Fonte: Gazzetta dello Sport

"Non sono più schiavo del Tour"

Intervista esclusiva ad Armstrong dopo il sesto trionfo: "Cerco nuove sfide". E ammette: "L'anno prossimo mi piacerebbe correre il Giro".

PARIGI (Francia) La festa si chiude con l’ennesimo brindisi di Bordeaux Chateau Sieuzal (annata 1998), imposto da Lance Armstrong.
L’ultima cena intima dei postini val bene uno strappo alle regole monacali del Tour. Ad un certo punto non si capisce più se le urla «Six, six, six...», sono per il sesto Tour consecutivo del Cowboy o per il sesto bicchiere. Lance ha chiesto a Willy Balmat, l’amico cuoco che da sempre impreziosisce le sue tavole, cibi super e vini all’altezza. Per una cena storica.

C’è un’atmosfera incantata al Castello di Germigney, il vecchio maniero
dove la Us Postal trascorre la notte che porta al trionfo. Di fronte al
parco secolare, nella stanza numero 16, profumata di lavanda, Lance si
concede senza guardare all’orologio, finchè la notte saluta la sera. Lo aspettano il treno per Parigi, la passerella sugli Champs Elysèe, il fastoso cerimoniale e la festa ufficiale all’hotel Crillon, tra Sheryl Crow, Robin Williams e l’immancabile telefonata del Presidente George Bush.

- Lance Armstrong, come si sente un campione che vince per la sesta, storica, volta il Tour?
"Onestamente mi sembra di provare le stesse sensazioni degli altri anni.
Non sono ancora consapevole di aver fatto storia. Almeno per il ciclismo".

- Supera mostri sacri come Anquetil, Merckx, Hinault e Indurain. Chi è stato il più grande?
"Il numero uno rimane Merckx, e di molto. Poi viene Hinault. Non riesco a giudicare Anquetil, ma credo che sia stato più completo di me e di Miguel".

- Questo Armstrong è stato il più forte di sempre?
"No, nel 2001 credo di essere andato meglio. Ma questo il Tour più sereno, quello nel quale mi sono divertito di più. Ho sempre avuto il controllo di quello che accadeva dentro e fuori dalla corsa".

- Ci sono stati però momenti di tensione. Ci sono stati sputi, insulti e fischi, come sull’Alpe d’Huez.
"Quelli che sputano sono pochissimi, ma tutti li vedono. Quelli che fischiano sono pochissimi, ma tutti li sentono. Gli altri, e sono la stragrande maggioranza non si vedono nè si sentono. Sull’Alpe d’Huez
c’era così tanta gente e non poteva essere tutta d’accordo. Ma non ho mai avuto paura. Sono stato attento senza mai perdere il controllo".

- L’impressione è che più di altre volte abbia voluto cannibalizzare la corsa. Abbia voluto stravincere. Da dove viene tanta rabbia?
"E’ soltanto il mio feroce agonismo. Mai come quest’anno mi sono trovato bene con la mia squadra. Mi sono sentito come un ragazzino che esce con gli amici, affronta una salita e prova a batterli. Prova a batterli tutti solo per il gusto forte e il piacere che dà la competizione. Per me è, prima di tutto, una questione di cuore, di amore per questo sport".

- Pensando ai suoi sei Tour colga un attimo. Uno solo?
"Alpe d’Huez 2001. Quello per me è il giorno perfetto. E’ il giorno in cui un mio avversario, anzi il mio avversario, Ullrich, ha pensato che fosse la sua corsa finché gli ho fatto capire che la pensavo diversamente. Quel giorno gli ho fatto credere che poteva vincere. Gliel’ho fatto credere per due ore, ma appena è cominciata la salita dell’Alpe d’Huez gli ho fatto vedere come la pensavo veramente".

