Il Mondo, 24 agosto 1992
via dalla pazza lira
aumenta la propensione degli italiani a trasferire i risparmi oltreconfine , ma senza allontanarsi da casa . e se possibile con le stesse garanzie dei BOT
investimenti all' estero . obbligazioni in valuta : convenienti o non ?
Se un tempo gli italiani erano noti per essere molto suscettibili a proposito della mamma , oggi sono famosi per diventare terribilmente sensibili non appena qualcuno parla di toccare i loro Bot e Cct . L ' argomento e' di quelli che non riescono proprio a digerire : forse sono diventati tutti un po' Paperon de' Paperoni , terrorizzati all ' idea di perdere il gruzzolo accumulato nei ricchi anni Ottanta . Forse cominciano a sospettare di essersi fidati un po' troppo di uno stato che per continuare a pagare gli interessi sul debito pubblico si e' messo a fare capriole e salti mortali , e probabilmente deve ancora mettere in scena i numeri di acrobazia (fiscale) piu' spettacolari e piu' dolorosi per le tasche dei cittadini , fra i quali e' sempre piu' vivo il sospetto che sia in programma qualche contraccolpo anche per i beneamati Bot . Ma cittadini e risparmiatori , all' improvviso , sembrano aver scoperto di non essere piu' prigionieri dell' Italia e dei titoli di stato , che sono sicuri e rendono moltissimo , ma non proteggono dalla svalutazione . Le barriere valutarie , cadute dal 1989 , sono state varcate dalle schiere dei risparmiatori soltanto dallo scorso autunno , con un' accelerazione progressiva che si e' intensificata negli ultimi mesi . " La richiesta di titoli in valuta straniera " , spiegano alla Cariplo (Cassa di risparmio delle provincie lombarde) di Milano , " e' esplosa dopo il rifiuto danese di aderire all' accordo di Maastricht . In quel momento si e' creato un clima psicologico piuttosto sfavorevole nei confronti della lira , e la speculazione ha agevolato il fenomeno " . Ma Poliuto Boaretto , direttore finanza del Banco ambrosiano veneto , sostiene che si e' trattato di un fenomeno marginale in confronto alla grande massa del risparmio : la grossa corsa verso l' estero non c' e' stata ed e' probabile che non ci siano motivi sufficienti perche' avvenga . I Bot d' oltrefrontiera . E comunque certo che per investire il denaro oltre il confine il risparmiatore italiano non si fida di mezzi rischiosi e stravaganti , che non conosce bene e non sa dominare . Cerca qualcosa che sia in grado di controllare e capire , e piu' nello specifico qualcosa che assomigli molto ai titoli di stato . " Gli italiani " , spiega Boaretto , " non sono votati al rischio , a investire in qualcosa che conoscono poco , per esempio le azioni estere , che richiedono una grossa conoscenza e la capacita' di seguire i mercati con attenzione . Non comprano azioni straniere se non attraverso i fondi , che sono stati i primi ad affacciarsi sui mercati esteri e che hanno i mezzi per gestire diversificazioni piu ' sofisticate . E anche i fondi italiani comprano meno azioni dei loro omologhi internazionali . Per il resto l' unica forma di investimento che sembra aver colpito la fantasia dei risparmiatori sono le obbligazioni in valuta degli enti sovranazionali , che fra l' altro sono esenti e consentono di non pagare tasse sui rendimenti " . Ma anche per questi mezzi , secondo Boaretto , l' entusiasmo e' contenuto . Soprattutto a causa della redditivita' molto ridotta rispetto ai titoli di stato italiani . " La richiesta , per quanto ho potuto constatare , e' rivolta soprattutto verso i pronti contro termine riferiti a questo tipo di emissioni , meno impegnativi dell' acquisto dei titoli a lungo termine , piu' difficili da smobilizzare " . Polizza antisvalutazione . I pronti contro termine hanno consentito a chi aveva paura di una svalutazione di diversificare gli investimenti su valute estere anche sul breve termine (uno , due o tre mesi) . Ma secondo Boaretto il fenomeno e' rimasto circoscritto a un pubblico dotato di mezzi abbastanza consistenti . " Investire su valute estere e' come stipulare una polizza di assicurazione contro il rischio di svalutazione e ha un costo . Per chi ha 100 milioni la