Risultati da 1 a 2 di 2

Discussione: L'alleanza statalista

  1. #1
    Simply...cat!
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Brescia,Lombardia,Padania
    Messaggi
    17,080
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Arrow L'alleanza statalista

    Dal Corriere di oggi:


    Dall’asse del Nord al blocco del Sud?

    L’ALLEANZA STATALISTA

    di ANGELO PANEBIANCO

    Nella politica si intrecciano sempre due dimensioni: la competizione per il potere e la rappresentanza degli interessi. Nella crisi della maggioranza di governo è ben visibile la prima dimensione: l’indebolimento della leadership di Berlusconi, le nuove ambizioni di An e dei centristi, la «resistenza» della Lega. Ma è anche presente, meno visibile, la seconda dimensione. Le ambizioni personali e le rivalità fra i diversi uomini politici sono rese esasperate dal fatto che essi rappresentano interessi economici, professionali e territoriali divergenti. Ciò che è venuto meno, non si sa se definitivamente, è la fiducia di importanti settori della maggioranza nella capacità di Berlusconi di assicurare la sintesi fra i diversi interessi. La divisione Nord/ Sud (le diverse esigenze della società settentrionale e di quella meridionale) è una causa importante, anche se non unica, della crisi della maggioranza. Si discuterà a lungo sui tre anni del ministero Tremonti (e probabilmente un bilancio sereno mostrerà che gli aspetti positivi sono più numerosi di quelli negativi). E’ certo però che Tremonti e la sua politica economica erano espressione di un «blocco del Nord», l’alleanza privilegiata fra Forza Italia e la Lega. Sembra plausibile che l’errore principale del blocco del Nord (un errore che, alla fine, ne ha determinato la sconfitta) sia stato quello di non avere saputo proporre una «politica per il Sud», opere pubbliche a parte. Da qui la reazione politica del Mezzogiorno.
    Ma questa reazione, per i modi in cui si manifesta, appare altrettanto preoccupante e priva di prospettive del disinteresse del blocco del Nord per le esigenze della società meridionale. Come ha detto giustamente Franco Debenedetti, nella crisi in atto è impossibile non sentire il vecchio odore delle Partecipazioni statali e una gran voglia di assistenzialismo vecchio stampo.
    Ciò che va rimproverato ad An e all’Udc non è la loro volontà di rappresentare le istanze e le aspirazioni di benessere della società meridionale, ma il fatto di non proporre una politica di sviluppo per il Sud che faccia leva sulla competizione di mercato, su quelle forze, imprenditoriali e professionali, che domandano più libertà economica e che, ancorché deboli, esistono nel Mezzogiorno. Ciò che va rimproverato loro è di voler assecondare la società meridionale nei suoi antichi vizi più che aiutarla a coltivare le sue nuove virtù. E’ mai possibile che quando si parla di politica per il Sud si debba intendere, sempre e soltanto, statalismo?
    Una delle ragioni che stanno determinando la crisi della Casa delle Libertà è che le sue promesse di liberalizzazione si sono infrante contro le resistenze corporative di una società che, in ampi suoi settori, non vuole essere «liberalizzata» perché teme più di tutto la competizione. Questi settori, di sicuro, sono presenti anche al Nord (si pensi agli ordini professionali). Ma il blocco più forte, per ragioni storiche, è dislocato nel Centro-Sud.
    Faccio un esempio tratto dal campo dell’istruzione. In tanti siamo da anni convinti che per migliorare il sistema dell’istruzione pubblica occorrerebbe abolire il valore legale del titolo di studio. Ma l’obiezione è sempre la stessa: la società meridionale (le sue scuole, le sue Università, le sue famiglie) non lo accetterebbe mai. Mai nessuno che dica che quella misura, superata una fase, non necessariamente lunga, di adattamento, potrebbe portare grandi benefici anche al Mezzogiorno.
    Perché non si vuole mai scommettere, né a destra né a sinistra, sulle forze migliori e più vitali del Sud per coinvolgerlo in un vero progetto di modernizzazione?

  2. #2
    Padania libera dai padioti
    Data Registrazione
    14 Jun 2002
    Messaggi
    2,329
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Bell'articolo.

    Ma nasconde una verità troppo scomoda per essere detta.

    La sintesi fra le due realtà è ormai impossibile.Quindi la sintesi dell'articolo di Panebianco va vista in maniera differente.

    Ovvero il processo di modernizzazione lanciato dal centrodestra (o meglio dalla Lega e da Tremonti e Berlusconi) si è scontrato con l'impossibilit1a materiale di tradurlo in realtà, perchè l'unico modo per riuscire ad ottenerlo è quello di smantellare vecchie logiche di potere, interessi ormai consolidati che risiedono nei centri di potere di confindustria ,del sindacato e della gestione clientelare delle risorse destinate alle due sicilie.

    Il governo ha (più che prevedibilmente) cozzato contro questo macigno che l'italia ha poco avvedutamente legato al cappio dell'euro.

 

 

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito