Appello del sindaco Dalla Via: «Si faccia vuoto e silenzio attorno alla sfilata dei repubblichini»

Eccidio. «In piazza solo nostalgici»

Donazzan (An) replica: «La storia però non si cancella»



di Mauro Sartori


Schio, città blindata. Il corteo dei repubblichini di domenica prossima sta provocando una serie di reazioni che tengono alta l’attenzione sulla commemorazione delle vittime dell’Eccidio promossa da Continuità sociale.
Ieri c’è stato un vertice fra dirigenti della Questura, della Prefettura, delle forze dell’ordine operanti nel territorio e della Polizia municipale consortile. In linea di massima (oggi dovrebbe essere emanata l’ordinanza) dovrebbe essere confermato il tragitto già utilizzato per la manifestazione dell’anno scorso.
La sfilata partirà dunque alle 11 dal sacrario militare di Santissima Trinità, per scendere lungo via XXIX Aprile, risalire lungo via Don Faccin e via Mazzini, ed arrivare davanti al vecchio portone delle carceri mandamentali, in via Baratto.
Contromanifestazioni Al momento è confermata una mostra fotografica "sulle nefandezze del nazifascismo nell’Alto vicentino" in piazzetta Garibaldi, sabato 10, organizzata da Rifondazione Comunista e da altri movimenti politici, ed una seconda mostra imperniata su immagini della manifestazione dell’anno scorso. I rifondatori si riservano tuttavia di adottare iniziative anche domenica «per manifestare il dissenso in modo aperto, civile e pacifico».
Il manifesto del sindaco
Il sindaco Luigi Dalla Via farà affiggere oggi 150 manifesti colorati, che riportano questo appello: «Cari concittadini, ancora una volta la città di Schio dovrà subire la sfilata di nostalgici, repubblichini e combattenti della Repubblica Sociale Italiana. Tutto ciò avviene in opposizione al sentimento democratico e alla storia della nostra Città e contro la volontà di chi istituzionalmente la rappresenta. La giustificazione di tale evento con la commemorazione dei fatti del 7 luglio 1945 è un palese pretesto per l’esibizione di persone e simboli tragici sconfitti dalla storia, che ostacola il faticoso percorso di riflessione critica in atto nella nostra comunità sul luttuoso evento dell’Eccidio di Schio, che così viene relegato in secondo piano. Io, Sindaco di questa Città, decorata con la Medaglia d’Argento per la Resistenza opposta al nazifascismo, rivolgo un invito a tutti i cittadini di Schio: LASCIAMOLI SOLI! Facciamo il vuoto e il silenzio attorno a loro. Facciamo loro percepire quanto siano estranei al nostro comune sentire, alla nostra cultura e alla nostra civiltà».
Donazzan replica
Al sindaco di Schio risponde Elena Donazzan, consigliere regionale di An: «Ben venga il silenzio, ma come segno di rispetto, di riflessione. Ancora una volta invece assistiamo al tentativo di cancellare la storia perché nessuno ricordi, nessuno sappia, nessuno condanni. È un modo irresponsabile per affrontare la storia, mentre rivendichiamo la necessità che tutti gli episodi oscuri del passato siano invece conosciuti e studiati».
Un convegno nel 2005
Sotto il titolo "Libertà, pace, democrazia" i partiti di centro-sinistra, affiancati da Schio Insieme, Liga Fronte Veneto, Udc, da Cgil, Cisl e Uil e da varie associazioni, fra cui Anpi e Coldiretti, hanno dato alle stampe un volantino in cui "Schio, città democratica, respinge e condanna ogni azione che rinnovi odio e divisione".
«La manifestazione di domenica è una provocazione - aggiunge Vasco Bicego, segretario scledense dei Ds - che giunge in un momento in cui fra Comune, Anpi e comitato parenti delle vittime si sta trovando il modo di superare le incomprensioni passate per trovare nel 2005, in occasione del sessantesimo anniversario, un punto d’incontro, grazie anche ad un convegno a cui tutti potranno partecipare».
Alla presa di posizione non aderisce Rifondazione: «Non abbiamo accettato di firmare il liturgico manifesto di condanna della calata fascista su Schio - spiega Ezio Simini -. Questo escamotage di stampo aventiniano non serve assolutamente a nulla, fuorché a liberarsi la coscienza a buon mercato».
La Mussolini non c’è
Intanto i promotori del corteo vanno avanti per la loro strada, informando che è saltata la ventilata partecipazione di Alessandra Mussolini, bloccata a Roma da impegni improrogabili.
«Prendiamo atto della svolta dell’Amministrazione comunale e dell’Anpi - afferma Alex Cioni, portavoce di Continuità ideale - che sembrano intenzionati a porgere la mano ai familiari delle vittime, anche se troviamo ciò alquanto singolare, se si pensa alle questioni passate, come quella relativa alla lapide. Se l’intento è quello di bloccare la nostra manifestazione, rammentiamo che è stata organizzata per commemorare tutte le vittime della violenza partigiana: un’azione di memoria storica, che non vuole rinfocolare risentimenti anacronostici».