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Discussione: Eventi Sincronici

  1. #1
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    AVVENTURE NEL PARANORMALE: EVENTI SINCRONICI
    di Gianluca Volatici

    Il mitico indio yaqui don Juan, creato dalla penna dello scrittore ed antropologo peruviano Carlos Castaneda, non aveva dubbi sulla qualità della nostra vita... La maggior parte di noi trascina la propria esistenza in una realtà dai contorni quotidiani e banali. Il lavoro, il sesso, i figli, il caffè del mattino, la passeggiata con gli amici, il gioco, le discussioni sulla politica (spesso futili), sul costume, sulle varie ed inevitabili beghe di famiglia. Questo è il tenore sia del piccolo sia del grande uomo, sia del magistrato sia del comune cittadino, sia del padre di famiglia sia dell'anarchico.
    I frammenti di una siffatta realtà sono legati, uno per uno, ad un'etichetta scritta a chiari caratteri, tanto che risulta impossibile confondersi. Però lo stregone don Juan, di fronte alla mia ultima asserzione, si contorcerebbe dalle risa, secondo il suo consueto atteggiamento, e replicherebbe che per lui una tazzina di caffè non ha lo stesso sapore di quella del ragionier Rossi. Castaneda è stato spesso ammonito più o meno in questi termini: "Chi ti ha insegnato a considerare il mondo con questa presuntuosa quotidianità? Chi ti ha abituato a percepirlo in modo così limitato? Ascolta: il mondo è assai più sconosciuto e misterioso di quanto si possa concepire... ". E in effetti, secondo la filosofia castanediana, ognuno di noi, da bambino, diviene membro di un gruppo sottoposto ad una particolare descrizione del mondo. Ciò accade naturalmente a causa della continua influenza degli adulti che ci descrivono incessantemente il mondo.
    Afferma Castaneda: "La (sua) qualità di membro diventa completa, suppongo, quando è capace di trarre tutte le interpretazioni percettuali che, conformandosi a quella descrizione, la convalidano. Per don Juan, quindi, la realtà della nostra vita quotidiana consiste in un interminabile uso di interpreazioni percettuali che noi, gli individui che condividono una specifica appartenenza, abbiamo imparato in comune a trarre. L'idea che le interpretazioni concettuali che costituiscono il mondo abbiano un flusso è conforme al fatto che esse scorrano ininterrottamente e siano raramente, o mai, suscettibili di discussione. In effetti, la realtà del mondo che conosciamo è data a tal punto per scontata che la premessa di base della stregoneria, che la nostra realtà è soltanto una delle tante descrizioni, potrebbe difficilmente venir presa come una proposizione seria"'.
    Secondo la filosofia castanediana, l'adesione incondizionata ad una ristretta descrizione del mondo, porta l'individuo ad un comportamento banale, prevedibile e fallimentare per le sue effettive potenzialità energetiche.
    A questo punto qualcuno potrebbe domandarsi se per trasformare fattivamente la percezione della realtà occorra assumere delle droghe, come ha fatto l'antropologo peruviano durante il suo apprendistato. Veniamo però a sapere da don Juan che le piante allucinogene non sono realmente necessarie e che le più grandi scoperte "magiche" avvengono in stato di coscienza lucida. Oltretutto, sarebbe il caso di osservare che per allucinarsi, la nostra società non ha sempre bisogno di sostanze psicotrope. Basti pensare all'esaltazione di manifestazioni calcistiche, musicali, ecc.
