Wir rufen Deine Wölfe di Friedrich Hielscher (1979)
Chiamiamo i tuoi lupi
e chiamiamo la tua lancia
li chiamiamo tutti e dodici
dal cielo, qui, a noi.
Soprattutto chiamiamo te.
Ora inizia la Caccia selvaggia
ora lascia il corno risuonare,
non un lamento per la morte.
Il nemico è caduto
prima del sorgere del giorno
La preda non ha nome
il nemico non ha volto
il cadavere non ha seme
giusto è il tribunale
il raccolto è fatto
il fieno ogni giorno venduto
i corvi ora chiedono
la porzione che gli è dovuta
La Caccia è iniziata:
ora, Signore, la tua salute ci sostiene.
Traduzione Harm Wulf
Wir rufen Deine Wölfe
und rufen Deinen Speer,
wir rufen alle Zwölfe
vom Himmel zu uns her.
Wir rufen Dich vor Allen.
Nun kommt die wilde Jagd,
nun laßt das Horn erschallen,
um keinen Toten klagt.
Der Feind ist schon verfallen,
eh daß der Morgen tagt.
Das Wild hat keinen Namen,
der Feind hat kein Gesicht,
das Aas hat keinen Samen,
gerecht ist das Gericht.
Die Ernte ist vergangen,
die Spreu ist täglich feil,
die Raben jetzt verlangen
ihr angemessnes Teil,
die Jagd hat angefangen:
nun hält uns, Herr, Dein Heil.
AAVV “Wir rufen Deine Wölfe”, 2004, 2 LP 24 € - CD 13 € – Steinklang records – Aorta
LP da ordinare presso www.steinklang-records.at
CD da ordinare all’indirizzo aorta@aon.at
Aorta c/o Petak, Potfach 778, A – 1011 Wien – Austria
http://www.geocities.com/ahnstern/woelfe.htm
Gruppi partecipanti al CD: Mitwölfe/Participants: Allerseelen (Österreich), Belborn (Deutschland), Blood Axis (USA), Cawatana (Ungarn), Circe (Katalonien), Der Arbeiter (Chile), Der Feuerkreiner (Italien http://www.derfeuerkreiner.it), Erdgeist (Finnland), Graumahd (Österreich), Lady Morphia (England), O Paradis (Katalonien), Riharc Smiles (Österreich), Sangre Cavallum (Portugal), Shining Vril (Australien), Sturmpercht (Österreich), Turbund Sturmwerk (Deutschland), Werkraum (Deutschland).
Questa compilazione, ideata e prodotta da Gerhard alias Allerseelen, e stampata in occasione del Solstizio d’Inverno, è un vero e proprio tributo a Friedrich Hielscher, controverso ed eclettico personaggio del secolo scorso, divenuto celebre soprattutto per la sua attività di poeta e filosofo, ma anche per un passato di soldato dei Freikorps durante la I Guerra Mondiale, militante nazional-rivoluzionario, capo di un movimento religioso panteistico ed eremita nella Foresta Nera. L’album esce in due tirature limitate, in formato digipack CD e doppio LP; in particolare quest’ultima versione è destinata a divenire un oggetto di culto per i collezionisti, poiché è stata pubblicata in 600 copie e confezionata in una lussuosa scatola di legno, a cui si aggiungono un minimale ma curato inserto 30x30 e un brano extra ad opera di Shining Vril, valido progetto australiano di dark-ritual. Tutti i diciassette gruppi che partecipano a questo tributo hanno composto i propri brani attorno al testo di “Michelsgebet” o “Wir rufen deine Woelfe”, poesia scritta da Friedrich Hielscher nel 1979. La qualità delle composizioni è veramente elevata, e non poteva essere altrimenti vista la presenza di alcuni tra i migliori gruppi della cosiddetta “scena di ferro”. Su tutti spiccano, ovviamente, Blood Axis e Allerseelen: i primi con un pezzo folk molto tradizionale con evidenti richiami alla musica irlandese, i secondi con un brano nel loro classico stile che fonde ritmi beat ed elettro-dance con loop e samples dalle tinte apocalittico-rituali. Ottimi anche i tedeschi Belborn che riportano alla mente il neo-folk dei Sol Invictus dei tempi andati, grazie ad una splendida canzone strutturata attorno al contrasto tra voce femminile e cantato maschile e ad un onirico tappeto acustico. Anche gli altri gruppi di punta presenti