Pensate si possa ripartire da qui senza sterili polemiche?
Sul numero 5 del Pensiero Nazionale, il <<camerata e compagno>> Dell'Amico pubblica il suo primo articolo importante, Lotta di classe, nel quale sintetizza in "quattro fasi" la sua proposta rivoluzionaria:
1. raggiungere, con il superamenteo del fascismo e dell'antifascismo, l'unità delle forze proletarie;
2. Cacciato lo straniero, riconquistare la sovranità nazionale;
3. Lotta al capitalismo interno e preparazione delle masse attraverso la socializzazione.
4. Rivoluzione mondiale delle nazioni proletarie contro quelle sfruttatrici.
IL movimento "terza via-Patria e Socialismo":
s'impegna a creare un'organizzazione politica che non risponda alle logiche ottocentesche di destra e di sinistra ma che si rivolge a tutti gli sfruttati e i non rappresentati.
Una risposta alla dittatura liberista ed ai processi di globalizzazione (delle anime prima che dei mercati) che il sistema pone affamando e distruggendo i popoli non allineati.
Propugna l’idea della nazionalizzazione dei servizi essenziali e primari per la Comunità e lo Stato Popolare (scuola, sanità, ambiente, energia e comunicazioni); della “Socializzazione integrale della Società” (non solo da un punto di vista economico dunque) e porre , quindi, le fondamenta per la costruzione dell’alternativa politica, sociale, economica , culturale e filosofica al capitalismo.
Alternativa che affermi con vigore la supremazia della politica sull’economia; del comunitario sull’individuale; del Lavoro sul Capitale.
Lavoro che deve però trasformarsi non solo in mero mezzo per il sostentamento individuale ma come “missione” per il bene comunitario al di là degli egoismi individuali,padronali,di classe.
Ciò non vuol dire propugnare una fittizia “collaborazione di classe” (che servirebbe esclusivamente alle classi dominanti) ma la creazione di un’elite che miri ad una Comunità le cui differenze non siano basate sul reddito economico.
Auspica un nuovo modello di sviluppo che, rispettoso dell'ambiente naturale, miri a sostituire l’attuale, dissipatore delle risorse della terra (oggi egemonizzate da uno scarso 20% dell’Umanità). Uno sviluppo, dunque, che non sia più, come afferma Serge Latouche, la prosecuzione del colonialismo con altri mezzi, ma che possa portare, grazie ad una collaborazione inter -nazionale tra Stati sovrani, ad una più equa distribuzione delle ricchezze nel pieno rispetto delle tradizioni, culture e libere scelte politiche d’ogni popolo.
Crede in un nuovo patriottismo europeo capace di portare ad un risorgimento delle coscienze, finalizzato al raggiungimento della piena indipendenza e sovranità politica, culturale, economica, energetica e militare del nostro continente oppresso da cinquantanni da due imperialismi. Un patriottismo, dunque, che, superi il nazionalismo patriottardo dell’Estrema destra ma si inserisca in un ambito europeo anche perché – oggi più di ieri – quella che stiamo vivendo è una guerra tra visioni del mondo dove bisogna fare una scelta di campo.
Un patriottismo che deve fare propria la Geopolitica strumento utile per analizzare con serietà gli scenari internazionali senza preclusioni ideologiche.
Sul problema immigrazione non bisognerà dare retta né alle sirene neofasciste (che vedono nell’immigrato il nemico quando questi è esclusivamente l’ennesima vittima del neocolonialismo imperiale); né tantomeno a quelle della sinistra multirazziale(e nei fatti razzista) che mira ad un mondo senza differenze né frontiere e che vede proprio nell’immigrato estirpato dalla propria terra e sfruttato (per abbassare il costo del lavoro) dalla classe padronale.
Si impegna quindi alla creazione del PARTITO omogeneo ideolgicamente per guidare le masse sfruttate verso una Liberazione nazionale,sociale e culturale.