    In effetti non si tratta di falsare il contenuto delle nostre percezioni, ma di decifrare, o meglio di penetrare, l'essenza simbolica del mondo che ci circonda. È possibile per chiunque riscoprire nel proprio "teatro quotidiano" tutta la magia di una palpitante avventura. E non si creda che questa affermazione abbia degli intenti simili a quelli dei cosiddetti "operatori dell'occulto", in quanto non è possibile vendere qualcosa che l'indviduo possiede già. La chiave di quest'idea si può trovare riportata sulla copertina di un volume dell'oracolo dell'I King: “Mentre la mentalità occidentale accuratamente separa, pesa, sceglie, classifica, isola, l'immagine cinese del momento contiene ogni particolare fino al più minuto assurdo dettaglio, perché l’istante osservato è il totale di tutti gli ingredienti "'-. In altre parole, ciò che noi chiamiamo realtà non è altro che un'armoniosa trama cosmica che si riflette in ogni più piccolo dettaglio, momento per momento. Generalmente, 1'individuo rimane ignaro di questo processo di cui è costantemente al centro, fatta eccezione per gli episodi nei quali esso si palesa inequivocabilmente.
    Lo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung, padre della psicologia analitica cui si deve il merito di aver esaminato, in modo meno riduttivo di molti contemporanei, l'immenso patrimonio della mitologia, è stato protagonista di diversi episodi significativi, di cui vorremmo analizzare il più sconcertante. Il primo aprile 1949 la
    cameriera servì a Jung del pesce per colazione: fin qui tutto normale, ma dopo qualche ora lesse casualmente uno scritto in latino che aveva a che fare col pesce. Nel pomeriggio, si presentò per una seduta analitica una paziente che non vedeva da diversi mesi. Ella mostrò a Jung alcuni suoi quadri che avevano per soggetto dei pesci. Verso sera, un amico gli mostrò spontaneamente dei ricami a forma di pesce. Il mattino seguente, un paziente che aveva disertato il suo studio per anni, tornò a trovarlo e gli narrò un sogno in cui la figura centrale era un grosso pesce. Tutto ciò accadeva proprio mentre I’ex allievo di Freud stava conducendo degli studi sul simbolo del pesce.
    Probabilmente, qualche scettico potrebbe avanzare l'ipotesi che si sia trattato di una burla, di un "pesce d'aprile" ben congegnato da un collega invidioso di Jung. Preferiamo comune considerare con serietà l'episodio, anche perché fa parte di una lunga serie coincidenze osservate dallo psichiatra. Proprio a causa di tali fatti, Jung incontrò con il mondo della parapsicologia, cercando di fornire una spiegazione dei fenomeni ESP (percezione extrasensoriale).
    Come abbiamo già accennato in un precedente articolo, egli ritenne di poter far luce su tali fenomeni, introducendo la teoria della sincronicità. Premesse di Jung erano le seguenti. Data l'impossibilità di interpretare con un modello "causale" la ESP, in quanto, così facendo si riporterebbe il fenomeno su un piano spazio-temporale limitato a cui esso pare sfuggire, è necessario richiamarsi ad un ordine "non causale" o "sincronico". Quest'ultimo permette di concepire un rapporto che fa coincidere due o più eventi, in modo significativo. Perciò "la sincronicità si riferisce a quei casi di evento simultaneo di una certa condizione psichica, con uno o più fenomeni oggettivi in cui il significato del primo è similare agli altri che seguono’’-.
    Da un punto di vista scientifico, si deve però ammettere con il parapsicologo R. Rao, che ha condotto studi presso il famoso laboratorio d Duke University di Durham, come tale teoria risulti essenzialmente descrittiva e non presenti approfondimenti atti a chiarire la dinamica vera e propria del fenomeno. In parole povere, esso rimane enigmatico e proprio per questo è degno di figurare al centro delle complesse tematiche del mondo teorico.
    A questo punto fa nuovamente capolino il diabolico don Juan, che aria terribilmente annoiata ci suggerisce di lasciar perdere i battibecchi accademici. Ciò che conta non è tanto comprendere che, per una esauriente spiegazione della ESP, i parapsicologi contemporanei non siano meno in alto mare del caposcuola svizzero. L’essenziale è imparare ad essere protagonisti di questi strani eventi, in particolare della sincronicità. Io stesso sospetto che essi non siano ad esclusivo beneficio di `medium", "sensitivi", "paragnosti" o "iniziati" Giustamente, si suol dire che il momento presente, l'attinuo, è tutto ciò che un uomo possiede, sta a lui la scelta tra usarlo bene o sciuparlo. Ma generalmente l’uomo è cieco e calpesta con indifferenza i piccoli frammenti della realtà che sono altamente significativi per la sua esistenza. Non è necessario che si divenga protagonisti di eventi eccezionali, come nel caso citato precedentemente: basta osservare, basta esser svegli. Per quanto mi riguarda, potrei narrare decine e decine di eventi sincronici che si sono manifestati nella mia vita. Preferisco però sceglierne uno solo, di carattere drammatico, per esemplificare il tema. Sono convinto che il lettore rapirà fàcilmente qual è il mio messaggio. Molti amni fa, in un pomeriggio d'estate mi ero recato con alcuni amici presso il bosco del convento di Montesenario, in provincia di Firenze. Anziché arrivare direttamente all'entrata vera e propria con l'auto, avevamo deciso, in molti, di percorrere a piedi il sentiero "Via del silenzio e della preghiera’’ che dopo alcune centinaia di metri conduce al convento. Stavamo camminando in salita da una decina di minuti, quando scorsi, in mezzo alla ghiaia, un modellino che rappresentava un fucile, di stile moderno, della lunghezza di un fiammifero da cucina. In quell'istante mi chinaili e mi resi conto che, per qualche misteriosa ragione avrei dovuto raccoglierlo. Quell'oggetto, naturalmente; non aveva alcun valore e poteva essere stato l’appendice di un soldatino. Rimasi chino ad esaminarlo per circa un minuto, tanto da destare !a curiosità di un amico, al quale dissi, di getto:"Questo modellino ha qualcosa di strano, qualcosa che mi appartiene intimamente" . L'amico, che era a conoscenza dei miei studi, non mostrò di preoccuparsi per la mia salute mentale, ma si limitò ad osservarmi mentre riponevo in tasca il prezioso oggetto. Sembrava che tutto dovesse concludersi lì, non pensai più a quanto era avvenuto, visitai il convento, mi distrassi e verso sera tornai a casa.
    Una telefonata mi informò che dovevo recarmi da mia madre. La trovai a letto, pallidissima, in stato di shock. Durante il pomeriggio, con alcuni parenti era andata in campagna a far visita a mia sorella. Appena giunti nel prato di fronte alla sua abitazione, piuttosto isolata, erano stati brutalmente aggrediti da un uomo mentalmente instabile che li aveva minacciati a lungo con un fucile. Dal racconto potei facilmente calcolare che il mio ritrovamento era avvenuto proprio nei periodo di tempo in cui si svolgeva l'aggressione.
    Se tentiamo di analizzare l'episodio, dovremo convenire che l'ipotesi di un contatto telepatico non è in grado di abbracciarne la complessità. Certo, il parapsicologo potrebbe pensare che io abbia esplorato il terreno circostante, a livello inconscio, per cercare di estrinsecare la mia percezione extrasensoriale. Ma l'ipotesi sembra cadere facilmente, perché ricordo bene di aver osservato, in seguito, tutto il sentiero e di non aver trovato traccia di altri piccoli oggetti. Stranamente, quel giorno per tutto il percorso della "Via del Silenzio e della Preghiera", regnava una pulizia senza pari. Infine, per le caratteristiche dell'episodio, in osservanza al principio di economia delle cause, sembrerebbe fuori luogo ricondursi all'altra categoria dei fenomeni, ovvero alla telecinesi.
    Si risveglia don Juan ridendo fino alle lacrime: "Sciocco! Il modellino ti aspettava, era parte di te, della tua realtà personale, era un segno del potere’':
    Perché non riscoprire gli arcani dei Tarocchi, la sfera di cristallo, le linee della mano, la mappa del cielo, il pendolo del radiestesista, nel "pianeta sconosciuto" della nostra quotidiana ma affascinante realtà?

    ' Castaneda Carlos, Viario a Ixtlan, Edizioni Astrolabio, Roma 1973.
    ' Edizioni Astrolabio, Roma 1950. Contiene la famosa prefazione di C. G. Jung del 1948.
    ' Vedi R. Rao, Parapsicologia sperimentale, Ediz. Astrolabio, Roma 1967.

  2. #2
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    Corrispondenza Barbault - Jung
    di André Barbault e Carl Gustav Jung



    È sempre attuale il problema del giusto inquadramento dell'astrologia, soprattutto dal punto di vista della causalità o della sincronicità. Inoltre, periodicamente, come per le epidemie o per il ritorno in massa delle cavallette, viene messo in discussione il credo di Jung nei confronti dell'astrologia. Ecco, allora, cosa rispose il grande psicologo svizzero ad André Barbault che gli aveva scritto in proposito. La lettera è tratta da "C. G. Jung" - Briefe edite, a cura di Anjela Jaffé e Gerhard Adler per i tipi di Walter Verlag AG, Olten, 1980. La traduzione è di Enzo Barillà.


    André Barbault era il Vice presidente del Centro Internazionale di Astrologia di Parigi. Egli rivolse a Jung le seguenti domande:
    1) Quale relazione vede tra astrologia e psicologia?
    2) Come possono essere circoscritte tali relazioni: fisiche, causali o sincroniche?
    3) Come si pone di fronte al fatto che gli astrologi presumono che esista un campo psicologico sin dalla nascita, mentre l'eziologia delle nevrosi viene spiegata dagli psicanalisti sulla base di esperienze infantili molto remote?
    4) L'astrologia suggerisce il concetto di un tempo qualitativo nell'universo. Riconosce il suo ruolo nella psiche individuale (problema dei cicli e transiti)?
    5) Ha notato, nel corso del trattamento analitico, che tipiche fasi di stasi o di progresso coincidono con determinate costellazioni astrologiche, ad es. transiti?
    6) Quale è la sua principale critica agli astrologi?
    7) Quale nuovo ordinamento riterrebbe desiderabile per l'astrologia ?



