21 giugno 2017: San Luigi Gonzaga, confessore, mercoledi infra l'Ottava del Corpus Domini…
“San Luigi Gonzaga, confessore, 21 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
http://www.preghiereperlafamiglia.it...gi-gonzaga.htm
"21 GIUGNO
SAN LUIGI GONZAGA
Castiglione delle Stiviere, Mantova, 9 marzo 1568 - Roma, 21 giugno 1591
Fu tra i Santi che più si distinsero per innocenza e purezza. La Chiesa gli dà il titolo di
"giovane angelico" perchè egli, nella sua vita, assomigliò agli Angeli, nei pensieri,
negli affetti, nelle opere. Nacque da famiglia principesca, crebbe tra gli agi e fu esposto
a moltissime tentazioni nelle varie corti che frequentò ma, con la più rigida modestia
e con la più severa penitenza, seppe custodire così illibato il giglio della sua verginità
da non offuscarlo mai, neppure con un piccolo neo. Non si era ancora accostato
alla prima Comunione che già aveva consacrato a Dio la sua verginità."
"NOVENA A SAN LUIGI GONZAGA
(diffusa da San Giovanni Bosco - testo tratto da: il Giovane Provveduto)
Valida anche per la Pia pratica delle 6 Domeniche in onore di San Luigi:
I Romani Pontefici a fine di accrescere il culto di questo gran Santo concedettero Indulgenza Plenaria a tutti quelli, che santificheranno sei Domeniche consecutive ad onore di Lui. Queste Domeniche possono scegliersi prima o dopo la Festa, o nel corso dell'anno, purchè uno si accosti ai santi Sacramenti della Confessione e della Comunione, e faccia in quel giorno qualche opera di pietà. Questa Indulgenza si può lucrare in ciascuna delle Domeniche suddette, e si può anche applicare alle Anime del Purgatorio."
"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l'ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all'anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra.
Salvatemi Voi, o gran Santo... a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch'io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d'immortalità, soave profumo dell'eterno bacio di Dio."
"ORAZIONE A SAN LUIGI GONZAGA
I. O caro S. Luigi, che emulaste sulla terra la purezza degli Angeli del Cielo, avendo conservato fino alla morte bella e candida la stola della battesimale innocenza, per quel grande amore che portaste a tutte le virtù, e specialmente a quella che rende i giovani altrettanti angeli in carne, impetrateci da Dio una grande purità di mente, di cuore, di costumi, e la grazia di non perdere giammai la sua preziosa amicizia. Gloria.
2. O caro S. Luigi, che ben conoscendo la necessità dell'obbedienza per conseguire l'eterna salute, avete sempre riconosciuto nella volontà dei vostri superiori quella di Dio, sottoponendovi con gioia e prontezza, fate che anche noi vi imitiamo in sì bella virtù, per goderne i meriti con voi in eterno. Gloria.
3. O caro S. Luigi, che sebbene viveste sulla terra una vita da vero angelo di paradiso, pure avete voluto castigare il vostro corpo colla più austera mortificazione, ottenete a noi che abbiamo macchiato le anime nostre da molti peccati, di vincere le nostre delicatezze e di esercitare le opere di vera e sincera penitenza, col sopportare volentieri gli incomodi e i dispiaceri della vita, onde conseguire quel premio eterno, che Iddio misericordioso concede in paradiso ai veri e sinceri penitenti. Gloria."
"ATTO DI CONSACRAZIONE A SAN LUIGI GONZAGA
O angelico S. Luigi, noi ci affidiamo oggi alla vostra protezione e vi eleggiamo per nostro speciale protettore ed avvocato presso Dio. Prostrati ai vostri piedi risolviamo fermamente di adoperarci con tutte le nostre forze per onorarvi ed imitarvi. Da oggi innanzi, noi vogliamo far aperta professione di essere totalmente vostri, di camminare sulle vostre tracce, di imitare le vostre virtù, e specialmente la vostra angelica purità, la vostra profonda umiltà, la vostra perfetta ubbidienza e la vostra carità incomparabile. Tanto promettiamo solennemente a pie' del vostro altare in presenza di tutta la Corte Celeste. Voi però, o gran Santo, otteneteci la grazia di essere fedeli a questa promessa per tutta la nostra vita onde poterci meritare la gloria eterna. Così sia."
