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  1. #11
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    Predefinito Riferimento: 50 Ragioni per l'Indipendenza - di G. Oneto & G. Pagliarini -

    11 - Per preservare le nostre forme di espressione artistica e architettonica

    L'antico retaggio culturale celtico, veneto e longobardo ha generato. arricchendosi nel tempo di apporti esterni, un linguaggio originale di produzione artistica che trova i suoi punti di forza nell'amore per la decorazione, nel racconto fantastico, nelle figurazioni luminose e nel gioioso impiego del colore. Si tratta di una serie di costanti espressive che hanno attraversato tutta la storia dell'arte padana con leggere variazioni nel tempo e nelle diverse aree geografiche del paese. Lo stesso grado di sostanziale omogeneità si riscontra nelle espressioni dell'architettura popolare, le cui svariatissime espressioni locali mostrano - assieme a forti peculiarità formali e a dialetti stilistici derivati dalla cultura del posto - alcuni elementi di forte comunanza: le coperture in pietra o ceppi e, soprattutto, le facciate in intonaco dipinte a colori pastello e riccamente decorate con figurazioni o con finte architetture. E' proprio l'immagine delle facciate dipinte a costituire il più forte elemento di coesione formale e culturale dell'architettura padana, di città e di campagna, di montagna e di pianura: dalla Genua picta alla grande pinacoteca che erano i canali veneziani, dal "Milano dipinto"" alle più sperdute frazioni di collina. Il centralismo italiano si è abbattuto su questi caratteri padani con furia iconoclasta con l'introduzione di stili modernisti e apolidi che hanno volutamente cancellato ogni decorazione, con architetture "di regime" (fascista o post-fascista) derivate da immagini mediterranee e con la deliberata cancellazione di ogni forma di conoscenza del1 *architettura e dell'arte popolare dalle scuole e dalle università. Anche in architettura (e in urbanistica) la penisola è stata forzatamente unificata nel brutto e nell'anonimo.

  2. #12
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    Predefinito Riferimento: 50 Ragioni per l'Indipendenza - di G. Oneto & G. Pagliarini -

    12 - Per riportare colore e allegria nei nostri paesi

    Uno dei più beceri luoghi comuni del razzismo italiano consiste nel descrivere la Padania come una terra triste, uggiosa, nebbiosa e fredda, abitata da gente ingrigita, mutrignosa, chiusa e triste. Per contro, ci sarebbe un Meridione allegro, solare, aperto, pieno di gioia e canzoni. Si tratta di una colossale falsità che confonde l'allegria con la rumorosità e si dimentica della profonda truculenza di certi atteggiamenti, della continua presenza della sofferenza e della morte in una cultura meridionale piena di tragedie, sangue, prefiche, occhiaie, costumi neri, funerali e cantilene lamentose. E' una cultura cupa e piena di sensi di colpa che deriva dai loro antenati Greci e Fenici, dall'influenza musulmana e da una lettura molto mediterranea e mediorientale del Cattolicesimo. Il nostro patrimonio genetico è ancora colino dì caratteri celti e veneti, di popoli che avevano colmato la loro vita di colori, di fantasia, di canti polifonici, di ganasseria spavalda, di grandi bevute, di una visione serena e "normale" della morte e di una notevole allegria di fondo. La chiassosità di quegli antenati è stata mitigata dal carattere chiuso e silenzioso di Liguri e Garalditani e da un modo più europeo di intendere i rapporti sociali nel quale le esplosioni di allegria devono essere incanalate in una ritualità comunitaria e non devono mai ledere i diritti altrui. L'attuale e solo apparente mestizia dei popoli padani deriva dalla loro condizione di assoggettamento culturale, economico e politico e somiglia molto alla tristezza che popoli vivacissimi, come quello Ungherese, mostravano sotto il giogo comunista. Con la ritrovata libertà, questa terra tornerà a essere il paese dei gioiosi convivi, dei cori e delle bande, del carnevale e delle altre feste più antiche, il paese dei bardi, dei menestrelli e dei mille colori nel quale torneranno a convivere serietà e allegria.

