Dalle " Lettere " di sant'Eusebio di Vercelli, vescovo
(Lett. 2,1,3-2,3; 10,1-11,1; CCL 9,104-105.109)
Ho terminato la corsa, ho conservalo la fede
Ho saputo che voi, fratelli carissimi, state tutti bene, come io
desideravo. Quanto a me, mi sono sentito in mezzo a voi, quasi
trasportato all'improvviso da lontanissima distanza, come Abacuc che
dall'angelo fu portato a Daniele, nel ricevere le vostre lettere e
nel leggere, nei vostri scritti, i buoni sentimenti e l'amore che
nutrite per me.Le lacrime si mescolavano alla mia gioia; il vivo
desiderio di leggere era impedito dal pianto. Passai in questo stato
d'animo alcuni giorni, nei quali mi sembrava di parlare con voi e
riuscivo a dimenticare le fatiche passate. Mi sentivo come investito
da ogni parte di ricordi consolanti che mi facevano rivivere la
vostra fede, il vostro affetto, i frutti della vostra carità, e così
mi pareva di non essere più in esilio, ma di trovarmi quasi
d'improvviso, in mezzo a voi. Mi compiaccio molto, o fratelli, della
vostra fede e mi rallegro della salvezza che, essa ha portato a tutti
voi. Godo dei fratti da voi prodotti, che dispensate ai vicini e ai
lontani. Siete davvero come un albero sapientemente innestato che,
proprio a causa della sua produttività, sfugge alla scure e al rogo.
Anche noi vogliamo unirci, in certo qual modo, a voi, non solo con
una semplice solidarietà umana, ma con l'offrire la nostra vita
stessa per la vostra salvezza.
Sappiate che a stento siamo riusciti a stendere questa lettera,
pregando continuamente Dio di tenere a bada, almeno per qualche
tempo, i sorveglianti. Volevamo che, per quanto riguarda la nostra
persona, il diacono vi portasse questo biglietto di saluti, modesto
quanto si voglia, ma pur sempre preferibile a sole notizie
incresciose.Approfitto per raccomandarvi caldamente di custodire con
ogni cura la vostra fede, di mantenervi concordi, di essere assidui
all'orazione, di ricordarvi sempre di noi, perché il Signore si degni
di dare libertà alla sua Chiesa, ora oppressa su tutta la terra, e
perché noi, che siamo perseguitati, possiamo riacquistare la libertà
e rallegrarci con voi. Supplico ancora ciascuno di voi, per la
misericordia di Dio, di gradire il saluto che gli rivolgo con la
presente perché questa volta, per necessità, non mi è, consentito di
scrivere a ciascuno secondo il mio solito. Con questa mia mi rivolgo
a tutti voi, miei fratelli e sante sorelle, figli e figlie, fedeli
dei due sessi e d'ogni rtà, perché vogliate accontentarvi di questo
semplice saluto e porgere i nostri ossequi anche a quelli che sono
fuori della Chiesa, ma che si degnano di nutrire per noi sentimenti
di amore.
-------------------------------------------------------------------
Ricevi questo testo della Fede Cattolica per edificazione personale e per eventuale libera divulgazione.
------
Per osservazioni o dialoghi si invita a partecipare al gruppo:
http://groups.msn.com/DIFENDERELAVERAFEDE