CASALE SUL SILE
Accertamenti su una riunione di Forza Nuova
Identificati ieri dai carabinieri alcuni partecipanti a un incontro a Oderzo. «Un’intimidazione politica»
Una visita inaspettata, i carabinieri che suonano al campanello e chiedono di seguirli in caserma. Due domande veloci e poi l'immediato ritorno a casa. Marina Chantal Rajani, vicina agli ambienti politici della Mussolini, di Fiore e di Tilgher, imprenditrice di Casale sul Sile, ieri mattina, è stata "svegliata" dai carabinieri di Roncade. Ieri, infatti, sarebbero scattati una serie di accertamenti nei confronti di alcuni simpatizzanti di Forza Nuova. «Hanno suonato al campanello della Rajani dicendole che doveva presentarsi in caserma. Lei mi ha telefonato e io l'ho accompagnata - racconta Alessandro Arboit esponente di Forza Nuova e candidato a sindaco di Preganziol - Arrivati in caserma i carabinieri hanno fatto pochissime domande alla Rajani, le hanno chiesto conferma sul numero di targa della sua auto e le hanno domandato se era presente ad una riunione politica avvenuta il 19 marzo a Oderzo. Marina Chantal Rajani ha confermato ogni cosa. Poi abbiamo chiesto il motivo di queste domande, ma non ci hanno detto nulla. Pare che l'ordine di eseguire questi controlli sia partito il 31 maggio da Conegliano. Solo un giorno dopo gli incontri con Alessandra Mussolini a Treviso e a Casale nella villa della Rajani». Sotto i riflettori ci sarebbe proprio l'incontro a Oderzo il 19 marzo, a quanto pare, gli accertamenti riguarderebbero alcune persone che avevano preso parte all'incontro. «Il 19 marzo non è successo nulla - dice ancora Arboit - alla riunione c'era anche la polizia. Non capisco, quindi, il motivo di questi accertamenti. E' una specie di intimidazione. E' inquietante che avvengano episodi di questo genere durante la campagna elettorale. Questo episodio dimostra che non viviamo in una vera democrazia, ma in una democrazia falsa. Dietro potrebbe esserci una manovra politica, qualcuno che agisce nell'ombra». Dello stesso avviso la stessa Marina Chantal Rajani: «Io non ho nulla contro i carabinieri hanno solo fatto il loro dovere, eseguito un ordine. E' comunque preoccupante che in uno stato democratico, guidato da un governo che si dice libertario, che una donna, una imprenditrice, tra l'altro pronipote del fondatore della Croce Rossa Italiana, subisca una violazione della privacy di questo genere. Solo per aver partecipato ad una riunione di partito».
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