    26/5/1954

    Monsieur André Barbault
    Parigi


    Monsieur,
    prima di tutto desidero scusarmi se rispondo con così grande ritardo alla Sua lettera del 19 marzo; ciò è dovuto al fatto che ero o in ferie o ammalato. Inoltre la mia tarda età purtroppo non mi consente più di adempiere tutti gli impegni, così come io desidererei.
    Ecco le risposte alle Sue domande.
    1) Il rapporto tra astrologia e psicologia
    Ci sono molti esempi di sorprendenti analogie tra costellazioni astrologiche e fatti psichici, o tra oroscopo e predisposizione caratteriale. Fino ad un certo grado sussiste perfino la possibilità di una previsione, per esempio riguardo l'effetto psichico di un transito.
    Ci si può aspettare con un grado di probabilità sufficientemente alto che una determinata situazione psichica sia accompagnata da una analoga configurazione astrologica.
    L'astrologia consiste di configurazioni simboliche, come l'inconscio collettivo, del quale si occupa la psicologia. I pianeti sono gli "dei", simboli delle forze dell'inconscio (in prima linea, accanto ad altri).
    2) Il modus operandi delle costellazioni astrologiche
    Mi sembra che si tratti in primo luogo di quel parallelismo o di quella "simpatia" che io chiamo sincronicità, cioè la concordanza acausale che caratterizza i rapporti non spiegabili dal punto di vista causale, come ad esempio la precognizione, il presentimento, la psicocinesi e anche ciò che si indica come telepatia. In quanto la causalità è una verità statistica, esistono eccezioni di natura acausale che appartengono alla categoria di eventi sincronistici (non "sincronici"). Essi hanno a che fare con il "tempo qualitativo".
    ?3) La mia posizione riguardo l'ipotesi astrologica di un campo psichico esistente sin dalla nascita e riguardo la spiegazione psicoanalitica dell'eziologia delle nevrosi attraverso le prime esperienze dell'infanzia.
    ?Lo specifico effetto (patogeno) delle prime esperienze di vita si basa da un lato sugli influssi ambientali e dall'altro sulla predisposizione psichica, cioè sulla ereditarietà che, a quanto pare, si può dimostrare nell'oroscopo. Sembra come se l'oroscopo corrispondesse ad un determinato istante nel dialogo degli dei, cioè degli archetipi psichici.
    4) Il tempo qualitativo
    Ho usato un tempo questo concetto, però l'ho sostituito con l'idea della sincronicità, come una analogia alla simpatia o alla corrispondentia (la sympatheia degli antichi) o alla armonia prestabilita di Liebniz. Il tempo consiste di nulla. È solo un modus cogitandi di cui ci si serve per esprimere e per formulare il flusso delle cose e degli eventi, così come lo spazio non è altro che un modo per descrivere l'esistenza di un corpo. Se non succede niente nel tempo e non si trova alcun corpo nello spazio, allora non esiste né tempo né spazio. Il tempo è sempre ed esclusivamente qualificato dagli eventi, come lo spazio dall'espansione dei corpi. Perciò il "tempo qualitativo" è una tautologia e non significa niente, mentre la sincronicità (non il sincronismo) esprime il parallelismo e l'analogia degli eventi in quanto essi siano acausali. Il "tempo qualitativo" è a sua volta un'ipotesi che vuole chiarire il parallelismo degli eventi nei concetti di causa ed effetto. Ma in quanto il tempo qualitativo è solo un flusso delle cose ed inoltre "niente" quanto lo spazio, questa ipotesi conferma solo la tautologia: il flusso delle cose e degli eventi è la causa del flusso delle cose etc.
    La sincronicità respinge la causalità quale spiegazione della analogia degli eventi terrestri con le costellazioni astrali (con l'eccezione della deviazione dei protoni solari e del loro possibile influsso sugli eventi terrestri). La nega specialmente in tutti i casi di percezione extrasensoriale (EXP), specialmente nella precognizione, poiché è inimmaginabile che si possa percepire l'effetto di una causa inesistente o non ancora esistente.
    Ciò che si può constatare con l'aiuto dell'astrologia è l'analogia degli avvenimenti terrestri con le costellazioni astrali, ma non la causa o effetto di una serie di eventi in relazione agli altri (la stessa costellazione significa ad esempio per la stessa persona una volta una catastrofe ed un'altra un raffreddore ... ).
    Tuttavia il problema dell'astrologia non è per nulla semplice.
    Esiste questa deviazione dei protoni solari nelle congiunzioni, opposizioni e quadrati da una parte e in trigoni e sestili dall'altra ed il loro influsso sulla radio e molte altre cose.
    Non sta a me giudicare quanto significato deve essere attribuito a questa possibilità. Ad ogni caso, la posizione dell'astrologia è unica fra i metodi intuitivi, e ci sono ragioni di dubitare della teoria causale da una parte e dell'esclusiva validità dell'ipotesi sincronicistica dall'altra.
    5) Ho spesso osservato che una fase psichica chiara e ben definita od un corrispondente evento era accompagnata da un transito (soprattutto aspetti negativi di Saturno o Urano).
    6) La mia principale critica agli astrologi
    Se posso permettermi di esprimermi su un argomento a me conosciuto solo superficialmente, direi che l'astrologo non sempre comprende le indicazioni solo come una possibilità.
    L'interpretazione è talvolta troppo letterale e troppo poco simbolica ed è anche troppo personale. Lo zodiaco ed i pianeti non forniscono alcuna indicazione personale ma sono dati di fatto oggettivi ed impersonali. Inoltre, interpretando le case dovrebbero essere prese in considerazione diverse chiavi di lettura.
    7) È certo che l'astrologia ha molto da offrire alla psicologia, ma ciò che quest'ultima può offrire alla sua sorella maggiore è meno visibile. Per quanto io possa giudicare, sarebbe a vantaggio dell'astrologia se si rendesse conto dell'esistenza della psicologia, soprattutto della psicologia della persona e dell'inconscio. Sono abbastanza sicuro che si possano imparare alcune cose dal suo metodo dell'interpretazione del simbolo. Si tratta dell'interpretazione degli archetipi (degli dei) comune alle due arti, e delle loro reciproche relazioni.
    Soprattutto la psicologia dell'inconscio si occupa della simbolica archetipica.
    Spero di avere risposto alle Sue domande.
    Je vous presente, monsieur, l'expression de mes sentiments distingués

    Carl Gustav Jung



    Pubblicato sul numero 4 (Ottobre 1990) di Ricerca '90
    http://www.cirodiscepolo.it/Barbjung.Htm

  3. #3
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    Pubblicato il 18-07-2005

    Curare con gli archetipi



    L'Ecobiopsicologia ha elaborato una visione della salute e della malattia che tocca le forze più profonde dell'animo umano coinvolgendo il mondo e i suoi simboli con il corpo e la psiche dell'uomo.

