Risultati da 1 a 8 di 8
  1. #1
    smrt fašismu
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    Predefinito x Pietro: discorso di Berlinguer

    La nostra via al socialismo scaturisce innanzitutto dalla nostra storia nazionale e aderisce alle nostre condizioni nazionali.... Siamo pienamente impegnati per affermare il carattere laico del nostro partito e della nostra lotta, per far ananzare nelle nostre file e tra milioni di donne e di uomini la conoscenza della realtà e il senso dei processi storici come travaglio complesso, intricato, contraddittorio. Ma questa visione realistica e critica del volgere della storia non ci porta certo a ridurre la nostra battaglia alla semplice correzione dei mali dell’assetto sociale esistente. Ci liberiamo dai miti, ma non cadiamo in un piatto empirismo. E tendiamo ad impegnarci con tutte le nostre energie nella lotta per la vittoria di una causa che ha in sé gli ideali ed i valori più positivi i per la società e per I’uomo. Questa concezione critica, scientifica e, al tempo stesso, di ampio respiro ideale è propria della tradizione più feconda e originale del marxismo e del movimento operaio in ltalia. Essa ha il suo punto di riferimento iniziale nella speculazione teorica e nell’insegnamento politico di Antonio Labriola, che ha compiuto una grande opera per liberare il movimento operaio e il pensiero marxista dalle deformazioni del positivismo e del determinismo. Successivamente Gramsci e Togliatti, continuando I’opera di Labriola e mettendo a frutto con genialità la lezione di Lenin, ci hanno educato a comprendere in modo nuovo la nostra storia nazionale, e a saperci confrontare con le tradizioni migliori e con le correnti più vive della cultura italiana, europea e mondiale, a pensare e a lavorare per una nuova strategia della rivoluzione in Italia e in occidente e a saper organizzare un partito comunista di tipo nuovo, valido strumento di questa strategia... Tutte le nostre proposte, tutte le nostre lotte e le stesse nostre polemiche rendono e debbono tendere ad affermare il principio, il metodo e la pratica dell’unità ... "

    Enrico Berlinguer


  2. #2
    smrt fašismu
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    Predefinito Il commento di Alessandro Natta

    Adesso non ricordo bene se fu al XIV o al XV congresso che Berlinguer fece quelle affermazioni che ho riportato nel lungo distico di apertura. Se mi soffermo sulla visione nazionale e sul metodo unitario quali criteri guida seguiti da Berlinguer nell’ affrontare ogni genere di questioni e richiamando continuamente il partito all’osservanza di essi, è perché mi pare che questa duplice impronta del suo pensiero e della sua opera è talvolta rimasta un po’ in ombra.

    Fare i conti con tutta la nostra storia nazionale e dimostrare che essa, giunta al suo termine odierno, ha nella classe operaia, nei lavoratori, nelle masse popolari unite la nuova classe nazionale («classe generale» aveva detto Marx), cioè la classe dirigente, la classe di governo del proprio paese, è insegnamento che a Berlinguer, a noi, ai comunisti italiani era venuto dal Gramsci dei «Quaderni », dal Togliatti della linea di Salerno e della Costituente. Così come ci era venuta da essi la lezione antisettaria. la lezione – che è poi antica verità storica – per la quale qualsiasi rivoluzione, per vincere e riuscire stabilmente, ha bisogno dell’unità dell’ampio coinvolgimento di un insieme di forze diverse, che siano conquistate e che divengano alleate, partecipi e coprotagoniste della lotta e dell’opera di trasformazione e di avanzamento. Quali forze, quali ceti, quali partiti nell’Italia della guerra di liberazione e post fascista? Quali le «forze motrici »? E’ difficile negare – anche se qualcuno oggi vi si prova – che dalla caduta del regime delle camicie nere e con l’inizio della Resistenza lo Stato italiano (pur conservando nelle sue strutture tanti elementi derivanti dalla tradizione liberal borghese e dal passato fascista) cessò di avere alla sua base le vecchie forze politiche e sociali che incarnavano quella tradizione e quel passato. II nuovo Stato repubblicano e democratico nasce infatti avendo a fondamento quelle forze proletarie e lavoratrici della città e della campagna, quelle masse popolari comuniste, socialiste, cristiane, quei partiti democratici e antifascisti di matrice marxista, di derivazione laica e risorgimentale, di ispirazione cristiana (il Partito comunista, il Partito socialista, il Partito repubblicano, il Partito d’azione, il Partito democratico cristiano) che erano stati esclusi, estromessi dalla fondazione e costruzione dello Stato unitario e dalla sua vita successiva per oltre ottant’anni. Le sorti del paese dunque, nella sostanza, passano di mano: ecco il rivolgimento profondissimo, di portata storica, che avvenne quarant’anni fa – e alle radici stesse dello Stato e delle istituzioni – con il crollo del fascismo e con il moto unitario della Resistenza che lo spazzò via.

    Le forze trasformatrici storicamente cambiano, sono cambiate.

    E il loro compito non è solo di spazzar via ciò che del passato deve perire, e di ricostruire facendo fronte ad un’eredità che è fatta di errori da correggere, misfatti da riparare, ingiustizie da sanare, obiettivi mancati da raggiungere, vuoti da colmare; il compito è anche di preservare valori generali e nazionali della storia del popolo e della nazione. Solo che, per preservarli, quei valori vanno vissuti, inverati e fatti rivivere dalla nuova classe nazionale, insieme a quelli nuovi di cui essa è portatrice, in forme concrete e diverse da quelle in cui essi vivevano nel passato, le quali, non a caso, hanno meritato di morire. Questo modo unitario comprensivo e non manicheo di guardare al processo storico italiano (e non solo italiano) è patrimonio peculiare del nostro partito, e di esso Berlinguer è stato non solo custode fedele ma interprete innovativo nelle più diverse e difficili circostanze.

