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  1. #11
    più arcipreti, meno arcigay
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    Tra la verità e l'errore non c'è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti non c'è che un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è altrettanto lontano dalla verità di colui che è nell'errore (J. Donoso Cortes)
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    Predefinito

    In origine postato da Iron81
    Allora sei di coccio!!
    Non hai capito ancora che il consumismo è una delle cose che più aborriamo???
    Guarda babbo che tu VIVI nella società dei consumi di massa...che significa semplicemente LIBERO MERCATO; il tuo amato mussolini provò a risanare l'economia proprio per incrementare i consumi di massa, i quali danno denaro ai commercianti e così via nella solita catena domanda-offerta.

    Ma è evidente che l'economia l'hai studiata- se è tanto- sulla Pimpa, e anche la storia del fascismo

  2. #12
    Ludovico
    Ospite

    Predefinito Re: Domande interessanti sul fascismo storico

    In origine postato da Orazio Coclite
    una volta tanto trovo su Indymedia qualcuno che riesce ad articolare e muovere delle accuse al fascismo storico senza cadere nella solita retorica e banalità. E dal momento che non ho la conoscenza storica adeguata per darmi le risposte giuste a queste domande, le pubblico qui e chiedo ai più preparati di provare a rispondere.
    Grazie.


    DOMANDA:

    In quanto a socialismo nel fascismo anche qui siamo totalmente disinformati, forse queste cose non ve le dicono in sezione?
    Il fascismo vietava lo sciopero e i sindacati (1925-1926) e si basava sull'armonia tra le classi, cioè la pietrificazione dello status quo economico esistente. Il borghese rimane borghese e comanda, il proletario rimane proletario e lavora per far campare anche il borghese.
    E non tiratemi fuori il fascismo sociale, perchè a parte poche operazioni demagogiche (come qualche casa popolare in certe zone di Roma, e non solo Garbatella), di buono il fascismo per i proletari ha fatto veramente poco.
    Riporto infine un po' di politica economica fascista: De Stefani il primo ministro delle Finanze fasciste basò la sua politica economica sopra l'incoraggiamento dell'iniziativa privata e sull'eliminazione dei controlli Statali (un Berlusconi in pratica). Fu privatizzato il servizio telefonico e furono tagliate le imposte sui beni immobili e sulle rendite di guerra. Nel 1924 la congettura economica mondiale era in crisi (aumento del dollaro), e il fascismo e il suo ministro Volpi dovettero adottare un maggiore interventismo. I salari furono ridotti del 20%, si fissò la lira ad una quota fissa, furono aumentate le imposte sui consumi, furono introdotte nuove imposte 8come quella sul celibato), fu accentuiato il protezionismo doganale e furono aumentati gli sgravi fiscali per gli imprenditori. Immezzo a tutta questa immondezza fu fatta la campagna propagandistica della "battaglia del grano".
    L'industria italiana si rafforzò anche grazie ai crediti delle banche americane.
    A questo periodo risalgono le bonifiche nell'agro romano, le bonifiche furono fatte però solo dove i grandi proprietari terrieri volevano.

    Caro Orazio, non mi sembra poi un gran che l'analisi che hai riportato. E' l'analisi di un compagno. Penso basti rinfrescarsi la memoria riaprendo qualche testo per ricordarsi che, quello che non è mai esistito è un fascismo-bolscevico (come pretenderebbe il compagno che scrive), e non un fascismo-sociale.
    Sembra di leggere una serie di deduzioni bolsceviche più che una vera analisi. Ad esempio, il fascismo si basava sull'armonia tra le classi, cioè la pietrificazione dello status quo economico esistente. Il borghese rimane borghese e comanda, il proletario rimane proletario e lavora per far campare anche il borghese, questa mi sembra una libera e inspiegata deduzione più che la dimotrazione di un fatto. (*) E così per il resto, insomma.
    Siamo d'accordo che il programma del '19 [fortunatamente] non venne realizzato, e sul perchè si può discutere, ma non mi sembra una novità.


    (*) Poi non è vero che il sindacato non esisteva, esisteva un solo sindacato (fascista); cioè non tutta l'infima messa in scena paragirotondesca di oggi.

  3. #13
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    Predefinito

    In origine postato da Dreyer
    Guarda babbo che tu VIVI nella società dei consumi di massa...che significa semplicemente LIBERO MERCATO
    E allora?? Se ci vivo non può farmi schifo?? Ma lo sai che c'è anche gente che la pensa in modo diverso da te? Mah...

  4. #14
    più arcipreti, meno arcigay
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    Tra la verità e l'errore non c'è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti non c'è che un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è altrettanto lontano dalla verità di colui che è nell'errore (J. Donoso Cortes)
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    Predefinito Re: Re: Domande interessanti sul fascismo storico

    In origine postato da Ludovico

    (*) Poi non è vero che il sindacato non esisteva, esisteva un solo sindacato (fascista); cioè non tutta l'infima messa in scena paragirotondesca di oggi.

    Un sindacato delle cosiddette "corporazioni" che non ha mai difeso una volta i lavoratori e ha sempre dato ragione al padronato, spceialmente quando i salari vennero decurtati negli anni '30 e abolito il diritto di sciopero.

    I sindacati fascisti sono identici ai sindacati odierni.

  5. #15
    Ludovico
    Ospite

    Predefinito Re: Re: Re: Domande interessanti sul fascismo storico

    In origine postato da Dreyer

    Un sindacato delle cosiddette "corporazioni" che non ha mai difeso una volta i lavoratori e ha sempre dato ragione al padronato, spceialmente quando i salari vennero decurtati negli anni '30 e abolito il diritto di sciopero.

    I sindacati fascisti sono identici ai sindacati odierni.
    Mannò, dai, dì la verità, quelli di oggi ti piacciono di più...

  6. #16
    più arcipreti, meno arcigay
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Domande interessanti sul fascismo storico

    In origine postato da Ludovico
    Mannò, dai, dì la verità, quelli di oggi ti piacciono di più...
    mi spiace, mai sopportato i sindacati...al massimo posso fare un'eccezione per le leghe bianche e le ACLI, ma solo fino agli anni '70 prima della svolta a sinistra...adesso ciccia

    a proposito, ma tu sei di quelli che han votato per il partito dell'ex attrice porno?

  7. #17
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    Predefinito

    La tesi della zecca che ha scritto quel documento è alquanto capziosa...
    il Fascismo fu un movimento sociale, e dichiaratamente antisocialista. Ma il compagno vuole da ciò dedurre bolscevicamente che dunque il Fascismo fu contro i lavoratori.
    Questa è una assunzione vera solo per i plagiati dall'ideologia materialistica marxista, che considera buono per il lavoratore esclusivamente il socialismo marxista.

    Ma la realtà è che i massimalismi che nella Storia hanno predicato ed attuato l'abolizione del Capitale e della proprietà privata hanno distrutto i rispettivi popoli (qui la lista sarebbe lunga).
    Mentre il Fascismo equilibrando Capitale e Lavoro, borghese e proletario, in ottica corporativistica e tradizionale, portò il nostro Popolo ad essere il più ricco e prosperoso al mondo.
    Qui forse si dimentica che durante gli anni '30 erano Germania e Italia le Nazioni più ricche, e non gli USA che attraversavano una profonda crisi.

  8. #18
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    Predefinito

    Questo sono alcune leggi sociali emanate dal fascismo (1923-1943):

