di Redazione


[L'articolo analizza il cui prodest dell'attentato dell'11 luglio, quando un ordigno è esploso non lontano da una stazione di autobus a Tel Aviv, provocando la morte di una donna e il ferimento di almeno 20 persone].
E’ improbabile che sia stato effettuato da Palestinesi per una serie di motivi:

1) Le prime notizie della radio israeliana riferivano che la polizia non riteneva che quanto accaduto fosse un attentato palestinese.

2) Non si è trattato di un attentato suicida, ma di una bomba lasciata vicino ad una stazione di autobus. La polizia probabilmente ritiene che non sia opera dei palestinesi in quanto non è un’azione suicida. Vi sono state nel passato bombe esplose in Israele che non erano attacchi suicidi, ma non ci sono prove in questi casi che si sia trattato di bombe lasciate dai palestinesi. Recentemente c’è stato un altro attentato a Tel Aviv che è stato attribuito al crimine organizzato e che non aveva nulla a che fare con i palestinesi.

3) La sola ragione per cui l’attentato è attribuito ai palestinesi è che un gruppo palestinese ne ha rivendicato la paternità con una telefonata alla Reuters nel West Bank. Chiunque potrebbe aver fatto quella telefonata. Perfino la stampa israeliana non ha creduto all’identità di chi ha telefonato.

4) Un portavoce della Brigata dei Martiri di Al Aqsa ha detto più tardi all’Associated Press che l’attacco dimostra che il muro non serve a prevenire gli attentati. Poiché il muro non è terminato, questa frase è un non senso. Infatti offre agli israeliani la possibilità di rovesciare il ragionamento e dire che, se il muro fosse stato completato, l’attentato non sarebbe avvenuto. E’ molto improbabile che una rivendicazione palestinese contenga un argomento così facile da controbattere per gli israeliani. Zeev Boim, ministero della difesa, ha infatti detto che probabilmente gli attentatori sono entrati in Israele passando per luoghi dove il muro non era ancora stato completato.

5) Yasser Arafat ha chiaramente negato che i palestinesi siano coinvolti con l’attentato, suggerendo invece che dietro vi siano gli stessi israeliani.

6) I palestinesi sono stati così “tranquilli” sul fronte degli attentati tanto che gli israeliani si andavano vantando che i nuovi metodi di sicurezza avevano sconfitto l’intifada. I palestinesi dal canto loro avevano appena riportato una delle più grosse vittorie nel campo delle relazioni pubbliche in quanto la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che il muro era illegale. Perché i palestinesi avrebbero dovuto compiere un attentato a Tel Aviv proprio adesso? Con il probabile risultato di portare argomenti a sostegno della tesi israeliana della necessità del muro per ragioni di sicurezza.

7) Ed infatti Sharon ha colto la palla al balzo sostenendo la necessità assoluta del muro. L’attentato ha in pratica permesso alla propaganda israeliana di allontanare ancora una volta l’attenzione dai crimini commessi da Israele contro l’umanità e focalizzare l’attenzione del mondo interamente sull’argomento della sicurezza di Israele.

Non ci sono alcune prove che l’attentato sia opera dei palestinesi, esso non corrisponde ai loro metodi di attacco, essi hanno decisamente rifiutato ogni responsabilità, il momento in cui è avvenuto è ridicolo dal punto di vista strategico per i palestinesi, mentre va incontro perfettamente alle necessità attuali della propaganda di Sharon che sono quelle di distrarre il mondo dalla sentenza della Corte. Chi può averlo fatto?

Opzione1: Palestinesi responsabili

Mezzi:
Una bomba di 5 pound lasciata sulla strada, probabilmente non difficile da produrre.

Motivo:
Non chiaro (forse crudeltà allo stato puro accoppiata a incredibile stupidità?)

Opportunità:
Certo sono stati molto fortunati a non essere catturati – il mattino dopo la sentenza della Corte e dopo 4 mesi di attentati sventati.

Opzione 2: Servizi segreti israeliani responsabili

Mezzi:
- vedi sopra.

Motivo/i:
- togliere la sentenza della Corte dalle prime pagine;
- convincere l’opinione mondiale della necessità del muro;
- convincere la popolazione israeliana della necessità del muro;
- giustificare altre risolute misure di sicurezza.

Opportunità:
- è facile farlo se si è responsabili della sicurezza;
- in alternativa, puoi trovare alcuni palestinesi, senza scrupoli e poveri, desiderosi di fare questo sporco lavoro in cambio di un sostanzioso pagamento;
- una terza opzione: allentare la sicurezza per alcune ore se si sa che è stato pianificato l’attentato (in assurdo dalle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, per esempio). Semplicemente non fare niente e lasciare che accada.

Chi ha beneficiato di questo crimine?

Un poliziotto, libero di indagare in modo imparziale, non escluderebbe a priori nessuna delle due ipotesi. Sfortunatamente, un tale poliziotto non esiste; e chiunque sia sciocco abbastanza da menzionare la seconda opzione si troverebbe automaticamente spiazzato ben oltre i confini del dibattito civile (e tacciato di “teorico della cospirazione”).

Tratto da: http://xymphora.blogspot.com/

Che cosa ha detto Sharon dopo l'attentato?

"L'attentato di stamane è stato il primo portato a termine sotto la protezione della Corte internazionale".
"Voglio chiarire che lo Stato di Israele rigetta assolutamente la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja, una sentenza a senso unico e politicamente motivata".
La costruzione dei 600 chilometri di muro (di cui un terzo è già stata conclusa) è "la misura più ragionevole da adottare contro questo terrorismo criminale".