    Si dice «valori ». Per valori io credo si debba intendere principii, ideali, sentimenti, finalità. Ebbene, valori come la libertà e la democrazia; l’indipendenza, la sovranità, l’unità politica e morale della nazione; la sovranità popolare e la distinzione e divisione dei poteri: la certezza del diritto e l’uguaglianza di fronte alla legge; la giustizia sociale e l’efficienza del processo economico e produttivo; la solidarietà e il rispetto della persona; la serenità della convivenza civile e la pace, fanno parte permanentemente del patrimonio politico e ideale (sono quelli che Togliatti chiamava i «beni sostanziali») di una comunità nazionale ordinata, evoluta, giusta, quali che siano la profondità e l’estensione dei mutamenti che in essa vengono prodotti per impulso nostro e dall’andamento stesso – dalle improvvisazioni – del processo storico. Così si può intendere correttamente, e si spiega, perché Berlinguer potè dire, a giusta ragione, che noi comunisti italiani sappiamo essere a un tempo «conservatori e rivoluzionari». Nei quindici anni durante i quali è stato vice segretario e poi segretario generale del partito (e non soltanto nel corso di essi) Enrico Berlinguer è stato «banditore» – per dirla con le parole di Gramsci – di una rivoluzione intellettuale e morale che, protesa a innovare, non smarrì mai il filo del processo storico del paese e del partito, e non si separò mai da ciò che di positivo hanno lasciato le generazioni precedenti, non ignorò la varietà dei filoni culturali presenti in Italia, le diverse correnti che avevano tradizioni vitali, e le molteplici esperienze politiche e sociali che hanno segnato via via il Paese e l’hanno formato qual è.

    Non si comincia ogni volta dall’anno zero, diceva giustamente Berlinguer; ma in lui la pregnante percezione dell’uniterietà di fondo del processo storico-politico lo portava a guardarsi bene dal trasmutare la continuità in piatto continuismo e ad esaltare sempre il momento e l’esigenza dello sviluppo, del rinnovamento nazionale. Per tali ragioni egli è riuscito a dare un contributo di elaborazione teorica e ideale, di atti e di iniziative pratiche, di gesti e di interventi concreti di cui si è giovato, ovviamente, il nostro partito ma di cui si è giovato il paese, lo Stato, la società, proprio perché a loro servizio è stato plasmato un grande partito democratico, rinnovatore, nazionale, all’altezza dei tempi, cioè moderno. Partito nazionale e moderno, innanzitutto, per una ragione e per una peculiarità importantissime: perché con Berlinguer il Pci ha non solo salvaguardato, ma ha reso più limpida, ferma e coerente di fronte al mondo la propria autonomia di giudizio e di condotta. Un’autonomia, però, che mai è stata intesa e realizzata come chiusura nell’autosufficienza, come limitazione dell’orizzonte del partito ai confini del nostro paese, come autoisolamento. Se c’è stato un partito che, soprattutto con Berlinguer, ha sviluppato al massimo l’iniziativa in campo internazionale, che ha intessuto rapporti a livello europeo e planetario, che si è distinto nella lotta contro il riarmo e per il negoziato a sostegno dei movimenti per la pace, la distensione, la liberazione e l’indipendenza dei popoli, per la cooperazione e la collaborazione tra Est e Ovest e tra Nord e Sud del mondo, questo è stato il Partito comunista italiano. E se c’è stato un combattente instancabile per queste cause e per questi obiettivi, che tutelano anche l’interesse dell’Italia, se c’è stato un vero internazionalista, convinto, aperto e, anche in questo campo, innovatore questi è stato, dalla fine degli anni sessanta alla primavera dell’84, Enrico Berlinguer. Partito nazionale e moderno, poi, per gli accenti, gli elementi, i contenuti che Berlinguer ha saputo non soltanto cogliere tempestivamente e assumere prontamente, ma che ha anche saputo imprimere alle grandi questioni nazionali di natura sociale, economica, politica, istituzionale, culturale, da quelle lasciate irrisolte sin dalla nascita dello Stato unitario, come la questione meridionale e la questione agraria, fino a quelle proposte o riproposte negli anni febbrili e tumultuosi della nostra vicenda nazionale.

