User Tag List

Pagina 2 di 7 PrimaPrima 123 ... UltimaUltima
Risultati da 11 a 20 di 67
  1. #11
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    PAOLO VI

    OMELIA

    XIII ANNIVERSARIO DELL’INCORONAZIONE


    Solennità dei SS. Apostoli Pietro e Paolo
    Martedì, 29 giugno 1976

    Noi celebriamo oggi la festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Quale immenso tema di meditazione! quale giocondo motivo di spirituale celebrazione! quale classica ragione di ecclesiale fiducia! Per noi Romani la festa si arricchisce di altri due titoli: che essi furono nostri concittadini, Romani anch’essi di adozione e di ministero; e che a Roma coronarono la loro vita col martirio nel nome di Gesù Cristo. Ed ecco, a questo supremo ricordo, scaturisce una polla di annose e grandi questioni: quando fu consumato tale martirio? dove? e come? e quale la vicenda e la sorte delle loro tombe e delle loro reliquie? Questioni storiche, archeologiche, letterarie, religiose di grande interesse, assai documentate, assai discusse, i cui vari e a volte contestati aspetti non infirmano il culto tributato in Roma e nella Chiesa intera a questi sommi eroi della fede, ma lo confermano e lo ravvivano.

    A questo nostro tempo inoltre è stata data la fortuna di raggiungere, per ciò che riguarda San Pietro, la certezza, di cui si è fatto araldo il nostro venerato predecessore, Papa Pio XII di venerata memoria (Cfr. PIO XII, Discorsi e Radiomessaggi, XII, 380), circa la collocazione della tomba dell’Apostolo Pietro in questo venerabile luogo, dove sorge questa solenne basilica a lui dedicata, e dove noi ora ci troviamo in preghiera; prova questa incontestabile della permanenza dell’Apostolo nell’Urbe, oggetto da parte di alcuni studiosi di critica negativa, che sembra farsi sempre più silenziosa. Inoltre a noi è toccata un’altra fortuna, quella di essere rassicurati dei risultati che sembrano positivi delle assidue ed erudite ricerche circa l’identificazione e l’autenticità delle veneratissime residue reliquie del beato Pietro, Simone figlio di Giovanni, l’umile pescatore di Galilea, il discepolo e quindi l’apostolo, eletto da Gesù Cristo stesso per essere capo del gruppo dei suoi primi qualificati seguaci, e posto a fondamento dell’edificio, chiamato Chiesa, che Cristo si è proposto di costruire e da lui garantito indenne nel misterioso conflitto con le potestà delle tenebre.

    Riconoscenti a quanti hanno merito in questa ardua esplorazione, noi accogliamo con riverenza e con gioia l’esito di così significativo avvenimento archeologico, che conforta con nuovi argomenti storici e scientifici la secolare convinzione del culto qui professato al Principe degli Apostoli, e vi ravvisa una conferma e un presagio della sua drammatica, ma vittoriosa missione di propagare il nome di Cristo nella storia e nel mondo.

    Ed è proprio su questa missione, che oggi vogliamo fermare, anche per un solo istante, la vostra attenzione, venerati Fratelli e Figli carissimi, la vostra devozione. Noi possiamo collegare tale missione ad una parola istituzionale e profetica di Cristo, che principalmente, ma non esclusivamente, a Pietro si riferisce. E la parola è quella di Gesù Cristo prima del suo congedo dalla umana conversazione; è registrata da San Luca nel primo capitolo degli Atti degli Apostoli, il primo libro della storia della Chiesa, là dove il Signore risorto dice ai suoi: «voi sarete miei testimoni» (Act. 1, 8). Questa è una parola che ritorna frequente nell’economia della nostra religione, per quanto si riferisce ai suoi titoli originari e trascendenti, quelli della rivelazione, e alla sua fedele e perenne trasmissione. La tradizione cristiana, la diffusione e l’insegnamento della fede, la sua interiore e umana certezza, suffragata dal carisma dello Spirito Santo e dall’autorità divinamente stabilita del magistero della Chiesa cattolica, si riferiscono essenzialmente all’istituzione d’una testimonianza qualificata, che serve da tramite, da veicolo, da garanzia alla Verità, di cui solo alcuni, gli Apostoli, e i fedeli contemporanei «preordinati da Dio» (Act. 10, 41) ebbero diretta e sensibile esperienza. Da questa sperimentale realtà di fatto nasce il messaggio, nasce il «Kerigma», cioè una predicazione, una parola da trasmettere; la potestà ed insieme il dovere di comunicare ad altri la parola di verità conosciuta; nasce l’apostolato, quale sorgente genetica della fede.

    Gesù darà a Pietro la celebre consegna, successiva alla pavida negazione di lui: «Tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (Luc. 22, 32); e poi, dopo la risurrezione e la triplice riparatrice professione d’amore, la triplice investitura pastorale: «pasci il mio gregge» (Cfr. Io. 21, 17). Pietro si sentirà ormai dominato da questa interiore imperiosa coscienza; il timido discepolo sarà ormai l’inflessibile testimonio, l’impavido apostolo: «noi non possiamo tacere - egli affermerà - quello che abbiamo visto e ascoltato» (Act. 4, 20); «noi siamo testimoni di tutte le cose da Lui, Gesù Cristo, compiute . . .» (Ibid. 10. 39).

    La documentazione potrebbe ancora essere assai ricca e potrebbe confortarci con l’esortazione alla fermezza nelle tribolazioni stesse, che possono provenire dalla professione della fede trasmessa dall’Apostolo alla Chiesa nascente: «Chi potrà farvi del male - egli scrive - se sarete ferventi nel bene? E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi . ..! Beati voi, se siete insultati per il nome di Cristo . . . Se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; glorifichi anzi Dio per questo nome» (1 Petr. 3, 13; 4, 14-16). Il discepolo è diventato maestro e apostolo; e da apostolo animatore, e poi martire. E martire significa appunto testimonio, ma, nel linguaggio cristiano, da Stefano in poi s’intende testimonio nel sangue, come lo fu Pietro stesso, conforme alla profezia a lui fatta da Gesù medesimo (Io. 21, 18-19). «Cum autem senueris . . . alius cinget te . . .».

