Treviso si scopre «criminale» e la destra regala bombolette irritanti
Michele Sartori
Delinquenza alle stelle nella città feudo polista. Così il sindaco di An ha un’idea: mille kit di autodifesa distribuiti alle donne. «Meglio il fai-da-te»
DALL'INVIATO TREVISO Il centro storico avvolto in una nube di polvere di peperoncino, massaie e studentesse a passeggio con bombolette antiaggressione appese a borsette e zainetti, all'erta e sospettose. Un momento: ma qua non era il regno di legge e ordine, l'eden del cittadino protetto, garantito da anni e anni di un sindaco-sceriffo come Gentilini? Sbagliato. Treviso - anzi, il suo cuore più trafficato, la sua vetrina esposta al mondo - si riscopre come prima per delinquenza, e peggio di prima per controllo. Tan t'è che il quartiere centro, presidente di An e vice della Lega, ha deciso un'iniziativa unica in Italia: munire le residenti di bombolette spray d'autodifesa. Un migliaio, tanto per cominciare. Perché, come dice il presidente di quartiere Maurizio Demma, «aiutati che il ciel t'aiuta». Ma cosa è successo? Tre casi eclatanti. Una signora è stata violentata in casa. Una ragazza, sotto la minaccia di una pistola, è stata condotta dal centro alle mura, e lì stuprata. Una vecchietta, in via Roma, si è salvata a stento da un tentativo di rapina e poco dopo, mentre andava in Questura per denunciarlo, l'hanno scippata. Aggiungiamoci un paio di commercianti aggrediti, qualche ragazza molestata, il libero spaccio di droga davanti a Bankitalia. . . Magari è roba da città «normale». Ma con Genty i trevigiani si pensavano al sicuro. Non aveva estirpato le panchine davanti alla stazione per evitare che vi sostassero quegli sfaticati di extracomunitari? Riempito il centro di lampioni e fioriere e pattuglioni di vigili addestrati da esperti dei servizi segreti israeliani? Non passeggiava lui in persona, di ronda ogni santo giorno e pronto a «butàr in Sile i delinquenti»? Ma va là. Un mega bluff. Tant'è che l'epicentro del rischio denunciato è sempre quello, la spina dorsale del centro, via Roma, tra stazione e Mc Donalds. Erano annunciate 400 telecamere per monitorare, si sono ridotte a 18, e ancora non funzionano. I vigili non si vedono in giro. La zona è ridiventata regno indisturbato di «spacciatori, fannulloni, ragazzotti provocatori senza lavoro e pieni di soldi»: così almeno assicura Demma. L'illuminazione è quel che è, intimista: «Il sistema risale ai primi '900, non regge neanche lampade più potenti». Le volanti di Treviso sono da tempo un caso nazionale: ce n'è un paio, sfiancate, quasi sempre in officina, e mancano perfino i fondi per ripararle. Demma, che pure dev'essere uomo d'ordine, ridacchia per la ricetta Gentilini: «Prendono una piazza, la controllano per un po', i delinquenti si spostano in un'altra. . .». Di girotondo in girotondo, sono tornati al punto di partenza. Morale: meglio un sano fai-da-te, «è vero che può sembrare una sconfitta, però. . .». Il quartiere ha pensato agli spray, «perché vanno già a ruba, li vendono anche al supermercato, i ragazzi li regalano alle morose». Ci sarà un banchetto per distribuirli, accompagnati da un manuale di consigli per donne e ragazze, evitare le zone buie, «chiudi gli occhi e tira avanti» se ti provocano, «non girare mezzo svestite la sera anche se si avvicina l'estate», telefonino sempre acceso e bomboletta a portata di mano. . . Spesa: sui 25.000 euro. Non ci sono, ma guarda caso un consigliere comunale del Polo, Arnaldo Compiano, è titolare di un grosso istituto di vigilanza, può comprarli con lo sconto, sponsorizzarli col suo nome. . . Resta da scegliere il modello. C e n'è per tutti i gusti, con anello portachiavi, con fondina, con clip da cintura, col velcro, illuminanti, balistici, schiumogeni, nebulizzanti, elegantemente colorati, perché anche l'occhio vuole la sua parte - di chi li usa, un po' meno di chi riceverà lo spruzzo.
Castelli inaugura il carcere: contestato dagli agenti
LECCO Contestazione a Lecco al termine della cerimonia di inaugurazione del carcere appena ristrutturato presenziata dal ministro Castelli. A protestare un gruppo di agenti di polizia penitenziaria, che chiedono l'aumento degli organici per il carcere di Lecco ma anche per le altre strutture della Lombardia. «A lavorare, Castelli a lavorare» e «buffone, buffone», i cori rivolti al ministro leghista dai lavoratori, che appartengono ai sindacati, poi una serie di striscioni. Le forze dell'ordine sono intervenute a scopo preventivo.
«Il problema del personale esiste - ha ammesso Castelli - ma non è facilmente risolvibile. Stiamo facendo quello che possiamo... ». Ma dopo le rassicurazioni è scattato puntulale l’attacco: «Il comportamento tenuto oggi da alcuni sindacalisti della Polizia Penitenziaria è stato assolutamente inaccettabile» ha scaricato Castelli: «Sono convinto che gli agenti di altri corpi come i Carabinieri, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza non si sarebbero mai comportati in questa maniera».
Ma sul caso pesano i milioni destinati ai megalavori di ristrutturazione: costo complessivo di 13,5 miliardi di vecchie lire. «Oggi inauguriamo il carcere e tra non molto avremo un tribunale rinnovato e più funzionale» ha commentato trionfante Castelli.
«L'inaugurazione del carcere di Lecco avvenuta oggi è una solo una finzione elettorale, di quelle che il ministro Castelli ha progettato per far bella figura a una settimana dalle elezioni». È quanto ha dichiarato il senatore del Pdci e direttore di Rinascita, Giancarlo Pagliarulo. «La realtà - ha aggiunto Pagliarulo - è che ad ora quella struttura non è agibile e non lo sarà prima di due mesi. Ci pare di rivivere la doppia inaugurazione del carcere di Bollate, che Castelli inaugurò una seconda volta, quando divenne ministro, incurante del fatto che i meriti erano del centrosinistra».
«Voglio ricordare al ministro Castelli - ha detto ancora l'esponente del Pdci - che l'organico di polizia penitenziaria della Regione Lombardia soffre di una carenza cronica che sfiora il 40%: in tre anni e mezzo Castelli non solo non ha affrontato il problema della carenza di organico, ma l'ha aggravata avallando più di 40 distacchi al Gom (Gruppo Operativo Mobile) e molti trasferimenti di personale delle città lombarde al ministero di Via Arenula».
(dal quotidiano libero e ghettizzato L'Unità; 06/06/2004)