L’Istituto di statistica ha analizzato i dati del 2003:
rapporto deficit/pil al 2,4% e aumento della spesa del 5,8%
Istat, in crescita il debito
sale la pressione fiscale
Irpef in rialzo a causa delle addizionali disposte dai Comuni
ROMA - Rapporto deficit/pil confermato al 2,4% e in lieve peggioramento rispetto all'anno precedente, accelerazione della spesa pubblica con un +5,8% e aumento della pressione fiscale anche per effetto del condono e dello scudo fiscale. Questo il quadro della finanza pubblica italiana nel 2003 secondo i dati dettagliati e aggiornati dell'Istat.
Indebitamento. L'Istituto di statistica certifica che l'indebitamento netto della pubblica amministrazione sale al 2,4% dal 2,3% del 2002. Il saldo primario risulta positivo e pari al 2,9% del pil, "segnando però - scrivono i tecnici dell'Istituto - una ulteriore riduzione rispetto al 3,5% del 2002 e al 3,9% del 2001". E tutto questo mentre torna ad essere negativo dopo cinque anni il risparmio delle amministrazioni pubbliche (-3,2 miliardi di euro). Al contrario il saldo in conto capitale migliora passando dal -3% al -2,2% del pil a causa della forte crescita delle imposte in conto capitale, solo parzialmente compensata dalle minori entrate per la vendita di immobili che aveva caratterizzato il 2002.
Le entrate in conto capitale si riferiscono al condono e allo scudo fiscale che hanno determinato un aumento della pressione fiscale. Le entrate totali l'anno scorso sono salite del 5,5% con una incidenza sul Pil che passa dal 45,3% al 46,3% "interrompendo il trend moderatamente decrescente osservato negli anni successivi al 1997 (quando era al 48%)".
Pressione fiscale. L'Istat rileva comunque che l'aumento della pressione del fisco è determinato "soprattutto dalle imposte in conto capitale nelle quali sono comprese le sanatorie fiscali". La pressione fiscale passa nel 2003 al 42,8% dal 41,9% dell'anno precedente, dopo la progressiva diminuzione registrata nel precedente triennio. Al netto delle sanatorie risulterebbe pari al 41,3%.
Per l'anno scorso la pressione fiscale si attesta su un livello superiore alla media dell'unione monetaria (42%) e alla media Ue (41,5%) "proprio per effetto del forte incremento delle imposte in conto capitale". Nel 2003 l'Irpef è cresciuta del 2,6%, insieme a un aumento delle tasse automobilistiche a carico delle famiglie. L'Irpeg, invece, ha registrato un calo significativo, dell'8,3%. L'aumento dell'Irpef è dovuto "principalmente - scrive l'Istat - all'aumento delle aliquote dell'addizionale comunale, disposta da oltre 1500 comuni, e all'introduzione per la prima volta della stessa addizionale da parte di circa 600 comuni".
Spesa pubblica. Per quanto riguarda la spesa pubblica, l'anno scorso c'è stata una crescita del 5,8%, con una decisa accelerazione rispetto all'incremento dell'1,9% del 2002 e anche l'incidenza sul pil torna ad aumentare dal 47,6% al 48,8%.
La dinamica più sostenuta è stata per la produzione dei servizi pubblici (+6,1%), superiore al capitolo per prestazioni sociali, contributi alla produzione e trasferimenti diversi sul quale ha pesato l'aumento del 5,3% dei redditi da lavoro dipendente per effetto dei rinnovi dei contratti del personale ministeri, scuola e forze dell'ordine.
Rallenta il trend della spesa per prestazioni sociali (+4,8% rispetto al +5,8% del 2002) in quanto l'anno precedente era stato influenzato dall'effetto dell'aumento delle pensioni minime. Dopo il calo del 7% nel 2002, i contributi alla produzione aumentano del 6,4% principalmente per l'attività delle regioni.
Il capitolo spesa per interesse registra una riduzione anche se a ritmo inferiore rispetto al 2002 (-4,5% contro -8,8% dell'anno precedente). Il peso di tale componente sul totale delle uscite è sceso dal 24,5% all'11,9% tra il 1993 e il 2003. In forte crescita le uscite in conto capitale (+22,4%) per effetto del livello eccezionalmente basso del 2002, in particolare della spesa relativa agli investimenti sul cui ammontare hanno inciso le vendite di immobili. Escludendo la cartolarizzazione degli immobili la crescita sarebbe stata del 6,3%.
In aumento gli investimenti fissi lordi, ai quali si contrappone un calo del 4,9% dei contributi agli investimenti delle imprese.
Da www.repubblica.it