    Due conclusioni ci sia concesso trarre da questo fugace accenno alla qualifica di testimonio attribuita da Cristo ai suoi Apostoli, ed in primo luogo a Pietro ed a Paolo, dei quali celebriamo la sempre gloriosa festività. La prima conclusione riguarda l’equazione che possiamo, in certa misura, stabilire fra l’apostolato e l’evangelizzazione, per riscontrare la potestà di magistero nella Chiesa apostolica e in quella che ne è legittimamente derivata, con le facoltà d’insegnamento, di interpretazione e di intrinseco sviluppo circa la rivelazione cristiana, nelle sue parole e nei suoi fatti, e sempre nella sua suprema esigenza di autenticità. Questo, lo sappiamo, è uno dei punti forti della cultura contemporanea e della discussione ecumenica del nostro tempo; forte per la controversia che vorrebbe ammorbidire la saldezza del magistero ecclesiastico, che si rifà a quello apostolico; lo si vorrebbe più flessibile, più docile alla storia, più relativo alla moda del pensiero, più pluralistico, più libero; cioè guidato da criteri soggettivi e storicisti, e punto vincolato a formulazioni d’un magistero tradizionale che si appella ad una dottrina rivelata e divina; e forte per l’atteggiamento storicamente e logicamente coerente, con cui la Chiesa di Pietro tutela il «deposito» dottrinale che le è affidato (Cfr. 1 Tim. 6, 20; 2 Tim. 1, 14): non è ostinazione la sua, non arretratezza, non incomprensione delle evoluzioni del pensiero umano; è fermezza al Pensiero divino, è fedeltà, e perciò verità e vita, anche per il tempo nostro.

    L’altra conclusione riguarda l’ampiezza che il termine «apostolato» deve assumere, inteso non nel senso di potestà d’insegnamento, affidata a coloro che «lo Spirito Santo ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio» (Act. 20, 28); ma nel senso di dovere di diffondere l’annuncio evangelico; esaltante dovere che nasce in ogni cristiano, battezzato e cresimato, chiamato come membro vivo della Chiesa a contribuire, come insegna il Concilio, alla edificazione della Chiesa stessa (Cfr. Lumen Gentium, 3 3 ; Apostolicam Actuositatem, 1, 9, 10, etc.; Ad Gentes, 21; etc. Cfr. etiam Eph. 4, 7; 1 Cor. 9, 16; etc.). Ogni cristiano, secondo le sue personali e sociali condizioni, dev’essere testimonio di Cristo; dovere questo che l’essere fanciullo, giovane, uomo, donna, impegnato in uffici secolari, o impedito da particolari doveri, o infermità, non dispensa dal suo compimento. Non indolenza, non timidezza, non scetticismo, non animosità critica e contestatrice, o altro sentimento negativo deve paralizzare, oggi specialmente, l’esercizio dell’apostolato, cioè la testimonianza personale, familiare, collettiva del buon esempio, dell’osservanza dei doveri religiosi, della professione, tacita almeno ma trasparente, della propria fede cristiana, dallo stile di vita, retto, buono, cortese, premuroso della carità (Cfr. J. ESQUERDA BIFFET, Noi siamo testimoni, Marietti, 1976). Cosciente di questa comune vocazione, nessuno si esima da questo fondamentale dovere della testimonianza personale e cattolica al nome di Cristo nella semplice, ferma, solidale comunione con gli Apostoli, di cui noi celebriamo, con la memoria liturgica, la successione storica ed ecclesiale; e nessuno di voi, venerati Fratelli e Figli carissimi, tralasci di offrire a Cristo, mediante l’invocata intercessione degli Apostoli Pietro e Paolo, per questo umile loro successore, che vi parla, una preghiera, affinché egli sia fedele nell’ufficio gravissimo che gli è stato affidato, per il bene della Chiesa e del mondo. Egli oggi ricambia la vostra carità, sempre nel nome degli Apostoli, con la sua speciale, specialissima Benedizione (Cfr. 1 Cor. 4, 2; 9, 27; Eph. 4, 3).

  2. #12
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    PAOLO VI

    UDIENZA GENERALE


    Mercoledi 17 giugno 1964

    Diletti Figli e Figlie!

    NON POSSIAMO, in questa Basilica, ed in questo mese, non ricordare all’udienza, che tutti ci riunisce sulla Tomba dell’Apostolo Pietro, essere prossima la sua festa.

    Vi invitiamo perciò tutti a fare atto di venerazione alla sua memoria, al suo sepolcro, alle sue reliquie, e a professare qui, dove è celebrata la missione da Cristo a lui conferita, la fede nel messaggio evangelico da lui predicato e confermato con il suo martirio, e la fedeltà alla Chiesa, che ha Pietro per centro e fondamento.

    Questo atto di adesione al Primo degli Apostoli può sollevare anche nel vostro spirito il desiderio di avere di lui un concetto più esatto e più pieno di quello che il suo semplice nome sveglia nel nostro animo. Cioè viene facilmente davanti alla mente di tutti la domanda: chi era S. Pietro? A questa facile domanda non è facile dare pronta e completa risposta. Se cercate col pensiero questa risposta, vi accorgete che essa prende due direzioni: una che si rivolge verso l’uomoPietro, che si chiama Simone, figlio di Giona, che aveva per fratello Andrea, entrambi di Betsaida, in Galilea, di professione pescatori, di temperamento vivo ed entusiasta, ma im. pressionabile, eccetera; cioè la risposta cerca di tracciare il profilo biografico dell’Apostolo; e i Vangeli, con gli Atti degli Apostoli, le Lettere di S. Paolo e le due di S. Pietro, con qualche altro riflesso nei documenti storici ci offrono elementi sufficienti e interessantissimi per descrivere la figura e la ‘vita di lui; abbiamo libri bellissimi a tale riguardo. Ma questa risposta non ci basta; ne occorre un’altra, che cerca i suoi elemeki nelle parole e nel pensiero di Gesù, per sapere che cosa il Signore volle realmente’ fare di Simone, da lui chiamato Pietro. Non più la biografia, ma la teologia di S. Pietro ci interessa alla fine; e cioè: chi era S. Pietro nel volere di Nostro Signore?

