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Polemiko
Attacco omofobo a un trentenne:
«Ora corsi antiviolenza nelle scuole»
Dopo l'aggressione di Ostia tra saluti fascisti,
Arcigay Roma lancia un appello: lezioni di civiltà
ROMA - «Un assurdo episodio di intolleranza». L'Arcigay romana commenta a caldo l'ultimo caso di violenza omofoba avvenuto a Ostia, dove un 30enne ha rischiato la vita a causa di un pestaggio, dopo essere stato inseguito nel cuore della notte. «Contro questo clima di intolleranza - interviene il presidente Fabrizio Marrazzo - occorrono risposte forti e immediate. Rilanciamo l'appello alle istituzioni: si parta subito con iniziative educative e di formazione, a cominciare dalle scuole del territorio e in grado di coinvolgere tutta la nostra comunità».
COSTOLA ROTTA - Secondo il leader di Arcigay, dopo l'aggressione di Ostia contro un giovane ritenuto omosessuale, «non si può attendere oltre per fare lezioni di civiltà». Intanto sono in corso le indagini degli agenti della Polizia del commissariato di Roma Ostia . L'episodio si è verificato nella notte tra venerdì e sabato scorsi: verso le 5 di mattina, la vittima si è presentata al commissariato locale con il volto insanguinato, setto nasale e una costola rotta e ha denunciato di essere stato picchiato da tre persone.
Il 30enne è stato accompagnato all'ospedale Grassi di Ostia ed è stato poi ascoltato dagli agenti. «Quando gli aggressori mi hanno visto - ha raccontato il 30enne a "Il Messaggero" - mi hanno fatto il saluto romano. Io ho fatto finta di niente e ho proseguito a camminare per la mia strada. Ma li ho sentiti che dicevano qualcosa ma non ho capito cosa». Poi lo hanno raggiunto alle spalle mi hanno urlato frocio comunista e poi mi hanno massacrato di botte - ha continuato - Pensavo che mi avrebbero ammazzato».
LE RAZIONI - Il presidente dell'Arcigay nazionale, Aurelio Mancuso, chiede l'intervento del ministro dell'Interno, Roberto Maroni. «Questi continui attacchi nei confronti delle persone che si presume siano omosessuali - dice Mancuso - cominciano ad assumere aspetti preoccupanti». E il presidente della Provincia Zingaretti è preoccupato perchè «questa volta è bastato un semplice dettaglio nell'abbigliamento per far si che un uomo fosse etichettato come diverso e quindi come un obiettivo da colpire con ferocia. Se siamo arrivati a questo punto vuol dire che si è davvero superato ogni limite». E Massimo Valeriani, consigliere del Pd al Comune di Roma si rivolge al sindaco Alemanno: «deve dirci come intende affrontare questa ormai quotidiana e dilagante caccia al diverso».
Attacco omofobo a un trentenne: «Ora corsi antiviolenza nelle scuole» - Corriere Roma
Chi alimenta l’omofobìa ?
L’ultimo episodio avvenuto a Ostia dimostra che c’è un crescendo negli episodi di violenza contro le persone omosessuali le cui radici sono da ricercare soprattutto nell’ educazione alla discriminazione e alla violenza insita nelle dottrine delle religioni omofobiche. Le condanne a morte comminate agli omosessuali nei Paesi in cui vige la legge coranica sono certamente più gravi della discriminazione che la Chiesa cattolica, nei Paesi in cui i politicanti gli danno retta, invoca contro la parità di diritti per gay e lesbiche che si amano e vogliono sposarsi. Ma questa discriminazione pretesa dai preti e sostenuta a livello politico ingenera fatalmente e giustifica nei cervelli distorti di alcuni soggetti un sorta di via libera alla violenza criminale. E questa predisposizione al crimine è più forte in quegli omosessuali repressi che esorcizzano il loro disagio attraverso la violenza contro chi rappresenta lo specchio del proprio mal vissuto orientamento sessuale.