    Si pensi alla questione femminile, che Berlinguer, muovendo dalla intuizione ed impostazione togliettiana, sa sviluppare qualitativamente ed arricchire di motivi, di implicazioni, di finalità tali da affidare ad essa un ruolo innovatore di portata nazionale, generale e ad imporla come tale all’attenzione del partito all’attenzione del partito, della società italiana, delle istituzioni, delle donne stesse e dei loro movimenti. Così è della questione operaia, sindacale, dell’occupazione, del problema di cosa produrre e perché produrre, cioè di quale scopo, di quale sbocco, di quale qualità nuova hanno bisogno le attività produttive perché non siano finalizzate esclusivamente all’accumulazione per l’accumulazione, al profitto per il profitto e riacquistino un senso, un significato umano e sociale per 1’operaio, per il tecnico, per il dirigente di impresa. Così è della questione giovanile o di quella divenuta incalzante, della terza età, degli anziani; oppure della questione del terrorismo e dei poteri criminali come la mafia, la camorra, la P2. Per non parlare della riproposizione della questione comunista in termini nuovi, connessa ai problemi della salvezza della democrazia e della Repubblica, perché intimamente legata alla questione morale e alla questione democratica. Ecco come in Berlinguer l’acuto senso delle responsabilità nazionali che competono a un partito comunista qual è il nostro si esprime in una linea politica che pone al centro non le fortune del proprio partito concepite a sé stanti, non dunque il potere per il potere, ma la crescita della sua influenza e della sua capacità di mordere nella realtà del paese per porle a servizio del risanamento e del rinnovamento dell’assetto sociale e dei partiti, della difesa della Costituzione e dell’ordinamento giuridico-politico che essa ha disegnato, della salvaguardia dei diritti e dei poteri del Parlamento come del sindacato, della tutela delle libertà di tutti i cittadini. Ed ecco allora come la visione nazionale e lo spirito unitario, secondo cui ha pensato e ha agito Enrico Berlinguer, diventano senso dello Stato: il comunista conseguente, l’uomo di partito – di questo nostro partito – si rivela ed è uomo di Stato, uomo della nazione. Quanti ne annovera la storia politica del nostro paese dall’avvento dello Stato unitario a oggi? Non sono molti. Fra essi c’e Enrico Berlinguer, un grande comunista italiano, un grande italiano comunista.

  3. #3
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    Non posso che essere ricolmo di ammirazione umana e intellettuale per la figura di Enrico Berlinguer, Uomo che al giorno d'oggi rimpiango amaramente...visto lo spessore nullo dei politicanti odierni....vogliamo mettere Enrico con Bertin Otto il liquidatore del comunismo?

    Ma...non posso dimenticare l'euro-comunismo...concetto poco chiaro, che aveva il sapore di un abbraccio mortale con l'occidente imperiale....
    Non lo dico io, che non sono nessuno: lo disse il Maresciallo Tito, che riservò a Berlinguer delle parole a dir poco infuocate(irripetibili), accusandolo di indebolire il fronte dei paesi non allineati e di avere così codificato l'abbandono di una prassi da partito politico comunista rivoluzionario di massa.

    Forse la verità è molto più semplice e amara: il mondo occidentale era sottomesso agli USA da un regime militare ed economico inscindibile(a meno di una impossibile guerra civile), e questo con il beneplacito di una Unione Sovietica in crisi (irreversibile) almeno dagli anni settanta...
    Berlinguer certificò questo dato di fatto, e provò, in un contesto tanto sfavorevole, a immaginare una "via di fuga" rispetto a questa cappa letale....
    Voglio pensare così, ad un grande uomo che compì un primo grande sforzo per superare la crisi di "paradigma" del marxismo
    occidentale.
    Con tutti i limiti di quell'ormai lontano passaggio storico.

  4. #4
    smrt fašismu
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    Di fronte all'indecente spettacolo quotidiano di nani e ballerine, di ladri e mafiosi, la figura di Enrico Berlinguer, la sua onestà, la sua semplicità, il suo profondo rigore morale, sono oggi più che mai di attualità.

    Detto questo, sono il primo a sostenere che molte esternazioni di Berlinguer, a me che non ho vissuto quegli anni, appaiono fumose e contraddittorie.

    Tra queste naturalmente la faccenda della auspicata non uscita dell'Italia dal patto Nato, e l'affermazione sul progressivo esaurimento della spinta propulsiva dell'Ottobre.

    Condivido invece il cosiddetto "compromesso storico": sia lui che Moro avevano capito che la democrazia italiana poteva essere sbloccata solo da un accordo di governo tra comunisti e cattolici democratici, che togliesse i primi dalla perenne condizione di esclusione, e liberasse i secondi dal soffocante abbraccio reazionario e atlantista.

    Una strategia che a Washington vedevano come fumo negli occhi e che non esitarono a bloccare, prima favorendo la fronda interna alla DC e umiliando Moro all'incontro del G7 del 1976 (se non erro), poi passando direttamente al piombo delle brigate sedicenti "rosse".
    Pochi anni e avremo il trionfo del craxismo, anticamera del berlusconismo.

  5. #5
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    In origine postato da veterokom
    Di fronte all'indecente spettacolo quotidiano di nani e ballerine, di ladri e mafiosi, la figura di Enrico Berlinguer, la sua onestà, la sua semplicità, il suo profondo rigore morale, sono oggi più che mai di attualità.

    Detto questo, sono il primo a sostenere che molte esternazioni di Berlinguer, a me che non ho vissuto quegli anni, appaiono fumose e contraddittorie.

    Tra queste naturalmente la faccenda della auspicata non uscita dell'Italia dal patto Nato, e l'affermazione sul progressivo esaurimento della spinta propulsiva dell'Ottobre.

    Condivido invece il cosiddetto "compromesso storico": sia lui che Moro avevano capito che la democrazia italiana poteva essere sbloccata solo da un accordo di governo tra comunisti e cattolici democratici, che togliesse i primi dalla perenne condizione di esclusione, e liberasse i secondi dal soffocante abbraccio reazionario e atlantista.

    Una strategia che a Washington vedevano come fumo negli occhi e che non esitarono a bloccare, prima favorendo la fronda interna alla DC e umiliando Moro all'incontro del G7 del 1976 (se non erro), poi passando direttamente al piombo delle brigate sedicenti "rosse".
    Pochi anni e avremo il trionfo del craxismo, anticamera del berlusconismo.
    Caro Vetero,
    Come sempre analisi eccellente, in toto condivisibile: specialmente l'ultima parte.

    sovietzkaija soiutz!

    Ps: finirà che ci annoiamo a furia di andare d'accordo..o che mi rompo le balle ed entro nel PDCI.. ..a proposito, vieni al Campo di Assisi? Non puoi perderlo!

  6. #6
    smrt fašismu
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    In origine postato da Capitano Nemo
    Caro Vetero,
    Come sempre analisi eccellente, in toto condivisibile: specialmente l'ultima parte.

    sovietzkaija soiutz!

    Ps: finirà che ci annoiamo a furia di andare d'accordo..o che mi rompo le balle ed entro nel PDCI.. ..a proposito, vieni al Campo di Assisi? Non puoi perderlo!
    Certo, mi piacerebbe molto...c'è ancora posto? bisogna prenotare o basta arrivare con la tenda?

    E' più che altro una questione di soldi, sono costretto ad ammetterlo. Comunque non nego che l'ipotesi mi stuzzica. Tu ci sarai?

  7. #7
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    In origine postato da veterokom
    Certo, mi piacerebbe molto...c'è ancora posto? bisogna prenotare o basta arrivare con la tenda?

    E' più che altro una questione di soldi, sono costretto ad ammetterlo. Comunque non nego che l'ipotesi mi stuzzica. Tu ci sarai?
    Naturlich!
    Ci sarò, anche se non posso svelare la mia "identità segreta" ( è un problema di tutti noi supereroi... ...virtuali ) ....

    Un compagno come te non può mancare! è un avvenimento a dir poco avvincente( e veramente ti apre un mondo): per quanto riguarda le questioni tecniche puoi telefonare ai numeri che ci sono negli ultimi bollettini o nel sito del Campo( o mandare una e-mail). Credo sia meglio avvisare, ma non ne sono sicuro.
    Vieni, magari anche solo per qualche giorno(se la pecunia latita)!

    E poi....può mancare una delegazione del bolscevico Fronte Rosso? Ovviamente tutti col colbacco d'ordinanza, e icona(tipo San Gennaro) del buon vecchio Vladimir Ilich! ...arriva la temuta "Divisione Djerjinskii" !

    Soviet!

  8. #8
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    Predefinito informazioni sul Campo 2004

    http://www.antiimperialista.org
    Notiziario del Campo Antimperialista .... 20 luglio 2004
    itacampo@antiimperialista.org


    IL CAMPO ANTIMPERIALISTA 2004 (ASSISI, 2-6 AGOSTO)
    E’ DEDICATO AI COMPAGNI ER AVNI E KILIC ZEYNEP (INGIUSTAMENTE DETENUTI IN ITALIA DAL 1. APRILE) E A TUTTI I PRIGI0NIERI ANTIMPERIALISTI DALLA PALESTINA A GUANTANAMO

    Per prenotazioni: reception@antiimperialista.org
    Per informazioni: 347.9510036
    Tariffario pernottamenti e pasti
    http://www.antiimperialista.org/view...3480&keyword=+
    Inaugurazione e festa: domenica 1 agosto, ore 22,00 con un concerto di Joe Fallisi

    Giovedì 29 luglio, ore 12.00, presso il Circolo Carlo Giuliani a Perugia:
    Conferenza stampa di presentazione del Campo 2004
    La repressione non può fermare la Resistenza

    ULTIM’ORA: I lavoratori e i sindacati di Korean Airline si rifiutano di trasportare soldati e truppe in Iraq
    http://www.antiimperialista.org/view...&id=1090328354

    Questo Notiziario contiene:

    1. SCACCHISTA ANTIMPERIALISTA
    2. LA SAI L’ULTIMA SULL’IRAQ?
    3. PER PAOLO DORIGO
    4. TUTTI I FORUM E GLI ORATORI DEL CAMPO DI ASSISI 2004
    5. RESISTENZA E’ SPERANZA: CRESCONO LE ADESIONI


    1. SCACCHISTA ANTIMPERIALISTA

    Una triste notizia. Bobby Fisher, uno dei piu’ grandi scacchisti di ogni tempo, da anni ricercato dalla polizia americana, e’ stato arrestato a Tokyo. Cittadino statunitense, figlio di madre ebraica, da dieci anni viveva in esilio. Perche’? Perche’ nel 1992 gioco’ una partita di scacchi in Iugoslavia su invito di Slobodan Milosevic. Dove sta il crimine? La Iugoslavia era stata sopposta dall’ONU, su pressione degli imperialisti che alla fine la squarteranno, a dure sanzioni. La sua partita venne presa per cio’ che in effetti era: un simbolico gesto di sfida contro i padroni del mondo. Le autorita’ americane (incredibile ma vero) non gli perdoneranno mai questo “crimine” e spiccheranno contro di lui un mandato di cattura. Reato: -intesa col nemico-. I media americani, zelanti interpreti della megalomania imperiale di questo disgraziato paese, stanno massacrando Bobby, dipingendolo come un pazzo, un paranoico, nonche’... Antisemita e antiamericano (i giornali italiani suonano ovviamente la stessa musica). Lui, infatti, americano ed ebreo, non solo si e’ permesso di simpatizzare con la Iugoslavia nel 1992, ha perseverato nella sua “pazzia” sostenendo che i palestinesi hanno mille ragioni a combattere contro Israele e che gli USA si sono meritati l’11 settembre. Certo non lo spediranno a Guantanamo, ma una cella (e forse un sanatorio) sono pronti per lui non appena le autorita’ giapponesi lo estradiranno. Chissa’ se ai nostri Pisanu e Mantovano, piu’ realisti del Re, non venga ora in mente di trarre in arresto Formigoni e Sgarbi che violarono, nello stesso periodo e a piu’ riprese le sanzioni contro l’Iraq. Chissa’ che non stiano pensando di spiccare un mandato di cattura internazionale al Papa con l’ accusa di “intelligenza col nemico”. Siamo abituati a tutto, non ci stupiremmo. Comunque, in attesa eventualmente di esprimere la nostra solidarieta’ antimperialista a Formigoni, Sgarbi, Grauso (e Cossiga che simpatizza per l’ETA basca) , la esprimiamo subito e sincera a Bobby, perseguitato dalla piu’ democratica delle democrazie: quella americana.

