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  1. #1
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    il new deal di AN (leggasi Destra Sociale)

    La previsione è che per rispettare il programma di stabilità, "guardando soltanto i parametri di finanza pubblica, occorrerebbe un aggiustamento permanente intorno ai 5 miliardi di euro". Alleanza nazionale propone "un triangolo di politica economica, basato su meno spesa corrente, meno tasse, più investimenti in infrastrutture, ricerca ed innovazione". Ma vediamo nel dettaglio quali sono i punti principali.

    Infrastrutture. Occorre individuare tra i programmi già definiti una lista di specifici interventi (strade, autostrade, ferrovie, porti, aeroporti, piastre logistiche, sistemi idrici) che, sulla base di un rigoroso monitoraggio degli investimenti pubblici siano portati a rapida cantierizzazione garantendo tempi di realizzazione e copertura finanziaria.

    Fisco. Viene proposta una riduzione Irap concentrata sul fronte salari e sulle Piccole e medie imprese al fine di farne anche uno strumento di maggiore competitività e di maggiore impulso alla ripresa dello sviluppo. Insieme c'è la piena deducibilità delle spese sostenute per la ricerca, formazione e innovazione tecnologica.

    Per quanto riguarda l'Irpef, An propone la riduzione delle aliquote al fine di disincentivare l'evasione, ridurre il carico fiscale sui redditi medi ponendo al centro al famiglia, in particolare quella monoreddito, come soggetto di riferimento dei carichi fiscali soprattutto in funzione dei figli, degli anziani e dei disabili. In questa fase, An propone di mantenere l'attuale aliquota massima sui redditi più elevati.

    Energia. Definire il master plan dell'energia che valorizzi la diversificazione delle fonti con forti incrementi di quelle rinnovabili e della cogenerazione diffusa. Occorre realizzare la costruzione di nuove centrali elettriche e l'approntamento di organiche reti finalizzate a ridurre rapidamente la dipendenza dall'estero, il rischio black out ed il costo per kilowattora che penalizza pesantemente la competitività del nostro sistema produttivo e fa pagare alle famiglie italiane una bolletta fra le più costose d'Europa. Infine, in materia di energia, An propone di accelerare i processi di liberalizzazione per garantire condizioni di reale concorrenza e ridefinire a tal fine il ruolo delle Authority.

    Politica industriale e imprese. Definire un programma di intervento volto a consolidare il tessuto produttivo esistente e sviluppare i settori innovativi. Perseguire una più stretta integrazione dei servizi al fine di aumentare la produttività totale dei fattori. Consolidare e sviluppare le medie aziende fornendo loro la necessaria assistenza nei processi di internazionalizzazione. Accrescere la "governance" sulle aziende pubbliche affinché contribuiscano alla crescita complessiva del Paese.

    Innovazione e ricerca. Definizione di strumenti e di risorse per l'innovazione tecnologica, per la ricerca e per la formazione. Agevolazioni e incentivi mirati a realizzare aggregazioni aziendali e capitalizzazione delle imprese; investimenti in beni strumentali innovativi e con rimodulazione e flessibilità delle quote di ammortamento; tutela della proprietà intellettuale dei brevetti e lotta alla contraffazione. Infine, occorre agevolare l'innovazione e la internazionalizzazione dei distretti industriali e dei settori del made in Italy.

    Formazione. Costituzione di una rete di centri di eccellenza sulla base dei risultati ottenuti e dei vari progetti di ricerca anche inseriti nell'ambiente internazionale nelle diverse università. Riforma per obiettivi mirati del Cnr e del sistema degli Epr; integrazione di tutta la rete di formazione professionale sia a livello di facoltà tecnico-scientifiche che a livello degli istituti tecnici della scuola secondaria, nonché parte della formazione sul posto di lavoro; istituzione dei maestri del lavoro per favorire il trasferimento professionale dagli anziani ai giovani e anche il trasferimento di azienda che potrà riguardare prevalentemente artigiani e commercianti ma anche altre forme di attività lavorativa e professionale.

    Tfr. Definizione di misure che consentano alle imprese di sostituire con il ricorso al credito lo spostamento delle liquidazioni nei fondi pensione. Si suggerisce di valutare la proposta di usare lo strumento della cessione del credito per l'utilizzo del tfr nei fondi pensione che consentirebbe di non provocare nessuna penalizzazione per le imprese rispetto alla attuale situazione.

