Letta all’Interno, Martino all’Economia, Pisanu alla Difesa, Fini agli Esteri...
Anzi no: Tabacci ai Trasporti, Frattini vicepremier, La Russa alla Difesa...
Roma, 18:49
Governo, La Russa non esclude ingresso in esecutivo
Ignazio La Russa non esclude di lasciare l'incarico di coordinatore di An per entrare nel governo. Lo ha detto al suo arrivo all'Ergife al convegno organizzato dalla Destra Sociale e da Nuova Alleanza.
Vediamo.....
Tutto cambi purché nulla cambi: è il totoministri
Federica Fantozzi
ROMA A una Camera dei Deputati paralizzata da giorni di inattività, impossibilitata a votare un provvedimento che sia uno, svuotata di ogni interesse dal trasferimento della politica in altri palazzi, trasformata in Camera dei Superflui, non resta che giocare al toto-governo.
Dopo un pomeriggio di languida (e inutile) attesa, ieri in Transatlantico scatta la rincorsa alla nuova squadra. Il contesto è un rimpasto lampo con Berlusconi che, dopo la giornata di vertici fra Palazzo Grazioli e Palazzo Chigi, si appresterebbe a salire al Quirinale con la lista in mano. Prima l’annuncio dei tre tavoli domenicali «a partire dalle 20»: chi siederà dove? Quale tavolo comincerà prima? Fini correrà dall’uno all’altro? Bondi offirà il caffé? Faranno pure il gioco della sedia, e chi resta in piedi esce dall’esecutivo senza tante storie?
Ma il cuore sono i nomi dei potenziali nuovi ministri. La supernovità è il passaggio di Gianni Letta dalla regia al palcoscenico: il più duraturo spin doctor berlusconiano andrebbe agli Interni. Pisanu trasferito alla Difesa, mentre Antonio Martino - che in giornata è salito sul Colle per incontrare Ciampi - è in pole position per via Venti Settembre. Un rimpasto in puro stile Prima Repubblica, naturalmente tenendo conto degli alleati. Il leader di An prenderebbe la Farnesina, facendo la staffetta con Frattini che diverrebbe vicepremier. Indispensabile per chiudere la crisi l’accordo con l’Udc: per ottenerlo Berlusconi ritirerebbe il veto su Bruno Tabacci che otterrebbe il dicastero dei Trasporti. In alternativa, Mario Baccini alla Sanità.
Solita poltrona di eurocommissario per Rocco Buttiglione, sacrificando agli equilibri interni Mario Monti. Sull’ipotesi Martino al posto di Tremonti viene interpellato pure il povero Lunardi che risponde: «Non ne son niente, io sono certo di starne fuori». C’è almeno un punto fermo.
Altre indiscrezioni vedono Fini agli Esteri ma senza perdere il vicepremierato, e dunque Frattini vicepremier in seconda; Martino all’Economia sebbene incalzato dall’attuale sottosegretario Giuseppe Vegas; sempre Pisanu alla Difesa insidiato però dalla new entry Ignazio La Russa. Ultima ipotesi di team governativo: Martino all’Economia, seconda scelta la Moratti, riserve Fini o Alemanno (ma il ministro delle Politiche agricole potrebbe anche rimanere dov’è con in più la delega all’Alimentazione); in subordine l’ipotesi «spezzatino» del superministero abbandonato da Tremonti; Buttiglione a Bruxelles.
Intanto, nel corso della serata, si apprende che al Quirinale non si preparano a ricevere nessuno per la serata. E poco dopo arriva la smentita di Palazzo Chigi con una nota: «Le ricostruzioni giornalistiche sono frutto di pura fantasia e destituite di ogni minimo findamento».
Fine del gioco. Almeno per il momento. Peccato perché Berlusconi aveva incontrato pure Tronchetti Provera e si aprivano nuove interessanti opportunità: le Comunicazioni? E allora Gasparri?