Dialogo difficile
Se il centrosinistra mette in discussione il suo candidato leader
Per attuare il sacrosanto auspicio del Capo dello Stato, il dialogo sulle riforme a cui occorrerebbe tornare, bisognerebbe intanto essere in due a voler dialogare. Sotto questo stretto profilo non possiamo sottovalutare il problema di una leader-ship riconosciuta, ma incerta per l’opposizione, visto che ancora ieri il professor Prodi ha invitato un altro, se ci fosse, a farsi avanti. Con chi deve dunque dialogare la maggioranza?
Berlusconi, senza voler incrudelire sullo stato di disordine del centrosinistra, ha solo ricordato la disponibilità del suo schieramento. Sulla riforma della Costituzione questa c’è stata. Nel senso che, trovandosi di fronte ad una riforma varata dal centrosinistra nella passata legislatura, l’attuale maggioranza ha scelto la linea dell’apertura, accettando di introdurre delle modifiche al testo ereditato, e non cancellandolo. Tanto è vero che in commissione Affari costituzionali, come pure nel dibattito parlamentare, dei punti di contatto fra i due schieramenti si erano registrati. A parte il fatto che questa sintonia a nostro modesto avviso era parsa come la condizione per un peggioramento e non un miglioramento della Carta (vedi il premierato, su cui centro destra e centrosinistra sono d’accordo) il professor Prodi, capo dell’opposizione, ha fatto sapere, a suo tempo, che con il centrodestra non si poteva trovare nessuna intesa sulla Costituzione. Per cui, addio al dialogo. Sull’insieme delle riforme, invece, Rutelli aveva dimostrato un qualche possibilismo, ed anche per questo è stato messo al bando da parte dei suoi alleati, tant’è che oggi Rutelli e Prodi appaiono ai ferri corti.
Quindi noi capiamo bene lo spirito repubblicano del Capo dello Stato, ma ci sembra che la prima a volerlo disattendere sia proprio l’opposizione, che pure non ha una forza parlamentare sufficiente per contrastare il volere della maggioranza. In questo contesto non stupisce che autorevoli commentatori imparziali abbiano definito Prodi come l’ala estremista e non moderata della sua parte politica. Del resto, nella passata legislatura, il centrosinistra mise a punto le sue riforme senza nessun dialogo e a colpi di maggioranza. I precedenti, come abbiamo spesso ricordato, in politica pesano, e sono difficili da superare, anche con la migliore volontà collaborativa.
Roma, 22 dicembre 2004