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Discussione: Il Triciclo Deraglia

  1. #1
    VIENI AVANTI FASSINO!
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    WASHINGTON DC/WHITE HOUSE-ANCHE VOI AVETE DEI NERI? (AL PRESIDENTE BRASILIANO FERNANDO CARDOSO, “ESTADO DE SAO PAULO”, 28.4.02)
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    Predefinito Il Triciclo Deraglia



    Pagina 153
    P 153 153 TELEVIDEO Gi 03 Giu 1388
    Rai
    BUSH,PRODI: EUROPA
    ,, Televideo SEMPRE LEGATA A USA


    "L'Europa è legata per sempre all'Ame-
    rica".


    Lo ha detto il presidente della Commis-
    sione Ue Prodi, in un messaggio inviato
    al presidente americano Bush, in occa-
    sione della sua visita in Italia.

    In Europa "Lei commemorerà insieme a
    tutti noi la battaglia per la libera-
    zione del nostro continente. Celebrerà
    il contributo decisivo portato dal po-
    polo americano a questa battaglia.(...)
    La nostra gratitudine nei confronti
    dell'America resta altrettanto forte e
    perdurante", si legge nella lettera.






  2. #2
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    UNITI NELL'ULIVO

  3. #3
    brescianofobo
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  4. #4
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    In Origine Postato da brunik
    Argh! Ma è bruttissimo!

  5. #5
    brescianofobo
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    Il Riformista 3.4.04

    EUROPEE 1. IL SORPASSO SU BERLUSCONI SAREBBE 32 A 22

    Se scampa al 4 di giugno il listone vince di dieci punti

    il centrosinistra è convinto che i no global sono l`ultimo ostacolo

    Spiega un dirigente del listone: «II 4 giugno è rimasto l`ultimo ostacolo sulla strada del nostro successo alle europee. Se lo passiamo indenni, è fatta». Il ragionamento dei vertici della lista Prodi (non a caso ieri il leader ha inviato un caldo indirizzo di saluto a Bush), è il seguente: «Sondaggi alla mano, Berlusconi ha visto fallire una dopo l`altra tutte le mosse studiate per risollevare le sorti elettorali di Forza Italia e della sua coalizione: il rilancio sull`Iraq si è sgonfiato in un giorno, all`abbassamento delle tasse non crede nessuno, il congresso di Assago si è rivelato persino controproducente, perché non solo non ha portato un solo voto in più al partito ma ha restituito l`idea di un leader e di una forza scollegati dal paese reale. A questo punto, l`unico evento mediatico che può ridare smalto a Berlusconi, magari convincendo un po` di indecisi ad andare alle ume, è l` ordine pubblico. E` chiaro che se la visita di Bush si svolge in un clima di guerriglia urbana alla fine ne pagheremo le conseguenze anche noi».

    Secondo l`ultima rilevazione in mano al Botteghino, il distacco tra la lista Prodi e Forza Italia è di dieci punti (32 a 22) e tende al rialzo. Per i leader del listone tenere integro questo gap è la condizione necessaria e sufficiente per poter rivendicare un successo elettorale che abbia anche una valenza politica interna. La tendenza è definita, spiegano a via Nazionale citando i sondaggisti, e a questo punto solo il caos di piazza può invertirla. Ma il timore che quest`inversione possa verificarsi è senz`altro aumentato dopo le prove generali di contestazione di ieri. A Roma i festeggiamenti per la festa del 2 giugno sono trascorsi senza gravi incidenti (quindici ragazzine vicine ai Disobbedienti sono state fermate per aver tentato di sconfinare con bandiere arcobaleno nell`area della parata militare), ma la fermezza con cui la polizia ha reagito anche ai più blandi tentativi di interferire con il programma ufficiale di celebrazione (col lancio di palloncini, per esempio) ha dato a intendere quali sono le regole d`ingaggio per le manifestazioni anti-Bush di domani: tolleranza per la contestazione in sé, tolleranza zero per il minimo "sconfinamento". Il messaggio è arrivato forte e chiaro alle orecchie di una parte del movimento no war che si è riunito ieri sera mettendo all`ordine del giorno il ridimensionamento delle previste azioni di «insubordinazione creativa», per evitare che le tante iniziative di protesta previste in mattinata in vari punti della città si trasformino in altrettanti focolai di scontri Quanto al corteo del pomeriggio, le ultime ore sono caratterizzate da un ricoinvolgimento di Cgil e Fiom, «per responsabilizzare tutti - spiega una fonte del comitato Fermiamo la guerra - e smorzare la tensione che circonda l`evento e rischia di tenere a casa molti potenziali manifestanti». L` obiettivo della gran parte del movimento è replicare Firenze, non Genova. Ma le intenzioni dei "duri" di confermare in toto il programma di contestazioni lascia pensare che difficilmente la giornata filerà via senza incidenti. L`auspicio della sinistra che in piazza non scende è che gli incidenti siano perlomeno contenuti. I leader riformisti continuano a rilasciare dichiarazioni in cui prendono le distanze sia da Bush che dai manifestanti anti-Usa. E stamattina Piero Fassino, Arturo Parisi, Enrico Boselli e Luciana Sbarbati, accompagnati dall`ambasciatore Mel Sembler, saranno al sacrario di Nettuno per deporre una corona in ricordo dei caduti americani. Dopodiché per il listone cominceranno le ventiquattro ore più lunghe di questa lunghissima campagna elettorale.


