anarcho-capitalist

  6. #6
    PaleoLibertario Cattolico
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    In origine postato da multietnico
    un liberale guerrafondaio.
    una contraddizione in termini.
    con buona pace di croce e pannunzio
    Ma hai letto bene questo forum e gli altri dove pure ho scritto in materia di guerra? No, allora, per cortesia non parlare. Se avessi letto gli altri miei interventi ti saresto resi conto che sono un isolazionista convinto,e, ripeto, ho postato l'articolo iniziale di questo thread per denunciare una situazione di una gravità immensa che sta accadendo in queste ore al Consiglio Economico e Sociale dell'Onu, ma evidentemente nemmeno questo hai letto...con buona pace dell'Einaudiano "conoscere per deliberare" e del buon senso generale.

    Saluti
    Anarcho-capitalist

  7. #7
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    Prima la libertà, poi la pace

    La marcia da Perugia ad Assisi, detta “della pace”, non ha, da anni, più alcun legame con l’originaria iniziativa di Aldo Capitini. Quest’anno si segnala anche l’assenza di logica, lo smarrimento della ragionevolezza. Alla marcia erano presenti anche dei monaci buddisti e gli organizzatori, giustamente, hanno manifestato la loro solidarietà al popolo birmano. Solo che in Birmania, rinominata Myanmar, è al governo una dittatura militare che spara sulla folla. La speranza è che quella dittatura possa cadere a causa delle pressioni e delle sanzioni internazionali, che sono una forma di guerra senza ricorso alle armi, ma se così non fosse l’alternativa sarebbe fra l’accettazione della repressione e l’uso della forza. Che è il contrario della pace.
    Se antepongo i principi di libertà, di giustizia, di rispetto della persona, non posso poi sostenere che la pace è un bene sempre è comunque, perché c’è pace anche nei cimiteri, pur mancando tutte le altre condizioni. I pacifisti multicolori e multiconfusi non s’accorgono d’essere figli legittimi della guerra fredda, talché poteva chiamarsi “imperialismo” la guerra condotta dalle democrazie occidentali ed “aiuto fraterno” quella scatenata dai regimi comunisti. Allora l’Unione Sovietica spese molti soldi, all’estero, per finanziare i movimenti pacifisti, nel mentre faceva la guerra, e in quello stesso tratto di strada ci fu chi (l’attuale ministro degli esteri) sfilò invocando la pace e manifestando l’opposizione allo schieramento degli euromissili, ricevendo in dono un prezioso telegramma solidale di Leonid Breznev, ovvero di chi aveva schierato i missili SS20 contro le capitali europee, contro di noi.
    La pace è un gran bene, ma non un bene assoluto. Ed a chi voglia dilettarsi in statistica storica, è bene ricordare che sono le dittature a produrre le guerre, non le democrazie, a dimostrazione che dove c’è libertà c’è più pace. Ma quando il conflitto è fra libertà e pace, è giusto ed è bene che sia la prima a prevalere.

    Davide Giacalone
    www.davidegiacalone.it

    tratto da http://it.groups.yahoo.com/group/Rep.../message/13709

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da nuvolarossa Visualizza Messaggio
    Prima la libertà, poi la pace

    La marcia da Perugia ad Assisi, detta “della pace”, non ha, da anni, più alcun legame con l’originaria iniziativa di Aldo Capitini. Quest’anno si segnala anche l’assenza di logica, lo smarrimento della ragionevolezza. Alla marcia erano presenti anche dei monaci buddisti e gli organizzatori, giustamente, hanno manifestato la loro solidarietà al popolo birmano. Solo che in Birmania, rinominata Myanmar, è al governo una dittatura militare che spara sulla folla. La speranza è che quella dittatura possa cadere a causa delle pressioni e delle sanzioni internazionali, che sono una forma di guerra senza ricorso alle armi, ma se così non fosse l’alternativa sarebbe fra l’accettazione della repressione e l’uso della forza. Che è il contrario della pace.
    Se antepongo i principi di libertà, di giustizia, di rispetto della persona, non posso poi sostenere che la pace è un bene sempre è comunque, perché c’è pace anche nei cimiteri, pur mancando tutte le altre condizioni. I pacifisti multicolori e multiconfusi non s’accorgono d’essere figli legittimi della guerra fredda, talché poteva chiamarsi “imperialismo” la guerra condotta dalle democrazie occidentali ed “aiuto fraterno” quella scatenata dai regimi comunisti. Allora l’Unione Sovietica spese molti soldi, all’estero, per finanziare i movimenti pacifisti, nel mentre faceva la guerra, e in quello stesso tratto di strada ci fu chi (l’attuale ministro degli esteri) sfilò invocando la pace e manifestando l’opposizione allo schieramento degli euromissili, ricevendo in dono un prezioso telegramma solidale di Leonid Breznev, ovvero di chi aveva schierato i missili SS20 contro le capitali europee, contro di noi.
    La pace è un gran bene, ma non un bene assoluto. Ed a chi voglia dilettarsi in statistica storica, è bene ricordare che sono le dittature a produrre le guerre, non le democrazie, a dimostrazione che dove c’è libertà c’è più pace. Ma quando il conflitto è fra libertà e pace, è giusto ed è bene che sia la prima a prevalere.