    Nel documento, infine, An ritiene che la strategia di rilancio dello sviluppo, che dovrà costituire l'impalcatura del Dpef, vada "realizzata in un contesto di costruttivo confronto con le parti sociali, i soggetti della vita economica e con gli enti locali". Il dialogo sociale è "il metodo con il quale è possibile realizzare intorno agli obiettivi dichiarati quel consenso che rafforza la perseguibilità degli stessi".
    (30 giugno 2004)


    Questo è un programma sociale alla faccia di chi pensa alle rinunce

  2. #2
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    Predefinito Re: Re: il new deal di AN (leggasi Destra Sociale)

    In origine postato da cesare forni
    Programma: tempo di stesura un paio di giorni.
    Attuazione: fra un migliaio di anni, visto che le priorità sono la legge sul conflitto di interessi, quella sulla tassazione delle eredità, quella sul falso in bilancio, etc etc


    tempo al tempo

  3. #3
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    Predefinito Scusate, sapete leggere il politichese ?

    In quel programma c'è scritto solo che vogliono rapinare le liquidazioni degli Italiani (perchè il tfr, per chi non lo sapesse, è retribuzione già maturata, differita). Cosa ci sia di sociale in ciò, non so !

    Poi l'eliminazione dell'IRAP invece del taglio all'IRPEF (e qui potremmo anche starci ; a condzioni che si chiarisca che i trasferimenti statali alle Regioni AUMENTANO, in misura pari all'IRAP abolita. Se no è il solito trucchetto ; le aziende non pagano più l'IRAP, ma le Regioni, senza quell'entrata, aumentano l'addizionale IRPEF, per cui le tasse anzichè calare aumentano, anche se sembra che ad aumentarle siano le Regioni e non lo Stato. E' il vecchio scaricabarile di Alice nel Paese delle Meraviglie : "queste rose l'hai pitturate te ? Non io, il Tre ! Allora sono tue ? Non mie, del Due !").

    Definire il "Master Plan" dell'energia è un bell'anglicismo, ma bastava dire che si farà il piano energetico nazionale, che è in ritardo di nove anni. E chi deve farlo ? Io direi i Ministri delle Attività Produttive e dell'Ambiente, quindi inutile nascondere dieto un nome nuovo un vecchio ritardo. Comunque, che vuol dire "incrementi delle energie rinnovabili" ? Le belle parole stanno a gratis : parliamo di scelte. Investire sulle cellule fotovoltaiche ? Oggi come oggi, e per altri 10 anni almeno, è mero spreco di risorse. Eolica ? Se è questo si dica (ci sono dei problemi, ma potremmo pure essere d'accordo ; si abbia il coraggio di fare qualche scelta). Idroelettrica ? Buffonate ; manca l'acqua negli invasi e per l'agricoltura, due anni su tre. Fusione nucleare ?
    Evviva : l'UE lo sta facendo, a Caradache sui pirenei francesi, sfidando0 gli U$A che - chissà perchè - non vorrebbero.
    Bella Italia finora ha fatto Arlecchino servitore di due padroni. Scegliete il termonucleare ? Bravi ; ma , se non avete il coraggio di dirlo, le 13 pagine del documento sono la solita aria fritta.

    Stesso discorso sulla "cogenerazione diffusa". Che vuole dire, termovalorizzazione rifiuti ? Bhè, ditelo e fatelo. Ma sinchè si parla solo di cogenerazione, che può essere anche a gas naturale, è solo politichese buon mercato.

  4. #4
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    Predefinito Re: Scusate, sapete leggere il politichese ?

    In origine postato da Decima Regio
    In quel programma c'è scritto solo che vogliono rapinare le liquidazioni degli Italiani (perchè il tfr, per chi non lo sapesse, è retribuzione già maturata, differita). Cosa ci sia di sociale in ciò, non so !

    Poi l'eliminazione dell'IRAP invece del taglio all'IRPEF (e qui potremmo anche starci ; a condzioni che si chiarisca che i trasferimenti statali alle Regioni AUMENTANO, in misura pari all'IRAP abolita. Se no è il solito trucchetto ; le aziende non pagano più l'IRAP, ma le Regioni, senza quell'entrata, aumentano l'addizionale IRPEF, per cui le tasse anzichè calare aumentano, anche se sembra che ad aumentarle siano le Regioni e non lo Stato. E' il vecchio scaricabarile di Alice nel Paese delle Meraviglie : "queste rose l'hai pitturate te ? Non io, il Tre ! Allora sono tue ? Non mie, del Due !").

