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  1. #1
    PaleoLibertario Cattolico
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    Thumbs up Il movimento dei Verdi-Verdi a favore dell'ecologia di mercato

    Sono davvero molto contento, perchè l'intervento che segue è preso dal sito dei verdi-verdi www.verdiverdi.it e finalmente trovo menzionata l'ecologia di mercato e l'ambientalismo liberale, un grande passo in avanti verso lo smascheramento dei verdi-sole che ride, che sono in realtà rossi.

    Saluti



    Dal sito www.verdiverdi.it

    La cultura e la politica ambientale dei "verdi del sole che ride" e' segnata da una forte caratterizzazione statalista, dirigistica, vincolistica. Una cultura che vede nella libera impresa, nell'affermazione e nella pratica dello Stato in senso liberista ed imprenditoriale, qualcosa da combattere. Un'opinione diffusa che ha attribuito al sistema industriale nel suo complesso la responsabilita' del degrado ambientale. Una concezione morale che ha esaltato la convinzione che "pubblico e' meglio".
    E' il momento di promuovere una cultura Verde che offra un elemento in più di natura culturale e programmatica e contestare radicalmente la validita' teorica dell'attuale politica ambientalista (oltre che la sua inefficienza pratica)

    Il risultato di quest'impostazione e' lo statalismo ambientale , la pianificazione centralistica del territorio, e quel bizantinismo legislativo , che ha contribuito a produrre l'illegalita' ambientale diffusa.

    I sottoscrittori di questo documento , dicono basta a questo conservatorismo di un certo ambientalismo miope e conservatore e propongono un ambientalismo umanistico basato sulla liberta', sulla gestione locale dei beni ambientali e culturali e sull'ecologia di mercato.

    I sottoscrittori di questo manifesto appello ritengono che una moderna politica ecologica non puo' che basarsi sulla liberta', all'interno di regole che garantiscano qualita' ambientale e governo del territorio. Ritengono inaccettabile la gestione centralistica e statalistica dei temi ecologici ed ambientali , affrontabili concretamente solo con un federalismo , che responsabilizzi direttamente le regioni e soprattutto i comuni.

    Ritengono lo Stato dirigista e pianificatore fallimentare nella gestione dei beni ambientali e culturali. Grazie alla logica di mercato, si attivano processi di innovazioni tecnologiche. Solo procedendo alla privatizzazione dei beni ambientali e culturali, alla estensione del diritto di proprieta' a tutta una serie di risorse ecologiche, si potra' superare lo squallore ed il degrado dei beni collettivi.

    Ritengono che una politica ambientale su basi liberali non possa prescindere da una politica del Sud, che si deve basare su una nuova dinamica dello sviluppo , che renda il territorio, con le sue potenzialita' agricole, turistiche, culturali, il laboratorio principale dello sviluppo sostenibile.

    Ritengono che una nuova cultura e politica ambientale possa diventare uno dei fattori fondamentali per il rilancio dell’economia , per la riduzione del debito pubblico , per la creazione di nuove imprese e posti di lavoro , e che occorra , da subito ,realizzare un nuovo patto fra sviluppo economico e compatibilità ambientale.

    Ritengono che un ambientalismo non ideologico, massimalista, integralista, debba porsi nei riguardi della caccia, del nucleare, della questione dei rifiuti ecc., in modo realistico e politicamente compatibile. Sono quindi per una caccia di ECO-COMPATIBILE , per superare i dieci anni di moratoria sul nucleare civile , per la massima valorizzazione e l'utilizzo, nel campo dei rifiuti, dei termodistruttori con recupero di energia. Per una gestione dei parchi in chiave economica e non assistita, per l'utilizzo delle risorse naturali, nel loro pieno rispetto e valorizzazione, come risorse economiche per un nuovo sviluppo di impresa, di profitto, di nuovi posti di lavoro per la gente, per la gestione privata della gran parte delle risorse naturali e culturali.

    Ritengono infine che il sistema capitalistico abbia prodotto piu' innovazioni favorevoli di qualunque altro sistema economico-sociale, tenuto conto del benessere assicurato.

    Ma respingono fermamente un capitalismo selvaggio , che produce solo danni e non risolvono alcun tipo di problema, nemmeno finanziario.

    E respingono una politica ed una cultura esclusivamente incentrate sul progresso materiale.