    · Tutela lavoro donne e fanciulli - (Regio Decreto n° 653 26/04/1923)
    · Maternità e infanzia - (Regio Decreto n° 2277 10/12/1923)
    · Assistenza ospedaliera per i poveri - (Regio Decreto n° 2841 30/12/1923)
    · Assicurazione contro la disoccupazione - (Regio Decreto n° 3158 30/12/1923)
    · Assicurazione invalidità e vecchiaia - (Regio Decreto n°3184 30/12/1923)
    · Riforma “Gentile” della scuola - (Regio decreto n°2123 31/12/1923)
    · Assistenza illegittimi e abbandonati - (Regio Decreto n° 798 08/05/1927)
    · Assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi - (Regio Decreto n° 2055 27/10/1927).
    · Esenzioni tributarie famiglie numerose - (Regio Decreto n° 1312 14/06/1928)
    · Assicurazione obbligatoria contro malattie professionali - (Regio Decreto n° 928 13/05/1929)
    · Opera nazionale orfani di guerra - (Regio Decreto n° 1397 26/07/1929)
    · Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro I.N.A.I.L. - (Regio Decreto n° 264 23/03/1933)
    · Istituzione libretto di lavoro - (Regio Decreto n°112 10/01/1935)
    · Istituto nazionale per la previdenza sociale I.N.P.S. - (Regio Decreto n°1827 04/10/1935)
    · Riduzione settimana lavorativa a 40 ore - (Regio Decreto n° 1768 29/05/1937)
    · Ente comunale di assistenza E.C.A. - (Regio Decreto n° 847 03/06/1937)
    · Assegni familiari - (Regio Decreto n° 1048 17/06/1937)
    · Casse rurali ed artigiane - (Regio Decreto n° 1706 26/08/1937)
    · Tessera sanitaria per addetti servizi domestici - (Regio Decreto n° 1239 23/06/1939)
    · Istituto nazionale per le assicurazioni contro le malattie I.N.A.M. - (Regio Decreto n° 318 11/01/1943)

    E non è per niente poco, credo che sia stato un primo passo verso la creazione di uno stato sociale, poi arrivò la guerra che diventò "la prima donna" e solo con la RSI si potè cominciare ad attuare quella socializzazione tanto cara al fascismo, da come si può vedere dal Manifesto di Verona:

    Abolizione del sistema capitalistico interno e lotta contro le plutocrazie mondiali. (Art 8, punto b)

    In ogni azienda (industriale, privata, parastatale, statale) le rappresentanze dei tecnici e degli operai coopereranno intimamente - attraverso una conoscenza diretta della gestione - all’equa fissazione dei salari, nonché all’equa ripartizione degli utili tra il fondo di riserva, il frutto al capitale azionario e la partecipazione agli utili stessi per parte dei lavoratori.(Art.12)

    E non furono parole buttate al vento, infatti ti ricordo il seguente decreto:
    DECRETO LEGISLATIVO DEL DUCE 12 Febbraio 1944 - XXII, n. 375.
    «IL DUCE DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA Vista la Carta del Lavoro; Vista la “Premessa fondamentale per la creazione della nuova struttura dell’economia italiana approvata dal Consiglio dei Ministri del 13 Gennaio 1944; Sentito il Consiglio dei Ministri; Su proposta del Ministro per l’Economia Corporativa di concerto con il Ministro per le finanze e con il Ministro per la Giustizia Decreta:
    Titolo 1. – DELLA SOCIALIZZAZIONE DELLA IMPRESA Art. 1. (Imprese socializzate) - Le imprese di proprietà privata che
    dalla data del 1° gennaio 1944 abbiano almeno un milione di capitale o impieghino almeno cento lavoratori, sono socializzate. [...]»

    E non fu mera propaganda, infatti il primo atto legislativo del Governo di liberazione nazionale è stato il provvedimento di abrogazione del decreto legge appena su riportato e che, pur con tutte le difficoltà della guerra in corso, nel controllo del territorio e nel poco tempo che la storia concesse alla Rsi, la norma fu resa operativa in 6000 imprese…

    A noi!!!

  9. #19
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    Predefinito Re: Re: Re: Domande interessanti sul fascismo storico

    In origine postato da Dreyer

    Un sindacato delle cosiddette "corporazioni" che non ha mai difeso una volta i lavoratori e ha sempre dato ragione al padronato, spceialmente quando i salari vennero decurtati negli anni '30 e abolito il diritto di sciopero.

    I sindacati fascisti sono identici ai sindacati odierni.
    questo è assolutamente inesatto.
    certo il D.A.F. era un'altra cosa

  10. #20
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    Predefinito

    In origine postato da ITALIANO
    Questo sono alcune leggi sociali emanate dal fascismo (1923-1943):

