Maretta tra i Carabinieri
Il Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga in difesa del Prefetto Mori, direttore generale del Sisde, si scaglia contro la nomina del Generale Vittorio Savino al quale non risparmia accuse pesanti
da Noreporter

Il Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga interpella il Presidente del Consiglio ed il Ministro dell'Interno per sapere: "se sia effettivamente intenzione del Governo, secondo le voci che circolano nella comunità di intelligence e nell'Arma dei Carabinieri di revocare dall'ufficio di Direttore del servizio per le Informazioni e la sicurezza democratica (SISDE) il Prefetto Generale di C.A. in ausiliaria dei Carabinieri Mario Mori e di sostituirlo con il Generale di C.A. dei carabinieri in ausiliaria Vittorio Savino, che trattenuto per due anni oltre i limiti di età in servizio, verrebbe ora nominato Prefetto". Il senatore a vita ricorda nell'interpellanza che "il Prefetto Mario Mori ha fatto parte ed ha operato con competenza e valore, prima dei reparti speciali antiterrorismo comandati dal Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa e poi dei reparti operativi speciali dell'Arma dei carabinieri, fino a diventarne Capo, venendone poi rimosso su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo per non aver dimostrato "sufficiente zelo" nella persecuzione giudiziaria nei confronti dell'ex-Presidente del Consiglio dei Ministri senatore a vita Giulio Andreotti e che lo stesso in tutti i suoi incarichi ha dato prova di grande competenza professionale, di lealtà alle istituzioni e di fedeltà alla Repubblica".
Inoltre il Presidente Emerito della Repubblica ricorda che "il Generale di C.A. dei carabinieri in ausiliaria Vittorio
Savino è non benevolmente noto nell'Arma dei carabinieri e nelle Forze Armate come un servile "trafficone" politico e che lo stesso è stato causa di non poco disordine all'interno dell'Arma dei carabinieri stessa, per aver egli sempre
ostentato grande potere personale a motivo della di lui vantata amicizia personale con alto esponente della politica, tanto da fargli ripetutamente affermare che: "il vero Comando Generale dell'Arma dei carabinieri è a motivo delle protezioni di cui godo presso di me, e non certo in Viale Romania" non credano di dover risparmiare questa offesa alla comunità di intelligence, introducendo in essa in posizione così eminente persona incompetente e non degna, umiliando un alto funzionario civile e militare dello Stato e manifestando disprezzo per la serietà e il prestigio dell'Arma dei carabinieri".