    La risposta, che sembra pronta: era il discepolo, il primo, chiamato Apostolo con gli altri undici..., si complica al ricordo delle immagini, delle figure, delle metafore, di cui il Signore si servi per farci comprendere chi doveva essere e diventare questo suo eletto. Osservate. L’immagine più ovvia è quella della pietra, della roccia; il nome di Pietro la proclama. E che cosa significa questo termine applicato ad un uomo semplice e sensibile, volubile e debole, potremmo dire? La pietra è dura, è forte, è stabile, è duratura; sta alla base dell’edificio, tutto lo sostiene... e l’edificio si chiama la Chiesa: « Sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa »

    Ma vi sono altre immagini riferite a Pietro, che meriterebbero spiegazioni e meditazioni; immagini usate da Gesù stesso, piene di profondo significato. Le chiavi, ad esempio; cioè i poteri; date a Pietro soltanto, fra tutti gli apostoli, a significare una pienezza di facoltà che si esercitano non solo in terra, ma perfino in cielo. E la rete, la rete di Pietro, due volte nel Vangelo lanciata per una pesca miracolosa? « Ti farò pescatore di uomini », diceva il Vangelo di S. Luca, domenica scorsa (5, 10). Anche qui: l’umile immagine della pesca assume l’immenso e maestoso significato della missione storica e universale affidata a quel semplice pescatore del lago di Genesareth! E la figura de1 pastore? « Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore » (Io. 21, 1617), disse Gesù a S. Pietro quasi per far a noi pensare che il disegno della nostra salvezza implica un rapporto necessario fra noi e lui, il sommo Pastore.

    E così via; sebbene, a meglio guardare nelle pagine della Scrittura, troveremmo altre immagini significative, come quella della moneta (Matth. 17, 25), per ordine di Gesù pescata da Pietro per pagare il tributo; come quella della barca di Pietro, dalla quale Gesù sale ed insegna (Luc. 5, 3); come quella del lenzuolo calato dal cielo nella visione di Joppe (Act. 10, 3), e quella delle catene che cadono dai polsi di Pietro (Act. 12, 7), e quella del gallo che canta per ricordare a Pietro la sua umana fragilità (Marc. 14, 72), e quella della cintura che un giorno, l’ultimo, a significare il martirio dell’Apostolo, circonderà i fianchi di Pietro (Io. 21, 18); per tacere delle immagini, riferite a Pietro, insieme agli altri Apostoli: « Voi siete il sale della terra..., voi siete la luce del mondo... » (Matth. 5, 13 e 14).

    Tutte queste immagini, caratteristiche del linguaggio biblico e di quello evangelico specialmente, nascondono significati grandi e precisi. Sotto il simbolo è una verità, è una realtà, che la nostra mente può esplorare, e può vedere immensa e divina. La devozione a S. Pietro ci fa così incontrare il pensiero di Gesù. Ed è questo l’incontro spirituale che Noi auguriamo possiate fare anche voi in questo momento, e poi sempre. S. Ambrogio scrisse le famose parole: « Ubi Petrus, ibi Ecclesia, dov’è Pietro, lì è la Chiesa » (in Ps. 40, 30; P.L. 14, 1082); noi possiamo aggiungere: dove è Pietro e insieme la Chiesa, ivi è Cristo! Cosi è.

    Con questo pensiero, vi salutiamo e vi benediciamo.

    Anthony van Dyck, Il tributo della moneta, 1625 circa, Galleria di Palazzo Bianco, Genova

  3. #13
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Udienza Generale Di Paolo Vi

    PAOLO VI

    UDIENZA GENERALE


    Mercoledì, 28 giugno 1972

    Domani è S. Pietro. È la festa del primo Apostolo, celebrata a Roma, già fino dal terzo secolo insieme con la festa di S. Paolo, cioè: «quella di S. Pietro in Vaticano; quella di S. Paolo sulla via Ostiense; di entrambi alle catacombe», dove ora si trova la basilica di S. Sebastiano (Cfr. KIRSCH, Jahrbuch f. Lithurgiewiss., 1923, 38, riassumendo il Martirologio così detto Geroniminiano; M. GUARDUCCI, La tomba di Pietro, p. 141 ss.).

    Grande festa, a Roma specialmente, come si sa; l’Urbe sembra risvegliarsi nelle sue venerande memorie, tanto più care e stimolanti ora che i recenti scavi e gli studi nuovissimi ci hanno dato la commozione e la gioia della confermata autenticità della tomba e anche delle reliquie dell’Apostolo Pietro, custodite sotto la cupola della Basilica a lui dedicata.

    Ma può succedere questo: che la meraviglia e la venerazione delle cose consuete e vicine si attenuano, se la riflessione non ce ne ricorda il senso ed il valore. Bisogna riflettere. E la riflessione, la quale ci porterebbe a profonde e interminabili escursioni nella sacra Scrittura, nella Teologia, nella Storia, nell’Agiografia, e soprattutto nell’Ecclesiologia, ci è facilitata e semplificata, ad uso almeno di questo nostro breve sermone popolare, dai simboli di cui la figura di Pietro è circondata.

    IL NOME

    A cominciare proprio dal nome stesso di Pietro. Conoscete il racconto evangelico (Cfr. Matth. 16, 18). Chi diede questo nome a Simone, figlio di Giovanni? perché tale era il suo nome originario. Fu Gesù Cristo stesso, che, dopo la dichiarazione ispirata, fatta a Lui dall’Apostolo: «Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivo», proclamò: «. . . e Io dico a te, che tu sei Pietro, e su questa Pietra, Io edificherò la mia Chiesa». Che cosa comporta questa metamorfosi, operata da Cristo stesso, di Simone trasformato in Pietro, e messo al posto della pietra angolare della costruzione progettata da Cristo; posto che solo al Signore stesso deve spettare? (Cfr. Matth. 21, 42; Act. 4, 11; Rom. 9, 33; 1 Petr. 2, 6) Quali concetti richiama, quali doveri impone, quali prerogative conferisce, quali disegni divini rivela, quale ecclesiologia stabilisce, quale prodigio storico permanente annuncia . . . la scelta d’un tale nome inventato ed imposto dal Signore al suo discepolo, il quale, umanamente parlando, non sembrava esservi predisposto? Provate a pensarci (Cfr. S. Aug. Sermo 293; PL 38, 1348).

    LE CHIAVI

    Un altro simbolo: le chiavi. Cristo a Pietro preannuncia la consegna delle chiavi. Quali chiavi? «Le chiavi del regno dei cieli» dice il Signore. Che cosa vuol dire? le chiavi indicano la potestà, indicano la facoltà di disporre, di aprire e di chiudere per incarico del padrone di casa. Di quale casa? il regno dei cieli, cioè l’economia della salvezza, il disegno misterioso dell’ordine soprannaturale nascosto da secoli e instaurato da Cristo fra Dio e gli uomini (Cfr. Col. 1, 26; Eph. 1, 7 ss.). «Il dono delle chiavi è dunque l’investitura del potere su tutta la casa» (LAGRANGE, Matth. 16, 13). Pietro, e con lui il collegio degli altri Apostoli, è nominato intermediario necessario per l’accesso regolare al regno dei cieli . . . Anche questo simbolo così semplice e così chiaro, ma così denso di significato, invita a pensare.

