1934-38: Tutt’un’altra Italia.
Oggi sembra incredibile, ma c’è stata anche un’Italia potenza calcistica non solo sulla carta. È la Nazionale degli anni trenta (solo sette incontri internazionali persi), rappresentante di un’Italia vitale ed energica. Tanto orgoglio e spirito nazionalista, pochi soldi e nessuna treccina. Checché ne pensino i moralisti calciofili di oggi, per ritrovare una Nazionale (ed una Nazione) degna di questo nome bisogna tornare all’Italia di Mussolini.
1934 – Mondiali d’Italia
E' l'era di Meazza, che in questi mondiali diverrà mito del calcio.
Il Ct della nazionale (Pozzo) gli affida il ruolo di leader della squadra azzurra, con il compito di amalgamare la squadra senza limitare le caratteristiche dei singoli. Meazza in campo deve essere il tramite tra la velocità di Guaita, la grinta di Schiavo e la fantasia e l'estro di Ferrari.
Da questo delicato mixer doveva nascere una nazionale invincibile.
Le previsioni dell'allenatore italiano si rivelarono esatte: nonostante partecipino le più forti squadre del mondo, la nazionale azzurra si aggiudicherà la sua prima coppa Rimet.
L'Italia incontra innanzitutto gli Stati Uniti e se ne libera agevolmente con un secco 7-1, mentre agli ottavi di finale si dovrà scontrare con la Spagna (che ha eliminato il Brasile): è una qualificazione drammatica, le due squadre devono ripetere l'incontro (terminato la prima volta in parità 1-1: a quei tempi non esistevano supplementari e rigori), ma alla fine gli azzurri si impongono per 1-0 proprio con gol di Meazza.
Il 3 di giugno affrontiamo gli austriaci: partita spigolosa, tirata e poco spettacolare, ma alla fine l'Italia vince per 1-0 ed è in finale.
Dall'altra semifinale esce vincitrice la Cecoslovacchia, seppure dopo una partita sofferta oltre ogni aspettativa e vinta per 3-2 contro i tedeschi.
La finalina se l'aggiudicherà la Germania per 3-2 su una demotivata e delusissima Austria (7 giugno), mentre il 10 di giugno a Roma va in scena la finalissima.
La Cecoslovacchia si presenta con i favori del pronostico.
Pozzo si affida allo stesso undici che ha sconfitto l'Austria (Combi, Monzeglio, Allemandi, Ferraris IV, Monti, Bertolini, Guaita, Meazza, Schiavo, Ferrari, Orsi), arbitra la partita il signor Eklind della federazione Svedese.
L'Italia conquista la coppa con una grande prova di carattere e di personalità: a venti minuti dal termine Puc porta in vantaggio i cecoslovacchi, ammutolendo tutto lo stadio.
Ma l'Italia mostra il suo carattere, attaccando con ordine e senza perdere la testa: all'81' Orsi riporta il match in parità e, nei minuti di recupero, Schiavo mette il proprio sigillo sulla vittoria. Passerà alla storia la sua immagine, a terra semisvenuto, sommerso dall'abbraccio dei compagni di squadra.
Italia 2 Cecoslovacchia 1: l'Italia è campione del mondo.
Alla finale assiste anche Mussolini. Il Corriere della Sera titola: "Entusiasmati dalla presenza del duce, i calciatori italiani conquistano il campionato del mondo".
1938 - Mondiali di Francia
La nuova edizione dei mondiali, nel '38, si giocherà in Francia, e non è una buona notizia. I rapporti politici con i francesi non sono buoni a causa dei legami sempre più stretti tra Roma e Berlino. Ciò non scalfirà l’orgoglio degli italiani che, prima delle partite, lanceranno sempre in sincronia il saluto romano al pubblico. Vinceranno il loro secondo titolo mondiale.
Dal 1934 entra in vigore la regola che la squadra detentrice del trofeo e la nazionale organizzatrice accedano alla fase finale senza disputare le eliminatorie.
Dal sudamerica giunge solo il Brasile, mentre la Germania (avendo annesso l'Austria) si presenta con la nazionale notevolmente rinforzata.
L'Italia è ancora guidata da Pozzo, che ha curato la preparazione e il cammino di avvicinamento alla coppa Rimet.
Al primo turno gli azzurri incontrano la Norvegia: l'incontro dovrebbe essere agevole, e invece propone un'Italia confusionaria e poco incisiva. I norvegesi ci costringono ai supplementari: Piola segna il gol del definitivo 2-1 e ci consente di proseguire nel cammino.
Ma la squadra non ha convinto Pozzo: al di là dell'ostilità del pubblico francese condizionato dai cantori dell’antifascismo e dai calunniatori dell’Italia, la squadra non ha giocato affatto bene e vengono apportati dei cambiamenti: l'inserimento di Biavati garantisce maggiore libertà al più brillante degli azzurri, Piola.
Il correttivo apportato giova alla nazionale azzurra: ai quarti di finale affrontiamo i padroni di casa e l'ostilità crescente del pubblico, ma il risultato non è mai in discussione, 3-1 per l'Italia.
La vera novità del torneo è il Brasile, che col suo gioco brillante e spregiudicato ha convinto pubblico e giornalisti.
Alle semifinali sono approdate, insieme ad Italia e Brasile, Svezia e Ungheria, mentre la Germania ha fallito clamorosamente il passaggio del primo turno.
All'Italia tocca un Brasile in grande spolvero, ma l'Italia sembra attrezzata a difendersi e ripartire in contropiede.
L'Ungheria maltratta la Svezia (5-1), proprio come avevano pronosticato tutti e l'attenzione è puntata sulla sfida tra Italia, rappresentante della tradizione europea, e il Brasile e la nuova filosofia del calcio offensivo.
L'organizzazione tattica degli azzurri e un Piola super ci permettono di vincere 2-1 e di volare verso la finale di Parigi.
Al 6' gli azzurri sono già in vantaggio nonostante un tifo contrario fino all'inverosimile: Colaussi ci da subito la speranza, ma Tiktos pareggia appena due minuti più tardi (all'8').
L'Italia non perde i nervi e non si demoralizza, tanto che ottiene un nuovo vantaggio al 16' (Piola) e ancora Colaussi (35'): succede l'incredibile, il pubblico estasiato dalla prestazione degli azzurri decide di cambiare parere ed inizia ad applaudire la nazionale Italiana.
Al settantesimo l'Ungheria, disperata, centra la rete: siamo 3-2 per l'Italia e mancano ancora venti minuti.
Ancora una volta l'Italia da dimostrazione di carattere: all'82' contropiede velocissimo di Rava e Ferrari, lancio per Piola, triangolo con Biavatti e gol del centravanti fuoriclasse.
Punteggio fissato sul definitivo 4-2 e Italia campione del mondo per la seconda volta.
E' il 19 giugno 1938 e l'Italia è definitivamente accettata come potenza calcistica, Piola è considerato il genio del calcio italiano e Pozzo è diventato un mito.