Calcio e televisione, la sfida del digitale terrestre
Pallone in tv, schede Mediaset dall’autunno
Parte la sperimentazione. La società: tratteremo con Telecom per i diritti delle partite via cavo. L’irritazione di Murdoch
Shilloetted Pavel Nedved della Juventus (Afp)
ROMA - La vera novità nel terremoto che ha sconvolto gli equilibri dei diritti tv per il calcio italiano, mettendo di fatto i Berlusconi di Mediaset contro i Murdoch di Sky, è la scheda prepagata per comprare prodotti sulla tv digitale terrestre.
Diventerà la diretta avversaria degli abbonamenti alla tv satellitare? Nei piani della tv berlusconiana c’è una scommessa: farne il nuovo gesto quotidiano degli appassionati di calcio. A Mediaset ne parlano con orgoglio: «Saremo i primi a sperimentarla al mondo nel calcio in tv». Dall’autunno cominceranno le prime sperimentazioni territoriali (presumibilmente al Nord, bacino delle 3 squadre interessate dall’affare messo a punto da Mediaset, cioè Juve, Milan e Inter, per le sole partite interne). Basterà passare in tabaccheria o dal giornalaio, comprare una scheda simile a quelle telefoniche, investire una cifra da scalare (o per un singolo incontro, che qualcuno già valuta sui due-tre euro) e pagarsi le partite da vedere sul digitale Mediaset che per «soli» 86 milioni di euro ha acquistato i diritti delle tre squadre del Nord per tre stagioni fino alla primavera 2007.
Il guanto lanciato contro Sky è chiaro anche sul piano degli investimenti: l’unica piattaforma satellitare tv d’Italia spende 450 milioni di euro l’anno per il calcio, che attira il 40% dell’interesse manifestato dai 2.600.000 abbonati.
Il 2004-2005, confermano a Cologno Monzese, sarà una stagione sperimentale e la vera offerta al pubblico con la nuova carta partirà dalla primavera 2005. Il 2005-2006 sarà il banco di prova: lì si capirà se la scheda sarà diventata il famoso gesto quotidiano. Le analisi di mercato sono molto chiare: la Juve ha un bacino di appassionati, e potenziali acquirenti, di 8 milioni di persone, il Milan è a quota 4 milioni 600 mila, l’Inter è a 4 milioni e mezzo: da sole rappresentato il 30% della torta.
È scoppiata una guerra televisiva fino a ieri impensabile, quella tra i Berlusconi e i Murdoch? A Sky fanno sapere che «si guarda al futuro con fiducia intatta, la concorrenza non fa paura alla pay tv italiana che fa parte di un gruppo abituato a concorrere in tutti i mercati nei quali opera. La nostra offerta è l’unica per completezza e qualità, la compongono 130 canali e decine di migliaia di ore mensili di sport, cinema, news, educational, programmi per ragazzi, intrattenimento e grande calcio».
In quanto al calcio: «Oggi per un tifoso vedere su Sky tutte le partite della squadra del cuore costa il 40% in meno di quando doveva abbonarsi a Telepiù e Stream».
Parole che non smentiscono un’irritazione evidente. I conti sono presto fatti, dal punto di vista murdochiano: grazie alla legge Gasparri ora un decoder necessario a captare la tv digitale può costare quasi nulla. Lo Stato concede un contributo di 150 euro ad abbonato fino a 750 mila impianti venduti per diffondere la nuova offerta digitale tra gli utenti. Fino a oggi sono stati smaltiti 500 mila pezzi. Ma anche a prezzo pieno un decoder rappresenta una spesa una tantum , e non enorme. La scheda diventerebbe una scelta personale ed episodica, probabilmente buona per altre offerte Premium (cinema, repliche della fiction). Altra cosa è mantenere a livelli alti una quota di abbonamenti che, per Calcio Sky e Sport Sky, va dai 47 ai 55 euro mensili.
A Mediaset nessuno ammette una dichiarazione di guerra a Murdoch. Ieri ha parlato solo Fedele Confalonieri: «Non si fanno investimenti per milioni di euro se poi non ci si crede, il multimediale è una nuova frontiera e noi ci crediamo». Altre fonti ufficiali insistono sulla filosofia imprenditoriale: «Il futuro, soprattutto il lancio della nuova piattaforma digitale, ci impone di diventare content provider, cioè produttori e rivenditori di contenuti di buon valore. È qualcosa che fa parte del nostro Dna. Tra questi contenuti c’è il calcio. Per ora siamo a una sperimentazione: la vera questione con Murdoch, se mai verrà, sarà nel 2007 quando Mediaset avrà la prelazione su tutti i diritti, inclusi quelli satellitari». Proprio la scelta, vista da casa Murdoch, che viene interpretata come la vera aggressione: sarà Mediaset, comunque andranno le cose, a guidare il gioco e a decidere le regole economiche. Altra novità: a Cologno Monzese sono pronti ad aprire trattative con chi (Telecom? chissà) può utilizzare quei diritti acquistati da Mediaset per la banda larga, quindi cavo e Adsl, che la tv berlusconiana non può utilizzare.
Per ora manca all’appello un interlocutore, la Rai. L’unico segnale captato ieri da viale Mazzini è la protesta dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, e del comitato di redazione di Raisport: «Quali sono le strategie della Rai in materia di diritti sportivi?».
Paolo Conti