Bertinotti sulle primarie: un atteggiamento dignitoso, responsabile, aperto

[Barbera]

Il generoso candidato Fausto
Per il bene del centrosinistra, Bertinotti accetta anche la sfida delle “primarie”

Grazie Bertinotti. Dopo tante polemiche del passato (iniziate fin dai tempi del governo Dini nel 1994, che Rifondazione non votò al prezzo di una prima scissione) che hanno toccato il punto più alto nel 1998 (l’affondamento del governo Prodi al prezzo di una seconda scissione), il segretario del Prc dice da tempo cose che non si possono non condividere.
Ha iniziato con la “nonviolenza” come metodo e sostanza di un nuovo agire politico che presuppone il ripensamento critico del passato, ha proseguito con l’analisi della pericolosità della destra berlusconiana (è lontano il tempo della sua teoria delle due “destre”, dove una era quella temperata del centrosinistra), ha infine motivato la necessità di ancorare l’unità dell’opposizione a un programma alternativo di governo che veda tra i sottoscrittori anche il Partito della rifondazione comunista.
Ora ci sono le condizioni politiche perché dall’unità dell’opposizione possa scaturire una coalizione più larga dell’antico Ulivo, finalmente aperta a tutti i soggetti – partiti, movimenti, associazioni – che non fecero parte dell’Ulivo nel 1996. Del resto, è quello che hanno chiesto in molti nei due anni che ci stanno alle spalle: dai “girotondi” alle tante iniziative sul fronte dei diritti del lavoro.
La buona volontà di Bertinotti è arrivata fino a prendere sul serio la proposta di Romano Prodi di sperimentare le “primarie” nella designazione del leader che dovrà scontrarsi con la destra nelle elezioni politiche del 2005 o del 2006. Ricapitoliamo quello che ha dichiarato il segretario del Prc alla “Repubblica” di ieri:“Ogni allargamento della partecipazione va sostenuto. Ma ho due dubbi. Non siamo nelle condizioni delle primarie americane dove ai nastri di partenza ci sono diversi competitori. Siamo invece nella vicenda della politica italiana per cui Prodi è stato considerato fin qui il leader della coalizione da tutti, ormai anche da noi. Quindi, c’è un’anomalia. Se davvero si volessero fare le primarie, la questione andrebbe risolta con un’iniezione di democrazia. Diventa cioè necessario un altro candidato, al limite un uomo della sinistra alternativa, un candidato che sia la bandiera di una democrazia vivace. Io diffido di tutto ciò che è unico: il partito unico, il leader unico...’’. Sono parole di buon senso che si possono sottoscrivere, anzi di cui va sottolineata ancora una volta la generosità politica. Proprio di generosità politica, virtù assai rara, si tratta. Basta rileggere ancora: ‘‘Quando parlo di candidato alternativo, lo faccio per non dare alle primarie un carattere artificioso. In una situazione di questo genere posso pensare di candidarmi io come espressione della sinistra alternativa. Negli Stati uniti ora c’è Kerry, ma all’inizio erano in tanti. E senza un candidato più di sinistra, non ci sarebbe il Kerry di oggi, con le sue proposte e i suoi programmi. Le primarie sono una misurazione di tendenza. Fermo restando che chi vince ci rappresenta tutti’’. Bertinotti, come noi, è preoccupato più della sostanza che delle forme (anche se le forme contano, almeno in politica). Per questo avanza due dubbi. Il primo: abbiamo davvero necessità di “primarie”, dal momento che nessuno mette in discussione la leadership di Prodi? Il secondo: non sarà, invece, che abbiamo bisogno di un confronto sui programmi? E nella sua intervista a “Repubblica” il segretario del Prc fa un esempio calzante: “La legge 30, quella sul mercato del lavoro. Nel centrosinistra c’è chi sostiene, come noi, che va abrogata, altri vorrebbero modificarla, altri puntano solo a un piccolo maquillage. Un confronto sul terreno programmatico per me è molto più interessante”. Anche questa volta, Bertinotti ha ragione. Per finire, non avremmo mai pensato di fare tanti elogi in un colpo solo all’ex subcomandante Fausto. Meglio, allora, tornare a un nodo politico: fino a quando la generosità politica di Bertinotti e la sua scelta favorevole a un accordo programmatico di governo potranno proseguire, se il centrosinistra e Prodi perderanno altro tempo nel convocare una Convenzione programmatica?

[Aldo Garzia]

Personalmente trovo, ma lo penso gia' da tempo, che Bertinotti abbia un atteggiamento altamente costruttivo e responsabile, non che non l'abbia sempre avuto, in quanto le sue lotte sono sempre state le stesse, ma credo che questa disponibilit' da parte sua, soprattutto quando parla di programmi e convergenze non sia ne' da sottovalutare, ne' da deridere, in quanto sono passi enormemente avanti, seppur rimanendo con i suoi ideali.

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[benfy]

adesso lo avrà qualche anno fa sicuramente no non penso che sia così facile trovare un accordo con rifondazione anche se alla fine si troverà