Newsweek 12 ottobre 2003, pag. 32
Il premier aveva detto: «Prima di me nel mondo, l’Italia contava zero». Adesso? Sentite: «Berlusconi se ne va in giro con una flotta di jet personali, insulta i tedeschi, riscrive le leggi per suo beneficio personale, è accusato di corruzione e falso in bilancio».
Financial Times, 28 novembre 2003, pag. 14
«Ultime notizie su Berlusconi presidente d’Europa. È in programma un summit Europa-Canada. È l’ultimo saluto al Primo ministro canadese che si ritira dalla politica. Ma Berlusconi scopre di avere un altro impegno, qualcosa di mai accaduto in diplomazia. Gli esperti di Strasburgo non sanno se ridere o piangere».
John Hooper, The Guardian, 5 dicembre 2003
«Ai tempi in cui la Spagna era governata dal generale Franco la satira si poteva vedere in certi palcoscenici di Barcellona e Madrid. Alla Television Española non doveva trapelare la minima critica. L’Italia ha raggiunto questo livello».
Thomas Fuller, International Herald Tribune, 15 dicembre 2003
«Le negoziazioni sulla Costituzione Europea, finite così male, non sono neppure cominciate.
Berlusconi ha detto di se stesso: “Sono stato un trionfo”. Chi lo ha visto al lavoro ha notato che si è comportato sempre in modo bizzarro distribuendo a tutti terribili barzellette».
George Parker, Financial Times, 15 dicembre 2003
Cronache della presidenza italiana: «Silvio Berlusconi si guarda intorno, e propone “ragazzi, parliamo di donne”. Racconta la barzelletta dell’elicottero che cade, ma il primo ministro polacco è ancora in sedia a rotelle per un incidente aereo. Il silenzio si diffonde nella stanza. Il problema europeo era difficile da risolvere ma Berlusconi ha contribuito molto al fallimento».
Johannes von Dohnanyi, rappresentante dell’Osce sulla libertà d’informazione, dicembre 2003
«In Italia c’è una situazione di pericolo per la libertà di informazione. Silvio Berlusconi darà, con la legge Gasparri, la stretta mortale ai media italiani».
El Pais, editoriale del 26 dicembre 2003
«Berlusconi considera carta straccia le promesse elettorali e manifesta un’allarmante mancanza di rispetto per le istituzioni; utilizza la carica che ricopre solo per i propri scopi e perverte il connubio tra capitalismo e democrazia. Un simile conflitto di interessi risulterebbe surreale in qualunque altro Paese europeo»
The Observer, 28 dicembre 2003
«Come primo ministro, incarico ottenuto grazie al supporto dei propri media, Berlusconi è in grado di mettere in pratica quanto predicato attraverso i suoi giornali e le sue televisioni. Il suo controllo dei mezzi di comunicazione soffoca ogni possibilità di dibattito e critica. Il risultato: cattivo governo, niente pluralismo e Parmalat».
John Tagliabue, The New York Times, 30 dicembre 2003
«Dopo lo scandalo Enron il Congresso americano ha approvato immediatamente leggi per prevenire simili abusi. L’Italia, invece, se n’è andata per la sua strada. Guidata dal premier Silvio Berlusconi ha approvato leggi per impedire che siano punite le frodi in bilancio. In tal modo si è preparata la strada per lo scandalo Parmalat».
Le Monde, 30 dicembre 2003
"L’anno di Berlusconi è stato segnato dalle sconfitte elettorali alle amministrative e dalle sue gaffe alla presidenza di turno dell’Europa per non parlare del fallimento dei negoziati sulla Costituzione. Ma il suo personale anno economico è segnato dal buonumore per i profitti accumulati dalla Fininvest".
Bill Emmott, Direttore, The Economist, 3 gennaio 2004
«L’Economist è preoccupato del signor Berlusconi perché lo considera un’offesa sia nei confronti del popolo italiano che della magistratura, sia perché è il caso estremo, in Europa, di abuso della democrazia da parte di un capitalista».
Bill Emmott, direttore dell’Economist (giornale conservatore-liberale), intervistato da Enrico Deaglio, 4 gennaio 2004
«D: Si può parlare di libere elezioni quando un uomo ha completo controllo sui media e tanti soldi da spendere?
R: No, penso che in questi casi non si possa parlare di libere elezioni. Penso che sia un grande handicap andare a votare in una situazione del genere.
Questa non è libertà».
Rapporto «Reporters sans frontières», 3 gennaio 2004
«La libertà di stampa è soddisfacente in Europa, con la notevole eccezione dell’Italia, dove il conflitto d’interessi di Berlusconi, capo del governo, controllore della tv pubblica, proprietario di un impero mediatico, rappresenta una minaccia per il pluralismo informativo».
The Economist, Editoriale, 9 gennaio 2004
«Silvio Berlusconi come Presidente del semestre italiano ha sparato in tutte le direzioni buttando all’aria ogni possibile disegno di “politica comunitaria”. Ha sorpreso il mondo complimentandosi con Putin per le stragi in Cecenia. Ha reso impossibile la Costituzione europea».
Barbie Nadeau, Newsweek International, 19 gennaio 2004
«La brillante cometa Berlusconi ormai sembra un disastro ferroviario. Molti italiani che hanno ammirato il cavaliere per la sua ricchezza adesso si sentono cittadini di una Repubblica delle banane, e sognano di ritornare ad avere un po’ di rispetto internazionale».
The Economist, 6 febbraio 2004
Sorpresa. La Costituzione europea, uccisa a Bruxelles durante una riunione presieduta da Silvio Berlusconi, è quietamente resuscitata e pare addirittura che si possa raggiungere un accordo prima che l’attuale presidenza irlandese della Ue scada a giugno.
The Independent, 5 maggio 2004
La stampa internazionale celebra i record di Berlusconi. «Su di lui si può contare per le sue uscite da pagliaccio. È un alleato delle forze di occupazione dell’Iraq guidate dagli americani e trova il tempo per registrare un album di canzoni d’amore e un intervento di chirurgia estetica».