NASSIRIYA: POLIZIA A ITALIANI, RESTATE ALTRI 10 ANNI
NASSIRIYA, 19 GIU - ''Altro che 30 giugno. I militari italiani dovrebbero restare a Nassiriya altri 10 anni. Sono amici, ci aiutano ed abbiamo ancora bisogno di loro''. A parlare e' il colonnello Abdal Raheem Abbod Aljaohar, uno dei vertici del neo-costituite forze di polizia locali, che i militari dell'arma e dell'esercito stanno addestrando.
Il colonnello comanda la Traffic Boys - una sorta di polizia stradale, ma con compiti piu' ampi rispetto a quella italiana - e viene considerato uno dei personaggi piu' influenti delle nuove forze di sicurezza di Nassiriya. Degli italiani, ma anche degli americani, dice tutto il bene possibile: ''Tengono alla larga i terroristi'', afferma. Ma subito aggiunge: ''Contro gli uomini di Al Sadr potremmo difenderci anche da soli, ma non abbiamo armi adeguate. Loro hanno mortai e Rpg, noi solo pistole. Per questo chiediamo un armamento piu' pesante''.
Il 30 giugno ci sara' il passaggio di poteri tra la Cpa, l'Autorita' provvisoria della coalizione, e il governo ad interim iracheno, ma la polizia di Nassiriya non prende neppure in esame l'ipotesi che, a partire da quella data, debba cominciare a fare tutto da sola.
''Il 30 giugno? Quello che sara' deciso a Bagdad a noi sta bene - afferma il colonnello Raheem - ma una cosa e' certa: noi vogliamo l'aiuto degli italiani anche dopo quel giorno. Con noi, finora, sono stati bravissimi e gliene siamo grati''.
Il colonnello riceve alcuni giornalisti in un ufficio 'importante', per gli standard locali: aria condizionata al massimo, bibite ghiacciate, foto con i comandanti italiani, un ricordo dell'Msu, l'unita' specializzata multinazionale guidata dall'Arma, un attestato di benemerenza che gli e' stato rilasciato dal corpo dei Marines. Un ufficio che si trova all'interno della scuola di polizia dove i carabinieri stanno addestrando i futuri agenti a fare check point, controllo del territorio, perquisizioni, ordine pubblico: ''sempre nel rispetto del diritto delle persone'', spiega un sottufficiale dell'Arma.
Raheem e' il capo di una struttura che gia' conta 320 agenti, un numero destinato presto a salire. Il governatore iracheno della provincia di Dhi Qar lo chiama al telefono durante l'intervista: i due sono molto in sintonia e quello che dice il colonnello - che faceva l'ufficiale anche ai tempi di Saddam - in linea di massima e' condiviso dai vertici istituzionali locali.
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Dedicato a tutti i disfattisti antimperialisti nazicomunisti collaborazionisti dei terroristi e ai loro compagni di merende della sinistra diessina italiana cattocomunista che predica ancora il ritiro del nostro contingente militare.