    Il progresso deve essere compatibile con i valori e le esigenze spirituali, morali e culturali degli individui e delle comunita'. La persona umana e' il centro e il fine, anche dell'ecologia.

    Un'ecologia umanistica deve assumere la ricerca del bene comune, della bellezza, di un nuovo senso civico e morale della vita, dello Stato. Una nuova identita' politica incentrata sull'unita' nazionale nelle diversita'. La priorita' della vita, dell'uomo, dell'ambiente sul profitto e sul denaro.

    Il mercato e' tale e positivo, solo se e' regolato, con regole certe e vincolanti per tutti, che assicurino davvero la "libera concorrenza", contro ogni rendita parassitaria e posizione di monopolismo.

    E l’impresa ed il profitto sono legittimi e positivi , se regolati e temperati dalle esigenze della solidarietà tra le persone e ancor più tra le generazioni.

    Sull'ecologia umanistica PONIAMO LA NOSTRA ATTENZIONE, nel riconoscimento dei comuni valori: la centralita' del ruolo della persona umana, contro ogni naturalismo, animalismo e fondamentalismo, ma anche oltre l'individualismo economicistico.

    Ci rivolgiamo alle associazioni ambientaliste perche' recuperino la loro autonoma iniziativa culturale e alla strumentalizzazione politica dei "verdi del sole che ride", e riprendano con forza la loro funzione educativa e promozionale nel Paese e nelle istituzioni.

    Ci rivolgiamo al mondo delle imprese, perche' si realizzi finalmente l'alleanza tra sviluppo economico e benessere ambientale.

    Ci rivolgiamo agli uomini della cultura e della scienza, e della tecnica perche' escano allo scoperto, assumendo le proprie responsabilita' di fronte all'opinione pubblica.

    Ci rivolgiamo soprattutto alle famiglie, ai giovani, e alle donne e agli uomini che si ritrovano in questi valori, principi e proposte perche' aderiscano al nostro appello .

    Crediamo che l’ambientalismo liberale debba combattere l’ecologismo radicale che alle soglie dell’anno 2000 rappresenta il vecchio sotto mentite spoglie.

    Ma la reale contrapposizione tra l’ambientalismo liberale e l’ambientalismo radicale è nel modo di intendere il rapporto con la natura che per quest’ultimi è in totale contrapposizione con l’uomo. L’uomo è visto come il primo nemico della natura , il ritorno alla natura potrà essere reso possibile solo con la sconfitta dello stesso.

    Enunciati il pensiero dominante dell’ecologismo radicale , capiamo allora il perchè all’interno di questa magmatica galassia verde si muovano tutta una serie di filosofie e culture che soprattutto nel mondo dei giovani , per mancanza di proposte serie stanno sempre più radicandosi e prendendo piede , sottovalutandone il rischio.

    L’ambientalismo liberale rifiuta tale visione biocentrica , perchè annulla tutte le scienze positive e la stessa ragione umana , critica fortemente l’animalismo e la sua carta dei diritti degli animali , perchè il rapporto tra uomo e natura non può essere codificato , ma esiste al di fuori perchè è nell’ordine naturale delle cose. Pertanto rifiuta tutte quelle filosofie e culture che si rifanno al culto di Gaia. Rifiuta la New Age come nuova religione che in una visione esoterica e occulta propone ai suoi adepti il contatto vitale con la natura ed il cosmo , in un mondo dove la coscienza prevale sulla materia , l’emozione sulla ragione.

    Combattono fortemente questo nuovo modello culturale che trova nel seguente slogan “Se non trovate alcuna risposta nè nell’ambito religioso , nè nella scienza , nè nella tecnica , allora il vostro posto è tra di noi , nel New age” il suo motivo ispiratore. Rifiuta la concezione malthusiana dell’uomo inteso come essere semplicemente biologico , che come animale è sottoposto a semplice istinto , concependo un suo miglioramento solo attraverso l’igiene razziale e l’eugenetica.

    Da tutti gli uomini di coscienza deve partire un forte appello , poichè il prodigarsi e diffondersi di questa nuova cultura sarà inversamente proporzionale al grado di risposte si sapranno dare. Difatto in una società dove il materialismo esasperato ha prodotto effetti devastanti nelle coscienze dei giovani , tale proposta in una società di consumismo avido e disincantato , di yuppismo rampante trova proprio tra i giovani alla ricerca di una propria dimensione , sempre più adepti.