    2. LA SAI L’ULTIMA SULL’IRAQ?

    I media italiani, richiamati all’ordine da Berlusconi, non hanno solo abolito l’aggettivo Resistenza nei loro servizi dall’Iraq per parlare ossessivamente solo di terrorismo. Pur di tenere fede a questa menzogna hanno semplicemente smesso di riportare i fatti. L’evento principale accaduto nel mese di luglio è stato tuttavia segnalato da tutti i giornali europei. Qual’e’ questo evento? Ce lo dice, tra gli altri, il quotidiano The Sunday Telegraph: Samarra è rimasta, per ben 15 giorni, sotto il controllo degli insorti in uniforme del
    ("Saddam loyalists turn Iraqi city into no-go area", 11 luglio 2004). L’attacco dello scorso 8 luglio contro l’accampamento delle truppe statunitensi della Task Force Danger (Prima Divisione di Fanteria) nei dintorni di Samarra, è stato portato a termine con una operazione “meticolosamente pianificata” da effettivi della resistenza irachena, che in uniforme e diretti da un generale anch’egli con l’uniforme del precedente esercito iracheno, hanno attaccato con i mortai per 90 minuti la base delle forze di occupazione in questa città, situata a 100 chilometri a nord della capitale. Il bilancio definitivo dell’attacco –qualificato da ufficiali statunitensi, citati dal giornale britannico come una "[...] sofisticata operazione militare, molto più che il solito “mordi e fuggi” [degli insorti]"- vede la morte di cinque soldati degli USA e di sei guardie nazionali irachene. In quattro serie di bombardamenti, gli insorti hanno sparato 38 proiettili di mortaio contro la base, dopo aver fatto esplodere un’auto-bomba che ha distrutto la caserma della “Guardia Nazionale” (così è chiamato il nuovo esercito iracheno, ex Corpi di Difesa Civile) a Samarra, i cui effettivi hanno abbandonato l’equipaggiamento e si sono tolti l’uniforme.
    Le forze di occupazione hanno dovuto ricorrere ai cacciabombardieri e agli elicotteri da combattimento Apache per far abbandonare agli insorti le loro posizioni nella città, che è stata sotto il controllo della resistenza per 15 giorni, secondo il The Sunday Telegraph, i cui corrispondenti riferiscono nella loro cronaca di posti di blocco di effettivi della resistenza in uniforme e sotto il comando di ufficiali del dissolto esercito iracheno. Le unità della resistenza hanno dimostrato un grande coordinamento, mentre i loro comandanti comunicavano tra loro e impartivano gli ordini via radio.
    E quindi si spiega perche’ il capo degli Stati maggiori congiunti delle forze armate americane, generale Richard Myers, abbia affermato, contraddicendo palesemente le dichiarazioni ufficiali e la risoluzione ONU: “POTREMMO TENERE 145.000 UOMINI ANCORA PER 5 ANNI. Possiamo farlo e ci stiamo attrezzando per farlo. E adesso nessuno rida per favore. Myers ha continuato: “Ci vorranno sei mesi, un anno, un anno e mezzo, due anni, tre anni, probabilmente quattro o cinque anni prima che (l'esercito iracheno) abbia le capacità che riteniamo necessarie per affrontare la difficile situazione della sicurezza".
    Nel frattempo il giornalista americano Seymour Hersh, lo stesso che aveva rivelato a maggio le torture sul "New Yorker magazine", ha rivelato durante un meeting a San Francisco dell'American Civil Liberties Union, di aver visionato un film segreto che mostra giovani prigionieri iracheni sodomizzati dai soldati americani nella prigione di Abu Ghraib. E ha aggiunto: "E' ancora peggio. Sto facendo un rapporto su tutto ciò. I ragazzi venivano sodomizzati mentre le telecamere giravano, e la parte più orribile è la colonna sonora con le grida dei ragazzi. E questo è il vostro governo in guerra." Appunto: viva la piu’ democratica delle democrazie!
    Notizia aggiornate in tempo reale sulla resisetnza irachena al sito: http://www.iraqlibero.at