    LA RETE

    E la rete? la vedete appesa sulla porta della Basilica, stilizzata in forma abbastanza strana, ma che dice il concetto, e tanto basta. Il concetto, qual è? È quello che ricorda l’umile, ma bella professione di Simon Pietro. Egli era pescatore. E Gesù si vale di questa qualifica, relativa al mestiere del discepolo e di altri parimente con lui, per significare sotto la figura della pesca la missione a cui Pietro e gli Apostoli saranno destinati: «Vi farò diventare, dice il Signore dopo Ia sorpresa della pesca miracolosa, pescatori di uomini!» (Matth. 4, 19). Pescare gli uomini! Cioè: avvicinarli, conoscerne i costumi ed i bisogni, saperli aspettare, sapersi adattare alla loro mobilità, avere l’arte di attrarli, il cuore capace di amarli, la sapienza di convincerli; ecco l’ufficio apostolico, ecco l’esercizio d’un ministero paziente, ecco la prospettiva di un’estensione universale della predicazione evangelica, ecco la tacita promessa di Cristo, che la temeraria impresa di convertire a Lui il mondo potrà avere, non per abilità umana, e nonostante l’ostinata resistenza degli uomini, ma per divina virtù, un insperato esito felice.

    LA BARCA

    Pietro pescatore ci fa pensare ad un altro segno che lo caratterizza: la sua barca; quella barca sulla quale salì Gesù come sopra una cattedra, ed ivi seduto ammaestrava le turbe «raccolte sulla riva del lago di Genezareth» (Luc. 5, 3); quella barca donde Gesù ordinò di lanciare le reti, e furono piene di pesci a tal punto che un’altra barca fu chiamata al soccorso, ma non senza temere che entrambe facessero naufragio, così che Pietro, uomo del mestiere, notò subito il carattere miracoloso del fatto e proruppe in uno stupendo atto di umiltà, cadendo in ginocchio davanti a Gesù ed esclamando: «Via da me, Signore, perché io sono uomo peccatore» (Ibid. 5, 8); quella barca, su cui Gesù, sedendo a poppa (v’era, osserva Marco forse informato da Pietro, anche un cuscino), misteriosamente s’addormentò; e infuriando un’improvvisa tempesta, i discepoli atterriti lo svegliarono, e Gesù alzatosi intimò al vento furioso di calmarsi e al mare fremente di tacere; e subito fu grande calma (Marc. 4, 35-41); quella barca, che sembra simboleggiare l’aspetto mobile e relativo della Chiesa, che naviga sulle onde del tempo e della storia, e che ancora figura come stemma di Pietro nel sigillo adoperato tuttora per dare autenticità ai documenti più gravi della Chiesa, segnati dall’«anello del Pescatore».

    IL GALLO

    E ancora un altro segno ci narra la storia di Pietro, il gallo. Quel gallo implacabile che cantò nella notte della negazione, la notte del processo di Gesù, come Gesù aveva predetto: «Prima che il gallo canti per la seconda volta, mi rinnegherai» (Matth. 14, 72). Pietro uomo ci appare nella sua drammatica complessità psicologica, nella sua fragilità umana; era buono, sincero, era esuberante di sentimenti e di parole; si fidava, così trasportato dal suo entusiasmo, si fidava di sé, Il demonio prevalse su di lui (1 Petr. 5, 8). E subito la paura l’invase, e negò, e mentì alla fedeltà e all’amore: «Non lo conosco!» (Marc. 14, 71). Per fortuna - oh! quale bontà di Cristo per il suo debole e prescelto testimonio! - Gesù, proprio in quel momento, «si voltò e guardò Pietro» (Luc. 22, 61); e tanto bastò per sconvolgere nel rimorso e nel pianto il povero apostolo, che fuggì, ma non disperò. Gesù gli aveva anche predetto ch’egli si sarebbe ripreso e che sarebbe stato poi suo compito di «confermare i suoi fratelli» (Ibid. 22, 32).

    Possiamo concludere questa serie di simboli ricordando l’ultimo, quello del Pastore, altro titolo proprio di Gesù, che il Signore risorto, dopo aver fatto salire dal cuore di Pietro tre volte la professione dell’amore, tre volte gli affida la missione d’essere per eccellenza il pastore del gregge di Cristo; il pastore, in sua vece, della sua Chiesa (Io. 21, 15 ss.). Meditate: Pietro Pastore, vivente nei suoi successori, «perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità» (Lumen Gentium, 23), nella fede, nella speranza, nella carità!

    Chi ora vi parla, esulta e trema rievocando queste immagini evangeliche, relative a Pietro, in cui oggi la Chiesa onora Gesù Cristo; e voi potete comprendere perché. Abbiate allora, Fratelli e Figli carissimi, una preghiera anche per noi, che indegni, ma veri successori di Pietro, tutti di cuore vi benediciamo.

  4. #14
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Questi atti e discorsi di Paolo VI sono stati postati a titolo di mera documentazione storica, senza nulla riconoscersi, al solo scopo di ricordare la riscoperta e l'identificazione delle reliquie dell'Apostolo Pietro sotto la Confessione vaticana.

    Augustinus

  5. #15
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    II Primato di Margherita

    di Claudio Damioli

    Margherita Guarducci, recentemente scomparsa, identificò le ossa di San Pietro, a Roma. La storia conferma il Primato del Romano Pontefice.


    Gesù disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" (Mt 16, 15-19).
    Così Gesù mise Pietro a capo e a fondamento della sua Chiesa. Pietro, poi, venne a Roma dove, a seguito delle persecuzioni scatenate da Nerone, subì il martirio nell'anno 64, come ci informano lo storico Tacito (II sec) e papa Clemente Romano (I sec). Sul colle Vaticano, il Principe degli Apostoli fu sepolto e nei secoli venerato.
    Molti, specialmente tra i protestanti, hanno a lungo contestato 1'esistenza della tomba di Pietro a Roma e soprattutto delle sue reliquie. Un segno troppo evidente, questo, del fondamento storico del primato dei pontefici romani, per loro inaccettabile. Una verità che, invece, per noi cattolici si fonda non solo su di un dato di fede, ma anche su prove concrete. E le prove del martirio di Pietro a Roma sono state trovate. Fu Paolo VI a dare al mondo lo storico annuncio, il 26 giugno 1968: "Le reliquie di san Pietro sono state identificate in modo che possiamo ritenere convincente, e ne diamo lode a chi vi ha impiegato attentissimo studio e lunga e grande fatica".
    Artefice principale di tale studio e di tali fatiche è stata Margherita Guarducci, archeologa ed epigrafista di fama internazionale, morta a Roma il 2 settembre scorso, all'età di 97 anni.
    Il suo nome è inscindibilmente legato proprio al ritrovamento e riconoscimento delle sacre ossa del Principe degli Apostoli.
    Gli scavi iniziarono nel 1940, per volere di Pio XII, sotto 1'altare della Confessione nella Basilica Vaticana. Durante l'Anno Santo (1950) il Papa annunciava il ritrovamento della tomba di Pietro. Ma anomalie ed omissioni riscontrate nella conduzione dei lavori, indussero Pio XII ad affidare, nel 1952, la continuazione delle ricerche alla Guarducci e la studiosa, dopo anni di meticolosa investigazione, accertò che:
    il nome di Pietro ricorre diverse volte nei graffiti della necropoli sotto 1'altare della Confessione; in particolare, in uno proveniente dal "muro rosso" si può addirittura leggere: Petr[oS] eni (= Pietro è qui dentro).
    Nella stessa zona, c'era veramente la tomba terragna dell'Apostolo. Fu sovrastata da un'edicola funeraria del II sec., cui si sovrapposero successivamente il monumento - sepolcro fatto costruire da Costantino (321-326) che spostò le ossa di Pietro dalla tomba originaria in un loculo rivestito di marmo interno al monumento, quindi 1'altare di Gregorio Magno (590-604), poi quello di Callisto II (1123) e infine quello di Clemente VIII (1594), che è 1'attuale altare papale della Basilica. Tutto questo susseguirsi di monumenti eretti in onore di San Pietro è già una conferma che proprio lì il Vicario di Cristo fu inumato.
    3) Le ossa ritrovate nel 1953 erano appartenute ad una sola persona di sesso maschile, di robusta costituzione e di età compresa tra i 60 e i 70 anni; sono le caratteristiche umane di Pietro all'epoca del martirio.
    Identificate definitivamente nel 1963, oggi siamo certi che quelle reliquie sono del Principe degli Apostoli. Le uniche che possono attribuirsi con certezza ad un apostolo di Cristo. Un risultato, questo, di portata storica e di valore eterno.
    "Io la ringrazio, a nome mio e della Chiesa di oggi e di domani", disse Paolo VI esprimendo la sua riconoscenza all'insigne studiosa.
    Oggi, con il Grande Giubileo alle porte, il lavoro compiuto da Margherita Guarducci riveste un particolare interesse per noi cattolici.
    La fede di Pietro, disse Paolo VI, "è la pietra della nostra fede". Grazie alla Guarducci, ora questa verità è più salda.

    Bibliografia

    Margherita Guarducci, Le chiavi sulla pietra. Studi, ricordi e documenti inediti intorno alla tomba di Pietro in Vaticano, Piemme, Casale Mon.to (AL) 1995.
    Margherita Guarducci, II primato della Chiesa di Roma, Rusconi, Milano 1991.
    Margherita Guarducci, La tomba di san Pietro, Rusconi, Milano 1989.

    Fonte: Il Timone, Novembre/Dicembre 1999, fasc. n. 4

  6. #16
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Roma cattolica cinque volte prima!

    di Gianpaolo Barra

    Pubblichiamo il testo della conversazione che Gianpaolo Barra, direttore de "il Timone", ha tenuto a Radio Maria, giovedì 28 gennaio 2000, durante la "Serata Sacerdotale", condotta da don Tino Rolfi. Conserviamo lo stile colloquiale e la divisione in paragrafi numerati, utilizzata per i suoi appunti dall'autore