nella compilazione non tradiscono le aspettative ed in particolare gli inglesi Lady Morchia, con il loro gothic rock jazzato, e i tedeschi Turmbund Sturmwerk, ormai sempre più orientati verso sonorità harh ed industriali. Tra i nomi meno noti spiccano alcuni progetti molto interessanti e validi: i cileni Der Arbaiter, che ricordano i Death in June meno folk e più sperimentali, i tedeschi Werkraum, che propongono uno stile a metà tra Blood Axis e Allerseelen e gli austriaci Riharc Smiles, che si cimentano in una ballata dalle forti tinte medievali. Un plauso va fatto agli italiani Der Feuerkreineur, gruppo relativamente recente, che è riuscito in breve tempo a divenire una delle migliori realtà nostrane della scena sperimentale: il loro pezzo è sicuramente l’episodio più duro e violento di tutto l’album, grazie ad un concentrato di sonorità aggressive, martellanti ed estreme che, nonostante possano sembrare fuori contesto in una raccolta principalmente neo-folk, sono una delle migliori cose ascoltate in questo lavoro. Da un punto di vista strettamente musicale, “Wir rufen Deine Wölfe”, merita l’acquisto ad occhi chiusi, essendo una delle migliori compilazioni uscite in quest’ambito. Da Orion n. 235 aprile 2004 orionseb@libero.it
Sia la vita che l’opera di Friedrich Hielscher (31 Maggio 1902 - 6 Marzo 1990) è poliedrica. Hielscher fu un soldato dei Freikorps, membro fedele delle Burschenschaft (le associazioni studentesche che praticavano il duello, la Mensur vedi alle radici del pensiero völkisch: il “Turnvater” Friedrich Jahn http://www.noreporter.org/colored.asp ), laureato in legge, scrittore nazional-rivoluzionario e capo di un circolo neopagano panteista, prigioniero della Gestapo, poeta, eremita nella Foresta Nera. Fu personalmente in contatto con Oswald Spengler e la sorella di Friedrich Nietzsche, Elisabeth e la cerchia delle sue amicizie includeva lo scrittore Ernst Jünger, il primo presidente tedesco Theodor Heuss, e lo studioso di religioni e filosofo ebreo Martin Buber. Oggi egli può essere considerato una delle figure chiave di una “Germania segreta”. Fu la fede che guidò Hielscher attraverso le stazioni della sua vita avventurosa: una fede che superava il Cristianesimo e – nella tradizione dell’eretico medievale Johannes Scotus Eriugena, del massimo poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe e, non ultimo dello stesso Friedrich Nietzsche – proveniva dalla fonte originaria del pensiero occidentale. In questa prospettiva il “solo vero Dio” e gli Dei della vecchia Europa non si escludevano reciprocamente. La poesia di Hielscher “Wir rufen Deine Wölfe”, scritta nel 1979 nel Rimprechtshof, la sua fattoria ed eremo nella Foresta Nera, è un espressione di questa fede e testimonia la sua certezza di un ritorno degli Dei. In senso spirituale, questa consapevolezza lega Friedrich Hielscher a pochi altri come Ernst Jünger, suo fratello Friedrich Georg Jünger, ma anche, andando indietro nel tempo al grande poeta tedesco Friedrich Hölderlin.
Sul secondo numero della rivista Tyr sono presenti due interessanti articoli di approfondimento:
Peter Bahn “The Friedrich Hielscher Legend” e un intervista a Gerhard degli Allerseelen
Tyr c/o Ultra, Post Office Box 11736, Atlanta, GA 30335 USA E-mail: elecampane@bellsouth.net
“Der Blick auf die Vergangenheit lehrt uns die Notwendigkeit, der Blick in die Zukunft lehrt uns die Freiheit. Die Vergangenheit zeigt, was vorgegeben, die Zukunft, was uns aufgegeben ist. Die Zeit ist weder unser Herr, noch unser Feind oder Freund, sondern die Zeit sind wir selbst als die Wandelnden und sich Verwandelnden. “
Friedrich Hielscher, Fünfzig Jahre unter Deutschen, Hamburg 1954, S. 475