    3. PER PAOLO DORIGO

    Dopo due presidi sotto il carcere di Spoleto (dove Paolo e’ rinchiuso e da 50 giorni in sciopero della fame) il 15 luglio abbiamo manifestato a Perugia sotto la sede del tribunale di sorveglianza di Perugia, dove si è tenuta l’udienza che ha dato mandato ai periti di effettuare le perizie mediche chieste da Paolo.
    Il prossimo appuntamento e’ il 22 luglio. Riportiamo il comunicato del Comitato Dorigo Libero:
    “Il 22 luglio è una dataimportantissima. Il compagno Paolo potrebbe interrompere lo sciopero della fame che ormai va avanti da 50 giorni se l'incontro che avrà con il perito nominato dal tribunale di Perugia dovesse soddisfarlo. Giuridicamente giovedi 22 sapremo quanto è vicino il trasferimento nella clinica nucleare di Napoli dove
    finalmente potrà emergere la verità sulla tortura tecnologica che già dagli anni ottanta viene sperimentata su animali e su esseri umani dalla CIA e che dal 2002 il perseguitato politico Dorigo denuncia sul suo corpo.
    Non possiamo mancare in quella data, la più importante da quando questa lotta "fino alla vittoria o la morte" è cominciata. Il comitato DORIGO
    LIBERO, ha dunque indetto per GIOVEDì 22 LUGLIO ALLE 10,30 UN PRESIDO NEI PRESSI DEL CARCERE DI SPOLETO, IN VIA MAIANO 10. Invitiamo tutti i compagni a partecipare a questa importantissima iniziativa politica, per quanto la strada possa ancora essere lunga, è comunque evidente che non siamo mai stati in 2 anni vicini alla verità quanto oggi.
    Paolo è la vittima di un complotto che da più di dieci anni lo tiene in galera malgrado la sua innocensa riconosciuta pure dell'UE. Lo stato che senza una sola prova dieci anni fa lo ha arrestato oggi cerca di ucciderlo. IMPEDIAMOGLIELO!
    GIOVEDì 22 LUGLIO ORE 10,30 TUTTI SOTTO IL CARCERE DI SPOLETO.
    PER LA VERITA' SUGLI MK-ULTRA! PER LA LIBERTA' DI PAOLO E DI TUTTI GLI INNOCENTI!”

    Comitato DORIGO LIBERO
    Per adesioni: marcofrancesca2001@libero.it


    4. TUTTI I FORUM E GLI ORATORI DEL CAMPO DI ASSISI 2004


    Domenica 1 agosto,

    ore 20,30

    Forum 1: LA GRANDE MENZOGNA
    Fatti, misfatti e retroscena sulla vicenda dei quattro italiani catturati in Iraq
    incontro con il Comitato Politico del Campo Antimperialista

    ore 22,00
    FESTA E CONCERTO DI APERTURA DI JOE FALLISI

    -------------------------------------------------------------------------------

    Lunedì 2 agosto
    DENTRO L’IMPERO AMERICANO

    ore 10,00

    Forum 1: IL CONTRIBUTO DELL’ISLAM NELLA LOTTA CONTRO IMPERIALISMO E SIONISMO. L’esperienza di Hezbollah in Libano.
    Incontro con Fneich Mohammad, parlamentare del partito di Hezbollah

    Forum 2: CONTRO OGNI FORMA DI RAZZISMO! Il sionismo e l’alibi dell’antisemitismo
    con: Ibrahim Makkawi, militante in Palestina di Abna el Balad, e Shraga Elam, giornalista israeliano, Giancarlo Paciello, pubblicista

    Forum 3: 11 SETTEMBRE: COMPLOTTO NEOCONS O ATTACCO AL CUORE DELL’IMPERO?
    con: Roberto Massari, Editore (Italia), e Witold Fischer, storico (Germania)

    ORE 17,00

    Forum 4: ANARCHISMO E COMUNISMO NEL DIBATTITO TRA I GIOVANI ANTICAPITALISTI
    con: Michele Fabiani, militante anarchico e Giovanni Teti (POSSE)

    ore 21,00

    Assemblea plenaria: IL GRANDE INGANNO DELLA GUERRA DI CIVILTA’

    con: Hamza Piccardo (segretario nazionale UCOII), Ghayasuddin Siddiqui (Parlamento musulmano della Gran Bretagna), Costanzo Preve (filosofo), Imam Moahmed Tawfiq Chamseddine (Libano), Serguei Novikov (Partito Operaio Comunista Russo, Mauro Pasquinelli (Campo Antimperialista)

    -------------------------------------------------------------------------------
    Martedì 3 agosto
    UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE. QUALE?

    ore 10,00

    Forum 1: CHIAPAS: LA RIVOLTA DIMENTICATA
    con: Oralba Castillo Nájera, Collettivo Libertad, (Messico) e Ana Maria Vera Smith, Sinistra Democratica Popolare (Messico)

    Forum 2: PERCHE’ DIFENDERE IL BOLIVARISMO DI CHAVEZ?
    con: Maria Bencomo il Movimento Popolare di Base del Venezuela e Gernot Bodner (Campo Antimperialista)

    Forum 3: BOLIVIA: RIVOLTA INDIGENA E RIVOLUZIONE SOCIALE
    incontro con il Movimento Indigeno Pachakutik (MIP)

    Ore 17,00

    Forum 4: DA MELFI A POMIGLIANO. LA RINASCITA DELLA LOTTA OPERAIA
    con: Mara Malavenda e Vittorio Granillo (Slai Cobas Alfa Romeo)

    ore 21,00

    Assemblea plenaria: IL MOVIMENTO NO GLOBAL E IL DIBATTITO SULLA NON VIOLENZA
    con: Sergio Manes (editore), Mara Malavenda (SLAI-Cobas), Vainer Burani (As. Nuova Colombia), Roberto Massari (editore), Lars Akerhaug, Alleanza Elettorale Rossa (Norvegia), Moreno Pasquinelli (Campo Antimperialista)

    -------------------------------------------------------------------------------
    Mercoledì 4 agosto
    DALLA RESISTENZA ALLA LIBERAZIONE

    ore 10,00

    Forum 1: LA LOTTA CONTRO LA COLONIZZAZIONE DELLA PALESTINA.
    L’impasse di Oslo e la soluzione di uno Stato democratico
    con: Jamil Abdul (Palestina) e Yoav Bar di Abna el Balad (Palestina), Giancarlo Paciello, pubblicista