    · Tutela lavoro donne e fanciulli - (Regio Decreto n° 653 26/04/1923)
    · Maternità e infanzia - (Regio Decreto n° 2277 10/12/1923)
    · Assistenza ospedaliera per i poveri - (Regio Decreto n° 2841 30/12/1923)
    · Assicurazione contro la disoccupazione - (Regio Decreto n° 3158 30/12/1923)
    · Assicurazione invalidità e vecchiaia - (Regio Decreto n°3184 30/12/1923)
    · Riforma “Gentile” della scuola - (Regio decreto n°2123 31/12/1923)
    · Assistenza illegittimi e abbandonati - (Regio Decreto n° 798 08/05/1927)
    · Assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi - (Regio Decreto n° 2055 27/10/1927).
    · Esenzioni tributarie famiglie numerose - (Regio Decreto n° 1312 14/06/1928)
    · Assicurazione obbligatoria contro malattie professionali - (Regio Decreto n° 928 13/05/1929)
    · Opera nazionale orfani di guerra - (Regio Decreto n° 1397 26/07/1929)
    · Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro I.N.A.I.L. - (Regio Decreto n° 264 23/03/1933)
    · Istituzione libretto di lavoro - (Regio Decreto n°112 10/01/1935)
    · Istituto nazionale per la previdenza sociale I.N.P.S. - (Regio Decreto n°1827 04/10/1935)
    · Riduzione settimana lavorativa a 40 ore - (Regio Decreto n° 1768 29/05/1937)
    · Ente comunale di assistenza E.C.A. - (Regio Decreto n° 847 03/06/1937)
    · Assegni familiari - (Regio Decreto n° 1048 17/06/1937)
    · Casse rurali ed artigiane - (Regio Decreto n° 1706 26/08/1937)
    · Tessera sanitaria per addetti servizi domestici - (Regio Decreto n° 1239 23/06/1939)
    · Istituto nazionale per le assicurazioni contro le malattie I.N.A.M. - (Regio Decreto n° 318 11/01/1943)

    E non è per niente poco, credo che sia stato un primo passo verso la creazione di uno stato sociale, poi arrivò la guerra che diventò "la prima donna" e solo con la RSI si potè cominciare ad attuare quella socializzazione tanto cara al fascismo, da come si può vedere dal Manifesto di Verona:

    Abolizione del sistema capitalistico interno e lotta contro le plutocrazie mondiali. (Art 8, punto b)

    In ogni azienda (industriale, privata, parastatale, statale) le rappresentanze dei tecnici e degli operai coopereranno intimamente - attraverso una conoscenza diretta della gestione - all’equa fissazione dei salari, nonché all’equa ripartizione degli utili tra il fondo di riserva, il frutto al capitale azionario e la partecipazione agli utili stessi per parte dei lavoratori.(Art.12)

    E non furono parole buttate al vento, infatti ti ricordo il seguente decreto:
    DECRETO LEGISLATIVO DEL DUCE 12 Febbraio 1944 - XXII, n. 375.
    «IL DUCE DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA Vista la Carta del Lavoro; Vista la “Premessa fondamentale per la creazione della nuova struttura dell’economia italiana approvata dal Consiglio dei Ministri del 13 Gennaio 1944; Sentito il Consiglio dei Ministri; Su proposta del Ministro per l’Economia Corporativa di concerto con il Ministro per le finanze e con il Ministro per la Giustizia Decreta:
    Titolo 1. – DELLA SOCIALIZZAZIONE DELLA IMPRESA Art. 1. (Imprese socializzate) - Le imprese di proprietà privata che
    dalla data del 1° gennaio 1944 abbiano almeno un milione di capitale o impieghino almeno cento lavoratori, sono socializzate. [...]»

    E non fu mera propaganda, infatti il primo atto legislativo del Governo di liberazione nazionale è stato il provvedimento di abrogazione del decreto legge appena su riportato e che, pur con tutte le difficoltà della guerra in corso, nel controllo del territorio e nel poco tempo che la storia concesse alla Rsi, la norma fu resa operativa in 6000 imprese…

    A noi!!!
    Sulle leggi del fascismo-regime ok, ma su quelle della RSI ti devo dare torto: furono solo propaganda che non ebbe mai alcun valore sia per la resistenza del padronato, sia soprattutto perchè la RSi stessa era priva di alcun potere, potere che invece avevano i tedeschi i quali ostacolavano qualunque velleità di socializzazione perchè interessati a rapinare tutto il rapinabile per portarlo in Germania, in quanto l'economia italiana era da loro considerata solo da sfruttare ai fini bellici tedeschi.

 

 
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