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Le divisioni in campo repubblicano riguardano anche i conservatori, divisi tra "sociali" e "liberisti" - ma direi anche centristi dell'equilibrio tra liberismo e stato sociale per un'economia di mercato soggetta alle regole ed ai principi della Business Ethics sotto il controllo di varie istituzioni e del Diritto Internazionale, e non solo dei privati.
La fissazione che tutti gli evangelici fondamentalisti americani (e non) debbano essere "new-con" filoreaganiani è troppo semplicistica e probabilmente prevenuta sia politicamente che "teologicamente"... Si può essere conservatori (anche cattolici) ed allo stesso tempo essere repubblicani, essenzialmente in linea con la dottrina sociale cattolica, e nell'area centrista che spazia di qualche passo intorno, senza però sconfinare nell'autarchia... in cui rischia di trovarsi impelagato il PRI.
Alla maggioranza conservatrice tale realtà non piace, facendone pure una questione di ortodossia dottrinale, ma non si può continuare a tacere la sofferta contarietà dei tanti che non intendono vedere il Vangelo calpestato contro la giustizia del Regno di Dio ed i suoi destinatari preferenziali: i poveri, i deboli e gli ultimi diventati tappeto dei nuovi governi mercantili...
E se divisione (politica o teologica) deve essere... che sia!
Stati Uniti - Conservatori e divisi
George W. Bush può ancora essere considerato un conservatore? Non tanto, secondo The Nation: "Storicamente il conservatorismo negli Stati Uniti ha significato un intervento limitato dello stato, bilanci equilibrati, una certa prudenza fiscale e un grande scetticismo nei confronti delle avventure internazionali", osserva lo storico Clyde Pretowitz, un ex dell'amministrazione Reagan. "Per il momento", continua, "la Casa Bianca è ben lontana da tutto ciò".
E le critiche della stampa conservatrice – come The National Interest, American Conservative o l'autorevole Wall Street Journal – all'attuale amministrazione sono virulente almeno quanto quelle della stampa liberal. In particolare per quanto riguarda la guerra in Iraq, le sovvenzioni all'agricoltura e ad altre corporazioni o il deficit di bilancio multimiliardario gestito dal governo.
Le divisioni in seno al vasto campo repubblicano ci sono sempre state, in particolare tra social-conservatori e conservatori liberisti. Ma ora sono emerse nuove e più profonde fratture, che riguardano il concetto stesso di conservatorismo: tra realisti e neoconservatori, tra assistenzialisti e falchi del deficit, tra sostenitori dello stato minimo e una nuova forma di statalismo repubblicano.