    1. Se dobbiamo dare un titolo alla conversazione odierna potremmo utilizzare una sola parola: Roma. O meglio: i primati di Roma. Meglio ancora: i primati della Chiesa di Roma.
    2. A chi, per grazia di Dio, ha il dono della fede, della vera fede, che è soltanto la fede cattolica, il nome Roma evoca una realtà importantissima, richiama alla mente verità fondamentali, inerenti la nostra fede e che ci distinguono da altri cristiani.
    3. L'anno passato, in diverse conversazioni radiofoniche [pubblicate in volume dal titolo "Perché credere"], abbiamo trattato la figura, il ruolo, i compiti del Romano Pontefice e abbiamo esaminato le ragioni del Primato del Vescovo di Roma su tutti gli altri pastori della Chiesa.
    4. Primato su tutta la Chiesa universale. Primato di giurisdizione, primato di governo, di onore e dignità.
    5. Ora vedremo altri primati della Chiesa di Roma; primati significativi e utili per confermarci nella convinzione che Roma ricopre un ruolo fondamentale per la nostra fede cattolica.
    6. Non per niente, anche taluni di coloro che si sono separati dalla vera Chiesa, dalla Chiesa di Roma, si considerano legati alla città eterna. Hanno sentito il bisogno di sottolineare una qualche loro relazione con Roma, per giustificare in qualche modo (modo che noi riteniamo sbagliato) la scelta di separarsi dalla Chiesa cattolica.
    7. Ricordiamo, per fare un primo esempio, gli scismatici della Confessione greco ortodossa, i cosiddetti "Cristiani ortodossi", che fanno capo al Patriarca di Costantinopoli. Bene, essi considerano Costantinopoli come la seconda Roma, dopo quella dei Papi.
    8. Pensiamo, per fare un secondo esempio, agli scismatici della Confessione ortodossa russa. Essi considerano Mosca, ove ha sede il Patriarca di tutte le Russie, come la terza Roma, dopo quella dei papi e quella di Costantinopoli.
    9. Insomma, come si può ben vedere, siamo di fronte al tentativo di giustificare l'esistenza e la legittimità delle confessioni nate dal seno dell'unica Chiesa cattolica creando un ponte storico con la Chiesa madre, con la Chiesa di Roma. Un modo per dire che soltanto chi si richiama a Roma può vantare di essere la vera Chiesa di Cristo.
    10. Noi siamo ben consapevoli che la vera Chiesa, la sola Chiesa edificata da Cristo sull'apostolo Pietro, e quella che fa capo al Vescovo di Roma e che i soli e autentici pastori nella Chiesa sono quelli in comunione con il Vescovo di Roma, con il Papa.
    11. Solo a questi pastori noi dobbiamo obbedienza filiale, rispetto, considerazione. Dobbiamo certamente pregare per l'unità dei Cristiani, dobbiamo pregare perché questo riferirsi a Roma da parte di quanti hanno lasciato la Chiesa cattolica, questo attribuirsi i titoli di "seconda" e di "terza" Roma si traduca in un ritorno all'ovile, alla prima e unica Roma, alla sola Chiesa edificata da Cristo: la Chiesa cattolica, la Chiesa della "prima" Roma.
    12. Veniamo, allora, ai primati della chiesa di Roma. Ci facciamo guidare da un bei libro della nota studiosa. Margherita Guarducci. Il libro si intitola "Il primato della Chiesa di Roma", è edito da Rusconi e lo si può trovare nelle librerie.
    13. Questa studiosa è conosciuta in tutto il mondo perché ha identificato la più antica reliquia cristiana sicuramente autentica: vale a dire le ossa dell'Apostolo Pietro, nella Basilica Vaticana.
    14. Esamineremo, in breve, i cinque primati della Chiesa di Roma. Sono "primati" perché si tratta di fatti che soltanto la Chiesa di Roma può vantare rispetto a tutte le Chiese esistenti nel mondo.
    15. Abbiamo già accennato alle ossa di san Pietro, la più antica reliquia sicuramente autentica del mondo cristiano. Ma alla città eterna appartiene anche un secondo primato: quello della più antica basilica cristiana "ufficiale", la Basilica Lateranense.
    Poi, a Roma appartiene un terzo primato: quello del più antico ritratto di Cristo; quindi un quarto primato: quello del più antico ritratto di Maria, la Madre di Gesù, e infine a Roma appartiene un quinto primato: quello della più antica statua cristiana.
    17. Esaminiamo rapidamente questa serie impressionante di primati.
    18. Cominciamo dal primo, dalle ossa di san Pietro nella Basilica Vaticana.
    19. Si tratta di un dato di fondamentale importanza per la verità della fede cattolica, specialmente per quel che riguarda il primato di Pietro. Fino a qualche decennio orsono, una parte del mondo protestante negava che Pietro fosse mai stato a Roma e con ciò negava il Primato dei successori di Pietro, cioè dei vescovi di Roma.
    20. Oggi, nessuno, salvo i Testimoni di Geova, nega più che Pietro sia stato effettivamente a Roma, che qui abbia subito il martirio sotto l'imperatore Nerone, nell'anno 64, o nel 67 stando ad alcuni studiosi. E dobbiamo questa unanimità di giudizio proprio a Margherita Guarducci.
    21. La Chiesa di Roma possiede l'unica reliquia sicuramente dimostrabile di uno dei Dodici Apostoli, una reliquia di Pietro: le sue ossa. E significativo che l'unica reliquia al mondo sicuramente identifìcabile di un uomo santo che abbia conosciuto personalmente Gesù Cristo sia proprio quella di Pietro, del Principe degli Apostoli e che questa si trovi a Roma.
    22. Ci sono reliquie attribuite ad altri Apostoli: reliquie di Andrea, di Giacomo e altre dello stesso Pietro. Ma in genere si tratta di brandelli di stoffa che sarebbero stati messi a contatto con le tombe di questi apostoli. Soltanto di Pietro possediamo vere reliquie.
    23. Intanto, cominciamo con il dire che di nessuno degli Apostoli si conosce con certezza la tomba, se non per Pietro: nella Basilica Vaticana, a Roma.
    24. Pietro venne a Roma per portarvi il Vangelo e qui morì martire. Il martirio avvenne nel Circo di Nerone, in Vaticano, dove Pietro fu crocifisso e poi seppellito. Teniamo presente che nessun'altra città del mondo ha mai preteso di possedere la tomba di Pietro: solo Roma vantava questa pretesa.
    25. La tomba di Pietro è stata fin da subito venerata, l'imperatore Costantino vi fece costruire sopra la prima basilica in onore di Pietro. Si è sempre saputo, inoltre, da una lunga e tenace tradizione, che la tomba di Pietro si trovava sotto l'altare della Confessione, cioè sotto quello che è ancora oggi l'altare papale della Basilica Vaticana. Questo era quello che si sapeva per storia e per tradizione Ma le prove?
    26. Per cercare la prova definitive si deve aspettare l'incoraggiamento di uno dei più grandi papi della storia della Chiesa, Pio XII, il quale volle che si intraprendessero degli scavi per la ricerca della tomba di Pietro.
    27. La studiosa Margherita Guarducci giunse alla conclusione, rigorosamente scientifica, del ritrovamento delle ossa di san Pietro nell'anno 1953. Ma solo dieci anni dopo furono riconosciute come le reliquie dell'apostolo Pietro e nel 1965 questa scoperta fu pubblicata e resa di pubblico dominio.
    28. Papa Paolo VI annunciò a mondo intero, il 28 giugno de 1968, il ritrovamento delle ossa dell'apostolo Pietro sotto l'altare della Confessione nella Basilica Vaticana.
    29. Secondo Margherita Guarducci questa reliquia testimonia il primato spirituale della Chiesa di Roma nei confronti di tutte le chiese del mondo.
    30. Veniamo ora, sempre breve mente, al secondo primato: si trova a Roma la più antica Basilica cristiana "ufficiale", la Basilica Lateranense.
    31. Diciamo "ufficiale" perché s tratta della più antica Basilica cristiana riconosciuta come tale anche dall'autorità civile, dall'autorità politica. Anzi, si tratta d una Basilica costruita proprio dal l'autorità politica suprema del tempo, l'Imperatore Costantino.
    32. Sappiamo che nei primissimi tempi di vita del Cristianesimo, il culto si teneva in casa, nella domus ecclesiae, nella chiesa domestica Solo più tardi, si sentì il bisogno di avere appositi edifici nei quali fedeli potevano radunarsi per celebrare il culto religioso e per manifestare più liberamente la loro religiosità.
    33. Già nel III secolo, dunque in epoca antichissima, vi sono a Roma e altrove edifici adibiti al culto. La maggior parte di essi si trovava in Oriente, edificati da vescovi e da fedeli zelante utilizzati specialmente nei momenti di pace, quando cessava la persecuzione e passava il pericolo di radunarsi pubblicamente.