"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA PER LA PUREZZA
O Luigi, Santo, di angelici costumi adorno, io indegnissimo vostro devoto, raccomando a voi singolarmente la castità del mio corpo e della mia anima. Vi prego per l’angelica vostra purezza di raccomandarmi all’Angelo immacolato Gesù Cristo ed alla sua Santissima Maria Vergine delle vergini, ed a custodirmi da ogni grave peccato.
Non permettere che io mi imbratti di macchia alcuna di impurità ma quando mi vedrete nella tentazione e nel pericolo di peccare, allontanate dal cuor mio i pensieri e gli affetti immondi e risvegliate in me la memoria dell’eternità e di Gesù Crocifisso, imprimetemi altamente nel cuore un timore santo di Dio; e riscaldatemi di amor divino, fate che, con l’imitare voi in terra, meriti con voi di godere Dio nel cielo.
Amen.
Pater, Ave e Gloria."
"Glorioso san Luigi, che conducesti una vita santa e illibata, tutta dedita
al servizio di Dio, ottienici la grazia di vincere le tentazioni del male
e di conservare sempre puro il nostro cuore.
Tu che consumasti la tua giovane vita a servizio dei fratelli ammalati di peste,
concedici di esercitare con animo generoso la carità verso tutti gli uomini
e in particolare verso coloro che soffrono."
"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA
I. Angelico S. Luigi, che nonostante tu sia nato fra gli agi e le ricchezze del mondo,
con il continuo esercizio dell'orazione, del ritiro e della penitenza, non hai aspirato che ai beni del Paradiso,
ottieni a noi tutti la grazia di guardare sempre con distacco le comodità della vita presente,
al fine di assicurarci i gaudi della vita futura. Gloria al Padre...
II. Angelico S. Luigi, che nonostante tu non abbia mai perso l'innocenza battesimale,
mortificasti sempre la tua carne con i più tormentosi strumenti e con il più rigoroso digiuno,
ottieni a noi tutti la grazia di mortificare tutti i nostri sensi affinché non abbiano a causarci
la perdita del più prezioso tra i tesori, che è la grazia di Dio. Gloria al Padre...
III. Angelico S. Luigi, che piangesti con contrizione così viva le più leggere imperfezioni della tua fanciullezza,
da svenire ai piedi del confessore nell'atto di accusartene, ottieni a noi tutti la grazia di piangere con grande sincerità
le nostre colpe, e di accostarci sempre con le giuste disposizioni al Sacramento della Penitenza. Gloria al Padre...
IV. Angelico S. Luigi, che nella necessità di intrattenerti con i grandi del tuo tempo e di partecipare
ai loro mondani divertimenti, ti sei sempre trattenuto con loro con così grande riserbo
da essere da tutti indicato come un angelo in carne, ottieni a noi tutti la grazia di disprezzare il rispetto umano
e di tenere sempre una condotta che sia edificante per i fratelli. Gloria al Padre...
V. Angelico S. Luigi, che chiamato allo stato religioso, fra tutti gli ostacoli che ti opposero, ti mostrasti fermo e deciso
nel tuo santo proposito, e vi corrispondesti poi così bene da servire da modello per i più perfetti,
ottieni a noi tutti la grazia di seguire sempre con fedeltà e di corrispondere con esattezza alla chiamata divina,
Gloria al Padre...
VI. Angelico S. Luigi, che, consacrato al Signore con voto irrevocabile fin dai tuoi primi anni,
fosti così unito a Dio da non subire mai distrazione nella preghiera, da non soffrire mai tentazioni di impurità,
da essere miracolosamente conservato in vita tra i pericoli di naufragio e di incendio, e da ottenere sempre
tutto quello che chiedevi nell'orazione, ottieni a noi tutti la grazia di evitare tutto quello che potrebbe dispiacere a Dio,
affinché, costantemente protetti da Lui, resistiamo alle tentazioni del nemico e, crescendo nella strada della
giustizia, arriviamo a meritarci, con te, la gloria nel cielo. Gloria al Padre..."