- Puy du Fou 1999-Parigi 2004: quanto è cambiato il Cowboy?
"Sei anni fa mi sembrava di aver fatto una grande impresa, ma non sapevo di potermi ripetere. Ora sono pienamente consapevole di quello che mi sta capitando. E’ cambiato tutto sul piano tecnico. Bici, ruote
e materiali in genere hanno fatto progressi enormi. Il peso della mia bici da salita, ad esempio, è sceso di circa un chilo. Non è cambiata invece la mia motivazione. Anzi credo di averne ancora di più. E sono migliorato sul piano tattico".

- Un errore di questo Tour?
"Ho lasciato troppo spazio alla fuga di Voeckler e così ho riconquistato la maglia gialla con qualche tappa di ritardo. Io amo la maglia gialla e l’ho concessa troppo a lungo a Voeckler".

- Aveva detto "Sono uno schiavo da Tour. Tutta la mia stagione ruota intorno alle tre settimane francesi". Vinto la sesta, storica maglia gialla si sente liberato?
"Sì, non sono più schiavo del Tour. Continuo ad essere attirato da questa che è la corsa più straordinaria del mondo per tutto ciò che si
muove intorno, dallo stress alla felicità. Ma comincio a pensare che
potrei aprovare, per una volta, un percorso alternativo".

- Sta pensando di cambiare il menù del 2005?
"Esattamente. Sono attirato da nuove sfide. Mi piacerebbe tornare a vincere una grande classica. Mi piacerebbe correre il Giro d’Italia e
magari puntare al finale di stagione con Mondiale e record dell’ora".

- Quale classica?
"Mi attira il Fiandre".

- Il Giro d’Italia, questa volta, è un progetto?
"E’ un’idea che cresce dentro di me. Potrebbe essere il momento giusto. Ma non è una decisione presa. Devo parlarne con i nuovi sponsor della Discovery Channel. Rinunciare al Tour non è facile".

- E il record dell’ora?
"E’ un vecchio progetto che riaffiora con più forza. Ho cominciato a discutere nei dettagli con il mio staff e questo significa che mi sto avvicinando. Michele Ferrari, che finalmente è venuto anche a Parigi
per la festa del sesto Tour, mi aiuta nella preparazione ed è convinto che si debba provare su una pista corta di 200 metri".

- Quando e dove?
"E’ tutto da decidere. C’è una bellissima pista nuova a Los Angeles... ma nella mia testa c’è la realizzazione di una pista fatta appositamente per il record, in quota, da qualche parte del mondo. Mi piacerebbe tentare il primato due volte, su piste diverse a distanza di una settimana. Quello che più mi spaventa è dover stare seduto per un'ora. Quella è la mia grande sfida: non sono mai stato seduto per un’ora intera".

- Lance Armtrong, lei ha rivinto per la sesta volta da dominatore assoluto. Soltanto Ivan Basso ha provato a contrastarla sui Pirenei. Se lo aspettava così forte?
"Me lo aspettavo e posso dire che è andato fortissimo. Ivan è il "vero" secondo di questo Tour de France. Sui Pirenei è stato impressionante. A La Mongie ho avuto l’unico momento di difficoltà, ma il giorno dopo, verso Plateau de Beille stavo benissimo e avrei voluto staccarlo. Ma non ci sono riuscito. Peccato che Basso abbia perso un posto sul podio nell’ultima crono. Ha commesso l’errore di partire troppo forte. Gliel’avevo detto e ripetuto un sacco di volte: "Ivan fai la tua crono. Dimenticati degli altri. Concentrati soltanto sul tuo gesto atletico. Fai come se Kloden e Ullrich non esistessero". Non c’è riuscito".

- Ha detto che Ivan è l’uomo del futuro per il Tour. Già nel 2005?
"Se correrà il Tour sarà uno dei grandi favoriti. Ogni anno è andato un po’ più forte. In salita è un campione assoluto e a cronometro è migliorato. Ma la sua caratteristica migliore è il carattere. Ivan è un irriducibile lottatore. E’ uno che non molla mai. Questo mi piace di Basso. E sulla sua gentilezza d’animo non mi dilungo. E’ piacevole parlare con lui in corsa. Ripeto, ho enorme stima di Basso".