    Nel corso del processo evolutivo l'uomo ha sintetizzato in sé tutto il percorso che l'evoluzione ha fatto. Infatti il nostro corpo sintetizza negli organi, negli apparati, nelle cellule, il percorso evolutivo della vita sul nostro pianeta. Ad esempio il mare, che rappresenta la culla da cui noi proveniamo, si è trasformato nel nostro corpo in liquido amniotico, in plasma sanguigno; le rocce e i minerali sono diventati le strutture ossee, ecc. Questi aspetti biologici, presenti nel nostro corpo, si possono ritrovare come simboli nella mente.

    Il nostro corpo ricorda emozioni che l'individuo singolo in quanto tale non ha provato. Questo perché il corpo ha una memoria biologica arcaica, che compare nella mente attraverso i simboli corrispondenti.

    L'approccio ecobiopsicologico alla malattia ci permette di ritrovare all'interno di ogni malattia, quelle linee guida, specifiche per ogni disagio, che fanno risalire all'archetipo coinvolto, al principio fondamentale primario che è responsabile di quel disagio.

    L'Ecobiopsicologia si avvale di due concetti fondamentali...

    L'Ecobiopsicologia si avvale di due concetti fondamentali: il simbolo e la sincronicità, in particolare quando si avvicina il paziente, per capire il senso della sua malattia e per aiutarlo a guarire. Gli eventi sincronici sono caratterizzati dalla presenza di una concordanza fra loro che non è causale. Ad esempio penso all'amico che non vedo da tempo e la persona mi telefona in quel momento. Tutta la nostra vita è dominata dalla sincronicità, ma noi non siamo in grado spesso di rilevarla, perché la nostra mente è abituata a dividere ciò che è unito.

    Se dunque non vi è separazione tra mondo, corpo e mente, per cui tutto è legato, questo legame che coinvolge il tutto può essere compreso solo facendo appello agli aspetti della sincronicità, che diventa l'unica legge veramente scientifica in grado di unire gli aspetti ambientali della vita agli aspetti del corpo e della psiche dell'uomo.

    Perché il simbolo?
    Il simbolo è l'unica figura della mente e del corpo, dotata di una parte oscura aperta all'inconscio, aperta alla vita e al comunicare della vita, e di una parte chiara aperta alla coscienza. Ogni simbolo lega quindi contemporaneamente gli aspetti dell'inconscio alla coscienza, proprio come fa il nostro cervello che unisce l'emisfero destro, relativo all'inconscio, con quello sinistro, relativo alla coscienza, funzionando in tal modo ottimamente nel contesto della vita di relazione.

    Una terapia che si proponga di ritrovare le determinanti archetipiche che legano mondo ambientale, corpo e psiche, deve anzitutto partire da una diagnosi che comprenda nel profondo il senso della malattia. Ogni malattia, infatti, rappresenta un progetto per quel singolo individuo e va perciò intesa come la domanda di un destino dal quale l'Io della persona si è distaccato, ma che va indagato e ritrovato per poter riorientare la psiche e il corpo di quel paziente.

    Ecco perché la terapia ecobiopsicologica, che tiene conto del ritrovamento degli aspetti archetipici di quella malattia, non si limita ad agire sui sintomi, ma va a toccare le forze più profonde, riallineando gli aspetti dell'animo umano, del Sé, con gli aspetti dell'Io del paziente.
    Si tratta quindi di una terapia che non si rivolge più al sintomo, ma al progetto insito nel paziente.

    Diego Frigoli


    http://www.lifegate.it/salute/stampa..._articolo=1567

  4. #4
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    LE COINCIDENZE SIGNIFICATIVE

    di S. B.



    Il grande psicoanalista svizzero Karl Gustav Jung dichiarò che in natura esistono eventi simultanei che non rispondono alla legge di causa-effetto, ma che sono comunque legati da un significato. Sono tutti quegli avvenimenti apparentemente casuali e strani che si trasformano in coincidenze significative. Jung chiamò "sincronicità" il principio che li regola, diametralmente opposto alla "causalità".