  6. #6
    brescianofobo
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    In Origine Postato da UgoDePayens
    Argh! Ma è bruttissimo!

  7. #7
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    che alle europee vinca la sinistra non c'e dubbio
    ma non vedo cosa ci sia di cosi esaltante visto che sono elezioni di meta mandato e si sa come vanno e soprattutto che prodi si allea con bertinotti cosa che non potra fare alle politiche altrimenti il governo ridurerebbe 3 gg

  8. #8
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    Era ancora in "costruzione"....


  9. #9
    brescianofobo
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    In Origine Postato da S.P.Q.R.
    che alle europee vinca la sinistra non c'e dubbio
    ma non vedo cosa ci sia di cosi esaltante visto che sono elezioni di meta mandato e si sa come vanno e soprattutto che prodi si allea con bertinotti cosa che non potra fare alle politiche altrimenti il governo ridurerebbe 3 gg
    Ti faccio rispondere da Fini.

    Per quanto riguarda Bertinotti, sta tranquillo: la prossima volta Prodi sarà il leader del più grande partito d'Italia, un partito delle dimensioni della DC ai tempi d'oro, i tempi sono cambiati rispetto al 98.

    Pensa che Bossi, che aveva buttato giù Berlusconi dopo 7 mesi nel '94, e che fino ad un anno prima delle politiche chiamava amichevolmente Berlusconi "Il mafioso", ora è diventato il più fedele alleato.

    Le cose cambiano, vecchio mio.

    Il Polo e quota 45 per cento «Se non c’è, tutto è perduto»

    Fini: solo così possiamo pensare di recuperare il divario sull’Ulivo I timori di Formigoni: i problemi nella coalizione sarebbero enormi



