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  1. #1
    brescianofobo
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    Predefinito Libero news: "Il governo è salvo"


  2. #2
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    deluso?

  3. #3
    brescianofobo
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    Guarda che io tifo Berlusca, spero che sia lui ad affrontare Prodi, è una vita che lo dico.

    Ma ci sono grossi nuvoloni sull'orizzonte della Casa: il titolo di Libero è più un auspicio che una certezza.

    Venerdì 2 Luglio 2004, 19:06

    Governo: Calderoli Incontra Fini, An Apprezza 'Metodo Leghista'

    (ASCA) - Roma, 2 lug - Roberto Calderoli ha incontrato oggi il presidente di An, e vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, il quale gli ha espresso il suo apprezzamento per il cosiddetto 'metodo leghista'. E cioe' per un'evenutale uscita dal governo nel caso non venissero considerate le richieste che vengono fatte. Il coordinatore delle segreterie della Lega Nord, uscendo da Palazzo Grazioli, viene fermato dai giornalisti che gli chiedono di commentare l'eventualita' che Alleanza Nazionale, come dichiarato oggi dal ministro Gasparri, possa uscire dal governo, assicurando un appoggio esterno, nel caso che non vengano definite le questioni sollevate dal partito di via della Scrofa. ''Anche noi - dice Calderoli - abbiamo la nostro bandiera. Se si approva il federalismo entro la fine della legislatura - spiega l'esponente leghista - avanti tutta con il governo. Se cosi' non fosse usciremmo dal governo tranquillamente. In quel caso sarebbero addiruttura auspicabili le elezioni anticipate del 2005. Se questa e' la loro bandiera - conclude Calderoli - credo che il metodo leghista utilizzato, come lo ha definito Fini che ho incontrato oggi possa essere assolutamente accettabile''.


    troverà una buona volta questa benedetta quadra?

  4. #4
    brescianofobo
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    Amici, nella notte si litiga. Fini sull'orlo di una crisi di nervi. Restiamo collegati.



    21:56 GOVERNO, CONTINUA LO SCONTRO AN-TREMONTI

    Secondo fonti vicine alla maggioranza il vicepremier Fini avrebbe minacciato di nuovo la crisi, dopo averlo fatto gia' in mattinata, per la prima volta apertamente



    clicca e ingrandisci
    Roma, 2 lug. (Adnkronos) - Nuove tensioni nella Casa delle liberta' sulle scelte di politica economica da inserire nel Dpef. Sotto accusa, ancora una volta, Giulio Tremonti. Continua, infatti, lo scontro tra An e il ministro dell'Economia per il ridimensionamento dei suoi poteri. A fare le spese dell'ennesimo braccio di ferro, la definizione programmatica del Dpef, proprio alla vigilia del varo della manovra bis che l'Italia presentera' all'Ecofin di lunedi' per scongiurare l'early warning sui conti pubblici. Questa volta, a scatenare nuove fibrillazioni e l'irritazione di An e Udc, e' stata una bozza di documento economico messa a punto da Tremonti e circolata nelle ultime ore sui tavoli della maggioranza.

    Si tratterrebbe, in sostanza, delle misure che Tremonti, sotto forma di linee guida, avrebbe tentato di far approvare dal Consiglio dei Ministri con un decreto d'urgenza. Con cifre che si allontanavano da quelle stimate dal documento stilato dagli sherpa di An. Il testo Tremonti conterrebbe interventi fiscali, da tagli all'Irpef fino al blocco degli addizionali Irpef e Ici per gli enti locali, oltre all'azzeramento delle tasse universitarie per le famiglie piu' povere.

    Fini, dopo aver avvertito i suoi di prepararsi anche al peggio, avrebbe chiesto immediata udienza al Cavaliere per un chiarimento. Accompagnato dai ministri Gianni Alemanno, Maurizio Gasparri, Altero Matteoli e dal viceministro dell'Economia, Mario Baldassarri, il leader di An si e' recato a palazzo Grazioli in serata. Il confronto, secondo quanto si apprende da ambienti della maggioranza, sarebbe stato franco e, a tratti, dai toni accesi. Il leader di An avrebbe puntato, ancora una volta, l'indice sullo strapotere di Tremonti, minacciando di nuovo la crisi, dopo averlo fatto gia' in mattinata, per la prima volta apertamente, al termine dell'esecutivo del partito.

    Senza una svolta nella politica economica, avrebbe detto il vicepremier, An e' pronta a uscire dall'esecutivo e a ritirare la sua delegazione al Consiglio dei ministri di domani. Al termine della riunione l'unico a parlare e' stato Matteoli che ha gettato acqua sul fuoco, assicurando che ''l'incontro e' andato bene''.

