da www.corriere.it
" LA MARGHERITA
Rutelli e il Listone: alle urne, poi si discute
Oggi un seminario a porte chiuse con il presidente dei Ds, Fassino, Boselli e Amato
ROMA - La Margherita riunisce la sua assemblea federale per discutere il bilancio del partito. Ma Francesco Rutelli continua il suo silenzio stampa: «Ora dobbiamo unirci per vincere. Ho già detto che il dibattito politico si farà dopo i ballottaggi». Per il momento non parla il leader della Margherita, ma precisa che ha molte opinioni su ciò che sta avvenendo in questi giorni dentro la lista unitaria, sollecitata a più riprese dagli interventi di Romano Prodi: «Non è che non ho cose da dire: ne ho molte invece, ma le dirò dopo il voto. Non apriamo discussioni che si devono fare una volta concluse le elezioni». Parole che pesano. Perché Rutelli fa ampiamente capire di non avere digerito del tutto la gestione del listone e, soprattutto, il ruolo e la visibilità riservata al suo partito. Un primo saggio di ciò che pensa il presidente della Margherita si dovrebbe avere oggi nel seminario a porte chiuse, organizzato dalla Fondazione ItalianiEuropei, dove ha promesso di passare e dove l’attendono Piero Fassino ed Enrico Boselli, oltre a Massimo D’Alema e Giuliano Amato. Fatto sta che nel partito i popolari continuano la loro offensiva sull’identità. Basta ricordare che Rosy Bindi tre giorni fa aveva chiesto un’assemblea straordinaria della Margherita e ora ribadisce la sua contrarietà al partito unico riformista [infatti lei è massimalista ]. Mentre Giuseppe Fioroni insiste sulla necessità di presentarsi da soli alle regionali: «Il 13 giugno abbiamo conquistato con nostri candidati ben 18 Province su 38, ma l’evento non emerge».
Poi c’è Prodi, il suo rilancio di un patto federativo aperto alle altre forze del centrosinistra. E diventa una cartina di tornasole degli umori interni alla Margherita. I prodiani più convinti come Franco Monaco fanno notare che l’ultima proposta del presidente della Commissione europea «non si discosta» dalla lettera aperta scritta poche ore dopo le Europee. E Natale D’Amico si spinge fino a proporre una «dirigenza comune» della lista unitaria, fatto che può essere considerato come una spinta verso il partito unico.
Altre voci nel partito applaudono l’ultima uscita di Prodi come il rutelliano Paolo Gentiloni: «Ha chiarito il rapporto tra la lista unitaria, l’assemblea unitaria e la coalizione». Anche se Ermete Realacci ricorda che «se ne parlerà dopo i ballottaggi». Più convinto di tutti sembra invece Enrico Letta: «La strada indicata da Prodi è quella giusta. Ora è importante seguirla con determinazione e con la massima unità di intenti possibile». Ma la vera partita interna alla Margherita si giocherà tra qualche giorno: il 29 è fissata la direzione politica, prima della verifica con gli altri partiti che compongono il listone. E, soprattutto, per il 5 e 6 luglio è prevista una nuova assemblea federale con all’ordine del giorno non il bilancio, come ieri, ma la situazione politica. Senza contare che prima di quell’evento Rutelli avrà certamente detto la sua.
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Saluti liberali