    Quest'ultima viene determinata esclusivamente dall'applicazione della statistica e non ha alcuna realtà al di fuori del sistema di riferimento utilizzato. Jung formulò l'ipotesi che le coincidenze significative, o eventi sincronici, indicassero un significato autosussistente, basato su un ordine del macrocosmo e del microcosmo indipendente dalla nostra volontà. Nell'introduzione all' "I King", egli afferma che "come la causalità spiega la sequenza degli eventi, la sincronicità spiega la loro coincidenza. La mentalità cinese antica contempla l'universo in una maniera paragonabile a quello del fisico moderno, cioè come una struttura psicofisica". Ed è proprio questa la grande rivoluzione della fisica contemporanea.

    Sir James Jeans, commentando il Principio di Complementarietà della teoria quantistica, affermò che "l'universo comincia ad assomigliare più a un grande pensiero che a una grande macchina". Secondo questo principio, infatti, l'elettrone è contemporaneamente un corpuscolo e un'onda. Nel cosmo, come all'interno del microcosmo subatomico, dominano gli aspetti immateriali: in tutti e due la materia si dissolve in energia.

    E' un altro grande scienziato, Bertrand Russell, a dichiarare superata la distinzione tra spirito e materia introdotta dalla filosofia della religione. Alcuni avvenimenti, ammette, appartengono solo a gruppi materiali, ma tutti gli altri sono contemporaneamente materiali e spirituali. Dopo secoli di teorie scientifiche basate sul culto dogmatico dell'obiettività, anche la figura del ricercatore deve essere ridefinita. Negli anni '70, il chimico e filosofo inglese Michael Polanyi apre un nuovo capitolo affermando che, anche nelle scienze esatte, il conoscere è un'arte, basata sull'impegno appassionato e sul senso intimo di contatto con la realtà dello scienziato.

    Ogni evento studiato è il prodotto dell'osservatore e del fenomeno che viene osservato e tutta la nostra realtà include delle condizioni soggettive, psichiche, che interagiscono con gli avvenimenti "oggettivi" esterni. Sincronicità non è che il termine moderno della credenza archetipica nella fondamentale unità di tutte le cose, che trascende la causalità meccanica.

    Gli eventi, tutti gli eventi possibili, sono tra loro collegati in quanto fanno parte della stessa sostanza, della stessa materia che compone tutto l'universo. E' come se formassero una grande ragnatela, dall'interno della quale, tramite l'uso delle nostre facoltà psichiche, possiamo avvicinare a noi, fino a renderli concreti, gli avvenimenti che desideriamo. Il nostro potere personale aumenta con la comprensione che siamo una parte integrante di un tutto, diverso nelle sue manifestazioni, ma non separato nella essenza. La realtà si modella sul nostro mondo interiore, rendendo concrete le nostre aspettative e le nostre convinzioni.

    La sincronicità è presente in ogni spazio e in ogni momento, come se fosse un grande mare nel quale le creature sono costantemente immerse. Nutrito dalla costanza e spinto dall'energia del desiderio, il pensiero ci consente di cambiare in meglio la nostra vita e di intervenire sulla sincronicità per rendere probabili, tra tutti quelli possibili, gli avvenimenti favorevoli.

    Non esiste una sincronicità negativa e una positiva: siamo noi che, occupati nei mille impegni della vita di tutti i giorni, spesso non siamo in grado di riconoscere e cogliere al volo le occasioni che essa ci presenta.

  5. #5
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    Davvero molto interessante...

    La sincronicità è un tema di grande fascino, non ancora bene esplorato - forse per carenza di strumenti - dopo le fondamentali intuizioni di Jung...

    Ricordo il volume Quando le cose non accadono per caso di David Richo, edito da Armenia. Un po' troppo in odor di new age, a mio modesto avviso, ma comunque tra i pochi testi in lingua italiana sull'argomento.

  6. #6
    la ricerca della bellezza nascosta
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    Il sincronismo in fisica.

    il sincronismo in fisica (acustica e ottica) è un fenomeno misterioso.
    Due pendoli di uguale lunghezza posti in vicinanza che inizialmente oscillano non in fase dopo poco oscilleranno sincronicamente.
    Il sincronismo dipende da cause di "risonanza".
    Per me che studio la fisica da profano dilettante scoprire i fenomeni della risonanza è stata una delle cose più stupefacenti dell'intera mia conoscenza.
    E' stupefacente scoprire che una corda vibrante di una data lunghezza (e quindi di una data frequenza che emana una data nota, ad es. Sol ) posta vicino a tante altre corde di varia lunghezza, fa vibrare per risonanza solo le corde della stessa lunghezza e, caso stranissimo, anche e solo le corde di lunghezza esattamente multipla (doppia, tripla .. etc.): è ancor più stupefacente scoprire che poi le lunghezze multiple emanano la stessa nota (ad es. il sol) ad ottave superiori!
    E la stessa cosa accade nei fenomeni elettromagnetici: ad esempio la cosiddetta sintonia nelle radio non è altro che l'accordo tra antenna ricevente ed emittente che vibrano alla stessa frequenza, vanno quindi in risonanza.
    Sincronismo e risonanza sono fenomeni tra loro intimamente collegati.

    Lessi tempo fa un articolo su scientific american sul "sincronismo" negli animali di gruppo: ad es. un gruppo di lucciole dopo qualche minuto sincronizzano le loro intermittenze luminose proprio come i pendoli di cui sopra.

  7. #7
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    uqbarIl sincronismo in fisica.

    .[...]Il sincronismo dipende da cause di "risonanza".[...]
    [...]E' stupefacente scoprire che una corda vibrante di una data lunghezza (e quindi di una data frequenza che emana una data nota, ad es. Sol ) posta vicino a tante altre corde di varia lunghezza, fa vibrare per risonanza solo le corde della stessa lunghezza e, caso stranissimo, anche e solo le corde di lunghezza esattamente multipla (doppia, tripla .. etc.): è ancor più stupefacente scoprire che poi le lunghezze multiple emanano la stessa nota (ad es. il sol) ad ottave superiori!
    [...]Sincronismo e risonanza sono fenomeni tra loro intimamente collegati.[...]

    Mi sono permessa di estrarre alcuni passaggi dal tuo messaggio che trovo particolarmente significativi.
    Il tuo parlar di musica mi ha riportato alla mente l'utilizzo che da sempre vien fatto del suono come viatico per porre l'iniziato in "risonanza", in sintono, o meglio in sincrono, con la realtà sovrasensibile. Penso quindi alla dottrina hinduista di shabda, il sacro suono; all'utilizzo dei mantra, delle parole di potenza, dei suoni radice nella liturgia mitraica, all'armonia delle sfere...

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Yggdrasill
    Mi sono permessa di estrarre alcuni passaggi dal tuo messaggio che trovo particolarmente significativi.
    Il tuo parlar di musica mi ha riportato alla mente l'utilizzo che da sempre vien fatto del suono come viatico per porre l'iniziato in "risonanza", in sintono, o meglio in sincrono, con la realtà sovrasensibile. Penso quindi alla dottrina hinduista di shabda, il sacro suono; all'utilizzo dei mantra, delle parole di potenza, dei suoni radice nella liturgia mitraica, all'armonia delle sfere...
    Effettivamente la scoperta delle armonie, cioè le sovrapposizioni di due o più fonti sonore vibranti alla stessa frequenza o a frequenze tra loro multiple o, nel caso delle armonie moderne, a frequenze di 1/3 superiori o inferiori alla fonte sonora dominante, ricopre un ruolo rilevante nella concezione della relazione tra uomo e mondo o tra uomo e Dio o tra mondo e Dio nelle filosofie mistiche antiche.
    Nel pitagorismo è un aspetto fondamentale.

    Il fenomeno affascinante e misteriosissimo della "risonanza" si verifica solo quando la fonte ricevente è di grandezza tale da vibrare alla frequenza esattamente identica di quella emittente o a frequenza esattamente multipla.

 

 

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