    34. Ma la Basilica Lateranense ha un primato singolare: fu il primo edificio eretto per volere della somma autorità dell'epoca, per volere dell'Imperatore Costantino che si accollò tutte le spese dovute alla costruzione.
    35. Fu costruita, molto probabilmente, come ex voto a Cristo Salvatore, subito dopo la vittoria contro Massenzio. Nella seconda metà del XII secolo la Basilica era ancora dedicata a Cristo Salvatore e solo più tardi assunse stabilmente il nome di San Giovanni, come la conosciamo oggi: San Giovanni in Laterano.
    36. Fu dedicata, cioè inaugurata, il 9 novembre dell'anno 318. Ne risulta che la Basilica Lateranense è il primo edificio cristiano riconosciuto ufficialmente come tale; finalmente, ai cristiani veniva riconosciuto un luogo pubblico dove poter celebrare il culto religioso.
    37. Veniamo al terzo primato della Chiesa di Roma: il più antico ritratto di Cristo. Parliamo di ritratto, cioè di una immagine di Gesù eseguita con lo scopo principale di renderne le sembianze, cioè, appunto, di farne un ritratto.
    38. In verità, ci sono altre immagini di Cristo che precedono nel tempo quella di cui stiamo per parlare; ma si tratta sempre di immagini di Gesù accompagnato da altre figure, e perciò inserito in un contesto diciamo diverso. Non proprio un ritratto.
    39. Invece, la più antica notizia di un ritratto di Cristo ci porta proprio a Roma. Non solo la notizia: anche il più antico ritratto conservato di Cristo ci porta a Roma.
    40. Per quanto riguarda notizie sui ritratti di Cristo, sappiamo che verso la metà del secondo secolo, ai tempi di Papa Aniceto (155-166) venne a Roma una eretica di nome Marcellina. Questi eretici, ci informa il grande Ireneo, vescovo di Lione, avevano immagini di Cristo e le onoravano. Questa è una notizia confermata anche da altri, tuttavia queste immagini non sono giunte fino a noi. Siamo fermi, quindi, alla "notizia" della esistenza di immagini.
    41. Per quanto riguarda, invece, il ritratto di Cristo più antico materialmente giunto fino a noi, eseguito con l'intenzione di farne un ritratto, questo si trova, stando a Margherita Guarducci, nella catacomba di Commodilla, nel famoso e antico cimitero cristiano situato nei pressi della via Ostiense, a Roma.
    42. Probabilmente risale agli anni 375-380 dopo Cristo; è un ritratto antichissimo. Il più antico che si conosca, anche se nessuno può negare che a Roma ve ne fossero altri, ancora più antichi, che tuttavia non sono giunti fino a noi.
    43. Veniamo ora al quarto primato della Chiesa di Roma: il più antico ritratto di Maria, della Madre di Gesù.
    44. Per trovare il più antico ritratto di Maria finora conosciuto bisogna rimanere a Roma. Come abbiamo detto per il ritratto di Cristo, anche in questo caso non parliamo della prima immagine di Maria, ma proprio di un ritratto, cioè di una immagine eseguita con lo scopo di riprodurre i tratti caratteristici del personaggio rappresentato.
    45. Una tradizione largamente diffusa sia in Oriente che in Occidente vuole che san Luca, il terzo evangelista, abbia avuto il privilegio di ritrarre dal vero le sembianze della Vergine Maria. Ma questa tradizione nasce solo nel VI secolo e va considerata una pia leggenda.
    46. Certamente non è sbagliato pensare che esistessero immagini mariane in terre come l'Egitto, la Palestina e l'Asia Minore già nei primi secoli (IV secolo), ma nessuna di queste immagini ci è pervenuta.
    47. La presenza di ritratti della Vergine si impone, quasi di forza, dopo l'anno 431, cioè dopo il Concilio di Efeso che proclamò solennemente la divina maternità di Maria, che proclamò Maria Madre di Dio ed è evidente che il culto di Maria e le immagini ricevettero da questo Concilio un forte impulso.
    48. Margherita Guarducci spiega molto bene i complessi passaggi che hanno portato a Roma questa antichissima immagine. Io mi limito soltanto a invitare a leggere il bei libro che ha scritto "I primati della Chiesa di Roma".
    49. Questa immagine si trova oggi nella Chiesa di Santa Francesca Romana. Essa è una copia di una immagine della Vergine venerata a Costantinopoli già dal quinto secolo, ma distrutta nel 1453, quando la città cadde nelle mani dei Turchi.
    50. Gli studi della Guarducci hanno potuto dimostrare che una copia di questa antichissima immagine si trova a Roma e fu scoperta in modo casuale.
    51. Alla vigilia dell'Anno Santo 1950, quando nelle Chiese di Roma furono sottoposte a restauro molte opere per mostrarle ai pellegrini nella Chiesa di Santa Francesca Romana si mise mano al restauro di una icona. Bene, sotto questa icona, rimaneggiata nei secoli, si scoprì il volto di un'antichissima immagine della Vergine Maria e fu datata al V secolo.
    52. È il ritratto più antico esistente della Vergine Maria. È stata la Guarducci a scoprire, attraverso studi rigorosamente scientifici, che si trattava della copia dell'immagine antica venerata a Costantinopoli, poi andata distrutta dai Turchi.
    53. Veniamo ora all'ultimo dei cinque primati della Chiesa di Roma: la più antica statua cristiana che si conosca.
    54. Quando parliamo di statua non si intende parlare di statuette di modeste dimensioni, ma di statue vere e proprie, a grandezza naturale o anche maggiore del vero.
    55. La più antica statua cristiana che si conosca è proprio il famoso san Pietro di bronzo che oggi possiamo vedere tutti nella Basilica Vaticana.
    56. L'apostolo Pietro vi è rappresentato in dimensioni un po' più grandi del vero. È seduto in un trono bianco di marmo, ha la mano destra alzata nel solito gesto benedicente, mentre la mano sinistra, ripiegata sul petto, stringe le chiavi, le simboliche chiavi del regno dei Cieli.
    57. Questa statua appartenne in origine al mausoleo degli imperatori romani d'Occidente, che era posto vicino alla basilica costantiniana, cioè vicino a Piazza san Pietro oggi.
    58. Quindi questa statua risale al V secolo dopo Cristo, probabilmente al suo inizio. Forse il mausoleo fu eretto dall'Imperatore Onorio nell'anno 404 o poco dopo, e la statua probabilmente è stata fusa proprio a Roma, quando sotto gli auspici degli Imperatori romani l'arte doveva ancora fiorire nelle officine.
    59. Comunque, resta il fatto che questa è fino ad oggi la più antica statua cristiana che si conosca nel mondo intero. E si trova a Roma. E questo è un altro dei primati che la chiesa di Roma può vantare.
    60. Credo che sia giunto il momento di trarre qualche conclusione da quanto abbiamo detto.
    61. Sappiamo che oggi Roma non gode di buona fama presso la cultura dominante dell'Italia "laica". Esiste una vera e propria avversione per questa città, così importante per la fede cattolica.
    62. Questa avversione nasce già ai tempi di Lutero e si sviluppa con la feroce lotta al cattolicesimo iniziata dal protestantesimo e proseguita dal laicismo.
    63. Questa avversione si alimenta dal fatto che, al contrario di quanto speravano i massoni fautori del Risorgimento, i romani non insorsero contro il Papa, non erano affatto scontenti del governo papale, del potere temporale del Papa e, così facendo, non diedero pretesti al governo italiano per intervenire con le armi per "liberare" i romani dalla "oppressione" dello Stato Pontificio. Questo non venne loro mai perdonato dai vincitori.
    64. In tal modo, l'occupazione di Roma, nel settembre del 1870, e la distruzione dello Stato Pontificio si risolse, nei fatti, ad una operazione militare di occupazione, di vera e propria invasione.
    65. Ora, per noi cattolici Roma ha un significato singolare. E la città che Dio ha prescelto per essere la sede del Pontefice, è la città che la Provvidenza ha voluto fosse il cuore della Chiesa cattolica; è la città che conserva, come abbiamo visto, importanti primati nei confronti di tutte le altre chiese esistenti nel mondo.
    66. La Roma cristiana, la Roma papale, la Roma capitale dello Stato Pontificio entra a pieno titolo nel cuore di ogni cattolico e questa vicinanza la trasformiamo in preghiera per il Papa e per la Chiesa.
    67. Grazie e a risentirci fra quindici giorni.