diversificazione non e' conveniente : in un anno , con i titoli di stato italiani , guadagna 11 milioni . Con le obbligazioni , poniamo , in marchi , solo 7 milioni . E un minor introito del 45% . E una svalutazione del 45% in un anno mi sembra in questo momento un rischio troppo remoto per spingere la gente a investire all' estero " . Boaretto sostiene che conviene programmare una diversificazione del 25% del capitale a partire da cifre superiori a 200 milioni , aumentando la percentuale di obbligazioni estere con l' aumentare degli investimenti , senza superare pero' la soglia del 40% 45% . Anche perche' investire fuori dall' Italia e' piu' costoso : oltre alle commissioni da pagare alla banca italiana ci sono anche quelle (piu' onerose) per gli intermediari stranieri , e se gli investimenti sono di breve durata e ripetuti , i rendimenti vengono facilmente erosi dai costi di intermediazione . Il rischio che non c' e' . Francesco Aletti , amministratore delegato della Sim Aletti & c . , sostiene che la crisi di sfiducia sulla lira e' gia' passata . L' accordo sul costo del lavoro , che ha dato una sferzata al programma di risanamento dell' economia e alla lotta all' inflazione , e l' alto costo del denaro stanno riportando i soldi nell' area della lira . Sia quelli degli investitori stranieri sia quelli dei risparmiatori italiani , che si erano affacciati sull' estero soprattutto con strumenti di breve periodo (come l' acquisto di titoli in scadenza o pronti contro termine) , ma che , se la manovra di settembre avra' confermato l' efficacia dell' azione del governo , saranno pronti a tornare in Italia . " Anche perche' le obbligazioni in Ecu rendono quattro o cinque punti percentuali in meno dei titoli di stato " . L' ufficio studi della Pastorino sim sostiene che chi voleva modificare la struttura del proprio portafoglio lo ha gia' fatto . A parte l' effetto di allentamento di tensione che si registra sempre in agosto da parte degli investitori italiani , la fase piu' acuta di sfiducia nei confronti del governo sembra essersi attenuata . Anche se la tendenza appare sempre quella di voler ridurre i tempi di investimento per conservare liquidita' , la Pastorino sim registra una tendenza a ridurre gli investimenti sul monetario , mentre i pronti contro termine piu' richiesti rimangono quelli sui Btp e sui Cct , perche' lo stesso tipo di operazione effettuata sulle obbligazioni in valuta ha rese inferiori . Come si fa . Al di la' dei rendimenti , uno degli ostacoli principali alla corsa all' estero sembra essere la difficolta' a orientarsi nel vastissimo mondo delle obbligazioni sovranazionali . Soltanto quelle le cui quotazioni sono riportate sui giornali economici italiani sono piu' di 250 , limitando il discorso agli strumenti a tasso fisso e fiscalmente esenti . Si tratta , in massima parte , di obbligazioni poliennali emesse da enti sovranazionali come la Banca europea di investimenti (Bei) , la Banca mondiale , la Birs , la Ceca , l' Euratom , da enti nazionali garantiti (Ferrovie dello stato , Enel) , da alcuni istituti pubblici di medio credito (come il Crediop) , quando non dagli stati stessi . Possono essere espressi in qualsiasi valuta , comprese l' eurolira e l' Ecu , con rendimenti variabili secondo il momento di emissione , la durata e la valuta . I periodi di durata sono generalmente quinquennali o decennali . Almeno l' 85% delle obbligazioni in circolazione a tasso fisso con cedole semestrali o annuali , il cui rendimento non e' determinato solo dal tasso di emissione ma anche dal prezzo a cui vengono acquistate , che varia secondo le condizioni di mercato . In questo senso le obbligazioni funzionano in maniera simile ai Btp italiani . Esistono anche obbligazioni a tasso variabile , anche se sono meno diffuse , strutturalmente piu' simili ai Cct . Secondo l' ufficio titoli del San Paolo di Torino sono questi gli strumenti piu' richiesti dai risparmiatori italiani . Se l' obbligazione e' esente , non c' e' nessuna ritenuta fiscale sulla cedola , altrimenti una ritenuta del 30% come se si trattasse degli interessi di un conto corrente bancario o di