    Forum 2: LA VERA STORIA DEL PARTITO COMUNISTA IRACHENO
    Con: Ahmed Karim del Movimento Comunista Democratico (Iraq) e Nuri al-Moradi del Partito Comunista Iracheno-Quadri (Iraq)

    Forum 3: TURCHIA: LE LOTTE POPOLARI E L’AZIONE DELL’OPPOSIZIONE DEMOCRATICA E RIVOLUZIONARIA
    Con: Fronte per i Diriti e la Liberta’ (Turchia) e Ridvan Kaya di Özgur Der (Turchia)


    ore 14,00

    25 SETTEMBRE 2004. Verso la giornata internazionale di azione per la Resistenza irachena. Incontro internazionale dei Comitati Iraq Libero (Italia, Grecia, Danimarca, Germania, Austria, Pakistan, India, Bangladesh, Corea, Giappone e altri) con i rappresentanti iracheni


    ore 21,00

    Assemblea plenaria: DALLA INSURREZIONE DI FALLUJA AL PIANO AMERICANO DI PACIFICAZIONE. DOVE VA LA RESISTENZA IRACHENA
    Con: Awni al-Kalemji delll’Alleanza Nazionale Patriottica (Iraq) Aldo Bernardini. docente diritto internazionale (Italia), Ghayasuddin Siddiqui di Stop the War (Gran Bretagna), Leonardo Mazzei (Campo Antimperialista)


    -------------------------------------------------------------------------------
    Giovedì 5 agosto
    SINFONIA DI LIBERTA’
    I Movimenti di liberazione nazionale nel periodo della globalizzazione imperialista


    ore 10,000

    Forum 1: CECENIA: I COMUNISTI RUSSI E L’AUTODETERMINAZIONE
    con: Serguei Novikov, membro del Comitato Centrale del partito Operaio Comunista Russo

    Forum 2: IL KASHMIR TRA ANNESSIONISMO E INDIPENDENZA
    con: Altaf Hussain Qadri, del Fronte di Liberazione dello Jammu e del Kashmir

    Forum 3: TRA REPRESSIONE E LIBERAZIONE. LA LOTTA BASCA AD UNA SVOLTA
    con: Ion Iurrebaso del Movimento basco di solidarieta’ coi prigionieri politici
    e Ion IURREBASO; Inaki Gil de San Vicente, della Sinistra Independentista Basca

    ore 17,00

    Forum 4: PER UN POLO EUROPEO ANTAGONISTA E ROSSO-VERDE
    Inaki Gil de San Vicente presenta la nuova proposta della sinistra basca

    ore 21,00

    Assemblea plenaria: IL COMUNISMO E’ ANCORA UNA POSSIBILITA’ STORICA?
    Con: Marco Ferrando (Partito della Rifondazione Comunista-Progetto Comunista), Catia Bellillo (parlamentare del Partito dei Comunisti Italiani), Alessandro Leoni (membro del CPN del Partito della Rifondazione Comunista), Alessandra Kersevan (storica) Costanzo Preve (filosofo), Francesco Giuntoli (Campo Antimperialista)

    -------------------------------------------------------------------------------
    Venerdì 6 agosto
    LA LORO EUROPA E LA NOSTRA

    ore 10,00

    Forum 1: FRANCIA: IL DIVIETO DEL VELO, LA SINISTRA E LA CROCIATA ANTISLAMICA
    con: un portavoce della comunita’ islamica in Francia; Ghayasuddin Siddiqui, del parlamento Musulmano della Gran Bretagna, Murat Yilmaz Türk dell’associazione Dignita’ e Diritti Umani (Germania)

    Forum 2: DEMOCRAZIA E ANTAGONISMO SOCIALE. IL CASO ITALIANO
    con: Mario Di Mauro (Terra e Liberazione), Vainer Burani (Giuristi Democratici)

    Forum 3: STATO DI POLIZIA E INCHIESTA DEL PRIMO APRILE. COME COSTRUIRE UN MOVIMENTO DI AUTODIFESA CONTRO LA REPRESSIONE
    con: Giuseppe Pelazza, avv. nell’inchiesta del 1. aprile; DHKC (Turchia), Soccorso Rosso Proletario

    ore 17,00

    Assemblea plenaria: LA STRATEGIA IMPERIALE AMERICANA E IL FUTURO DELL’EUROPA
    con: Inaki Gil de San Vicente (Sinistra Independentista Basca), Giorgio Lindi (L’Ernesto toscano-Partito della Rifondazione Comunista), Peter Szekely (Partito Operaio Ungherese), Sean Burns (Movimento per la Sovranita’ delle 32 contee, Irlanda), Willy Langthaler (Campo Antimperialista)

    ore 21,30 Concerto musicale di chiusura del Campo con il gruppo COMBAT ROCK

    5. CRESCONO LE ADESIONI

    FIRMATARI DELL’APPELLO RESISTENZA E’ SPERANZA e SOSTENITORI DEL CAMPO 2004 (al 18 luglio)