    Bibliografia

    Margherita Guarducci, Le chiavi sulla pietra Studi, ricordi e documenti inediti intorno alla tomba di Pietro in Vaticano Piemme, Casale Mon.to (AL) '95
    Margherita Guarducci, II primato della Chiesa di Roma Rusconi, Milano 1991
    Margherita Guarducci, La tomba di san Pietro Rusconi, Milano 1989
    Gianpaolo Barra, Il Primato di Pietro nella storia della Chiesa, Mimep-Docete, Pessano (MI) 1995

    Fonte: Il Timone, Marzo/Aprile 2000, fasc. n. 6

  7. #17
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    TU ES PETRUS,

    ET SUPER HANC PETRA AEDIFICABO ECCLESIAM MEAM,

    ET PORTAE INFERI NON PRAEVALEBUNT ADVERSUS EAM.

    ET TIBI DABO CLAVES REGNI COELORUM.

    ET QUODCUMQUE LIGAVERIS SUPER TERRAM,

    ERIT LIGATUM ET IN COELIS:

    ET QUODCUMQUE SOLVERIS SUPER TERRAM,

    ERTI SOLUTUM ET IN COELIS.



  8. #18
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Guido Reni, Consegna delle chiavi a Pietro, 1622, Louvre, Parigi

    Arnolfo Di Cambio, S. Pietro, 1300 circa, Basilica di S. Pietro, Vaticano

    Giovanni Bellini, Pala di S. Zaccaria (Madonna con Bambino tra i SS. Pietro, Caterina d'Alessandria, Lucia e Girolamo), 1505 circa, Chiesa di S. Zaccaria, Venezia

    Giovanni Battista Caracciolo, Liberazione di S. Pietro, 1615, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli

    Caravaggio, Martirio di S. Pietro, 1600, Cappella Cerasi, Basilica di Santa Maria del Popolo, Roma

  9. #19
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Caravaggio, Rinnegamento di S. Pietro, 1610, Shickman Gallery, New York

    Annibale Carracci, Domine quo vadis?, 1601-02, National Gallery, Londra

    Nicolas Cordier, Busto di S. Pietro, 1608, Chiesa di San Sebastiano fuori le mura, Roma

    Duccio di Buoninsegna, Chiamata dei SS. Pietro e Andrea, 1308-11, Museo dell'Opera del Duomo, Siena

    Duccio di Buoninsegna, Lavanda dei piedi, 1308-11, Museo dell'Opera del Duomo, Siena

    Duccio di Buoninsegna, Apparizione sul lago di Tiberiade, 1308-11, Museo dell'Opera del Duomo, Siena

    Vasco Fernandes, S. Pietro, 1530 circa, Vasco Museum, Viseu

  10. #20
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Giuliano Finelli, S. Pietro, 1639-40, Cappella del Tesoro, Basilica di San Gennaro, Napoli

    Domenico Ghirlandaio, Chiamata dei primi apostoli, 1481, Cappella Sistina, Vaticano

    Domenico Ghirlandaio, Madonna in trono e Santi (SS. Pietro e Paolo, Clemente Papa e Sebastiano), 1479 circa, Duomo San Martino, Lucca

    Luca Giordano, Martirio di S. Pietro, 1660 circa, Gallerie dell'Accademia, Venezia

    Giotto di Bondone, S. Pietro in trono tra i SS. Giacomo e Paolo, Andrea e Giovanni (Polittico Stefaneschi), 1330 circa, Pinacoteca, Vaticano

    Francisco Goya y Lucientes, S. Pietro penitente, 1823-25, Phillips Collection, Washington

    Benozzo Gozzoli, Madonna con Bambino tra i SS. Pietro e Paolo, Giovanni Battista e Girolamo, 1456, Galleria Nazionale dell'Umbria, Perugia

 

 
Pagina 2 di 7 PrimaPrima 123 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. 29 giugno - S. Paolo, apostolo e martire
    Di Augustinus nel forum Tradizionalismo
    Risposte: 22
    Ultimo Messaggio: 01-07-20, 08:32
  2. 24 agosto - S. Bartolomeo, apostolo e martire
    Di Augustinus nel forum Tradizionalismo
    Risposte: 20
    Ultimo Messaggio: 25-08-19, 00:24
  3. 30 giugno: Commemorazione di S. Paolo Apostolo
    Di Guelfo Nero nel forum Tradizione Cattolica
    Risposte: 289
    Ultimo Messaggio: 01-07-19, 02:05
  4. 30 novembre - S. Andrea, apostolo e martire
    Di Augustinus nel forum Tradizionalismo
    Risposte: 19
    Ultimo Messaggio: 01-12-18, 00:44
  5. 11 giugno - S. Barnaba apostolo
    Di Augustinus nel forum Tradizionalismo
    Risposte: 12
    Ultimo Messaggio: 11-06-08, 13:25

Chi Ha Letto Questa Discussione negli Ultimi 365 Giorni: 0

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito