un caso per tutti:come sono valorizzate le risorse statali
===CIMOLI: ALITALIA CAMBI, MAI PIU' CARROZZONI DI STATO
(ANSA) - ROMA, 23 LUG - ''Il male di fondo - dice il
presidente dell'Alitalia Giancarlo Cimoli, intervistato da
REPUBBLICA - e' la mancanza di una programmazione, di una
visione d'insieme, e qui il discorso riguarda in primo luogo la
classe politica, i governanti, ma non questo o quel governo in
particolare, il male e' piu' profondo. Troppe decisioni sono
prese sull'impulso del momento, sulla spinta di interessi
particolari. E' poco logico, tanto per restare in argomento
aeronautico, che vi siano tre aeroporti in Calabria. E' anormale
la convivenza fra un aeroporto hub, Malpensa, e un aeroporto in
Lombardia, Linate, che mantiene un rapporto antagonistico. Sa,
in Italia ci sono i guelfi e i ghibellini. L'Italia e' il paese
dei particolarismi, e' sempre mancata una politica centrale
integrata del sistema dei trasporti che salvaguardasse
l'interesse nazionale e degli operatori italiani, in una logica
di efficienza di sistema''.
Cimoli ha trovato all'Alitalia ''una gestione aziendale
tipica di azienda pubblica, come alle Ferrovie. Alle Ferrovie
piu' accentuata, d'accordo; ma con conseguenze piu' gravi
all'Alitalia, perche' le Ferrovie operano in una situazione di
virtuale monopolio, l'Alitalia e' esposta alla concorrenza. I
difetti, gli errori sono stati denunciati molte volte, sono
quelli di sempre: mancanza di regole chiare, asservimento a
tanti diversi interessi, un sindacato articolato e conflittuale,
livello degli organici non corretto ne' in termini quantitativi
ne' in termini qualitativi, dispersione in attivita' laterali a
danno di quella centrale. Tutto questo nel quadro di una crisi
mondiale del trasporto aereo, che gia' esisteva prima della
caduta delle Torri, e che l'Undici Settembre ha aggravato. Tutte
le forme di viaggio e di turismo hanno sofferto, dopo
l'attentato di Al Qaeda, ma il trasporto aereo ha sofferto in
modo particolare: sulle Torri, se mi e' consentito il paradosso,
non si sono schiantati due treni. C'e' anche la grande offensiva
del low cost, delle linee coi prezzi scontati: forse si sono
commessi errori quando si e' cercato di fronteggiarla''.
Come si esce dalla crisi? La ricetta e' semplice - scrive
Repubblica, riportando il pensiero di Cimoli - si guarisce in
primo luogo con la buona gestione. L'Alitalia dovra' adottare i
criteri di gestione che valgono per ogni azienda che agisca su
un libero mercato. Non piu' la logica, dunque, del carrozzone di
Stato, che vuole fare tutti contenti (tranne gli utenti del
servizio, da quella logica puntualmente esclusi, mentre
dovrebbero avere priorita' assoluta); bensi' la logica di
un'azienda moderna, agile, tecnologicamente avanzata: ridurre i
costi, aumentare i ricavi, senza rinunciare allo sviluppo.
Ma ci sara' posto per una compagnia aerea italiana di grandi
dimensioni, dopo che l'Alitalia sia stata risanata? Cimoli pensa
di si': ''E non una compagnia di nicchia, precisa, ma capace di
coprire anche lunghe tratte intorno al mondo, in alleanza con i
nostri alleati naturali, gli olandesi e i francesi''.(ANSA).
LAV
23/07/2004 10:50