I Fumetti sono roba da bambini.
Me lo ha detto il mio amico integrato Franco Zanusi, mentre mangiava dei grissini di soia agli oligotermali giapponesi, ipnotizzato da C’è Posta Per Te.
E va bene, se essere grandi vuol dire guardare Maria De Filippi che balla come Frankestein Junior, io mi infilo il grembiule blu e con orgoglio mi siedo nel mio banco di terza elementare, ce la faccio, ce la posso fare, pane burro e zucchero e un numero dell’Uomo Ragno in tasca.
Ho riletto l’episodio dell’arrampicamuri in cui Gwen Stacy muore e ho pianto, ho pianto ancora.
E’ tutta colpa del patto di complicità, mi sono detto, è colpa di quella maledetta tendenza umana di credere vera un opera di finzione, di considerare amici dei personaggi inventati, quella pulsione che spinge ad appassionarsi carnalmente alle vicende e alle personalità di entità immaginarie, di credere vero il falso e di accettare come plausibile Swarzenegger che scardina una cabina telefonica con dentro quello che, in un altro film, incitava i guerrieri a fare la guerra.
Patto di complicità, cose vere e cose false, cose scritte.
Mi si è aperto un neurone, è comparso Alberto Angela e mi ha ricordato quello che diceva anni addietro Guy Debord: “Nel mondo rovesciato, il momento di vero è un momento di falso”
I Fumetti sono roba da bambini.
Il patto di complicità è talmente forte da farti credere davvero, quando sei un bambino, che se ti morde un ragno radioattivo assumi i poteri dell’aracnide, sempre lo stesso patto di complicità e il credere vere le cose false può farti votare per Forza Italia da grande.
Preferisco credere in Hulk, dipingermi tutto di verde e urlare BAAANNEER alla luna, dopo aver devastato Pezzago Combornago, ridente paesino della provincia americana.
Fumetti e giornaletti, a tale proposito nella mia casella Email è comparsa proprio ieri una bellissima leggenda metropolitana.
Luogo: Romics, la mostra mercato sui fumetti tenutasi alcuni giorni fa.
Riporto la leggenda urbana copiando e incollando la Mail del mio amico Dark da Ayaaaak:
“L'episodio più bello vede protagonista Milo Manara, sta disegnando e autografando con noi in umile attesa, e il grande autore ha un'aria austera, circondato dagli addetti della fiera pronti a regolamentare la fila e a soddisfare i suoi bisogni: serve una penna per disegnare, e allora "prego, qualcuno ha una penna per il Maestro?"..."siamo al numero 5 della lista, non so se il Maestro accontenterà tutti perche' il Maestro a breve deve recarsi alla premiazione del Romics d'oro!"...e via discorrendo...ci sono ospiti francesi che estasiati lo fotografano e il tutto pare proprio un solenne evento...tutti i fortunati (compreso il sottoscritto) osano chiedere al Maestro un disegno speciale, un tal personaggio, a bassa voce chiedono e sono accontentati in silenzio...quando e' il turno di un bel ragazzotto di essere omaggiato con un'opera da incorniciare, questo guarda il Maestro che a sua volta lo fissa come a chiedere quale sia la sua richiesta, e lui esclama:
"Fa' mbo tu, 'nvenda!"
C'e' gente che si e' dovuta nascondere per non scoppiare a ridere in faccia al Maestro...”
Tra un mesetto c’è la mostra di Lucca, credo che aprirò un Varco Mentale direttamente da lì.
Lucca è il posto fumettistico al quale sono più affezionato, considerato la Mecca di ogni sano fumettista che si rispetti, si mangia il Farro, si passano quattro giorni tutti assieme, si trovano lavori nuovi, si respira il fermento creativo, si salutano i vecchi amici, si parla, si discute, si fanno progetti, si stringono alleanze, si presentano nuove testate, si fanno, si creano, cosa?
Fumetti.
Quella roba da bambini.
che articolo stravagante.... Con concetti Molto elevati