...tra TANTO furore e questa notizia?
I figli di Berlusconi indagati per i diritti Mediaset
MILANO - Secondo l'agenzia di stampa Adnkronos, i figli di Silvio Berlusconi, Piersilvio e Marina, risultano indagati nell'ambito dell'inchiesta avviata alla Procura di Milano sulla compravendita dei diritti cinematografici di Mediaset.
(7 luglio 2004)
(su Repubblica)
Riferimento:
La Procura generale di Milano dice no all’avocazione. Domani riprende il processo Sme, senza l’imputato Silvio Berlusconi graziato dal Lodo Schifani
Schiaffo a Previti, il fascicolo 9520 resta ai pm
Susanna Ripamonti
MILANO Domani ricomincia il processo Sme, senza l’imputato Silvio Berlusconi, graziato dal Lodo Schifani, ma con tutti gli altri: Cesare Previti e Attilio Pacifico, l’ex giudice Filippo Verde, Renato Squillante e famiglia. In teoria, ma è un’ipotesi del tutto remota, il processo potrebbe concludersi in quattro udienze, dato che ormai mancano solo le arringhe dei difensori di Previti e quelle dei legali di Squillante e figli. In altri termini, sabato 11 ottobre il collegio della prima sezione prenale, presieduto dalla dottoressa Luisa Ponti, potrebbe ritirarsi in camera di consiglio ed emettere la sentenza.
Questo però non avverrà, perchè la difesa Previti ha già annunciato che farà fuochi e fulmini per bloccare nuovamente il processo che, lo ricordiamo, riparte ora, dopo tre mesi di sospensione dovuta al fatto che gli imputati hanno beneficiato della legge sul patteggiamento allargato, che consente una lunga pausa di riflessione per decidere se accedere o meno a questa scorciatoia processuale.
Ieri la difesa Previti ha dovuto incassare una risposta assolutamente scontata da parte della procura generale di Milano, che ha respinto la loro istanza di avocazione dell’inchiesta che ruota attorno al famoso fascicolo 9520, ovvero il fascicolo originario dal quale sono scaturiti tutti i processi che hanno coinvolto Previti, Berlusconi e soci, con l’accusa di corruzione giudiziaria. Ciò che
resta di questa inchiesta e non è ancora approdato a una richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione, sono indagini contro ignoti. Proprio per questo la procura si rifiuta di rendere pubblico il fascicolo e la procura generale, per la seconda volta, ha chiarito agli avvocati che la richiesta di avocazione è inammissibile.
Queste indagini non riguardano il loro assistito, loro non sono parte in questa inchiesta e dunque non hanno titolo per chiedere che la procura generale lo sottragga ai pm Boccassini e Colombo. Ma anche nel merito il pg Mario Blandini ha chiarito che «il potere di avocazione è un istituto di carattere eccezionale » e non ci sono gli estremi per farvi ricorso.
I difensori di Previti naturalmente conoscono la norma, ma il tormentone sul 9520 è diventato ormai oggetto di un braccio di ferro tra accusa e difesa, in cui tutto verte su questioni di principio (o di metodo) e non di merito. Con ogni probabilità in questo fascicolo non c’è niente di talmente misterioso da richiedere una secretazione, ma per principio la procura non può accettare che un ministro (che ha mandato pure i suoi ispettori perchè se ne impossessassero) o degli imputati mettano le mani su atti vincolati dal segreto istruttorio. Idem le difese: sanno benissimo che lì dentro non c’è nulla che possa alleggerire la posizione processuale dei loro assistiti, ma tutto va bene per sollevare polvere.
Questa faccenda è stata il pretesto per denunciare a Brescia i due pm Boccassini e Colombo, probabilmente verrà utilizzata per presentare una nuova istanza di rimessione ed è l’arma principale con cui i legali di Previti stanno cercando di bloccare di nuovo il processo Sme, e di bloccarlo a lungo. L’obiettivo è quello di arrivare alla fatidica data dell’8 gennaio, quando il giudice a latere
Guido Brambilla dovrà lasciare la prima sezione penale, in modo irrevocabile.
A quel punto il collegio verrà riformato, ma il processo Sme dovrà ripartire da zero. Dunque, la prescrizione è assicurata.
Naturalmente non è un obiettivo facilmente raggiungibile anche perchè la dottoressa Ponti ha fissato tre udienze a settimana: lunedì, venerdì e sabato, quando non c’è dibattito alla Camera e Previti non può far valere legittimi impedimenti.
Ma la partita è aperta e non si possono fare previsioni. Già domani potrebbe esserci una falsa partenza: se a Montecitorio proseguono le votazioni sulla legge Gasparri, sicuramente farà slittare l’udienza.
Altra mossa annunciata: appena inizierà il processo la difesa Previti chiederà l’astensione dei pm Boccassini e Colombo, perchè sono indagati a Brescia. I pmrisponderanno picche, ma intanto si perderà un po’ di tempo. Tra l’altro l’inchiesta bresciana a loro carico potrebbe essere giàchiusa da un pezzo se non fosse che sempre loro, i difensori di Previti, hanno metaforicamente infilato un piede nella porta, per impedire la chiusura. Il piede sono le indagini difensive che stanno facendo: acquisizione di prove, richiesta di escussione di testi o addirittura di incidenti probatori. E finchè pendono queste richieste, Brescia non può chiudere e i due pm restano sotto scacco.
Ci sono poi le incognite che riguardano lo stralcio del processo Sme in cui è imputato solo Silvio Berlusconi. Il processo è stato sospeso sine die, grazie al lodo Schifani, ma subito dopo l’entrata in vigore della legge i pmBoccassini e Colombo e l’avvocato di parte civile Giuliano Pisapia presentarono due distinte eccezioni di incostituzionalità. La Corte costituzionale non ha ancora stabilito quando avvierà la discussione su questa materia, ma potrebbe decidere entro la fine di quest’anno.
Se così fosse, dato che anche qui mancano solo requisitoria e arringhe dei difensori, basterebbero due o tre udienze per concludere e consentire alla Corte di andare in camera di consiglio per la sentenza, prima del termine ultimo dell’8 gennaio.
Parliamo naturalmente di ipotesi sul filo del rasoio, ma che non si possono escludere.