un certificato di deposito . Ma il fisco non dorme . Tuttavia non manca chi ritiene che l' assoluta defiscalizzazione delle obbligazioni esenti non sia destinata a durare a lungo . Se , come e' lecito aspettarsi , la manovra di governo di settembre cerchera' di razionalizzare il trattamento fiscale di tutte le rendite finanziarie , il trattamento di questi strumenti potrebbe essere equiparato , nella migliore delle ipotesi , a quello delle cedole dei titoli di stato e , nell' ipotesi piu' pessimistica , a quello dei conti correnti . All' ufficio titoli della Banca commerciale italiana (Comit) non nascondono che la probabilita' di una revisione globale della tassazione delle rendite da capitale e' tutt' altro che campata in aria e potrebbe colpire anche i titoli attualmente esenti . Il mezzo per sfuggire alla ritenuta d' acconto sulle obbligazioni non esenti (che in qualche caso possono fornire rendimenti lievemente piu' interessanti di quelli esenti) c' e' , almeno per chi ha la possibilita' di spostarsi spesso all' estero . Per esempio acquistando le obbligazioni in una banca all' estero , anche se si tratta della filiale di un istituto italiano che puo' ricevere l' ordine di acquisto dall' Italia , a patto di incassare la cedola oltreconfine . " Non favoriamo certo l' evasione o l' elusione fiscale " , spiegano alla Comit , " ma possiamo investire i soldi della nostra clientela all' estero , su richiesta , attraverso le nostre filiali . Se l' incasso degli interessi avviene nella filiale non c' e' nessuna ritenuta e l' operazione e' perfettamente legittima . Certo , il cliente dovrebbe poi denunciare il guadagno nella dichiarazione dei redditi " . Anche supponendo che l' investitore si comporti onestamente , il guadagno fiscale nell' incasso delle cedole all' estero c' e' comunque : invece di subire un prelievo alla fonte si puo' posticipare il pagamento fino alla scadenza del giugno successivo , e se si e' titolari di crediti d' imposta questi possono essere compensati con la tassa sugli interessi che altrimenti sarebbe stata pagata comunque perche' soggetta a ritenuta . " Non riceviamo certo una fiumana di richieste di questo tipo " , spiegano alla Comit , " anche perche' l' esportazione di capitali , anche se legittima , rimane comunque monitorata , e questo costituisce sempre un grosso deterrente a speculazioni azzardate " . Dove investire . Le indicazioni sono varie . Sul breve periodo tutti sono concordi sul fatto che il marco tedesco offre buone probabilita' di tenuta , anche perche' i rendimenti delle obbligazioni esenti espresse in marchi , dopo l' ultimo rialzo dei tassi deciso dalla Bundesbank , sono decisamente piu' interessanti . Anche se ovviamente sempre meno di quelli in divisa italiana . Alcuni rendimenti raggiungono anche il 9% annuo , ma la forte richiesta di obbligazioni in marchi ha fatto aumentare i prezzi delle emissioni piu' interessanti , facendo precipitare i rendimenti (per chi le acquistasse oggi) a livelli non superiori al 7 , 5% 8% . Sugli stessi livelli si attestano le emissioni in fiorini olandesi che vengono considerate una logica alternativa a quelle in marchi . Anche il franco francese viene considerato una valuta " sicura " , soprattutto in considerazione del buon andamento dell' economia reale d' oltralpe . I rendimenti effettivi vanno dall' 8 , 5% al 9% annuo , ma il numero di obbligazioni emesse in franchi francesi e' decisamente piu' scarso di quelle emesse in marchi . Alcune obbligazioni in Ecu , consigliate da molti operatori come un mezzo particolarmente sicuro per le diversificazioni , invece hanno attualmente rendimenti superiori al 10% . Le obbligazioni in eurolire da parte loro rimangono le piu' redditizie : dal' 11% al 16 , 8% (per alcune emissioni non esenti) , ma lo scopo di diversificare il rischio rispetto ai titoli di stato italiani sembra vanificato in quanto si resta nell' ambito della lira . Decisamente meno interessanti , e sconsigliate sul breve periodo , risultano infine le obbligazioni in dollari , che non arrivano a rendere piu' del 6 , 5% .
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