"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA PATRONO DELLA GIOVENTU'
"O San Luigi Patrono della gioventù, rendimi Angelo come sei tu"
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l'ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all'anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra.
Salvatemi Voi, o gran Santo... a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch'io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d'immortalità, soave profumo dell'eterno bacio di Dio."
San Luigi Gonzaga - Sodalitium
http://www.sodalitium.biz/4493-2/
“21 giugno, San Luigi Gonzaga, Confessore (Castiglione delle Stiviere, 9 marzo 1568 – Roma, 21 giugno 1591).
“A Roma san Luigi Gonzaga, Chierico della Compagnia di Gesù e Confessore, chiarissimo pel disprezzo del principato e per l’innocenza della vita, il quale dal Sommo Pontefice Benedetto decimoterzo fu ascritto nel numero dei Santi e assegnato come Protettore speciale ai giovani studenti, e dal Papa Pio undecimo fu solennemente confermato e di nuovo dichiarato Patrono celeste di tutta la gioventù cristiana”.
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l’ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all’anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra. Salvatemi Voi, o gran Santo… a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch’io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d’immortalità, soave profumo dell’eterno bacio di Dio. Così sia.”
Ligue Saint Amédée
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“21 juin 1429 : la triple donation du Royaume de France.”
“21 juin 1791 : arrestation du Roi de France Louis XVI à Varennes.”
“21 juin 1054 : décès de Bruno d’Eguisheim-Dagsbourg, connut comme Pape sous le nom de Saint Léon IX.”
“21 juin : Saint Louis de Gonzague, Jésuite, Confesseur (1568-1591).”
www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Demétria Vergine: fu figlia dei santi Martiri Flaviàno e Dafrósa e sorella della santa Vergine e Martire Bibiàna; ed ottenne, sotto Giuliano l’Apòstata, la corona del martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Vergine e Martire, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Demétria possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”
Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
http://www.radiospada.org
Edizioni Radio Spada - Home
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“21 giugno 2017: mercoledi infra l'Ottava del Corpus Domini.”
“21 giugno 2017: San Luigi Gonzaga, confessore.
Luigi Gonzaga, santo, le ceneri poste in un vaso di lapislazzuli si venerano nella cappella a lui dedicata in S. Ignazio di Loyola a Campo Marzio. Morto nel 1591 a ventitre anni, fu beatificato nel 1605 e canonizzato nel 1726. Precedentemente era sepolto nella Chiesa dell’Annunziata del Collegio Romano, dove ebbe varie sepolture fino al definitivo trasferimento avvenuto il 5 agosto del 1649.
M.R.: 21 giugno - A Roma san Luigi Gonzaga, Chierico della Compagnia di Gesù e Confessore, chiarissimo pel disprezzo del principato e per l'innocenza della vita, il quale dal Sommo Pontefice Benedetto decimoterzo fu ascritto nel numero dei Santi e assegnato come Protettore speciale ai giovani studenti, e dal Papa Pio undecimo fu solennemente confermato e di nuovo dichiarato Patrono celeste di tutta la gioventù cristiana.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ].”
21 giugno
http://www.preghiereperlafamiglia.it.../21-giugno.htm
“GIORNO 21
UMILTA' DI GESU'
21° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare per la gioventù maschile e femminile.
UMILTA’ DI GESÙ
Il Cuore di Gesù si presenta al mondo, non solo come modello di mitezza, ma anche di umiltà. Queste due virtù sono inseparabili, per cui chi è mite è pure umile, mentre chi è impaziente suole essere anche superbo. Impariamo da Gesù ad essere umili di cuore.
Il Redentore del mondo, Gesù Cristo, è il medico delle anime e con la sua Incarnazione volle curare le piaghe dell'umanità, specialmente la superbia, che è la radice di ogni peccato, e volle dare luminosissimi esempi d'umiltà, sino a dire: Imparate da me, che sono umile di Cuore!