    Tensione anche in via dei Due Macelli, dove il documento Tremonti sarebbe giunto del tutto inatteso. Tanto che Marco Follini ha convocato i ministri Rocco Buttiglione e Carlo Giovanardi. Severo il giudizio sulle nuove carte, accolte con palese ''stupore'': ''documento non particolarmente attuale'', lo liquida il ministro per le Politiche Ue. E la conclusione: ''manovra dolorosa'' che l'Udc avalla solo per ''senso di responsabilita'''. Da stasera, sin dal vertice, l'Udc si impegna a ''vederci piu' chiaro''.

    Sullo sfondo dei malumori, non si esclude neppure l'ipotesi di apportare aggiustamenti alla squadra di governo. E' l'ultima voce che circola, quella di un giro di poltrone a Bruxelles che potrebbe determinare la famosa quadratura del cerchio. Magari, con qualche new entry di peso




  5. #5
    Veneta sempre itagliana mai
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    brunik...piantala che oramai non ti caga più nessuno co sti post, neanche sul principale

  6. #6
    brescianofobo
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    Eh, sì, sono un uomo in crisi.

    Quasi come Tremonti

  7. #7
    Veneta sempre itagliana mai
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    In origine postato da brunik
    Eh, sì, sono un uomo in crisi.

    Quasi come Tremonti


    peggio

  8. #8
    brescianofobo
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    Eh, ormai non piaccio più come ai bei tempi, dovrei inventarmi qualcosa di nuovo.

    Pero' con me sei cattiva: a Mustang non glielo dici mai che nessuno legge gli articoli del Foglio che si copia a mano, poveraccio.

    Solo coin me te la prendi, ecco. Non è giusto, ecco.

  9. #9
    brescianofobo
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    Tremonti, accusato da Fini di truccare i dati dei conti pubblici, si è dimesso nella notte.


    La finanza creativa si arrende. Tremonti si dimette, l'interim a Berlusconi
    di Natalia Lombardo

    Dunque, è crisi di governo: nella notte si è dimesso Giulio Tremonti dopo che Gianfranco Fini aveva posto a Berlusconi un ultimatum: o tagli la testa al superministro, oppure andiamo via dal governo. Nel vertice di maggioranza Tremonti aveva prima negato di volersi dimettere, ma poi lo ha fatto. Fini lo aveva accusato il superministro di «truccare i dati sui conti pubblici». Annullato il consiglio dei minsitri di sabato che avrebbe dovuto approvare il decreto taglia spese per andare all'Ecofin lunedì. Resta quindi un'incognita.

    Nella notte la Cdl ha discusso dei tagli ma poi tutto è saltato. Fino alle nove di sera, quando è iniziato il vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli, durato quattr'ore, sembrava potesse succedere «di tutto». Marco Follini e l'Udc «staranno con An», assicuravano. Nel pomeriggio già si ventilava la possibilità che Tremonti si dimettesse, con un eventuale cambio con Letizia Moratti o un impegnativo «interim» al premier. Ma, entrando al vertice, il superministro ha messo le mani avanti: «Io non me ne vado, se vogliono mi sfiducino loro».

    Fini sì è sentito «imbrogliato», alle sette di sera è arrivato dal premier (che era felice per il disgelo con Chirac) su tutte le furie, sventolando il documento sulle linee guida del Dpef, che avrebbe dovuto recepire le indicazioni di An. Un testo che il vicepremier si era impegnato ad
    approvare stamattina al consiglio dei ministri, insieme all'urgente decreto «taglia spese» per evitare il «cartellino giallo» dell‚Ecofin, sul quale An e Udc avevano garantito il via libera «per senso di responsabilità».

    Berlusconi a malincuore aveva dato la sua parola a Fini il giorno prima: nessun pacchetto trappola su Dpef e manovra fiscale nel Cdm di oggi (puntava però a chiudere lì riforme e verifica). Ma quando il vicepremier, riunito a Palazzo Chigi con i ministri Alemanno, Gasparri e Matteoli e il vice all'economia Baldassarri, si è ritrovato davanti un documento firmato
    «Presidenza del Consiglio» (quindi dal premier) è sbottato: «Questo è scritto in "tremontese", è una truffa». Il Superministro ha smentito smentisce, dal Tesoro hanno fatto sapere di aver ricevuto un fax alle 18, scritto da Renato Brunetta e Fabrizio Cicchitto, luogotenenti berlusconiani. Le stesse cose Tremonti le ha ripetute nel vertice notturno, difendendosi dai veleni che arrivavano da tutte le parti. Ha spiegato di aver condiviso il testo tranne i
    punti (che crede aggiunti dai due) sull'ipotesi di cancellare dal listino di Borsa le holding di partecipazione, ovvero «società che fanno la storia del capitalismo italiano».