    Davide Giacalone
    www.davidegiacalone.it

    tratto da http://it.groups.yahoo.com/group/Rep.../message/13709
    Condivido che in certe situazioni la guerra è necessaria al ripristino della pace, cioè della situazione di libertà..

    Ma dire che la libertà viene prima della pace mi pare una forzatura logica.. Si può essere liberi ma non in pace? Non credo..

    Si può forse provare a dire che la pace è libertà e la libertà è pace, bilanciando forse meglio il ragionamento, evitando paradossi..

  9. #9
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    Non si può abbandonare la Birmania nell'abisso

    di Giulio Tartaglia

    La politica internazionale si è incagliata, grazie alla rivolta dei monaci buddisti, sul problema birmano, sorto nel 1988 quando lo SLORC (State Law and Order Restoration Council), cioè i militari, con un colpo di stato, in seguito ad una rivolta studentesca, prese il potere instaurando una dittatura comunista, ancora più repressiva di quella precedente. Il cambio di nome da Birmania a Myanmar è stato un tentativo di pacificazione delle tensioni sociali ed etniche interne. Ma nell’ultimo ventennio la situazione non ha fatto che peggiorare. La Lega Nazionale per la Democrazia, guidata da Aung San Suu Kyi, è stata messa a tacere con l’arresto del premio nobel e la forte repressione delle libertà umane e sociali minime.
    In tutti questi anni, gli Stati Uniti hanno ridotto i rapporti diplomatici e aumentato le restrizioni commerciali. In concordia con associazioni internazionali per la difesa dei diritti umani, anche le nazioni europee si sono fatte sostenitrici di una riforma politica necessaria per la piccola nazione del Sud-Est Asiatico.

    D’altro canto, i paesi territorialmente vicini, tra questi in particolare India, Cina e Tailandia, hanno sviluppato una politica di cooperazione commerciale con la Birmania, che dal 1997 è anche entrata nell’ASEAN, una lega di nazioni del sud est asiatico con finalità economiche. Con la fine della guerra fredda, il crollo del comunismo ha semplicemente spinto lo SLORC, ribattezzato in SPDC (State Peace and Development Council), ad annullare i risultati elettorali del 1990 che davano stravincente la Lega Nazionale per la Democrazia.

    Dopo tanti anni, però, il dramma politico e sociale del Myanmar dei militari rimane ancora irrisolto.

    Il segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, ha inviato un suo diplomatico, Ibrahim Gambaari, nel tentativo di risolvere la situazione. Un’iniziativa che fino ad oggi non ha ancora dato frutti. Allo stesso tempo, il consiglio di sicurezza ONU parla apertamente della minaccia internazionale rappresentata dalla Birmania, ma il veto di Cina e Russia bloccano qualsiasi sanzione imponibile a livello globale. E mentre la comunità internazionale si divide, la giunta marxista continua a tenersi saldamente al potere con mezzi sempre più brutali e repressivi. Tutti gli attori di questa crisi dovrebbero capire che il problema può essere affrontato soltanto con una posizione unitaria.

    Le nazioni del sud-est asiatico devono imparare che la cooperazione commerciale sono la strada per portare la democrazia in Birmania. E gli Stati Uniti devono capire che l’isolamento diplomatico e le restrizioni commerciali imposte unilateralmente non portano a nulla. Una collaborazione internazionale dovrebbe essere capace di promuovere l’introduzione di elementi di democrazia, minacciando i militari nel caso che non rispettino le imposizioni internazionali.

