Dai poemi dogmatici di san Gregorio Nazianzeno.
Carmina Arcana I, I-II. PG 37, 397-411
So che affrontiamo su piccole barche una lunga traversata e ci muoviamo verso il cielo trapunto di stelle servendoci di deboli ali, quando l'animo ci spinge a cantare Dio e le vie dell'Onnipotente, governatore dell'universo. Nemmeno gli abitanti del cielo sono capaci di onorarlo come conviene. E tuttavia - spesso, infatti, neppure a Dio piace tanto il dono che proviene dalla mano di un ricco quanto quello che gli offre una mano a lui amica e povera - proprio per questo farò risuonare audacemente la mia parola. Uno solo è Dio, senza principio né causa, non circoscritto da cosa alcuna preesistente o futura, infinito che abbraccia il tempo, grande Padre del grande e santo Figlio unigenito: purissimo spirito, nulla ha sofferto nel Figlio di quanto egli ha patito nella carne.
Unico Dio, distinto nella persona, ma non nella divinità, è il Verbo divino: Egli è la viva impronta del Padre, unico Figlio di Colui ch'è senza principio, l'assolutamente unico Figlio dell'Essere unico, a lui uguale. Così, mentre quegli rimane pienamente genitore, egli, il Figlio, è anche lui creatore e reggitore del mondo, la potenza e l'Intelletto del Padre E vi è un solo Spirito, che è Dio, e proviene da Dio, che è buono. Il Figlio, senza nulla perdere della sua divinità, mi salvò, chinandosi, medico misericordioso, sulle mie ferite purulente.
Era mortale, ma Dio; discendente di Davide, ma creatore di Adamo; rivestito di corpo, ma non partecipe della carne. Ebbe una madre, ma vergine, circoscritto, ma immenso. Fu vittima, ma anche sommo sacerdote; sacrificatore, eppure era Dio. Offerse a Dio il suo sangue, per cui purificò il mondo intero. Una croce lo tenne sollevato da terra, ma rimase confitto ai chiodi il peccato. Andò dai morti, ma risorse dall'inferno e prima risuscitò molti che erano morti. Il primo evento - la sua morte - è proprio della miseria umana, il secondo - la risurrezione - si addice alla ricchezza dell'essere incorporeo. Non gridare allo scandalo, come se la vicenda umana fosse disdicevole a Dio, ma onora ancor più la tua forma terrena che il Figlio immortale ha assunto su di sé, perché ti vuol bene.
Mio cuore, che aspetti? Anche dello Spirito tu devi cantare la gloria. Non separare con le tue parole ciò che non è estraneo a Dio per natura. Tremiamo davanti alla grandezza dello Spirito Santo. Egli è senza dubbio Dio e grazie a lui io ho conosciuto Dio. Lo Spirito è Dio che si manifesta, colui che fa nascere Dio quaggiù. È onnipotente, concede i doni più svariati. Lo cantano negli inni i cori dei santi; è donatore di vita agli esseri che sono in cielo e in terra. Risiede nell'alto; procede dal Padre; è la potenza del Figlio; non è sottomesso a nessuno.
Non è il Figlio - uno solo è il Figlio dell'Uno, Figlio buono dell'ottimo Padre - eppure non è estraneo all'invisibile natura divina, ma riceve la sua stessa gloria. Chiunque nelle Lettere divinamente ispirate desidera cogliere la divinità dello Spirito celeste, vedrà molte e frequenti strade raccogliersi insieme, purché lo voglia, se nel suo cuore ha attinto qualcosa dello Spirito Santo e se la sua vista è acuta.
In un primo tempo la Parola antica aveva manifestato l'intera divinità del Padre, ma fece soltanto intravedere la gloria immensa di Cristo a pochi mortali dal cuore prudente. Così, più tardi, rivelando in modo più chiaro la natura divina del Figlio, fece risplendere velata la natura del fulgido Spirito. Ma allora fu soltanto un barlume, perché la pienezza dell'illuminazione era riservata a noi. Per noi lo Spirito, quindi, si divise in un secondo momento in lingue di fuoco, mostrando il segno della sua natura divina, quando il Salvatore fu assunto in alto nel cielo. Infatti io so che Dio è fuoco per i malvagi, così come è luce per i buoni.
Ecco: ti ho presentato le varie Persone della divinità. Bada di non disdegnare nessun aspetto di essa, ponendo qualcosa, al suo interno, su di un piano superiore e qualcos'altro su di un piano inferiore. Una sola è la natura divina: sostanza smisurata, increata, fuori del tempo, ottima, libera, degna di uguale onore; un solo Dio che nei suoi tre splendori fa muovere il mondo.
Da tutti e tre col battesimo io vengo rigenerato nell'uomo nuovo; distrutta la morte, avanzo nella luce, risorto a nuova vita. La triplice Deità mi ha elevato in alto e mi ha fatto portatore di luce.
Theodor Van Thulden, SS. Trinità, XVII sec., Museo di Grenoble