.......E questi qua vogliono tornare a governare???
CLAMOROSO A PIACENZA: "Ulivo troppo a sinistra, appoggio il CDX"
Il presidente uscente, fondatore della Margherita, al ballottaggio per la Provincia non appoggerà il candidato dell'Ulivo Boiardi
Piacenza, Squeri cambia sponda
sosterrà esponente di An Foti
"Voglio lanciare un nuovo progetto politico per riaggregare
anche a livello nazionale, un centro moderato"
Dario Squeri
PIACENZA - Terremoto politico con risvolti nazionali a Piacenza, unica città dell'Emilia-Romagna in cui si è votato dove si va al ballottaggio per la Provincia. Dario Squeri, fondatore della Margherita nazionale, presidente uscente dopo un decennio da amministratore, il 27 giugno appoggerà il candidato di centrodestra, il parlamentare di An Tommaso Foti, e non l'esponente dell'Ulivo Gianluigi Boiardi.
"Ho grande stima di Boiardi a livello personale" ha spiegato Squeri, "la mia scelta avviene sul piano puramente politico. Non mi sento, dopo nove anni di lavoro, di consegnare la Provincia di Piacenza a un'alleanza politica dove è prevalente la presenza, sia a livello politico che programmatico, di una sinistra massimalista e condizionata da Rifondazione Comunista. Questa non è la mia Provincia, non è il modello di Provincia per cui mi sono impegnato. Foti per me è sempre stato un avversario da battere, ma ritengo che oggi abbia presentato un programma realista ed equilibrato dove sono state abbandonate vecchie e obsolete concezioni della destra".
E ha precisato che il suo impegno politico non finisce con questa decisione: "Voglio lanciare a Piacenza un nuovo progetto politico per riaggregare qui, ma anche a livello nazionale, un centro moderato che oggi non ha valenza in quanto disperso su tanti fronti e su diversi poli. Mi impegnerò in questa direzione all'interno della Margherita, che deve rimanere autonoma, e non può essere schiacciata dentro ad alleanze di sinistra massimalista che ne annullano il valore storico, una Margherita che non può esser succube di Rifondazione".
PUBBLICITA'
Squeri, sposato, tre figli, 53 anni, imprenditore del settore agroalimentare, entrò in politica nel 1980 quando fu eletto, nelle fila della Dc, nel Consiglio comunale di Piacenza e poi in Consiglio provinciale. Dal 1990 al 1994 fu assessore provinciale all'agricoltura. Nelle amministrative del 1995 diventò presidente della Provincia, ruolo che fu riconfermato dai cittadini con l'elezione diretta del 1999. In quest'ultimo mandato Squeri era al vertice di una giunta di centrosinistra con Ds, Comunisti Italiani, Margherita e Lega Nord (non c'era invece Rifondazione). E' stato precursore di alleanze politiche nuove che successivamente hanno trovato sbocchi anche nazionali.
Squeri ha dato vita per primo, alle amministrative 1999, alla lista Margherita, raccogliendo intorno a sé tutte le espressioni del centro alleato con il centro sinistra. Anche per questo la sua scelta ha fatto grande scalpore.
Lunedì saranno a Piacenza il coordinatore nazionale e regionale della Margherita Dario Franceschini e Marco Monari che con amarezza ha commentato: "Doveva continuare a offrire il proprio contributo programmatico e intellettuale con caparbietà e ostinazione, per orientare le scelte a un equilibrio e a un rispetto delle pluralità culturali di tutti i soggetti politici che compongono la coalizione, ma senza mai perdere di vista un riferimento preciso che rimane imprescindibile per la Margherita: quello dell'Ulivo e dell'unità dell'intero centrosinistra".
Ancora più duro Pierluigi Bersani, piacentino del circondario: "Squeri dovrebbe dare una spiegazione più plausibile di un voltafaccia così radicale. Un voltafaccia che non si può certo giustificare con l'argomentazione della presunta emarginazione del centro moderato dalle alleanze di centrosinistra. Non sarà certo il candidato del centrodestra a garantire spazi alla moderazione. Foti ha votato per la guerra in Iraq, per il falso in bilancio, per la legge Cirami, ha votato tutti i condoni e altre cosucce dello stesso genere".
Tommaso Foti ha incassato: a Piacenza, ha detto, può nascere un nuovo laboratorio politico dopo la decisione di Squeri, "gradita e coraggiosa, che merita un'attenta riflessione". Il ministro Giovanardi l'ha definita una scelta "emblematica della crisi di identità del centro moderato, che vede progressivamente diventare egemone la sinistra comunista e postcomunista nello schieramento guidato da Romano Prodi".
(18 giugno 2004)