    1. Coordinamento Simon Bolivar, Venezuela
    2. Movimento popolare di Base, Venezuela
    3. Corrente Democratica Comunista, Iraq
    4. Abna el Balad, Palestina
    5. Partito Irlandese Repubblicano Socialista, Irlanda
    6. Fronte Popolare di Liberazione della Palestina
    7. Lega Democratica del Popolo, Sierra Leone
    8. Partito Comunista Operaio e Contadino, Pakistan
    9. Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo, Turchia
    10. Parlamento musulmano, Gran Bretagna
    11. Fronte della Sinistra, Ungheria
    12. Fronte per la Rinascita Nazionale, Ciad
    13. Fronte di Liberazione di Jammu e Kashmir
    14. Corrente Leninista Internazionale
    15. Movimento Basco per l’Amnistia, Euskal Herria
    16. Collettivo Liberta’, Messico
    17. Popoli Uniti, USA
    18. Lega Comunista Rivoluzionaria della Turingia, Germania
    19. Lealta’ all’uomo e alla Terra, Libano
    20. Movimento di Solidarieta’ Austria-Jugoslavia, Austria
    21. Partito dei Musulmani di Francia
    22. Movimento per la Confederazione dei Comunistii, Italia
    23. LUPO, Lotta di Unita’ Proletaria di Osimo, Italia
    24. Terra e Liberazione (Sicilia)
    25. Consurta Comunista Sarda (Sardigna)
    26. Umbria Libera, Italia
    27. POSSE, collettivo giovanile, Italia
    28. Direzione 17, Italia
    29. Utopia Rossa, Italia
    30. Antimperialisti delle Marche, (Italia)
    31. Fronte Patriottico della Sinistra Socialista (Polonia)
    32. Umbria Rossa, Italia
    33. Sinistra Democratica Popolare, Messico
    34. Özgür Der, Associazione Pensiero Libero, Turchia
    35. Socialismo e Liberazione, Italia
    36. Dignita’ e Diritti Umani (HDR), Germania
    37. Federazione degli Studenti Universitari, Venezuela
    38. Red Palante, Colombia
    39. Azione del Ciad per l’Unita’ e il Socialismo, Ciad
    40. Movimento delle Forze Democratiche della Casamance, Senegal
    41. Iniziativa, Duisburg, Germania
    42. Contro l’egemonia USA-Israele e la Globalizzazione, Libano
    43. Resistenza antiglobalista, Russia
    44. Partito Comunista Indiano (bandiera Rossa), India
    45. Comunità Iraniana in America (IACUS), USA
    46. Centro Tito, Belgrado. Iugoslavia
    47. Raggruppamento Martin Fierro, Baires, Argentina
    48. Fronte Territoriale 19 dicembre, Baires, Argentina
    49. Festa dei Popoli in Lotta, Tula, Sardegna
    50. Voce della Nuova Colombia, Germania
    51. Movimento Sovranità delle 32 Contee, Irlanda
    52. Comitato popolare per la Palestina, Tunisia
    53. ATTAC, Marocco
    54. Associazione culturale Taroundant, Marocco
    55. Circolo d’azione 24 Marzo, Jena, Germania
    56. Sedunia, Austria
    57. Collettivo per la Costruzione del Socialismo, Messico

    Personalita’

    - Serguei Novikov, membro del CC delì Partito Operaio Comunista Russo-Partito Russo dei Comunisti
    - Yasin Malik, portavoce del Fronte di Liberazione di Jammu e Kashmir
    - Ahmed Karim, portavoce della Corrente Democratica comunista dell’Iraq
    - Ghayasuddin Siddiqui, portavoce del Parlamento Musulmano della Gran Bretagna e membro del Comitato esecutivo della coalizione Stop the War
    - Haissam Hussein, Lealta’ all’uomo e alla terra, Libano
    - Peter Szekely, mebro del Presidium del Partito Operaio, Ungheria
    - Shraga Elam, giornalista israeliano antisionista
    - Gianmarco Burgdofer, Verdi di Osimo, Italia,
    - Fabio Pasquinelli, PRC di Osimo, Italia
    - Lars Akerhaug, portavoce internazionale della Alleanza Elettorale Rossa , e coordinatore del Comitato “Ritirare le Truppe”, Oslo, Norvegia
    - Costanzo Preve, Torino, Italia
    - Avv.Vainer Burani, Giuristi democratici, Italia
    - Aldo Bernardini, Docente Diritto Internazionale, Teramo, Italia
    - Avv. Giuseppe Pelazza, Milano, italia
    - Jagat Toudam, portavoce di NECOHR, Coordinamento per i diritti Umani dei sette Stati del Nord Est, India
    - Joe Fallisi, tenore, Milano
    - Roberto Massari, Editore, Italia
    - Dr Ley-Ngardigal Djimadoum, Ciad
    - Mohamed Dahamani, sinistra socialista unificata, Marocco
    - Aziz El Atrouz, sinistra socialista unificata, Marocco
    - Stevan Mirkovic, generale Iugoslavia
    - Joe Navidad, rappresentante ILPS negli USA
    - Jean-Pierre Page co-organizzatore della Conferenza Internazionale di solidarieta’ con il popolo iracheno in lotta, Parigi 15 maggio 2004
    - Costanzo Preve, Filosofo, Italia
    - Eduardo Soares, Baires, Argentina
    - Jorge Aragon, Baires, Argentina
    - Vainer Burani, Giuristi Democratici, Italia
    - Wilfried Bader, Tirolo, Austria
    - Mamadou Nkrumah Sané, Segretario generale del MFDC, Casamance, Senegal
    - Harsh Thakor. Mumbay, India
    - Choukryi Latif, scrittore, Tunisia
    - Djimadoum Ley-Ngardigal, segretario generale di ACTUS, Chad
    - Alberto Hijar, docente di Estetica all’UNAM, Messico
    - Mohamed Regragui, sinistra socialista unificata, Marocco
    - Fadi Madi, coordinatore della Lega antisonista, Libano

 

 

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