    Corriere della Sera, 28.5.2004


    ASSAGO - Sarà pure «allergico alle parole e ai balletti della vecchia politica», e non c’è dubbio che intenda rimanere a Palazzo Chigi fino al termine della legislatura. Ma Berlusconi è conscio che le Europee rappresentano un tornante decisivo per la coalizione e il governo. Il punto non è se dopo il voto accederà alle richieste di rimpasto, se saprà imporre agli alleati quella riforma delle tasse che «s’ha da fare» come dice lui, se riuscirà a ricostruire rapporti di fiducia con quanti, a partire dai nuovi vertici di Confindustria, la fiducia sembrano avergliela tolta. E’ inutile oggi ipotecare il futuro: tutto dipenderà dal risultato del 13 giugno. E nella Cdl è stata fissata una sorta di dead line, una soglia psicologica e numerica sotto la quale non si può scendere. Perché tutti mettono nel conto una sconfitta. L’imperativo semmai è limitare il distacco dall’opposizione. «Quota 45» è una parola d’ordine che accomuna i maggiorenti dell’alleanza, è la linea del Piave del centrodestra. Dietro l’ottimismo di facciata, al cospetto di sondaggi che mettono in risalto come un’ampia fascia di elettori non ha ancora deciso se andare alle urne, l’unica cosa certa è che il Polo punta a ottenere almeno il 45% dei consensi. Così da tenersi a una distanza di 3 punti dal centrosinistra, Prc compreso. I leader della maggioranza ne discutono da settimane: «Se ottenessimo quel risultato come coalizione - argomentava Fini con i dirigenti di An -, allora potremmo puntare negli ultimi due anni di legislatura a recuperare il divario. Rilanciando l’azione del governo, avremmo ottime probabilità di riuscirci. Se scendessimo sotto quella soglia, le cose si farebbero maledettamente complicate». Il vicepremier non mette in discussione la leadership di Berlusconi, «non esistono alternative». Ma se la Cdl fallisse l’obiettivo, lo scenario muterebbe. Perché, come spiegava l’azzurro Formigoni in un colloquio riservato, «si aprirebbero enormi problemi nella coalizione». Specie qualora un pessimo risultato del Polo si unisse a «un magro bottino di Forza Italia». Nemmeno al governatore della Lombardia sfugge che, con Berlusconi capolista in tutte le circoscrizioni, un tonfo elettorale equivarrebbe a un segno di sfiducia nei riguardi del Cavaliere. Formigoni, oltre l’obiettivo minimo del centrodestra, fissa anche quello di Forza Italia: 22%. E non è un caso se nella Cdl si segue con attenzione l’andamento del maggiore alleato: «Molto dipenderà dal grado di tenuta di Forza Italia». Molto, ma non tutto. Perché nell’analisi svolta durante una riunione dell’Udc Follini ha sottolineato come «sotto quella soglia entrerebbero in fibrillazione i gruppi dirigenti di tutti i partiti». Il rischio di un rompete le righe, che dalla periferia arrivasse con un effetto domino nel Palazzo, sarebbe devastante. In più l’opposizione potrebbe mettere in atto quella «strategia di delegittimazione» che il centrista Saverio Romano teorizza da tempo in Transatlantico: «Già ora ci attaccano nelle Camere e nelle piazze, nonostante i cento parlamentari di maggioranza. Se alle Europee dovessimo perdere malamente, ci aspetterebbero fuori da Montecitorio per dirci che siamo delegittimati a governare». In verità, il deputato siciliano arriva persino a ipotizzare in quello scenario un «esecutivo istituzionale». «E con quali voti otterrebbe la fiducia?», domanda ironico il ministro leghista Maroni: «Perché noi e Forza Italia non lo voteremmo mai».
    A dissipare i soliti sospetti ha provveduto nelle settimane scorse il presidente della Camera. Durante un colloquio con un notabile azzurro, Casini ha evidenziato quanto sia «importante il risultato della coalizione». Lui, che si era speso per la lista unica del Polo, aveva messo nel conto il conflitto tra alleati, e aveva intuito il pericolo di cannibalizzazione da parte di Forza Italia, memore di come la Dc, quando aveva necessità di fare il pieno di voti, puntava ad attingere consensi dai partiti vicini. Insomma, nella Cdl l’obiettivo di raggiungere «quota 45» al momento sembra prevalere sul «regolamento di conti», che gli uomini del Cavaliere mettono in preventivo appena le urne saranno chiuse. I presupposti ci sono: Fini contro Tremonti e l’Udc contro la Lega. Roba da fuochi d’artificio.
    Ma le strategie dei singoli partiti dovrebbero cambiare se cedesse la linea del Piave. Maroni pensa che non accadrà, che «il momento peggiore è ormai alle spalle»: «Fu all’inizio dell’anno. Berlusconi era indeciso se candidarsi o meno. Le pressioni erano forti ed era sul punto di cedere. Nella Lega pensammo fosse vicina la crisi. Poi c’è stato il rilancio». E ora il centrodestra marcia diviso verso la meta comune. Tutti consci di non poter fallire, perché, come sussurrava il forzista Romani nelle scorse settimane, «un distacco di cinque, sei punti dal centrosinistra non lo recupereremmo mai. Per questo va modificata la legge elettorale». E non a caso Berlusconi ha inserito il tema fra le prossime priorità. «Ma per fare una nuova legge - aggiungeva il coordinatore azzurro della Lombardia - bisognerà rassicurare gli alleati e garantire la stabilità della coalizione».
    Traduzione: servirà un nuovo governo.


    Francesco Verderami

  10. #10
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    Predefinito UN PROGRAMMA CHIARO CON UNA COLLOCAZIONE PRECISA PER UNA COALIZIONE GRANITICA

    nè con il Ppe,né con il Pse, né con i liberaldemocratici

    Pagina 125
    P 125 125 TELEVIDEO Lu 07 Giu 16:199
    Rai
    PRODIANI NEL PPE?
    ,, Televideo E' POLEMICA

    I prodiani con noi e saremo alleati del
    Ppe. L'intervista di Waltson, capogrup-
    po dei liberaldemocratici a Strasburgo,
    al 'Corsera', fa scoppiare la polemica
    anche se poi precisa di ritenere impro-
    babile una intesa con l'attuale Ppe.

    Il prodiano Parisi subito smentisce. L'
    ipotesi di un qualsiasi tipo di allean-
    ze con il Ppe "è priva di ogni senso e
    fondamento", dice il presidente federa-
    le della Margherita. Castagnetti (Mar-
    gherita) sostiene: nè con il Ppe,né con
    il Pse, né con i liberaldemocratici.
    Pasqualina Napoletano (Ds) prima si di-
    ce "incredula" per l'intervista e poi
    apprezza la smentita di Parisi sul no
    alle alleanze con il Ppe.



    SCUSI PRODI,DOVE VI COLLOCHERETE NEL PARLAMENTO EUROPEO?

 

 
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