    A questo scopo l’ASEAN potrebbe rivelarsi il canale operativo più importante. Questa organizzazione ha associato il Myanmar nel 1997 teorizzando che l’integrazione avrebbe accresciuto l’influenza della lega sul governo di Naypidaw, anche in seguito al preoccupante peso della Cina negli affari interni birmani. Più recentemente l’ASEAN, composta da dieci paesi, ha riconosciuto che la Birmania non solo è una macchia per la reputazione internazionale dell’organizzazione, ma anche un drenaggio di risorse e una minaccia per la stabilità della pace nel sud est asiatico.

    Anche il Giappone, però, potrebbe intervenire esercitando la sua pressione. Tokyo e Washington non hanno mai concordato sulle politiche da perseguire nei confronti della Birmania; ma anche questa divergenza si sta appianando. Adesso che Tokyo sta affrontando i problemi di un’economia interna in brusca frenata, e di una Cina in esplosiva espansione, la necessità di riordinare le proprie politiche e i propri obiettivi diplomatici internazionali diventa sempre più pressante.

    Ma mentre l’ASEAN e il Giappone possono essere elementi positivi estremamente importanti, Cina e India potrebbero di contro essere degli ostacoli tra i più difficili da scavalcare. La Cina coltiva importanti interessi in Birmania. Negli ultimi quindici anni ha sviluppato notevoli traffici per miliardi di dollari in commercio e investimenti, dando particolare rilievo all’esportazione di armi; gode di favori militari strategici, come l’accesso ai porti e alle torrette d’osservazione, che consentono a Pechino di estendere il proprio monitoraggio su tutta l’area dall’Oceano Indiano al Mar delle Andamane. Inoltre, per poter soddisfare la propria insaziabile richiesta di energia, la Cina si muove per guadagnare la pole position nelle trattative per le riserve di gas e petrolio che la Birmania possiede in quantità. L’apporto di Pechino è stato fondamentale per la sopravvivenza del regime di Naypidaw. La Cina è stato il maggior sostenitore morale e finanziario dei militari birmani, contribuendo con fondi e materiali. Ma la posizione cinese potrebbe cambiare in considerazione dei progetti nel lungo termine. La Cina, come tutti i paesi confinanti la Birmania, deve necessariamente preoccuparsi degli effetti causati in patria da un’eclatante e crudele violazione dei diritti umani.

    Anche l’India può essere un ostacolo a qualsiasi intesa internazionale. Nonostante le esternazioni in difesa dei diritti umani proclamate dal primo ministro indiano, Manmohan Singh, la diplomazia di Nuova Delhi si è dimostrata sfuggevole alle trattative sulla questione birmana. L’India si è spinta all’interno del Myanmar con crescente affanno, da che l’occidente ha adottato politiche di isolamento e la Cina si è intromessa nel palazzo di Naypidaw. Come Pechino, anche Nuova Delhi è affamata di gas e altre risorse naturali, e sarebbe fortemente propensa a costruire in Birmania una rete di trasporti che faciliterebbe il commercio tra India e ASEAN. Di contro, Nuova Delhi ha tentato di raggiungere lo status favorevole di cui gode il governo di Pechino fornendo al regime militare birmano carri armati, artiglieria leggera, aerei e armi di piccolo taglio, diventando così il quarto partner commerciale di Naypidaw.

    In questo quadro così complesso non è facile trovare un’intesa internazionale che regga, capace di affrontare e risolvere il problema birmano. Per avere successo, gli attori principali della scena del sud est asiatico devono agire insieme con l’Unione Europea e gli Stati Uniti, ben sapendo che la politica delle sanzioni è un’arma a doppio taglio. La storia ci insegna che tutti gli esperimenti di sanzioni economiche come arma pacifica di pressione sono sempre falliti e, sul piano di una facile propaganda, hanno sempre finito per rafforzare i regimi autoritari che volevano indebolire. Se le sanzioni non dovessero funzionare sarà possibile pensare ad altre vie per esportare la democrazia?

    Giulio Tartaglia - F.G.R.-ROMA

    tratto dal sito della Federazione Giovanile Repubblicana
    http://www.fgr-italia.it/index.php?o...d=218&Itemid=1

  10. #10
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    è vero non si può abbandonare la Birmania,ma vedete bene che con le dittature la diplomazia non porta risultati....

 

 

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