- E’ un buon momento per il ciclismo italiano?
"Si, mi piace la vostra new wave, la Giovane Italia di Cunego, Basso, Cioni e Pozzato, che è un vero cavallo, un purosangue... C’è futuro da voi".

- A lei piace molto anche Cunego.
"Lo conosco meno. Ma per quello che ho visto in tv è un altro campione di talento assoluto. Ed è giovane, terribilmente giovane. E’ un’altra delle sfide che mi stimolano per i prossimi anni. Può essere un mio rivale, ma deve confermarsi".

- Prossimi anni? quanto ha intenzione di correre ancora?
"Una stagione è sicura. Poi ne riparleremo. Adesso non riuscirei a vedermi senza ciclismo".

- L’episodio con Simeoni? Non ci è piaciuto.
"Lo so. Ma nessuno sa alcuni dettagli. Lui fa la guerra a me e la fa ingiustamente, perché io ho soltanto dichiarato che lui ha cambiato la versione dei fatti e quindi in almeno un caso ha mentito. Tutto qui. Non sono minimamente preoccupato per la vicenda legale. Ma è chiaro che se lui fa la guerra a me io la faccio a lui".

- I francesi, in generale non la amano. Come vive questo atteggiamento ostile?
"Non sono d’accordo. Non sono più del 20 per cento quelli a cui non piaccio. Ma quel 20 per cento fa rumore ed è più evidente. Sull’Alpe d’Huez non erano i francesi, ma i tedeschi che mi attaccavano perché stavo battendo i loro beniamini".

- Schumacher, un altro cannibale, ha speso parole d’oro per lei?.
"Mi fa piacere, ma i nostri sport non sono paragonabili. Lui non potrebbe mai scalare l’Alpe d’Huez come me. Io non potrei mai guidare una Ferrari come lui. Schumi è così più forte che rischia di rendere noioso il Campionato del Mondo. E lo dice uno che ama la F.1. Mi piacerebbe, un giorno, provare una Ferrari".

- La montagna simbolo dei suoi Tour.
"L’Alpe d’Huez".

- La vittoria di tappa?
«Alpe d’Huez 2001».

- Il rivale?
"Jan Ullrich".

- Il gregario?
"George Hincapie".

- La crono?
"Metz 1999".

- Una città?
"Saint Paul Chateau, nel Sud della Francia".

- Neil Armstrong o Luis Armstrong?
"Luis. La musica. La voce»"

- Baseball, basketball o football?
"Football".

- Una squadra di basket?
"Dallas Mavericks"

- Una di Baseball?
"Texas Rangers»"

- Football?
"Dallas Cowboys»"

- Bush o Kerry?
"...Hum...Questa domanda è troppo difficile. Bush è un amico... Kerry... Kerry va in bici ed è un vero appassionato di ciclismo. L’altro giorno mi ha chiamato al telefonino per farmi i complimenti ed ho capito che ne sa anche tecnicamente. Bush, invece mi ha mandato un bellissimo fax su una carta della Casa Bianca con l’intestazione che dice semplicemente: THE PRESIDENT. No, a questa domanda non riesco a rispondere".

- Sheryl Crow ha seguito quasi tutto il Tour. Sua la colonna sonora?
"No, la colonna sonora di quest’anno è un cd con il rock metallico degli Incubus".

- E’ stato l’ultimo show dei postini. Spedisca loro una cartolina.
"Quest’anno più di tutte le altre volte ho avuto un gruppo di amici, che sono anche grandissimi atleti. Non siamo mai stati così forti".

- La squadra 2005 si chiamerà Discovery Channel. Cambierà molto?
"No. Ho convinto Ekimov a continuare. Abbiamo fatto un’offerta a Floyd Landis perché rimanga con noi e gli altri sono tutti confermati".

- Ufficiale il no all’Olimpiade? Chi è il suo favorito?.
"Farò un paio di circuiti a Praga e in Germania e poi tornerò negli States per stare un po’ con i miei figli. Altre gare? Si forse qualcuna in mountain bike... Per Atene vedo McEwen nella prova in linea e Ullrich nella crono".