Dopo la Confindustria che chiede la manovra correttiva dato che il rapporto deficit-Pil sarebbe al 3,5%, dopo che ieri anche la Ue ha ribadito la necessità di una manovra ( ma per i pollisti il 3,2% era una mossa elettorale di Prodi ), dopo che tutte le organizzazioni di stima dei conti hanno appurato gli sforamenti, oggi arriva anche la Corte dei Conti, che suona il de profundis sulle misure che TrAmonti ha adottato e intende adottare per controllare il bilancio pubblico.
Per Tremonti, comunque, i conti sono sempre stati a posto.
FERMATELO.
La Corte dei Conti sulla manovra
"Non bastano i tagli di spesa "
ROMA - La manovra correttiva e i tagli di spesa sono necessari, ma rischiano di avere soltanto un effetto "congiunturale". In altre parole, rinviano i problemi al futuro, senza incidere profondamente sulla salute della nostra economia. E' il Procuratore Generale della Cortedei Conti, Vincenzo Apicella, a sostenerlo nel giudizio sul rendiconto generale dello Stato per l'esercizio 2003.
Sono insomma questi i "limiti" del decreto taglia-spese, evidenziati dal Procuratore Generale della Corte dei Conti, che non nasconde la sua preoccupazione per il generale andamento dei conti pubblici, per alcuni aspetti della riforma delle pensioni, per i progetti di taglio alle tasse annunciati dal governo, per le ipotesi di riforma federalista dello Stato.
(25 giugno 2004)
Roma, 11:10
Corte dei Conti: servono misure drastiche
Manovra correttiva, decreto taglia-spese? Quel che serve sono piuttosto "drastici rimedi": lo attesta il Procuratore Generale della Corte dei Conti, Vincenzo Apicella, nella relazione sul Rendiconto Generale dello Stato 2003.
I segnali di peggioramento dell'indebitamento netto e dell'avanzo primario, spiega Apicella, "richiedono una verifica degli obiettivi programmatici, anche in vista di una eventuale manovra. "Bisogna distinguere tra effetti congiunturali, indubbiamente positivi, e quelli permanenti. Trattasi, infatti, di misure straordinarie che non incidono sull'esigenza della spesa, che permane immutata ma ne impongono soltanto il rinvio agli anni successivi", spiega il procuratore. Sono questi i "limiti" del decreto taglia-spese, evidenziati dal Procuratore Generale della Corte dei Conti, Vincenzo Apicella, nel corso della sua relazione
"Se non si dovesse ricorrere, in un prossimo avvenire, a drastici rimedi, il problema previdenziale - già ora assai pesante - non potrà che peggiorare a danno dei lavoratori attuali e di quelli delle generazioni future. Nonchè a danno dei bilanci pubblici", conclude Apicella, sottolineando che, a proposito della delega all'esame del Parlamento, "non si può prevedere come certo e assicurato il successo consistente negli ipotizzati incentivi alla scelta di permanere in servizio".
Il riequilibrio dei conti pubblici in Italia è difficilmente conseguibile in tempi brevi, conferma il presidente delle Sezioni riunite della Corte dei Conti, Fulvio Balsamo, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato. La Corte dei Conti critica il fatto che entrate straordinarie siano state utilizzate per finanziare una crescita strutturale della spesa. "I risultati di finanza pubblica del 2003 - evidenzia la Corte dei Conti - sono sintomatici della difficoltà di conseguire in tempi brevi il riequilibrio strutturale dei conti pubblici, tenuto anche conto della inevitabile attenuazione dell'impiego di misure temporanee e del prevedibile esaurimento del recupero di risorse connesse alla flessione della spesa per interessi. Emerge, in conclusione, un dato non positivo: nel nostro paese - critica la magistratura contabile - entrate straordinarie e risparmi da interessi che, per ragioni diverse, non dovrebbero essere considerate risorse disponibili in permanenza, sono andate a finanziare, negli ultimi anni, incrementi duraturi di spesa corrente primaria, allontanando il momento del risanamento strutturale".