verifica di governo

[brunik]

LO SFREGIO


13.37 - GOVERNO: MARONI, ALLE URNE SE UDC VOTA CON SINISTRA SU RAI. "Se oggi l'Udc vota con la sinistra in Commissione di Vigilanza vuol dire che questa maggioranza non è più compatta. E Berlusconi dovrà prenderne atto". Lo dice il ministro del Welfare, Roberto Maroni, affermando che se i centristi continuassero nel loro atteggiamento "ci si dovrebbe preparare a tornare alle urne". "Nessuno - sottolinea Maroni - potrebbe pensare di durare due anni in questo modo. Berlusconi deve uscire e in tutta fretta dalla palude in cui qualcuno vorrebbe tenerlo...".

14.25 - RAI: VIGILANZA APPROVA MOZIONE UDC. La commissione di Vigilanza sulla Rai ha approvato, con 21 voti favorevoli (16 i contrari), la mozione dell'Udc che prevede il rinnovo dei vertici Rai non oltre il 30 settembre. A favore hanno votato i parlamentari delle opposizioni e dell'Udc; contrari deputati e senatori di Fi, An e Lega nord.

14.30 - ROMANI (FI): "VOTO SU RAI FATTO POLITICO GRAVE". "Un fatto politico grave". Così Paolo Romani (Fi)commenta l'esito del voto in Vigilanza rai.

14,30 - MARONI: "BERLUSCONI PRENDA ATTO CHE MAGGIORANZA NON C'E'". "Prenda atto Berlusconi che la maggioranza non c'è, che non ha una maggioranza, che non si può realizzare un programma ambizioso come quello che ha illustrato stamattina". Lo dice Roberto Maroni, raggiunto telefonicamente dopo l'approvazione in vigilanza rai della mozione dell'Udc. In precedenza, il ministro leghista aveva sottolineato che se l'Udc avesse votato con la sinistra , si sarebbe dovuti andare a elezioni anticipate. "E' un problema politico molto serio - aggiunge Maroni - che mette in discussione la possibilità di realizzare il programma ambizioso che Berlusconi ha illustrato stamattina. Oggi valuteremo che cosa succederà".



VAI MARONI, FACCE VEDE COME ANCHE STAVOLTA PRENDI ATTO E TI RIMANGI TUTTO

[Paolo Arsena]

Comunque vada ci va di lusso: tutto subito, o lento logorìo e caporetto finale.

[brunik]

Dichiarazioni del Presidente del Consiglio

18,10 - BERLUSCONI, CHI NON SALTA COMUNISTA E'. "Chi non salta comunista è" urlano alcuni manifestanti fuori da Montecitorio e il Presidente del Consiglio, appena uscito dalla Camera dove si è svolto il dibattito sulle dimisssioni di Tremonti, subito risponde al richiamo e... salta.

18,15 - BERLUSCONI, LA SINISTRA SI BASA SULLA MENZOGNA. "Si fondano sulla menzogna, sul ribaltamento della realtà, sull'odio, sull'insulto nei confronti degli avversari. Sono due modi di concepire la politica che sono assolutamente opposti". Lo ha detto a Montecitorio ai giornalisti il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, riferendosi ai commenti dell'opposizione al suo intervento.

[Alberich]

[Paolo Arsena]

Ho sbagliato la previsione, pregustando la crisi di governo per lunedì scorso. Vabbè ci ho provato.
Però, una riflessione su quanto sta accadendo nel centrodestra appare doverosa.

Posto che la partita non si è ancora conclusa e che dalla Lega potrebbero nascere strascichi velenosi, Berlusconi ha finora ottenuto una vittoria di Pirro. Ora, salvo imprevedibili colpi di scena, è destinato al lento logorìo.
Questo scenario, oltre a ravvivare le naturali aspettative di rivalsa nel centrosinistra, abbozza sullo sfondo ipotesi piuttosto inquietanti. Vediamo quali.

Berlusconi rappresenta una specie canina che non molla l'osso, nemmeno sotto tortura. Lo ha sempre dimostrato e ne ha dato prova e conferma anche in quest'occasione, dove con una piroetta tattica ha gabbato tutti i suoi alleati, fingendo di accontentarli e poi lasciando tutto com'era. In particolare Fini, dovrebbe aver difficoltà ad alzare lo sguardo, se non avesse quella faccia tosta che somiglia tanto ad un fondoschiena un po' smunto e avvizzito. Fini ha perso su tutta la linea: un anno e passa di tormentate proteste, la richiesta petulante di una verifica, un intero apparato famelico di poltrone e di ministeri da soddisfare, l’autocandidatura (un po’ avventata e presuntuosa) a supervisore della politica economica; poi, al momento buono, niente svolta politica (le dimissioni di Tremonti sono state solo uno specchietto per le allodole, considerato il sostituto Siniscalco), una verifica che, invece di assegnargli il ruolo di mattatore, lo ha visto nei panni dello struzzo, niente rimpasto (i colonnelli bramosi sono rimasti a bocca asciutta), niente supervisione economica. A questo proposito, il siparietto di qualche giorno fa è stato uno dei passaggi più comici della scena politica degli ultimi anni. Ma come? Tanto scalpitare, tante scuole serali di riparazione, tanto vociare su una responsabilità di Fini ad incidere sulla politica economica del Paese, e poi, nel momento in cui gli viene offerto niente popò di meno che il Ministero dell’Economia, il leader di An fa il timido, lo schizzinoso, il fifone. Sembrava lo scolaretto che si nasconde sotto il banco sperando che la proffa non lo interroghi…. Certo, dev’essersi rotolato dal ridere in abbondanza il buon Tremonti, all’idea che un reduce dal corso Cepu in economia prendesse le redini dei conti italiani in un passaggio così difficile e delicato per il mondo intero…. E diciamo pure che tutti noi abbiamo scampato la brace dopo la padella.
In apparenza ha perso anche Follini, sebbene la sua partita abbia tempi più lunghi e strategie di più ampio respiro, e si debba considerare ancora in pieno svolgimento.
Appare indebolita pure la Lega, che dopo l’uscita di scena di Bossi, vede ora a forte rischio anche la devolution.
Dicevo dunque, che lo scenario all’orizzonte è a tinte fosche. E’ chiaro che con una maggioranza così cronicamente sgangherata, il Cavaliere può solo puntare a tirare a campare il più possibile, arrivando però all’appuntamento elettorale sfiancato e supino, pronto a ricevere la mazzata finale, che intonerebbe il “de profundis” della sua esperienza politica. Un altro direbbe: okay mi sono divertito, ho governato cinque anni (se ci arriva), ora mi godo le mie ricchezze in serenità. Lui no. Non è il tipo. Non molla il potere così facilmente. Troverà dunque il modo di superare l’ostacolo elettorale, di blindare il suo governo, anche a costo di forzare ulteriormente la nostra democrazia. I mezzi ce li ha tutti e li sa usare, come sempre. I veicoli d’informazione anzitutto, ma anche un apparato di potere oramai consolidato, un partito comunque forte e asservito, una masnada di avvocati rapaci, l’appoggio americano, una villa-fortezza in Sardegna che fa invidia alle regge-bunker di Ceausescu e di Saddam.
Insomma, conoscendo il personaggio, e sapendo che ha parecchi colpi proibiti in canna, c’è il timore che, sentendosi perduto, non esisti a spararli tutti fino al botto finale.
Stiamo bene in campana dunque, e teniamo d’occhio la situazione. Pronti a denunciare qualsiasi tentativo di distorsione delle istituzioni, dello Stato di diritto, delle nostre regole democratiche. Attenti alle prossime leggi ad personam, attenti ai lavori abusivi in Sardegna, attenti al rispetto per la Costituzione. Massima allerta a 360 gradi. E nel frattempo l’Ulivo si prepari ad una federazione tra i quattro partiti, ma abbia anche il buon senso di presentarsi alle elezioni nel modo più proficuo ed efficace. E soprattutto con un programma serio.


P.S. Un ultimo appunto sulla Repubblica delle Banane. Il magnate di Arcore sta trasformando il nostro Paese in uno Stato che somiglia molto al modello sudamericano. Un plutocrate al potere, una politica fiscale che avvantaggia l'élite danarosa e squilibra ulteriormente le classi sociali, una conduzione dell'economia disastrosa per le casse dello Stato e vòlta solo al mantenimento del potere, sì da ridurre i cittadini in povertà. Non si tratta di esagerare, le statistiche e i numeri parlano chiaro. D'altronde l'effetto-euro è stato così macroscopico solo in Italia, e probabilmente non tanto per disattenzione e incompetenza, ma per lucido calcolo.
Insomma, siamo in uno Stato in cui vige la disinformazione, il culto della persona, e la sostanziale perpetuazione di un potere mediatico e oligarchico.
Questa è la strada che l'Italia di Berlusconi ha imboccato, dopo tre anni di stupri e di scempi.

[Alberich]

Umberto Bossi sceglie l'Europarlamento

Il leader leghista lascia la Camera dei deputati e il governo
Imbarazzo al consiglio federale della Lega Nord. Necessarie elezioni suppletive per Montecitorio nel collegio Milano 3
MILANO - Doppie dimissioni di Umberto Bossi. Il leader leghista ha scelto infatti di far parte dell'Europarlento e contemporaneamente ha inviato le dimissioni da deputato a Montecitorio ma lascia anche l'incarico governativo di ministro per le Riforme.
Con le dimissioni di Bossi da deputato si rendono necessarie elezioni suppletive nella circoscrizione III (Lombardia 1) nel collegio di Milano 3.

LA LEGA NON CONFERMA - La notizia non ha trovato conferme né smentite al consiglio federale della Lega nord, riunito lunedì mattina a Milano. «Non è stato Maroni a dirlo», assicura il portavoce Gianluca Savoini. Il ministro al suo arrivo non ha rilasciato dichiarazioni. La conclusione del consiglio federale è attesa per le 16. Al suo arrivo alla sede della Lega il ministro Castelli sull'ipotesi di dimissioni di Bossi aveva detto: «Tutte le possibilità sono aperte».
A Roma il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, comunicherà l'elenco dei parlamentari che lasceranno il loro incarico optando per il Parlamento europeo e tra questi nomi figurerà anche quello del leader della Lega nord.

da: www.corriere.it

[brunik]

[kid]

a tutti gli effetti era più semplice far vuori il premier e risparmiare i ministri, come insegnò l'Ulivo nel '96.

[echiesa]

Interni, Riforme ( BOSSI), Economia ed Esteri......cavolo, per farlo saltare i comunisti del polo hanno scelto il sentiero di Ho Ci MIN...ed il bello è che fanno finta di nulla
saluti
echiesa

[kid]

è che berlusca resiste.