  3. #13
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    Predefinito Riferimento: 50 Ragioni per l'Indipendenza - di G. Oneto & G. Pagliarini -

    13 - Per ripristinare la qualità dell'ambiente

    Da sempre le aspirazioni all'indipendenza politica sono strettamente legate all'amore per la propria terra e al desiderio di vederne preservate le risorse e le qualità ambientali. Ogni cultura ambientalista seria non può che essere anche autonomista giacché le due cose sono inscindibili perché solo chi è libero e padrone della propria terra la può gestire nella maniera più oculata e amorevole. Costituisce anzi uno dei caratteri più odiosi di ogni potere coloniale quello di sfruttare i territori altrui degradandone ogni valenza e qualità ambientale. Oggi il territorio padano si trova proprio in queste condizioni di devastazione e di degrado a causa di un regime oppressivo e foresto che vive sul lavoro della Padania e che non si preoccupa di lenire nessuna delle devastazioni che sono conseguenti alla concentrazione di produzione. Oggi il territorio dei popoli padano-alpini viene devastato da un eccesso di presenza umana e da una concentrazione enorme di attività produttive. Talune aree hanno densità abitative e strutture da terzo mondo ma su queste aree il regime italiano continua a indirizzare un flusso di immigrazione più o meno clandestina che aggrava le già precarie condizioni ambientali complessive. Le grandi ricchezze qui prodotte vengono poi investite in larghissima parte altrove e non impiegate, come avviene in tutti gli altri paesi fortemente industrializzati, a mitigare gli impatti sull'ambiente che inevitabilmente derivano da una forte attività di produzione, specialmente se svolta in condizioni infrastrutturali inadeguate. In altre parole, qui si deve produrre tanto e a basso costo per soddisfare l'esoso fisco italiano che non reinveste quasi nulla sul posto e che dilapida altrove le nostre ricchezze. Solo con l'indipendenza, la Padania potrà riacquistare il completo controllo delle sue ricchezze e impiegarle nella misura necessaria a rimediare alle devastazioni ambientali. La Padania libera dovrà addirittura porsi all'avanguardia della cultura ambientalista con il riutilizzo produttivo delle aree di collina e di montagna, con il decongestionamento delle aree urbane, con grandi investimenti per la qualità dell'ambiente e per il sistematico rimboschimento del suo territorio: essa tornerà veramente a essere una grande valle verde.

  4. #14
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    14 - Per liberarci dalla criminalità organizzata

    La mafia, la camorra e tutte le altre strutture di criminalità organizzata sono fenomeni tipicamente italiani del tutto estranei alla cultura della Padania che non ha mai generato niente del genere neppure nei momenti economicamente e socialmente più difficili della sua lunghissima storia. Fenomeni come il racket e i rapimenti sono del tutto sconosciuti alla nostra mentalità. La criminalità organizzata è penetrata nei nostri paesi solo dopo l'unità d'Italia e grazie alla connivenza e alla complicità del potere politico romano. Essa sta oggi soffocando le nostre comunità distruggendone le capacità economiche e imponendo con la violenza metodi di oppressione contro cui la nostra società non può difendersi perché è stata privata di ogni strumento: la magistratura, la polizia e il potere politico sono infatti in mano a gente foresta che proviene dalle stesse aree geografiche che hanno generato e tollerato i fenomeni malavitosi e che deve la sua posizione (e i suoi privilegi) all'esistenza stessa dello stato italiano di cui sono anche nel caso degli uomini più onesti - costretti ad accettare ogni inefficienza e compromissione. Solo l'indipendenza della Padania potrà liberare la nostra gente dall'abbraccio mortale dei tentacoli della malavita attraverso l'opera di magistrati e gendarmi padani, di cultura padana e impermeabili a ogni infiltrazione mafiosa e tendenza alla collusione. Le stesse organizzazioni mafiose se non si troveranno più a operare all'interno della stessa struttura statale cui sono legate da un patto di mutua sopravvivenza ma saranno lontane dai loro covi di origine, separate da una barriera ancora prima culturale che giuridica e dovranno muoversi in un ambiente ostile, fra gente nemica dei loro metodi e lontana dalla mentalità che le ha generate e fatte crescere.

  5. #15
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    15 - Per l'ordine e la sicurezza

    La malavita (grande o spicciola, organizzata o non) che opera in Padania è quasi completamente di importazione italiana o extracomunitaria. La percentuale dei condannati e dei galeotti nati in Padania è largamente minoritaria e riguarda nella grande maggioranza dei casi i reati meno violenti e più tipici delle società post-moderne. Si può affermare che la gestione della giustizia in Padania sia un fatto reso del tutto estraneo alla nostra gente: poliziotti, magistrati, funzionari di Tribunale, avvocati e guardie carcerarie sono in larghissima parte meridionali e i reati sono commessi in ampia misura da foresti e da stranieri extracomunitari. Oltre che dalla grande criminalità organizzata, la Padania è oggi impestata da uno stillicidio di reati commessi da un esercito di balordi, sbandati, drogati, piccoli delinquenti e mascalzoni abituali che rendono insicure le nostre strade ma anche le nostre stesse case. Si tratta di misfatti che sono particolarmente odiosi perché sono commessi contro la gente comune, contro i più deboli, contro tutti i cittadini che non sono difesi e a cui è impedito di difendersi da uno Stato inefficiente, spesso corrotto e a volte in aperta combutta con la criminalità. A volte il lassismo italiano è frutto di precise scelte politiche, come nel caso della accettazione degli immigrati clandestini e degli zingari cui vengono concessi la più totale immunità e addirittura congrui sussidi economici. Solo la presenza di una magistratura e di una polizia padane, con leggi fatte da una Padania indipendente potranno ridare sicurezza e serenità a popoli tornati padroni a casa loro e liberi di vivere secondo le proprie usanze costruite sull'abitudine al lavoro, sull'onestà e sul rispetto scrupoloso della legalità.

  6. #16
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    16 - Per una giustizia migliore

    Il termine di "giustizia" ha perso in Italia il suo più vero significato. Oggi ottenere giustizia è difficile ed è quasi impossibile farlo entro limiti di tempo civili. Le cause normali arrivano a durare decenni e solo quelle dei potenti hanno qualche possibilità di concludersi in tempi ragionevoli. Le sentenze hanno l'aspetto di declamazioni iniziatiche, di trucchi procedurali e non c'è fiducia nella giustizia pubblica. La nostra gente si sente (ed è) vittima di cavilli, di legulei verbosi e inconcludenti, di formule ermetiche che non capisce e che sicuramente non rispondono alle sue esigenze e alle necessità di ogni società civile. Il diritto romano che aveva già il vizio di origine di favorire non già la ricerca della verità ma l'abilità dialettica e procedurale si è ulteriormente degradato in una visione bizantina e borbonica della giustizia che ha perso di vista da tempo il suo vero scopo primario che è quello di scandire sulla base della "amministrazione della giustizia" i ritmi della vita comunitaria. La nostra gente si sente avviluppata da un sistema truffaldino di parole e inganni che è forse adatto all'italica assuefazione all'imbroglio o alla mediterranea tolleranza per le pulsioni a delinquere ma che si scontra con la mentalità europea dei Padani cui meglio si adatterebbero le consuetudini giuridiche longobarde o sassoni fatte di pragmatismo, chiarezza e certezza delle sentenze. Con l'indipendenza, la Padania ha l'occasione di darsi delle leggi semplici e chiare, di cancellare il macchinoso apparato legislativo italiano (fatto di 200-300mila leggi e leggine) e di ridare alle proprie genti una giustizia efficiente e credibile.

  7. #17
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    17 - Per risolvere il problema degli extracomunitari

    L'Italia non ha nessun interesse a risolvere il problema dell'immigrazione clandestina le cui nefaste conseguenze sono in larga parte scaricate sui popoli padano-alpini. Il regime catto-mafio-comunista che la governa vede nell'invasione extracomunitaria l'occasione di loschi affari economici, di rivalse elettorali anti-padane (il voto degli stranieri), di perturbazioni sociali da cui ha sempre sperato di trarre vantaggi politici; in particolare gli stranieri (meglio se irregolari) sono la scusa per il mantenimento in vita di organizzazioni di assistenza sovvenzionate con denaro pubblico, sono fonte di reclutamento di manovalanza per la criminalità organizzata e sono l'occasione per saldare vecchi debiti politici (contratti con i vecchi regimi comunisti o con i paesi islamici) nati da poco chiare transazioni e mediazioni economiche o da appoggi di vario genere. Nell'invasione straniera, le forze politiche anti-padane e unitariste vedono una forma di edulcoramento delle identità popolari e la distruzione di tessuti sociali antichi e vitali. La società multirazziale che caldeggiano non è che la naturale continuazione della criminale politica di annullamento delle culture locali a vantaggio di una identità italiana artificiale e innaturale. La Padania indipendente si baserà sul fondamentale riconoscimento delle identità locali che dovranno essere difese da ogni tentativo di disgregazione. Saranno da noi benvenuti e tutelati tutti gli stranieri che metteranno a disposizione della comunità la loro voglia di lavorare. In Padania entrerà però solo chi sarà in regola con le disposizioni di legge e se ce ne sarà effettivo bisogno. Infatti finchè ci sarà un solo padano senza lavoro non dovrà entrare nessuno straniero.

  8. #18
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    18 - Per disporre di un sistema di infrastrutture moderno ed efficiente

    Pur disponendo del prodotto interno lordo (PIL) procapite tra i più elevati dell'Unione Europea, la Padania vive in una situazione fisica da terzo mondo con un patrimonio infrastrutturale vecchio e cadente, che costituisce un aggravio aggiuntivo ai costi di produzione. L'Italia investe da decenni i soldi drenati in Padania in infrastrutture inutili e faraoniche nel Meridione e non provvede alla costruzione di opere essenziali alla vita delle nostre comunità. Così, si costruiscono strade e autostrade nel sud dove non ce n'è alcuna necessità, si progetta un megalomane ponte sullo Stretto di Messina e nelle regioni padane si viaggia su strade strette, antiquate, intasate fino all'inverosimile e si richiedono pedaggi esosi per tratte autostradali dove ci si muove a passo d'uomo. Lo stesso vale per le ferrovie e per gli aeroporti, ma anche per la rete telefonica, per i sistemi di cablaggi, per le comunicazioni via etere e - peggio del peggio - per i servizi postali. Nella Padania indipendente il sistema stradale e autostradale sarà razionalizzato e potenziato per permettere spostamenti di uomini e merci con rapidità, i pedaggi saranno aboliti o concentrati in un unico pagamento su modello svizzero, e saranno raddoppiate e modernizzate le principali linee ferroviarie. Questo è sempre stato un paese all'avanguardia nelle ricerche e nelle applicazioni tecnologiche e l'indipendenza gli permetterà di tornare al passo con i paesi stranieri più avanzati.

  9. #19
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    19 - Per mettere fine a ogni forma di razzismo contro i Padani

    Oggi i popoli padano-alpini sono l'oggetto di continui attacchi e discriminazioni di stampo razzista. Questo avviene sotto forma di calunnie sistematiche che tendono a mostrare i popoli meridionali come intelligenti e colti e quelli padani come un'accozzaglia di ignoranti e sottosviluppati buoni solo a lavorare e a pagare le tasse. Il Sud, si dice, è un paese dalla civiltà millenaria e dalla profonda cultura, mentre la Padania è una plaga poco più che barbara, appena rischiarata dal faro della civiltà mediterranea. Sui giornali e nelle televisioni, frotte di presentatori grassocci, di giornalisti saputa e di filosofi arroganti non perdono occasione per insultare i popoli padani e per esaltare l'intelligenza e la furbizia mediterranea. Questo atteggiamento razzista ha un suo corollario pratico nei risultati dei concorsi pubblici e nell'assegnazione di posti di lavoro e di privilegio: i laureati nelle università meridionali hanno inevitabilmente voti più alti, nei ministeri, nei posti di comando, nelle redazioni dei giornali e dei telegiornali vengono spediti quasi solo meridionali più furbi (e raccomandati) dei Padani. Lo stesso vale anche per tutti i posti che non richiedono necessariamente particolari doti intellettuali o speciale erudizione: ma anche lì, fra carabinieri, postini e tranvieri, continuano a prevalere membri della razza ritenuta superiore. Solo l'indipendenza della Padania può porre fine a questa situazione discriminatoria: utilizzeremo al meglio innanzi tutto la nostra gente e le graduatorie dei concorsi saranno finalmente compilate sulla base di meriti effettivi e non in funzione del luogo di nascita o dell'etnia di appartenenza.

  10. #20
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    Predefinito Riferimento: 50 Ragioni per l'Indipendenza - di G. Oneto & G. Pagliarini -

    20 - Perché non ci piace essere chiamati mafiosi

    Ogni volta che si ha a che fare con degli stranieri che non ci conoscono personalmente, c'è il concreto pericolo, in quanto cittadini italiani, di venire scambiati per mafiosi. U idea che in giro per il mondo si ha degli Italiani è infatti quella di un popolo di camorristi, mandolinisti, traditori, ladruncoli e mangiatori di spaghetti: ovunque si raccontano barzellette sulle doti di "eroismo" dell'esercito italiano, sull'abilità di maneggiare coltelli e grimaldelli e sull'agilità di "cambiare alleanze" degli abitanti della penisola. Questo è il frutto di poco edificanti episodi storici dell'ultimo secolo, del comportamento di tanti emigrati mediterranei e della pessima stampa che gli Italiani stessi si sono costruita. Nei paesi dove c'è stata una forte emigrazione di genti padane è sempre sufficiente specificare la propria regione di provenienza per vedere radicalmente cambiati giudizi e atteggiamenti ma in tutti gli altri posti occorre ogni volta cimentarsi in laboriose disquisizioni per spiegare la differenza fra i vari tipi di popoli che sono conosciuti in giro come "italiani". Sono inconvenienti che non capitano di certo a Ticinesi, Monegaschi o a cittadini di San Marino. Sono guai che non capiteranno neppure più ai cittadini della Padania quando questa sarà indipendente: essi saranno accolti come gli abitanti di un paese civile e rispettabile, come uno dei paesi più colti e prosperi del mondo.

 

 
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