Riflettiamo un po' sul gran male che è la superbia, per detestarla e per invogliarci dell'umiltà.
La superbia è la stima esagerata di se stessi; è il desiderio disordinato della propria eccellenza; è la smania di comparire e attirarsi la stima altrui; è la ricerca della lode umana; è l'idolatria della propria persona; è una febbre che non dà pace.
Dio odia la superbia e la punisce inesorabilmente. Cacciò dal Paradiso Lucifero e tanti altri Angeli, rendendoli tizzoni d'inferno, a motivo della superbia; per la stessa ragione punì Adamo ed Eva, i quali avevano mangiato il frutto proibito, sperando di divenire simili a Dio.
La persona superba è odiata da Dio ed anche dagli uomini, perchè costoro, pur essendo superbi, ammirano e sono attratti dall'umiltà.
Lo spirito del mondo è spirito di superbia, che si manifesta in mille modi.
Lo spirito del Cristianesimo invece è tutto improntato all'umiltà.
Gesù è il modello perfettissimo dell'umiltà, abbassandosi oltre ogni dire, sino a lasciare la gloria del Cielo e farsi Uomo, a vivere nel nascondimento di una povera bottega e ad abbracciare ogni sorta di umiliazione, specialmente nella Passione.
Amiamo anche noi l'umiltà, se vogliamo piacere al Sacro Cuore, e pratichiamola ogni giorno, perché ogni giorno se ne presentano le occasioni.
L'umiltà consiste nello stimarci per quello che siamo, cioè un impasto di miseria, fisica e morale, e nell'attribuire a Dio l'onore di qualche bene che in noi riscontriamo.
Se riflettiamo a ciò che realmente siamo, dovrebbe costarci poco il mantenerci umili. Abbiamo forse delle ricchezza? O le abbiamo ereditate e questo non è nostro merito; o le abbiamo acquistate, ma presto dovremo lasciarle.
Abbiamo un corpo? Ma quante miserie fisiche!... Si perde la salute; sparisce la bellezza; attende la putrefazione del cadavere.
E l'intelligenza? Oh, com'è limitata! Come sono scarse le cognizioni umane, davanti allo scibile dell'universo!
La volontà poi è inclinata al male; si vede il bene, si apprezza e tuttavia ci si appiglia al male. Oggi si detesta il peccato, domani lo si commette pazzamente.
Come possiamo insuperbirci se siamo polvere e cenere, se siamo nulla, anzi se siamo numeri negativi davanti alla Divina Giustizia?
Poiché l'umiltà è il fondamento di ogni virtù, i devoti del Sacro Cuore facciano di tutto per praticarla, poiché, come non si può piacere a Gesù se non si ha la purezza, che è l'umiltà del corpo, così non gli si può piacere senza l'umiltà, che è la purezza dello spirito.
Pratichiamo l'umiltà con noi stessi, non cercando di comparire, non brigando per guadagnarci la lode umana, respingendo subito i pensieri di orgoglio e di vana compiacenza, anzi facendo un atto d'umiltà interna ogni qual volta avvertiamo un pensiero di superbia. Si mortifichi la voglia di primeggiare.
Siamo umili con il prossimo, non disprezziamo alcuno, perché chi disprezza, dimostra di avere molta superbia. L'umile compatisce e copre i difetti altrui.
Non si trattino con alterigia gl'inferiori ed i dipendenti.
Si combatta la gelosia, che è la figlia più pericolosa della superbia.
Si accettino in silenzio le umiliazioni, senza scusarsi, quando questo non porta conseguenze. Come benedice Gesù quell'anima, che accetta un'umiliazione in silenzio, per amore suo! Lo imita nel suo silenzio davanti ai tribunali.
Quando si riceve qualche lode, si offra subito a Dio la gloria e si faccia un atto di umiltà internamente.
Si pratichi più che tutto l'umiltà nei rapporti con Dio. La superbia spirituale è pericolosa assai. Non ci si stimi più buoni degli altri, perché il Signore è il Giudice dei cuori; convinciamoci che siamo peccatori, capaci di ogni peccato, se Dio non ci sostenesse con la sua grazia. Chi sta in piedi, stia attento a non cadere! Chi ha la superbia spirituale e crede di avere molta virtù, tema di fare qualche grave caduta, perché Dio potrebbe rallentare la sua grazia e permettere che cada in umilianti colpe! Il Signore resiste ai superbi e li umilia, mentre si avvicina agli umili e li esalta.