    Questo la notte, ma alle sette il drappello di An è andato a passo di carica a Palazzo Grazioli. Fini non ha usato mezzo termini, contestando anche i tagli per l'Ecofin: «Tremonti presenta dati truccati sull'andamento dei conti pubblici, è un imbroglio. Guarda Silvio, che se lui oggi porta nel consiglio dei ministri qualcosa d‚altro oltre il decreto taglia spese, io e la delegazione di An ci alziamo e ce ne andiamo dal governo». Glielo aveva già detto giovedì, ma non si aspettava la «truffa». A rimettere le mani sul documento sembra ci abbia pensato Gianni Letta, il Grande Mediatore. Ma anche sui tagli alle spese non è tutto rosa e fiori né per
    An, né per l‚Udc, dato che penalizzano soprattutto il Sud, come aveva già previsto con rabbia Alessandra Mussolini.

    Gianfranco Fini alle otto ha fatto una scappata alla convention dei repubblicani Usa, al posto del premier. Poi alle nove è tornato a Palazzo Grazioli da Berlusconi, dove arrivano gli altri leader della maggioranza: il leghista Calderoli, il segretario Udc Marco Follini con Buttiglione;
    Baldassarri di An, il socialista De Michelis. Tremonti entra dal retro per dribblare i giornalisti. Immancabile Letta. Buttiglione e Giovanardi si erano già riuniti prima con Follini, per mettere a punto le richieste sul proporzionale. Ieri Casini invocava «chiarimenti veri e non finti»; se c‚è
    la «volontà» federalismo e sistema proporzionale sono conciliabili. Ma i centristi hanno messo un‚altra «zeppa» nel fianco malconcio della maggioranza: la fine del Cda Rai. Lancia il sasso Rodolfo De Laurentis: «Questa Rai è imbarazzante», un «nominificio» che piazza Moncalvo in prima serata («Non era un comico?», rincara Storace). L‚Udc, che mira alla presidenza Rai, annuncia una «mozione di sfiducia al Cda» in commissione di Vigilanza, cha si aggiunge a quella del centrosinistra. Questa volta Rumi dovrà pur dimettersi...

    La Lega, preoccupata, non alza il tiro sapendo che se crolla il governo può dire addio alla Devolution. Tanto da incrinare l‚asse inchiodato da Bossi: «La Lega difende Tremonti, ma non si sacrificherà per lui», dice Maroni. Il coordinatore Calderoli minaccia elezioni anticipate se non otterrà il federalismo, ma allunga la scadenza: da settembre passa alla «fine della
    legislatura» (sempre che non coincidano). Nel frattempo però tesse la tela con Fini e Follini, aprendo anche sprazzi sul «tatarellum». L'ultimatum di An era già partito alle 12: Gianfranco Fini legge un documento approvato all‚unanimità in un esecutivo lampo: «Alleanza
    Nazionale ritiene indispensabile, pena l‚uscita dal governo, una svolta nella politica economica». Una posizione nota, messa ieri nero su bianco dal partito ricompattato attorno al leader che ha scelto, parole sue, «il metodo leghista». Non c'è stato bisogno di correggere le «virgole», dice soddisfatto Francesco Storace che ha raccolto l‚invito di Fini a tornare
    nell'esecutivo dal quale si era dimesso. Così come è tornato il consenso di Domenico Fisichella, da tempo critico. O si cambia o An minaccia un «disimpegno nel governo». Disimpegno «nel votare una manovra», dice Storace che già aveva fatto capire l‚aria: «Tremonti? È l'accrescitivo di Monti...», alludendo al commissario europeo uscente che Fini vorrebbe al Tesoro. «Fino a qui è un punto vinto da An», conferma La Russa alle tre. Una tregua potrebbe reggere fino a oggi, per ricominciare con la Verifica Volume Due da martedì.



    CIAO, GIULIO, CI MANCHERAI

  10. #10
    live long and prosper
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    In origine postato da brunik
    Guarda che io tifo Berlusca, spero che sia lui ad affrontare Prodi, è una vita che lo dico.

    Ma ci sono grossi nuvoloni sull'orizzonte della Casa: il titolo di Libero è più un auspicio che una certezza.

    [/B]
    e noi tutti speriamo che tu continui a fare previsioni politiche e sondaggi ..... anche perchè mi viene il dubbio che tu porta un pò sfiga alla sinistra!!!
    prevedevi il 51,5% per il CSX e invece ha preso il 45,5%
    prevedevi un sorpasso del CSX sul CDX di 8 punti e invece il CDX continua ad essere maggioranza
    insomma ... continua cosi' brnik!! sei tutti noi!!

 

 
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