MARIO ZICCHIERI
PRESENTE
E? il pomeriggio del 29 ottobre 1975 ed un gruppetto di militanti del Fronte della Gioventù si accinge ad aprire, come tutti i
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29 ottobre 1975
E’ il pomeriggio del 29 ottobre 1975 ed un gruppetto di militanti del Fronte della Gioventù, come ogni giorno, si ritrova davanti alla serranda della Sezione Prenestino, in via Erasmo da Gattamelata.
In ricordo di Cremino…
Erano anni grigi come il piombo, sordi come lo sparo che uccise Mario Zicchieri, militante del Fronte della Gioventù, sordi e grigi come l’indifferenza…
La politica: per i giovani come Mario, grandi ideali per cui combattere e morire per le strade; per quei politici corrotti, una mera gestione di affari nelle stanze dei “Palazzi”.
(Oggi) nuovi colori, nuovi suoni accarezzano gli orizzonti della politica. Né steccati né recinti, finalmente fuori dal ghetto: impegno, presenza, confronto, gioia e lotta, per non fornire alibi ai politici corrotti.
Con la convinzione e la purezza dei giovani di ieri, con la consapevolezza e la concretezza di oggi, nei quartieri come nelle istituzioni per tornare dalla gente. Per essere gente.
Questa è la nostra giustizia nel nome di Mario.
da un volantino del F d G Roma - 1994
I ragazzi stanno chiacchierando voltando le spalle alla strada quando un’auto si avvicina. Si abbassa il finestrino ed un fucile a canne mozze esplode pochi rapidi colpi, colpendo in pieno il gruppo. La scarica di pallettoni uccide sul colpo Mario Zicchieri, detto “Cremino” per la sua corporatura esile. Era uno studente lavoratore di 16 anni. Nella sparatoria viene ferito anche Mario Lucchetti, di 15 anni. L’ennesima vita stroncata perché, si diceva, “uccidere un fascista non è reato”.
Come emergerà in seguito dalle confessioni di alcuni brigatisti pentiti, l’azione era stata studiata a tavolino “per incutere timore ai militanti di destra i quali, nonostante le ripetute aggressioni subite, non davano segni di cedimento”. E anche questa volta, come purtroppo già accaduto spesso in quegli anni, anche nel caso dell’omicidio di Mario, la vittima più giovane degli anni di piombo, i colpevoli non sono stati adeguatamente puniti.
Sono passati 30 anni dalla morte di quel ragazzo semplice che a 16 anni ha pagato con la vita il suo impegno politico. Sono cambiati i tempi, il contesto politico, la gente. Ma non la nostra voglia di dare vita alle nostre idee, al nostro credo, al nostro senso di giustizia. Anche nel nome di Mario.
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