ESEMPIO
Minaccia divina
Gli Apostoli, prima che ricevessero lo Spirito Santo, erano molto imperfetti e lasciavano a desiderare riguardo all'umiltà.
Non comprendevano gli esempi che loro dava Gesù e le lezioni d'umiltà, che sgorgavano dal suo Cuore Divino. Una volta il Maestro li chiamò a sè vicino e disse: Voi sapete che i principi delle nazioni le signoreggiano ed i grandi esercitano il potere sopra di esse. Ma tra voi non sarà così; anzi chi vorrà tra voi divenire maggiore, sia vostro ministro. E chi vorrà tra voi essere il primo, sia vostro servo, come il Figliuolo dell'Uomo, che non è venuto ad essere servito, ma a servire ed a dare la sua vita in redenzione di molti (S. Matteo, XX - 25).
Quantunque alla scuola del Maestro Divino, gli Apostoli non si distaccarono subito dallo spirito di superbia, sino a meritarne rimprovero.
Un giorno si avvicinavano alla città di Cafarnao; approfittando che Gesù era un po' scostato e pensando che non li ascoltasse, misero avanti la questione: chi di loro fosse il più grande. Ognuno portava le ragioni del proprio primato. Gesù tutto udiva e taceva, addolorato che i suoi intimi non apprezzassero ancora il suo spirito d'umiltà; ma giunti a Cafarnao ed entrati in casa, domandò loro: Di che cosa discorrevate per via?
Gli Apostoli compresero, arrossirono e tacquero.
Gesù allora si sedette, prese un bambino, lo pose in mezzo a loro e dopo averlo abbracciato, disse: Se non mutate e non divenite come pargoli, non entrerete nel regno dei Cieli! (Matteo, XVIII, 3). Questa è la minaccia che fa Gesù ai superbi: non ammetterli nel Paradiso.
Fioretto. Pensare alla propria nullità, richiamando alla mente il giorno in cui saremo cadaveri dentro una bara.
Giaculatoria. Cuore di Gesù, dammi il disprezzo delle vanità del mondo!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”
21° giorno: Cuore forte - Cuore debole
http://www.stellamatutina.eu/21-gior...-cuore-debole/
“21° giorno: Cuore forte – Cuore debole
CUORE FORTE
La fortezza è la virtù di coloro che affrontano con coraggio difficoltà e pericoli, e anche la morte, per il servizio di Dio e il bene dei fratelli.
Un cuore forte è un cuore virile, generoso e saldo nel sopportare pesi o avversità anche gravi, non esclusa la morte violenta.
Pensiamo al cuore dei Martiri che entrano nell’arena e vanno incontro alle belve feroci per farsi sbranare, pur di non tradire la fede in Gesù che ha detto: «Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima» (Mt 10,28).
Il glorioso san Sebastiano, colpito dalle frecce dei carnefici, cadde ferito gravemente, ma non morì. Venne curato dai cristiani, e si riebbe; ma, lungi dal pensare a una fuga, con cuore intrepido si presentò all’imperatore Diocleziano, e gli disse, vedendolo tremare: «Tu tremi, Cesare. Perché? Temi forse che io nasconda un pugnale sotto la toga? L’unica vendetta dei cristiani è quella di pregare per i loro persecutori e assassini…».
Ma pensiamo soprattutto alla fortezza del Cuore di Gesù, il Martire divino, che si donò all’immolazione per noi, lasciandosi anche trafiggere dalla lancia di Longino. Perché Gesù si volle immolare, e che cosa lo sostenne nell’immolazione? Lo sostenne unicamente l’amore, perché solo l’amore è più forte della stessa morte (Ct 8,6).
Solo la fortezza che deriva dall’amore è intrepida, anche se non temeraria, e rende audaci nella dedizione fino al sacrificio totale. Gesù si è comportato così con noi, e la fortezza dell’amore per la nostra salvezza l’ha sostenuto nel Getsemani, sotto i flagelli, sotto la corona di spine, sotto la condanna al grido di «crocifiggilo» (Mc 15,14), sotto la croce e sulla croce, e continua a sostenerlo nell’Eucaristia come vittima che intercede instancabilmente per noi (Eb 7,25).
Ci vuole un cuore fortissimo per sostenere infedeltà e tradimenti degli amici, oltraggi e bestemmie dai beneficati.
E il Cuore di Gesù non solo sostiene, ma è pronto a perdonare, a dimenticare, a riabbracciare chi ritorna a Lui. Egli è preoccupato unicamente della salvezza dell’uomo, e chi ritorna a Lui, sentirà ripetere da Lui ciò che disse il papà del figliuol prodigo: «Questo figlio era perduto ed è stato ritrovato» (Lc 15,24).
Quando si ama, si è così; più cresce l’amore, più non si guarda che alla persona amata. E quando sappiamo che chi ci ama e chi possiamo amare è una Persona Divina, l’amore può raggiungere una forza che supera ogni limite e ci dona i «folli per Cristo» (1Cor 4,10), capaci di ripetere ciò che diceva l’ardente san Paolo: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?
Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, i pericoli, la spada?… Né morte né vita… ci potrà separare dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù Signore nostro» (Rm 8,35-39).
CUORE DEBOLE
L’uomo è creatura dal cuore debole. L’instabilità e la fragilità, l’egoismo e la viltà hanno molto spesso il dominio del cuore dell’uomo. Anche di fronte agli affetti più sacri, il cuore dell’uomo non promette che una sicurezza relativa.
Quanti affetti umani infranti dall’infedeltà coniugale; quanti impegni sacri profanati dall’abbandono della missione sacerdotale; quanti vincoli di amicizia spezzati dall’instabilità del cuore dell’uomo!
Se il cuore dell’uomo è capace di amare con dedizione senza pari, è anche capace, però, di lasciarsi sedurre da un piacere, da una soddisfazione, da un guadagno immediato.
Un giorno un papà di famiglia chiese al santo Curato d’Ars: «Posso condurre mia figlia al ballo?». «No, amico mio», rispose con decisione il Santo.
«Ma non ballerà», disse il papà. E il Santo, pronto: «Ballerà il suo cuore!».
Proprio così. Il cuore dell’uomo balla molto facilmente di fronte alla seduzione del male.
Sono molti, purtroppo, i cristiani che cedono alle sollecitazioni morbose e spesso immonde del cinema, degli spettacoli televisivi, della stampa e delle mode scandalose.
A volte basta che un amico inviti al cinema osceno o passi una rivista pornografica, e non si ha la forza di opporsi.
Si direbbe che in tanti cristiani ci sia un cuore di coniglio anziché un cuore di soldato del Regno di Dio.
E così, dove c’è un cuore di coniglio, si viene meno anche a doveri assunti con grande impegno e magari con entusiasmo. Pensiamo, ad esempio, a quanti decidono di fare fedelmente i nove primi venerdì del mese in onore del Sacro Cuore. Cominciano per uno, due, tre Venerdì poi un intoppo, una difficoltà che esigerebbe un atto di forza, e invece si interrompe tutto miseramente, perché non si ha il cuore forte.
Eppure la devozione al Sacro Cuore, quando è sincera, rende il cuore nostro simile al Cuore di Gesù: mite e umile, ma anche forte e coraggioso. Santa Margherita dovette avere un cuore intrepido per portare avanti la devozione al Sacro Cuore. Era donna, era sola, con poca salute, senza mezzi, chiusa in un monastero, inesperta, incompresa e malvista per la novità della devozione al Sacro Cuore. Ma l’amore supplisce a tutto. Un cuore pieno d’amore divino può tentare ogni impresa. E il Cuore di Gesù la sostenne fino alla fine, vittoriosamente.
Proposito: Impegno di fare ogni anno fedelmente i nove primi venerdì del mese.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”
Luca, Sursum Corda!