Il centrodestra a lavoro, sfida sulla «prescrizione breve»
Incontro tra i legali del premier e la Bongiorno, che frena sul taglio dei tempi
ROMA — Ormai, i tavoli so*no due. Alla luce del sole, la Consulta giustizia del Pdl discu*te di riforme (dalle intercetta*zioni alla nuova legge elettorale del Csm, alla separazione delle carriere), fissando pure per il 4 novembre un confronto con i magistrati e le opposizioni. Il se*condo tavolo, discreto e in mo*vimento, è gestito dagli avvoca*ti del premier eletti in Parla*mento che propongono agli al*leati varie leggi, prima tra le al*tre la prescrizione ancora più breve, capaci di frenare i proces*si a carico dell’avvocato Mills e di Berlusconi.
E in quella che ormai è diven*tata una corsa contro il tempo — il processo Mills potrebbe es*sere definito dalla Cassazione tra febbraio e marzo — le solu*zioni prospettate da Ghedini (taglio di un quarto dei termini di prescrizione per i procedi*menti pendenti relativi a reati di non grave entità commessi prima del 2 maggio 2006 e con pena massima fino a 10 anni) ie*ri hanno trovato un punto di ca*duta almeno in due faccia a fac*cia. Al ristorante di Montecito*rio gli avvocati del premier, Ghedini era accompagnato da Piero Longo, si sono intrattenu*ti a lungo con la collega Giulia Bongiorno che oltre ad essere il presidente della commissione Giustizia della Camera è anche plenipotenziario di Gianfranco Fini. Ma sull’ipotesi prescrizio*ne breve i finiani avrebbero già storto il naso, considerando la misura impopolare: «Ma come si fa a insistere a pochi anni dal varo della legge Cirielli che già dava una bella sforbiciata?», è il messaggio lanciato agli avvoca*ti di Berlusconi. Ecco allora che nei colloqui successivi — in se*rata il ministro Angelino Alfa*no ha visto Longo e Ghedini— sono state messe sul tavolo al*tre soluzioni: si fisserebbe un tetto di sei anni per i dibatti*menti; tre anni per il primo gra*do; due per l’appello; uno per la Cassazione. Tuttavia, con la pri*ma o con la seconda soluzione, lo stralcio Berlusconi del pro*cesso Mills sarebbe già prescrit*to mentre il processo per i dirit*ti tv in cui è imputato il pre*mier si estinguerebbe nel 2011 invece che nel 2013.
Ma come far digerire tutto questo agli alleati? Sempre ieri Alfano ha ricevuto il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Sco*pelliti (ex An) candidato per le Regionali, facendo sua la batta*glia (Consiglio di Stato permet*tendo) per riportare a Catanza*ro la scuola della magistratura che Mastella voleva a Beneven*to. Alla Lega, invece, sarebbero state promesse maggiori com*petenze per i giudici onorari. Ma c’è altro nel pentolone del Pdl: sulla scia di una idea del ministro La Russa — sia la corte d’Assise a giudicare le alte cariche dello Stato — c’è in can*tiere un mini lodo Alfano: il pro*cesso contro l’alta carica verreb*be sottratto per legge al suo giu*dice naturale (il tribunale di Mi*lano) e dirottato verso una sede giudiziaria (Roma) più agevole per l’esercizio del diritto di dife*sa del presidente del Consiglio. Perderebbe quota, invece, la proposta di alzare a 78 anni l’età pensionabile dei magistra*ti — per accattivarsi le simpatie delle figure apicali — anche per*ché dopo la Cassazione si è mo*bilitata l’Avvocatura dello Stato con un documento che impe*gna i firmatari a dichiarare, fin da ora, di voler andare in pen*sione a 75 anni.
Il centrodestra a lavoro, sfida sulla «prescrizione breve» - Corriere della Sera
Eh già. Se ne sente proprio il bisogno.