    Definire il "Master Plan" dell'energia è un bell'anglicismo, ma bastava dire che si farà il piano energetico nazionale, che è in ritardo di nove anni. E chi deve farlo ? Io direi i Ministri delle Attività Produttive e dell'Ambiente, quindi inutile nascondere dieto un nome nuovo un vecchio ritardo. Comunque, che vuol dire "incrementi delle energie rinnovabili" ? Le belle parole stanno a gratis : parliamo di scelte. Investire sulle cellule fotovoltaiche ? Oggi come oggi, e per altri 10 anni almeno, è mero spreco di risorse. Eolica ? Se è questo si dica (ci sono dei problemi, ma potremmo pure essere d'accordo ; si abbia il coraggio di fare qualche scelta). Idroelettrica ? Buffonate ; manca l'acqua negli invasi e per l'agricoltura, due anni su tre. Fusione nucleare ?
    Evviva : l'UE lo sta facendo, a Caradache sui pirenei francesi, sfidando0 gli U$A che - chissà perchè - non vorrebbero.
    Bella Italia finora ha fatto Arlecchino servitore di due padroni. Scegliete il termonucleare ? Bravi ; ma , se non avete il coraggio di dirlo, le 13 pagine del documento sono la solita aria fritta.

    Stesso discorso sulla "cogenerazione diffusa". Che vuole dire, termovalorizzazione rifiuti ? Bhè, ditelo e fatelo. Ma sinchè si parla solo di cogenerazione, che può essere anche a gas naturale, è solo politichese buon mercato.
    Intanto leggiti questo:
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/P.../02/fini.shtml

    POLITICA
    Fini: svolta in economia, o An fuori dal governo
    Il leader di Alleanza Nazionale: voteremo la manovra per lealtà, ma il Dpef dovrà essere concertato con le parti sociali
    ROMA - I partiti della maggioranza segnano il territorio in attesa del Consiglio dei ministri di sabato che dovrà varare la manovra economica e dell'atteso rilancio del programma di governo che dovrà essere definito nelle prossime settimane.
    FINI - Ad aprire le danze il leader di An Gianfranco Fini che davanti all'esecutivo politico del partito ha detto chiaramente che «Alleanza nazionale ritiene indispensabile, pena il suo disimpegno dal governo, che sia impressa una svolta nella politica economica e che essa venga attuata collegialmente».
    Il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini (Lapresse)
    «Ho espresso all'esecutivo del partito - ha continuato Fini - la mia personale fiducia circa le garanzie politiche che il presidente del Consiglio Berlusconi mi ha fornito al riguardo».
    Dopo aver ricordato la soddisfazione dell'esecutivo di An per la decisione del premier Silvio Berlusconi di fare approvare nel Cdm di domani un documento per il rilancio dello sviluppo e dell'economia, Fini ha ricordato che tale documento è finalizzato a definire «le linee guida del Documento di programmazione economico finanziaria da sottoporre sollecitamente al confronto con le parti sociali e le autonomie locali e che sia centrato sui temi della competitività del sistema produttivo, della riduzione del carico fiscale, del riequilibrio territoriale Nord-Sud». «In ragione di ciò - ha concluso Fini - i ministri di Alleanza nazionale per senso di lealtà e di responsabilità e per evitare all'Italia le sanzioni europee approveranno le misure proposte dal ministro Tremonti per contenere nel 2004 la spesa pubblica entro il 3% previsto dal Trattato di Maastricht».

  5. #5
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    Predefinito La realtà supera la fantasia !

    Quando scrissi il mio commento, pensavo che GIANFINI facesse retromarcia, more soloito, dopo una settimana.

    Invece oramai il ritmo del calabraghe è di poche ore.

    Gianfini-Gianmanno-Baldassarri wrote (come riferitoci da Carmen) :

    Infrastrutture : occorre individuare tra i programmi già definiti (strade, autostrade ferrovie porti ed aereoporti, piastre logisitche e sistemi idrici) che siano portati a rapida cantierizzazione (?!?) garantendo ntempi di realizzazione e copertura finanziaria.

    Come dire che AN voleva modernizzare il sistema infrastrutturale (strade, autostrade, rete ferroviaria). Del resto, se continuiamo ad essere l'unica nazione industriale senza TAV, è chiaro che il declino dell'Italia non si inverte, ma accelera.

    Poi fanno il vertice di maggioranza per la "manovra" da 5 - o 7 - miliardi di Euri (che simpatici ... potevano dirlo in ncampagna elettorale che facevano juna manovra da sette miliardi ndi sacrifici. Invece no ... in camapagna elettorale dicevano che tagliavano le tasse. Birichini).

    Comunque, dove vanno a tagliare per la manovra ? QUASI 2.000.000.000 in meno a Trenitalia ed ANAS. E le infrastrutture viarie e ferroviarie per cui AN reclamava "copertura finanziaria" ?
    Nada mas !

    E la fiera determinazione di Gianfini ? In fiera !

    Quasi come Giulio Cesare ....
    nel volgere di pochissimi dì
    ei venne, vide e fuggì !

 

 

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