    Noi che crediamo non in un ritorno alla natura come annullamento dell’uomo , ma in un ritorno alla natura come riscoperta di un equilibrio tra uomo e creato per una dimensione che non abbia nel materialismo i suoi principi primi , ma in un recupero di valori ed insegnamenti che possano ridare all’uomo stima e fiducia di se stesso , ci appelliamo a tutti gli uomini alla ricerca della verità di dare voce e corpo , affinchè tale messaggio non cada invano.
    Anarcho-capitalist

  2. #2
    Ospite

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    Ma adesso non prendiamoci in giro, questi verdi verdi sono solo una lista civetta per raccattare qualche voto dei più famosi verdi rossi, lasciamo perdere i discorsi programmatici di chi si presenta in realtà con simboli elettorali per confondere gli elettori.

  3. #3
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    E' bastata la parola mercato a innervosirlo

  4. #4
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    i verdi esistono gia, questi sono finti verdi
    non hanno neppure protestato per la villa di berlusconi in sardegna
    .......della serie se il danno all'ambiente lo fa la destra va bene, tutti gli altri no
    ecco chi sono i verdi verdi

  5. #5
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    Originally posted by ARI6
    E' bastata la parola mercato a innervosirlo
    In realtà innervosisce anche me.
    Hai letto cosa propongono? La privatizzazione demaniale, in sostanza.
    Ora, conosco vagamente il tuo punto di vista sulla vicenda, ma converrai che al di fuori dei discorsi teorici attuare una cosa del genere in Italia vuol dire daer il via libera alle speculazioni edilizie, più che alla tutela da parte dei privati.
    Insomma una proposta che di verde non ha nulla, a parte il colore delle banconote da 100.

  6. #6
    PaleoLibertario Cattolico
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    Originally posted by Skepto
    In realtà innervosisce anche me.
    Hai letto cosa propongono? La privatizzazione demaniale, in sostanza.
    Ora, conosco vagamente il tuo punto di vista sulla vicenda, ma converrai che al di fuori dei discorsi teorici attuare una cosa del genere in Italia vuol dire daer il via libera alle speculazioni edilizie, più che alla tutela da parte dei privati.
    Insomma una proposta che di verde non ha nulla, a parte il colore delle banconote da 100.
    Dissento totalmente. Quella dei verdi-verdi non è semplicemente una proposta politica, poichè esiste una ampia letteratura scientifica sul tema dell'ecologia di mercato. E l'ecologia di mercato è l'unico sistema in grado di fornire gli stimoli e le motivazioni ai privati per salvaguardare in maniera seria l'ambiente...ma purtroppo tu e molti altri stentate a capire questo perchè siete ancora annebbiati dai vari statalismi che hanno dominato nel ventesimo secolo producendo mostri sotto ogni punto di vista.
    Saluti
    Anarcho-capitalist

  7. #7
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    Ok, tu mi accusi di essere accecato dall'ideologia. Eppure stavo considerando un punto del programma verde-verde e, criticando nel merito, facevo notare che ci sono dei rischi inerenti in quello che propongono (non campati in aria: tanta gente privatizzerebbe volentieri determinate spiagge per farci una villetta)
    Risposta tua:
    Quella dei verdi-verdi non è semplicemente una proposta politica, poichè esiste una ampia letteratura scientifica sul tema dell'ecologia di mercato. E l'ecologia di mercato è l'unico sistema in grado di fornire gli stimoli e le motivazioni ai privati per salvaguardare in maniera seria l'ambiente
    Ora, capisci che anche i marxisti mi dicono che il Capitale è un testo scientifico; se do retta a te sulla parola, devo dare retta anche a loro (e contemporaneamente... è un bel problema, no?).
    La seconda frase è sull'onda della prima: mi dici che il mercato è l'unica salvezza. A questo punto devo davvero chiederti di spiegarti meglio o, per coerenza, stare attento all'utilizzo del termine annebbiato

    E già che ci sono (visto che ti vedo informato), ti cheido lumi sulla "gestione dei parchi in chiave economica e non assistita"... che cosa vuol dire? Alla lettera vorrebbe dire che i parchi che non generano profitto vengono chiusi o "ristrutturati", ma mi piacerebbe sentire altre interpretazioni.

  8. #8
    PaleoLibertario Cattolico
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    Originally posted by Skepto
    Ok, tu mi accusi di essere accecato dall'ideologia. Eppure stavo considerando un punto del programma verde-verde e, criticando nel merito, facevo notare che ci sono dei rischi inerenti in quello che propongono (non campati in aria: tanta gente privatizzerebbe volentieri determinate spiagge per farci una villetta)
    Risposta tua:
    Ora, capisci che anche i marxisti mi dicono che il Capitale è un testo scientifico; se do retta a te sulla parola, devo dare retta anche a loro (e contemporaneamente... è un bel problema, no?).
    La seconda frase è sull'onda della prima: mi dici che il mercato è l'unica salvezza. A questo punto devo davvero chiederti di spiegarti meglio o, per coerenza, stare attento all'utilizzo del termine annebbiato

    E già che ci sono (visto che ti vedo informato), ti cheido lumi sulla "gestione dei parchi in chiave economica e non assistita"... che cosa vuol dire? Alla lettera vorrebbe dire che i parchi che non generano profitto vengono chiusi o "ristrutturati", ma mi piacerebbe sentire altre interpretazioni.

    Andiamo per ordine. Per prima cosa non mi sembra di aver detto nulla riguardo la scientificità di alcuni testi sull'ecologia di mercato, ma ho semplicemente sostenuto la loro logicità (quando parlo di letteratura scientifica intendo dire che c'è una tradizione di pensiero consolidata sull'argomento) che ora vado ad argomentare per linee molto generali. E' cosa logica e presente nel senso comune da Aristotele in poi che se un bene è di tutti ciò significa in realtà che non è di nessuno poichè questo tipo di proprietà pubblicistica porta di conseguenza all'incuranza e all'abbandono dei beni (in questo caso ambientali ) a causa della mancanza di uno stimolo sia sociale che economico che può essere garantito dal profitto. Guardiamo ad esempio solo ai disastri ambientali che sono accaduti nell'ex unione sovietica quando l'ambiente era gestito rigidamente dall'alto o allo stato di degrado, per avvicinarci temporalmente e spazialmente, in cui oggi continuano a versare moltissimi parchi pubblici, boschi, ville, che diventano covi di teppisti, prostitute e tossicodipendenti, e per non parlare degli incendi: mi sembra che tutti gli incendi (dolosi e non) siano finora sempre avvenuti nei parchi pubblici o nei boschi, non ho mai visto un giardino o un parco privato essere preso d'assalto dalle fiamme, e non è solo un caso. Questo è solo un esempio, ma se vuoi approfondire il discorso in seguito posso riportartene molti altri che qui per ora non cito per non appesantire troppo il mio discorso.
    Una nota: io sto cercando di farti capire che quello non è semplicemente un punto del programma dei verdi-verdi, ma è un punto di vista consolidato nel tempo e sul quale si è scritto parecchio. Se inoltre è vero che tanta gente privatizerebbe un pezzo di spiaggia facendoci una villetta è ancora più vero che tantissima e anche di più gente privatizzerebbe un pezzetto di spiaggia per profitto per rendere un servizio di balneazione ben attrezzato, e poi non ci vedo niente di male nel privatizzare una spiaggetta e farsi una villa, significherebbe anche indirettamente tenere pulito quel pezzo di spiaggia poichè nessuno potrebbe sporcarlo perchè in tal caso violerebbe i legittimi diritti di proprietà del compratore. In tutta onestà tu poni praticamente delle false questioni e dei falsi rischi...ma evidentemente i nostri approcci valoriali e sociali sono differenti,e questa è cosa ben diversa dal dire che c'è un rischio, stiamo attenti a non fare alcuna manipolazione del linguaggio, anche perchè l'ermeneutica è cosa seria!!! Ho usato il termine annebbiato perchè mi par di capire che tu sia contrario ad una cosa del genere per la tua visione valoriale differente (ad esempio per te mi par di capire i diritti di proprietà non sono così importanti come per me) e su questo bisogna sapere che non esiste "avalutatività" ma solo soggettivismo e sei tu a fare lo stesso gioco dei marxisti perchè vuoi spacciare un tuo parere soggettivo per un rischio quasi oggettivo e per di più senza avere una minima conoscenza dell'argomento in questione, e tutto ciò mi sembra metodologicamente mancante di chiarezza mentale, ecco la spiegazione del termine annebbiato!
    Detto questo, per il resto mi sembra di aver risposto su tutto.
    Saluti
    Anarcho-capitalist

  9. #9
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    Ok, ora che ho qualcosa di cui discutere sono molto più contento.
    Comincio con le critiche "secondarie": sono d'accordo sul fatto che l'interesse economico sia uno dei mezzi migliori per spingere all'azione (in questo caso, alla conservazione dell'ambiente); tuttavia non vorrei che fosse sottovalutata la componente ideologica. Mi spiego: parecchia gente fa parte del partito dei verdi-rossi e parecchia è appassionata di natura. Questo fornisce una (sebbene minima) manovalanza.
    Inoltre mi dici che non vedi il male nel farsi la villetta. Il problema è che di per sè questo è un intervento che rovina la spiaggia stessa. In alcuni casi può sostiuirla con qualcosa di più pregevole e unico della semplice spiaggia (se la casa è un'opera d'arte), ma in generale non si può certo parlare di tutela ambientale.

    E con questo arriviamo al nocciolo della questione: quale è lo scopo che ti prefiggi con la tutela ambientale?
    Personalmente la auspico per motivi di salute e per potere accedere a quelle che sono le bellezze del paesaggio. Tu?

  10. #10
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    Originally posted by Skepto
    Ok, ora che ho qualcosa di cui discutere sono molto più contento.
    Comincio con le critiche "secondarie": sono d'accordo sul fatto che l'interesse economico sia uno dei mezzi migliori per spingere all'azione (in questo caso, alla conservazione dell'ambiente); tuttavia non vorrei che fosse sottovalutata la componente ideologica. Mi spiego: parecchia gente fa parte del partito dei verdi-rossi e parecchia è appassionata di natura. Questo fornisce una (sebbene minima) manovalanza.
    Inoltre mi dici che non vedi il male nel farsi la villetta. Il problema è che di per sè questo è un intervento che rovina la spiaggia stessa. In alcuni casi può sostiuirla con qualcosa di più pregevole e unico della semplice spiaggia (se la casa è un'opera d'arte), ma in generale non si può certo parlare di tutela ambientale.

    E con questo arriviamo al nocciolo della questione: quale è lo scopo che ti prefiggi con la tutela ambientale?
    Personalmente la auspico per motivi di salute e per potere accedere a quelle che sono le bellezze del paesaggio. Tu?
    Ti rispondo su due punti che hai trattato. Per primo, hai detto tu che i verdi (quelli del sole che ride) in realtà sono più rossi che verdi, e questo perchè l'ambientalismo (di stampo marcatamente statalista) è l'ultima maschera di riciclaggio di una idea politica ormai fallita, morta e si spera anche sepolta, dunque la passione per la natura per queste persone è solo una questione di copertura e di facciata!
    Secondo, circa il fatto della villetta, non ci vedo niente di male perchè la villetta migliora e arricchisce l'ambiente e inoltre fa guadagnare di prestigio al posto....(non ci dimentichiamo che l'incontaminazione significa spesso incapacità umana di agire, o anche una pericolosissima supremazia della natura sull'uomo, ti faccio solo un esempio:è risaputo che Hitler era un ultra-ambientalista e ultra-animalista!!!) e poi l'ambientalismo a mio parere deve essere assolutamente antropocentrico, ovvero mettere l'uomo al centro che deve modificare l'ambiente a seconda delle sue esigenze. Ogni altra teoria "ambientalista" non è altro che una copertura, una maschera per nascondere una teoria del "buon selvaggio" che sacrifica l'uomo (e dunque il suo modo di vivere, i suoi stessi diritti naturali ed inalienabili) per la "natura" (come se poi l'uomo non fosse il perno principale dell'ambiente e della natura stessa!!!) Dunque ambientalismo ed ecologia di mercato vogliono dire tutela ambientale ma in una visione antropocentrica che abbia decisamente come obiettivo la difesa dei diritti inalienabili degli individui. Mi sembra anche che abbiamo due visioni generali (non solo ambientali) antropologiche diverse.
    Saluti
    Anarcho-capitalist

 

 
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