Pietro Folena
Dopo il documento FIOM
«Le sinistre devono rispondere alle tute blu»
Politiche fiscali, intervento pubblico, formazione dei lavoratori, abrogazione della legge 30, equa redistribuzione del reddito e cancellazione del federalismo: questi i 6 punti del documento Fiom che Liberazione ha discusso con alcuni esponenti del centrosinistra. A cominciare da Pietro Folena, del Correntone Ds.
I metalmeccanici chiamano le forze politiche ad un confronto sull'economia, tu come le rispondi?
Trovo sempre giusto che i movimenti che rappresentano la strategia dei diritti e dei conflitti sociali si pongano apertamente il tema di un rapporto con la politica, diverso dalle forme partitiche, ma che sia comunque una voce politica forte. La rappresentanza della nuova domanda sociale è la questione mai risolta, che stava tanto a cuore anche a Tom Benettollo: ben vengano quindi i contatti fra i movimenti ed i soggetti politici. Questa alchimia ha funzionato bene per quanto riguarda il tema della guerra, adesso può funzionare altrettanto bene sul terreno sociale. E nel caso specifico trovo di estremo interesse il contenuto del documento della Fiom.
Parliamo allora delle 6 proposte del sindacato per una nuova politica economica. Primo, la politica fiscale: il fiscal drag va ripristinato?
Credo proprio di sì. Il nostro modello non deve copiare Berlusconi che dice da anni che ridurrà le tasse, ma piuttosto quello della socialdemocrazia svedese: mantenimento della pressione fiscale, ma con il criterio di giustizia, cioè chi più ha più paghi. E' necessario mantenere la progressività e alleggerire la pressione. Ma la prima cosa sarà eliminare i danni di questo governo, ripristinando la tassa di successione e cancellando i vari condoni. E guarda che siamo molti all'interno dei Ds a sposare questa linea, sicuramente più di prima.
Tu parli di rimediare ai danni fatti dal Governo Berlusconi e la Fiom chiede l'abrogazione della legge 30. Sei d'accordo anche su questo?
Sicuramente sì. Ci sono Regioni che stanno tentando di modificarla, ma io penso che vada proprio cancellata alla radice, perché è un aggiramento progressivo dei diritti dei lavoratori e questa americanizzazione selvaggia va evitata. Di più, sindacati ed imprenditori dovrebbero arrivare ad un patto sociale che faccia del lavoro stabile un obiettivo fermo: oltre l'abrogazione della legge 30 dovremo garantire ai lavoratori la stabilità e un'equa redistribuzione del reddito, cancellata da Berlusconi e D'Amato. Solo così ridaremo dignità a loro e competitività alle imprese. Lo ha detto anche Montezemolo, e io gli rispondo di passare ai fatti concreti: avvii una revisione profonda di Confindustria.
Questo disegno comprende anche un programma per la formazione dei lavoratori?
Da un posto di lavoro ad un altro ci deve essere formazione. Le vecchie forme di assistenzialismo non funzionano più, il sapere deve essere una costante nella vita, non limitato alla scuola dell'obbligo. E a questo proposito vorrei aggiungere che finora abbiamo sempre sottovalutato le potenzialità dell'e-learning.
Le tute blu chiedono il ritorno in campo di un forte intervento pubblico, ma in verità non è stato questo Governo ad avviare la politica delle privatizzazioni. Come ti poni davanti a questo tema?
C'è un gran bisogno di una nuova idea di pubblico, ma non si può tornare alla nazionalizzazione degli anni 60. A mio parere va esteso l'intervento pubblico per garantire il corretto svolgimento delle politiche sociali ed economiche, ma non per avere in mano l'economia. Lo Stato si dovrebbe limitare a controllare le imprese, mentre sui servizi e sulla scuola pubblica mi immagino un'attività di indirizzo. Adesso ci sono percorsi in atto di privatizzazione che vanno assolutamente invertiti. Penso all'acqua per esempio. E poi va cambiata la concezione del dominio del mercato, nella quale siamo moderni solo se privatizziamo tutto.
Pensi che questo nuovo indirizzo economico proposto dalla Fiom e valorizzato dalle tue parole possa essere preso in considerazione da tutto il centro-sinistra come base per le politiche di un eventuale governo futuro?
La nostra prima esigenza è cacciare Berlusconi perché lo vuole il Paese. Per far questo è indispensabile l'unità e siamo già perfettamente in grado di raggiungerla. Poi, non basterà semplicemente risanare, ma dovremo avere un programma politico che sappia rispondere alle domande della società civile. Insomma, dobbiamo essere chiari.
Andrea Milluzzi - Liberazione
P.S X UNITARIO
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